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| sent on August 29, 2017 (22:04)
mi sembra di riconoscere la porta del Mebòn occidentale. Andai ad Angkor nel gennaio 1992 quando il turismo aveva riaperto da poco più di un anno; già a quell'epoca i pochi turisti si contendevano i pochi posti letto decenti e ricordo che nel mio gruppo, una quindicina di appassionati di varie nazionalità europee e nordamericane, dovemmo sorteggiare i pochi rimasti, nonostante la prenotazione con l'agenzia locale, perchè i soliti tedeschi di Studiosus ci avevano fregato pagando di più al loro arrivo prima di noi; i meno fortunati pernottarono in amaca all'aperto nel giardino dell'hotel Ricordo che la porta opposta diametralmente a questa era ancora pressochè circondata dalle fronde parecchio alte e ci raccomandarono di non abbandonare assolutamente lo stretto tracciato del vialetto in mezzo agli alberi, per il pericolo ancora attualissimo di mine, che purtroppo facevano spesso saltare in aria, o quando andava bene, facevano perdere un arto inferiore, agli sfortunati bambini che si avventuravano per gioco Queste inestimabili rovine archeologiche erano infatti state scelte dai Khmer rossi per rifugiarvisi Al mercato delle pulci si trovavano ancora resti del conflitto, come giubbotti antiproiettile, spille varie e pure qualche Rolex Daytona con il meccanismo o il cristallo rotto, trafugati ai caduti americani.
mi sembra di riconoscere la porta del Mebòn occidentale. Andai ad Angkor nel gennaio 1992 quando il turismo aveva riaperto da poco più di un anno; già a quell'epoca i pochi turisti si contendevano i pochi posti letto decenti e ricordo che nel mio gruppo, una quindicina di appassionati di varie nazionalità europee e nordamericane, dovemmo sorteggiare i pochi rimasti, nonostante la prenotazione con l'agenzia locale, perchè i soliti tedeschi di Studiosus ci avevano fregato pagando di più al loro arrivo prima di noi; i meno fortunati pernottarono in amaca all'aperto nel giardino dell'hotel Ricordo che la porta opposta diametralmente a questa era ancora pressochè circondata dalle fronde parecchio alte e ci raccomandarono di non abbandonare assolutamente lo stretto tracciato del vialetto in mezzo agli alberi, per il pericolo ancora attualissimo di mine, che purtroppo facevano spesso saltare in aria, o quando andava bene, facevano perdere un arto inferiore, agli sfortunati bambini che si avventuravano per gioco Queste inestimabili rovine archeologiche erano infatti state scelte dai Khmer rossi per rifugiarvisi Al mercato delle pulci si trovavano ancora resti del conflitto, come giubbotti antiproiettile, spille varie e pure qualche Rolex Daytona con il meccanismo o il cristallo rotto, trafugati ai caduti americani. |
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