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Anfibi 2

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You sent on August 31, 2019 (20:24) by Elleemme. 0 comments, 346 views.

at 300mm, 1/20 f/8.0, ISO 1250, hand held. Specie: Phyllobates terribilis

www.lauromagrisphotonature.com - Priorità di diaframma, focale 300mm, val.dev.esp.-1,00 - mano libera - Phyllobates terribilis, fam.Dendrobatidae, ordine Anura - L'anfibio si trova nelle foreste pluviali delle Ande occidentali colombiane e nella Costa di Panama tra i cento e duecento metri di altitudine . E' conosciuto come Rana dorata o Rana dardo o Rana freccia, ed è l'anfibio tra i più velenosi esistente dato che il suo veleno è sufficiente ad uccidere c.a. 15 uomini o 1 gorilla o 10.000 topi. Il nome di Rana dardo è stato dato dagli indigeni che utilizzano il suo veleno per ricoprire le punte dei dardi delle cerbottane con cui cacciano. La Phillobates terribilis è la rana preferita dai cacciatori indigeni per l'efficacia del suo veleno. Il popolo Embera (gruppo etnico della Colombia e del Panama) usa esporre la rana al calore di un piccolo incendio per farle trasudare piccole quantità di liquido velenoso. Gli indios Chocò sempre in Colombia prendono invece un piccolo pezzo di legno e lo inseriscono nella bocca della Rana dorata che sottoposta a questo trattamento per difendersi dal potenziale predatore, inizia a secernere delle tossine da ghiandole cutanee poste sulla schiena. A questo punto l'indio sfrega i dardi sulla schiena e rilascia la rana. La punta delle frecce e dei dardi sono inumidite con il veleno e mantengono il loro effetto letale per circa due anni. Questo piccolo anfibio non supera i 4,5/5,5 cm di lunghezza. Ha una colorazione che può variare da un giallo pallido a un fondo oro, senza macchie o puntini che le permette di avvertire gli eventuali predatori della sua tossicità . La pelle delle mini rane contiene molte ghiandole che, in caso di pericolo, secernono veleni in grado di uccidere gli eventuali predatori. Si nutrono di piccoli insetti, come acari, formiche, grilli, tarme, coccinelle e ragni. È considerata la più vorace tra le dendrobatidae. Si ritiene che il veleno venga prodotto grazie ad un genere di formiche di cui le rane si nutrono, formiche che a loro volta si nutrono di numerose foglie che contengono alcaloidi velenosi. Una prova di ciò è il fatto che gli esemplari allevati in amb.controllato, nutriti di solito con drosofile, grilli, coccinelle e larve di vari insetti, sono pressoché innocui. Il veleno della rana dorata contiene una tossina chiamata batracotossina, questo veleno provoca un rilascio prolungato di acetilcolina a livello della giunzione neuromuscolare, che si traduce in contrazione muscolare e la morte per arresto respiratorio a causa della paralisi dei muscoli respiratori. Può portare ad insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale. La tossina è attiva al di fuori del corpo di queste rane quindi il contatto diretto o indiretto è dietro l'angolo dato che il veleno non si deteriora facilmente, anche quando viene trasferito ad un'altra superficie. Il veleno, secondo recenti studi, può contenere circa 400 alcaloidi simili alla cocaina e morfina (tra le 20 classi oltre le batracotossine ci sono le pumiliotossine e le epibatidine) . L'unico predatore dotato di una naturale resistenza alla tossina di questa mini rana è il Leimadophis epinephelus, un piccolo serpente in grado di divorare piccoli della specie senza subire effetti negativi, serpente che comunque non è immune. In cattività la rana dorata può vivere dai 12 ai 20 anni e già dal 1° anno in cattività la concentrazione di veleno si riduce drasticamente ma perdura comunque per alcuni anni. Si riduce il grado di tossicità dato che vengono private dalla loro alimentazione abituale quindi non producono più tossine e i piccoli che nascono in amb.te controllato saranno innocui. La rana dorata è considerata dalla IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources) come una specie in pericolo e quindi a rischio di estinzione a causa della deforestazione e frammentazione del suo habitat. Soggetto ripreso in amb.te controllato. - L'immagine è coperta da copyright di Lauro Magris , non può essere utilizzata in alcuna forma senza il consenso dell'autore



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