RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

Come scegliere il Binocolo


  1. Forum
  2. »
  3. Tema Libero
  4. »
  5. Binocoli
  6. » Come scegliere il Binocolo





user46920
avatar
inviato il 18 Febbraio 2018 ore 22:30

Nella scelta dello strumento, per prima cosa sarà necessario farsi un'idea di massima di come funzionano i binocoli e di quali caratteristiche basilari sono più adatte alle nostre esigenze. Secondariamente bisognerebbe individuare la fascia di prezzo che ci riguarda, in base alla qualità dei prodotti e all'uso che ne faremo. Ed infine, sarà molto importante provarli direttamente sul campo, per avere un riscontro realistico delle effettive capacità e soprattutto per valutarne le qualità.

La prova sul campo serve appositamente per capire se quell'esemplare è privo di difetti e se effettivamente risulta adatto alle nostre caratteristiche, sotto tutti gli aspetti. Per fare queste prove, naturalmente bisogna fin dall'inizio saper adattare in modo preciso ogni binocolo alla nostra vista, regolandolo ogni volta per la corretta distanza pupillare, ampiezza interpupillare ed equilibrio diottrico. Sarà anche necessario un minimo di tempo per fare le dovute esperienze sul campo e poter arrivare a valutare anche quegli aspetti più fini che alcune ottiche possono offrire. Ma alla fine, sarà sempre e sicuramente la sensazione personale e soggettiva, l'unico vero ago della bilancia, che decide se e quale strumento è il più adatto per noi.

La qualità generale del binocolo deve essere possibilmente sempre alta, per evitare qualsiasi danno o inutile affaticamento alla vista. Il primo avvertimento di fastidio anche minimo, durante l'osservazione, è il campanello d'allarme che indica qualche malfunzionamento. Un urto può disallineare o scollimare il binocolo, oppure un difetto improvviso può sempre apparire e i produttori lo sanno bene, anche lo sporco sulle lenti o le tarature sbagliate creano situazioni inadeguate di osservazione o spesso affaticanti e questo è il momento di prevenire.

user46920
avatar
inviato il 18 Febbraio 2018 ore 22:36

Il binocolo è probabilmente lo strumento ottico più interessante e completo realizzato dall'uomo.
Viene usato per magnificare la visione ad occhio nudo e presenta due fattori fondamentali che lo rendono senza dubbio il Re dell'osservazione, ovvero: la portabilità e la capacità di sfruttare la visione binoculare . Questa può migliorare l'acutezza visiva fino ad un massimo di 2.4 volte rispetto alla visione monoculare ed aumenta la luminosità ed il contrasto e quindi la rilevazione dei colori, fino ad un massimo di 1.5 volte tanto. Infatti, il binocolo è in pratica una coppia di cannocchiali identici (spesso chiamata gemelli), assemblati in parallelo e facilmente adattabili agli occhi di qualsiasi utente.

I due aspetti tecnici principali da considerare sempre, nella scelta di qualsiasi binocolo, sono l'ingrandimento e la pupilla d'uscita. Infatti, l'insieme di questi due valori, specifica praticamente l'indirizzo d'uso dello strumento.

Prendiamo il binocolo Leica Trinovid 10x25 BC come esempio, dove i numeri del modello rappresentano in genere il formato (10x25). Il valore dell'ingrandimento viene indicato normalmente dal primo numero (10x), mentre il secondo numero (25) esprime in millimetri la misura del diametro delle lenti anteriori (gli obiettivi).
Ora, siccome il diametro della lente determina anche la quantità di luce che può entrare nel binocolo, questo valore quindi rappresenta il diametro nominale della pupilla d'ingresso. Dividendo il diametro della lente per il valore dell'ingrandimento, si trova il valore nominale della pupilla d'uscita : 25mm/10x = 2.5mm

La pupilla d'uscita è l'immagine della pupilla d'ingresso, raddrizzata dal prisma e proiettata dall'oculare verso l'occhio dell'osservatore. Normalmente ha o dovrebbe avere una forma perfettamente circolare con bordi netti.

L'ingrandimento significa semplicemente che un binocolo 10x moltiplica 10 volte le dimensioni lineari di tutto ciò che viene osservato. Ovvero, ingrandisce apparentemente la realtà di dieci volte tanto e lo stesso accade, in proporzione, per ogni altro valore d'ingrandimento ( 6x 8x 12x ecc).

Il riferimento assoluto dei valori di ingrandimento per tutti gli strumenti ottici da osservazione, è proprio la visione ad occhio nudo . E ciò significa che questa ha un valore d' ingrandimento 1x .

Idealmente, l'ingrandimento può essere considerato anche come un avvicinamento virtuale o apparente , per cui un soggetto come una Tigre osservata da 10 metri di distanza con un binocolo 10x , appare ingrandita come se la osservassimo ad occhio nudo da appena 1 metro di distanza (10m/10x = 1m). Quindi, ogni binocolo 10x ci trasporta virtualmente a 100m di distanza, da qualsiasi oggetto che si trova realmente a 1'000 metri da noi, e questo principio lo ritroviamo di base anche nella misura e nel calcolo del campo apparente.

user46920
avatar
inviato il 18 Febbraio 2018 ore 22:43

Quale ingrandimento e quale pupilla d'uscita sono preferibili?

La risposta a questa domanda è fondamentale, perché ci indica abbastanza chiaramente il formato del binocolo necessario e ci trasporta nell'ultima fase della scelta: la prova sul campo dei modelli disponibili.
Arrivare qui significa aver già fatto quel percorso cognitivo che è frutto di esperienze e di conoscenze abbastanza approfondite, sia in merito degli strumenti che delle nostre esigenze-capacità.

Proviamo a rispondere facendo prima qualche precisazione sulla pupilla d'uscita.

Volendo fare una scelta logica, la pupilla d'uscita, essendo l'interfaccia tra il binocolo e l'occhio dell'utente, dovrebbe avere una dimensione sempre maggiore o almeno pari, di quella assunta dall'iride dell'occhio durante l'osservazione. L'occhio infatti è fornito di un diaframma "automatico", con diametri di apertura tra circa 2mm e 8mm (o tra 1.5 e 10mm nei casi limite), per modulare la luce in ingresso sulla retina. Ora, finché la dimensione dell'iride è pari o inferiore a quella della pupilla d'uscita del binocolo, la visione sarà chiara e massimamente luminosa, senza oscuramenti. Nel momento in cui l'iride si aprisse maggiormente rispetto alla pupilla d'uscita del binocolo, l'osservazione tenderà a subire un progressivo oscuramento. Ovvero il binocolo tenderà ad impedire l'ingresso necessario della luce sulla retina. Ciò non vuol dire che sia impossibile continuare ad osservare adeguatamente, anche perché in condizioni normali di luce e in base alla propria sensibilità ed esperienza, al limite si possono usare anche strumenti con pupilla d'uscita fino a 0.5 mm circa. Però è logico che nei casi limite di scarsa luminosità, tipo in mezzo ai boschi durante il crepuscolo, diventano preferibili o per forza addirittura necessari quei binocoli con pupilla d'uscita ampia, oltre 5mm (6x30 o 7x35 o 8x40 o 10x50), meglio 7mm (7x50 o 8x56) o addirittura anche 8mm (7x56). Negli orari invece notturni, in assenza di luci, dove diventa praticamente impossibile osservare in maniera adeguata con qualsiasi binocolo, in quanto una minima quantità di luce disponibile è sempre necessaria, in queste occasioni potrebbe essere molto più interessante puntare il binocolo al cielo e provare ad osservare le stelle o lo spazio profondo.

Prendere un binocolo con pupilla di 8mm, è quindi una scelta logica?

L'iride dell'occhio rimane particolarmente chiuso durante tutte le ore diurne e solo dopo il tramonto subisce il vero gradino di apertura più evidente. Infatti, tra 1.5mm e 2.5mm è l'apertura normale in presenza del Sole, ed anche per le osservazioni all'ombra o col cielo mediamente coperto, difficilmente si superano queste dimensioni. Tant'è che di giorno è sempre consigliabile usare gli occhiali da Sole appena possibile, in quanto comunque l'ingrandimento amplifica la luce sulla retina e in presenza di abbagliamenti, è sempre preferibile proteggersi. In più, i valori dell'iride cambiano abbastanza anche con l'età, per cui da giovani l'escursione è più vivace e reattiva, mentre con la maturità e la vecchiaia, l'iride tende ad avere escursioni più contenute, dove la massima apertura potrebbe non superare i 5 o 6 mm di diametro.

La scelta della pupilla condiziona anche le dimensioni ed il peso dello strumento. Ad esempio, la differenza di peso tra due binocoli 10x25 e 10x50 , potrebbe arrivare facilmente anche a 3 o 4 volte tanto (es: 250g vs 1Kg ). Avendo così, il 10x25 che può essere addirittura tascabile e totalmente inavvertibile anche appeso al collo per tutta la giornata, mentre per trasportare il 10x50 sarà necessaria una buona borsa a tracolla o meglio uno zaino.
Per questo, in pratica tutti i binocoli usati in luce diurna, con pupilla d'uscita maggiore di 2mm o comunque oltre a 2.5mm risultano inutilmente pesanti ed ingombranti. Tant'è che un binocolo 10x22 circa (o 6x15 o 7x18 o 8x20 o 10x25 o 12x28 ) potrà svolgere il suo lavoro in modo eccellente, senza alcun problema, dall'alba al tramonto. Mentre dall'altra parte, diventa quindi inutile l'acquisto del binocolo 10x50 da 1kg , per poi doverlo trasportare magari 12 ore attaccato al collo, quando lo si userà soltanto nelle ore diurne.

Tutto questo, pone la pupilla a rappresentare la capacità luminosa del binocolo, dove la dimensione fisica dell'apertura determina anche il campo di utilizzo più adatto per lo strumento. Ma è doveroso precisare che: in realtà il diametro della pupilla d'uscita è un valore nominale, per cui, qualsiasi binocolo 10x25 calcola 2.5mm e qualunque 10x42 calcola 4.2mm. Non che questo sia sbagliato, ma succede che nella pratica, il valore calcolato è insufficiente per esprimere la reale capacità luminosa dello strumento. Infatti, è soprattutto dalla qualità dei vetri che dipende l'effettiva " luminosità " (con qualità dei vetri s'intende anche tutto l'insieme, quindi anche la quantità delle lenti o gli spessori, ecc - ad esempio) e questo dato non può essere espresso in modo semplice con dei numeri, ma però può sempre esser valutato facilmente durante i confronti sul campo. Infatti, facendo proprio un esempio concreto, è possibile che un 10x25 di alta qualità, abbia una effettiva capacità luminosa in luce crepuscolare, sufficiente per pareggiare la visione con un binocolo 10x42 di bassa qualità.

Quindi, la qualità dei vetri intesa sotto tutti gli aspetti, diventa uno dei fattori più importanti per qualsiasi strumento ottico. E questo fatto andrà sempre messo in conto, durante le scelte.

user46920
avatar
inviato il 18 Febbraio 2018 ore 23:12

Quale ingrandimento e quale pupilla d'uscita sono preferibili?

Per quante se ne possano dire, non esiste un ingrandimento ideale che vada sempre bene a chiunque e comunque. Ci sono condizioni e situazioni che privilegiano determinati ingrandimenti e poi c'è anche la questione delle esigenze personali e delle reali possibilità-capacità soggettive.
Per cui, è sempre bene che ognuno scelga l'ingrandimento più adatto alle proprie esigenze, senza farsi troppo condizionare dai numeri o dai luoghi comuni, ma giudicando realmente ogni modello con i propri occhi e con le proprie mani.

A questo proposito è bene aggiungere che certi modelli, meglio equilibrati ed ergonomicamente ben studiati, possono facilitare di molto la gestione della stabilità a mano libera , anche a forti ingrandimenti. Tant'è che in alcuni casi, in base alle capacità e alle abitudini dell'utente, è possibile utilizzare a mano libera anche strumenti con 15 , 18 o addirittura 20 ingrandimenti .

Maggiori ingrandimenti producono maggiori dettagli, che è poi lo scopo principale dei binocoli, ma evidenziano contemporaneamente anche i piccoli movimenti e gli eventuali tremolii della mano, i quali potrebbero arrecare disturbo all'osservazione. Infatti, tanto la quantità dei dettagli che la quantità dell'effetto mosso, sono entrambe direttamente proporzionali al valore dell'ingrandimento, ma la causa di eventuali perdite di dettaglio per instabilità, deve essere consapevolmente attribuita soltanto alle capacità individuali dell'utente.
Detto ciò, con valori fino a 6x risulta normalmente piuttosto facile per chiunque anche se inesperto, riuscire a gestire la stabilità di osservazione a mano libera, mentre con ingrandimenti maggiori di 12x , la gestione diventa invece già più difficile per chiunque.
La maggior parte delle proposte dei binocoli per l'uso a mano libera, si trova infatti tra i valori 6x e 12x , dove in generale gli ingrandimenti più comuni sono il 7x , il classico 8x , ed anche il più potente 10x . Binocoli 10x sono oggettivamente in grado di farci vedere nella pratica, ciò che è impossibile vedere ad occhio nudo, in quanto normalmente ci portano direttamente all'attenzione proprio quello che vede la nostra fovea oculare senza il binocolo (zona di campo visivo che corrisponde a circa ). Questo però è anche il motivo per cui così tanta definizione nei dettagli, tenda poi ad evidenziare meglio anche l'eventuale mosso e quindi poi molti utenti preferiscano utilizzare binocoli con 7 o massimo 8 ingrandimenti , credendo di vedere "meglio". La realtà è che con un ingrandimento inferiore, la visione appare sicuramente più ferma e quindi potrebbe risultare più riposante o meno stancante, ma poi quella stessa visione sarà effettivamente anche meno dettagliata e meno acuta, quindi meno definita e meno risolvente sul soggetto, diventando appunto solo una questione di apparenza.

Tutto dipende quindi dal tipo di osservazione che si deve fare. Gli ingrandimenti più utilizzati a mano libera dalle Marine Militari di tutto il mondo e non solo dai militari, sono generalmente il 6x e il 7x con pupille d'uscita possibilmente tra 5mm e 8mm . Questo perché in mare non è così necessario avere il massimo dettaglio per fare degli avvistamenti utili , mentre è necessaria eventualmente la miglior visione crepuscolare, per farli magari anche di notte, mantenendo comunque una qualità osservativa il meno nervosa e meno mossa possibile.
Per l'osservazione dei soggetti piccoli o lontani, o dove il dettaglio diventa necessario , come ad esempio in ambiti ornitologici, è sicuramente preferibile un ingrandimento maggiore di 7x e generalmente il 10x è già ottimo.
Quindi, ecco che i Militari di terra, vengono di norma dotati di binocoli 8x30 , scelti per aumentare anche se solo leggermente il dettaglio rispetto al 6x, ma che in questo caso diventa preferibile sulla terra ferma, mantenendo allo stesso tempo i pesi ridotti per facilitare i trasporti a mano, adottando quindi pupille inferiori a 4mm .

Per fronteggiare eventuali problemi di cinetismo e volendo mantenere un livello accettabile di nitidezza dell'immagine evitando il mosso, si dovrebbero utilizzare sempre gli stativi (treppiedi, monopiedi, ecc) o degli appoggi adeguati. Per esigenze d'uso forzato a mano libera senza stativi, esistono invece anche i binocoli stabilizzati , i quali mirano a risolvere per quanto possibile le vibrazioni indesiderate, utilizzando dei sistemi generalmente meccanici o elettromagnetici (alimentati a batterie).

Il binocolo è uno strumento tendenzialmente portatile e dunque di uso a mano libera , ma esistono anche molti modelli speciali, da supporto. Un esempio semplice sono i bincoli astronomici , spesso dotati di forti ingrandimenti (tendenzialmente oltre i 15x e fino a 300x circa), che necessitano sicuramente di robusti stativi con relativa testa o montatura adeguata, ed utilizzabili con grande successo anche per soggetti terrestri.

avatarsenior
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 9:10

Eeeek!!! grazie mille per tutte le info. Ora mi è più chiaro come orientarmi nella scelta.

Pensavo di cercare un binocolo dotato di reticolo per il calcolo delle distanze, giusto per sfizio personale. Mi sa però che devo cercare materiale militare....

avatarsenior
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 9:44

perché militare?
un binocolo con telemetro, no?
es. Leica

avatarsenior
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 11:25

Eh... Cash permettendo MrGreen

Almeno mi pare che sul militare si spenda meno. Parlo di usato

avatarsenior
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 11:41

Budget?
Ti sei perso il punto secondo del cigno!

Però Leica e' la parola magica per far emergere SUBITO esigenze di budget MrGreen

user46920
avatar
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 13:05

Pensavo di cercare un binocolo dotato di reticolo per il calcolo delle distanze, giusto per sfizio personale. Mi sa però che devo cercare materiale militare....

esatto! .. quelli col reticolo sono proprio i binocoli militari e generalmente sono i modelli con messa fuoco indipendente (IF)


www.wild-heerbrugg.com/binoculars.htm

Ne puoi trovare sia di usati ed anche di nuovi fabbricati in cina con vecchi schemi russi, che tanto per provare ...
Più che altro dovresti magari prima decidere quale ingrandimento 6x 7x 8x 10x e con quale pupilla. Nonostante il ventaglio di scelta non copra sempre ogni esigenza.

user46920
avatar
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 14:17

Altre caratteristiche importanti dei binocoli:


- I prismi rappresentano quella parte vetrosa, in genere molto pesante e non rifrattiva, necessaria nei binocoli prismatici per raddrizzare l'immagine dell'obiettivo, che normalmente arriverebbe all'oculare capovolta sottosopra ed invertita come destra e sinistra. Esistono vari sistemi di prismi più o meno efficaci, leggeri, pesanti, semplici o economici, tra cui i prismi di Porro e i prismi a tetto. La forma dei binocoli cambia parecchio in base alla configurazione e al prisma utilizzato, tanto da poterli riconoscere sempre e senza tanti dubbi.



Le dimensioni e quindi i pesi dei vari prismi, possono variare anche in modo molto evidente, in base allo schema, alla pupilla d'uscita che devono coprire, ma anche e soprattutto all'ampiezza della visione apparente del binocolo.
Il miglior prisma è sicuramente quello col minor numero possibile di riflessioni e di passaggi aria-vetro, quindi è quello che eventualmente viene pre-incollato dal produttore e poi fissato nella sua posizione corretta, che sia del tipo di Porro più economico o del tipo a tetto Abbe-Konig più complesso e costoso degli altri.
Il sistema adottato di prisma, determina pesantemente sia la qualità finale del binocolo, ma anche ovviamente il prezzo di vendita. Paradossalmente, i binocoli con i prismi di Porro, riescono ad essere ancora abbastanza economici, offrendo comunque un'ottima qualità visiva. Mentre i binocoli con prisma a tetto di adeguata qualità, restano ancora i più costosi tra tutti.


- Il campo visivo è la misura data in metri del campo trasversale che il binocolo è realmente in grado di vedere all'interno della sua finestra, dalla distanza di riferimento di 1'000 metri. Per il mercato anglosassone, questa misura può essere data anche in piedi (ft) dalla distanza di 1000 iarde (yd) ed è convertibile semplicemente dividendo per 3 il valore dato in piedi (es: 300ft = 100m) e viceversa.
Il campo visivo può a volte essere dato anche come ampiezza in gradi d'angolo e in tal caso, utilizzando il numero fisso 17.5 è possibile convertire i gradi in metri e viceversa (valore inutilmente preciso = 17.46931596...) - ad esempio, 175m = 10° oppure, 350m = 20° ... ecc.
Il campo visivo è indipendente dall'ingrandimento del binocolo, mentre invece dipende esclusivamente dal progetto dell'oculare. Per cui, la misura dell'ampiezza può variare anche di molto, in binocoli con lo stesso ingrandimento (da molto stretto ad ultra ampio ecc). Ad esempio, un binocolo 10x con visione ultra ampia potrebbe vedere anche 140m di campo da 1'000m di distanza (8°), mentre un altro 10x con visione molto stretta magari vede solo 70 metri (4°) e questa "qualità" poi prende il nome di visione apparente (vedi sotto).
Un binocolo 10x con visione normale , vede 100m da 1'000 metri di distanza, che è esattamente la distanza di riferimento divisa per il suo ingrandimento (1'000m/10x = 100m). Così, allo stesso modo, un binocolo 8x con visione normale vede 125m , un 7x vede 145m circa, un 6x vede 165m circa e così per ogni altro ingrandimento. Ma nella pratica reale, sarà facile trovare ad esempio un binocolo 10x ultra ampio (es: 140m ) che effettivamente ha un campo visivo molto maggiore di quello di un binocolo 7x con visione stretta (es: 114m ). Per cui, non è corretto dire che " maggiore è l'ingrandimento e minore è il campo visivo ", proprio perché lo è solamente confrontando i binocoli con la stessa visione apparente (es: tutti normale o tutti ultra ampia , ecc). Eventualmente è semmai più corretto dire: " solo a parità di visione apparente, il binocolo con l'ingrandimento minore avrà un campo visivo maggiore " , ma resta comunque una idealizzazione di poca o nessuna utilità pratica, in quanto è sicuramente più logico ed ovvio, confrontare direttamente le misure del campo dichiarate per ogni binocolo, indipendentemente dall'ingrandimento.


- Visione apparente si misura correttamente in gradi d'angolo secondo le norme ISO e la sua ampiezza dipende dal progetto degli oculari.
In pratica è il valore d'ampiezza della finestra che ci appare durante l'osservazione, dove la sua misura corrisponde al campo visivo osservato ad occhio nudo, da una distanza pari a 1'000m diviso l'ingrandimento del binocolo. Ad esempio, un binocolo 10x con un campo visivo di 140m (misurato da 1'000m di distanza), mostra un campo apparente con ampiezza pari a 140m osservati ad occhio nudo, dalla distanza di 100m (1'000m/10x), ovvero con una ampiezza di circa 70 gradi d'angolo.
Per questo, il concetto di ampiezza può variare indicativamente più o meno da molto stretta (< 43°) a stretta (44°- 51°) a normale (52°-56°) ad ampia (57°-65°) e fino ad ultra ampia (> 66°), ecc. E quindi, ad esempio, qualsiasi binocolo con qualsiasi ingrandimento, ma col campo apparente Normale offre all'utente una finestra di osservazione binoculare, sempre di 53 gradi circa di ampiezza. Il campo apparente quindi descrive o cerca di descrivere l'ampiezza della finestra che ci appare durante l'osservazione coi vari binocoli.
Il campo apparente condiziona molto anche le dimensioni ed il peso del binocolo, in quanto i prismi dovranno essere ad esempio doppiamente maggiorati per coprire un campo ultra ampio (es: 140m), risultando teoricamente 8 volte più pesanti rispetto a quelli necessari per un campo molto stretto (es: 70m).

Considerazioni associate:
I binocoli con visione normale tendono ad avere una buona geometria di osservazione, senza risultare né stretti né ampi. Binocoli con visione ampia o ultra ampia, tendono ad offrire una finestra molto larga e in alcuni casi più comoda, che facilita sicuramente la ricerca panoramica dei soggetti e che quindi potrebbe migliorare l'osservazione in generale ed aumentare la sensazione di " immersione nella scena ", ma la geometria più difficile potrebbe creare anche maggiori difetti ai bordi e/o una visione innaturale con deformazioni più evidenti. Binocoli con visione stretta sono di realizzazione più facile e potrebbero avere delle geometrie molto più coerenti ed essere maggiormente corretti fino ai bordi, risultando sicuramente anche più leggeri, per via dell'utilizzo di prismi più piccoli e in molti casi anche più risolventi.
Per certi versi, quindi, si potrebbe preferire che un binocolo ultra ampio sia a bassi ingrandimenti tipo 6x, rispetto ad un binocolo ad alti ingrandimenti tipo 12x o più. In quanto il 6x avrà anche un campo visivo doppio rispetto al 12x (es: 230m vs 115m ) e potrà essere quindi sfruttato magnificamente e piacevolmente in osservazione dei panorami. Mentre il binocolo ad alto ingrandimento lo si acquista ed utilizza soprattutto per vedere e focalizzare bene i dettagli di oggetti lontani o piccoli e quindi in genere non serve una finestra ampia o ultra ampia, ma piuttosto una super definizione ed una grande pulizia nella zona centrale, dove in genere è concentrata tutta la nostra attenzione. Oltre al fatto che, per mantenere la stessa pupilla d'uscita con un binocolo a forte ingrandimento , poi diventano necessarie lenti frontali più ampie, prismi maggiorati e il tutto si fà molto ma molto più pesante e costoso . Infatti, i binocoli compatti da taschino , di quelli col ponte a due cerniere e quindi richiudibili, tendono molto spesso ad avere una visione apparente stretta o molto stretta ed in pochi casi arrivano ad una visione normale, proprio per poter ridurre i pesi entro 200 o 300g al massimo.

user46920
avatar
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 18:02

- L'estrazione pupillare è la distanza espressa in millimetri, misurata sull'asse ottico, tra il piano della pupilla d'uscita e il piano dell'oculare (questo punto dipende anche dal metodo di misura e non è mai chiaro, né quasi mai dichiarato).



Viene chiamata anche Rilievo o Sollievo Oculare in quanto un adeguato valore, qualunque esso sia, dovrebbe permettere l'utilizzo degli occhiali da Sole o da vista, garantendo a chiunque e comunque la completa visione di tutto il campo offerto dal binocolo, proprio come succede durante l'utilizzo senza gli occhiali.
La misura dell'estrazione pupillare dipende essenzialmente dal progetto ottico dell'oculare, ma il valore finale è poi influenzato anche dalle parti esterne delle conchiglie oculari del binocolo. Infatti è un dato importante se l'utente è abituato ad osservare anche con gli occhiali da Sole, mentre diventa fondamentale se è obbligato ad usare sempre gli occhiali correttivi. Raramente un binocolo ha un valore di estrazione pupillare insufficiente per la visione senza occhiali, ma è possibile che in alcuni casi, qualche vecchio modello possa creare problemi.
Non tutti i valori di estrazione pupillare sono coerenti per l'utilizzo con gli occhiali e il perché dipende da alcuni fattori:
1 - il valore dell'estrazione deve essere effettivamente proporzionato al valore del campo apparente.
2 - essendoci vari metodi di misurazione, quasi mai dichiarati dai vari produttori, i numeri dati difficilmente saranno coerenti tra loro.
3 - la forma degli occhiali, quella dell'utente e quella del binocolo, concorrono tra loro ad influenzare le misure reali.
In base ai dati dichiarati, i valori estremi dell' estrazione pupillare dei binocoli, si trovano tra 8mm e 24mm circa. Interessarsi esclusivamente ai binocoli che dichiarano 17mm almeno, si è quasi sicuri al 99% di poterli usare con gli occhiali, ma l'unica soluzione veramente certa al 100% è quella di provarli direttamente, anche perché è possibile usare gli occhiali con alcuni modelli che dichiarano 12mm appena.
Un'estrazione pupillare molto generosa, pretende a sua volta anche un'adeguata estrazione delle conchiglie oculari, che servono per compensare l'utilizzo del binocolo senza gli occhiali. Anche questa è una caratteristica da considerare attentamente, in quanto molto spesso l'estrazione delle conchiglie potrebbe risultare insufficiente e ciò porta ad un errato interfacciamento con la pupilla del binocolo e alla conseguente osservazione scorretta, con risultati indesiderabili (aloni neri e pesanti oscuramenti sui bordi della finestra).


- La correzione diottrica è una regolazione manuale che permette di equilibrare accuratamente la corretta focalizzazione sul soggetto, con entrambi gli occhi. Ed è una funzione basilare nell'osservazione col binocolo, proprio perché permette la massima espressione della nostra visione binoculare e ci permette l'uso della massima acutezza visiva . Quindi è da utilizzare tutte le volte che serve migliorare la nitidezza generale e per evitare anche eventuali quanto inutili affaticamenti agli occhi.
La correzione diottrica può agire sull'oculare, sul meccanismo della messa fuoco centrale o direttamente sulla lente interna del fuoco, dopo l'obiettivo. In base al metodo è possibile avere esperienze e risultati un pò diversi, sia otticamente che meccanicamente. Il metodo più efficace cerdo che sia proprio quello sulla ghiera del fuoco centrale, che è anche quello più utilizzato nelle migliori realizzazioni e che in pratica agisce tramite la meccanica centrale, sulla lente interna di messa a fuoco, quella dopo l'obettivo.
La correzione diottrica sull'oculare invece crea spesso una differenza di lunghezza tra i due tubi, modificando a volte anche la resa generale; la si trova normalmente posizionata sull'oculare di destra, ma ci sono anche tanti modelli che la posizionano a sinistra.
Comunque, una volta regolata correttamente per le nostre esigenze, in teoria non dovrebbe essere più toccata: purtroppo questo non è possibile né realistico, per via delle tolleranze, sia meccaniche del binocolo, che organiche dei nostri occhi e della nostra vista. Quindi è un bene che in ogni binocolo ci sia la correzione diottrica e che funzioni anche nel modo migliore possibile, con precisione e fluidità, facilitando all'utente una corretta taratura in ogni occasione. Se manca, significa che il binocolo è un pò troppo economico, di probabile bassa qualità, oppure è definitivamente un giocattolo col quale non far mai giocare i propri figli.


- La regolazione interpupillare è quella funzione fondamentale che permette a chiunque di poter utilizzare lo stesso binocolo, adattandolo facilmente alla larghezza dei propri occhi. Questa larghezza si chiama distanza intepupillare ed è soggettiva per ogni individuo.



Per adattare qualsiasi binocolo ai nostri occhi, è in genere sufficiente la presenza di almeno un cardine centrale su cui ruotare i due cannocchiali per allargarne o stringerne la distanza e sul quale spesso è segnato anche il valore in millimetri , con un indice per la misura della larghezza (tra 50 e 75mm circa). Alcuni modelli potrebbero avere anche un blocco per fissare la regolazione ad un valore specifico o addirittura altri hanno un "limiter" per poterla regolare più stretta ma non più larga. Quest'ultima funzione è in genere molto comoda, in quanto la nostra larghezza interpupillare cambia in base alla distanza di focalizzazione degli oggetti. Ovvero, la maggiore distanza interpupillare l'avremo osservando oggetti all'infinito , mentre quella più stretta, l'avremo osservando alla minima distanza del binocolo.
Diversi binocoli pocket hanno due cardini per poterli poi richiudere e rendere tascabili e con questi strumenti in effetti la regolazione interpupillare può risultare un pò più lunga o un pò più scomoda, ma diventa poi una questione di abitudini.
L'importante è comprendere che la perfetta centratura delle pupille d'uscita con i nostri occhi, rende sicuramente la miglior visione possibile con ogni binocolo e per ciò la regolazione interpupillare diventa fondamentale farla ogni volta che si vuole ottenere il meglio dell'osservazione dallo strumento.

user46920
avatar
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 18:25

- La messa a fuoco serve per poter focalizzare accuratamente i vari oggetti all'interno campo visivo, adattando otticamente il binocolo dalla distanza minima e fino all'infinito. La regolazione meccanica, tramite attivazione manuale dell'utente, in genere utilizza una ghiera centrale che agisce contemporaneamente su entrambi i tubi, ma esistono anche binocoli con sistema di regolazione indipendente per ogni oculare (fuoco indipendente o IF). Ci sono anche binocoli a fuoco fisso , privi quindi di qualsiasi regolazione, che vengono in genere focalizzati dal produttore a qualche km di distanza. Questi sfruttano il naturale adattamento dell'occhio e l'ampia profondità di campo dei bassi ingrandimenti coi quali spesso vengono prodotti, ma sono abbastanza rari e/o appartengono alle categorie più economiche (spesso, anche troppo economiche).
La messa a fuoco dei binocoli può essere di varie tipologie, in base ai progetti (veloce, lenta, precisa, accurata, dura, tenera, fluida, ecc) e sarà più o meno adeguata a determinate funzioni, dove in generale gli strumenti con maggiori ingrandimenti, necessitano di meccaniche di messa a fuoco proporzionatamente più accurate.
Gli strumenti col fuoco indipendente vengono da sempre utilizzati in campo militare per vari motivi, tra cui la velocità d'uso. Ovvero, una volta regolati per l'utente e su di un target specifico, diventano di uso immediato proprio come i binocoli a fuoco fisso. Ma nonostante possano essere anche più precisi e più accurati dei modelli a fuoco centrale, la procedura di regolazione prende spesso un tempo troppo lungo, diventando quindi più adatti per soggetti statici, in campi panoramici o astronomici o dove non sia necessario regolare il fuoco accurato ogni secondo. Poi, di rado arrivano a focalizzare distanze inferiori a 10-20m , quindi, per un uso più comune risultano molto più pratici e più versatili i binocoli col fuoco centrale . Ad esempio, nel birdwatching diventa necessario usare il sistema centrale , che possa focalizzare distanze inferiori a 2.5m e con una risposta ai comandi anche molto più veloce del normale. Infatti, la ghiera dovrebbe risultare sempre molto fluida in ogni ambiente, di facile rotazione entro un giro o un giro e mezzo al massimo e con resistenze minime, restando adeguatamente precisa. Nonostante questo, il sistema rapido per birdwatching risulta però anche meno accurato nel focalizzare a grandi distanze e per cui, i binocoli per gli usi più comuni utilizzano generalmente ghiere centrali "più lente" con due o più giri di rotazione, preferibili per i soggetti lontani e/o fino all'infinito.


- La minima distanza di messa a fuoco è la misura data in metri o in centimetri tra la pupilla d'uscita e la distanza più corta che il binocolo può focalizzare. Per via delle tolleranze di produzione e per l'adattamento soggettivo dell'utente, la misura dichiarata può non essere così precisa o corrispondere esattamente, ma di certo rende più o meno l'idea della distanza minima alla quale sarà possibile focalizzare con quello strumento.
Un binocolo che dichiara 5m come distanza minima, indica che tra le sue possibilità è sicuramente esclusa in partenza quella di poter osservare ad esempio uno Scoiattolo sull'albero, a 2.5m di distanza da noi. E a logica, non è certo la procedura migliore il doversi allontanare a 5m per poterlo focalizzare correttamente, magari col rischio che scappi prima, disturbato dai movimenti, quando sarebbe stato sufficiente acquistare ed usare binocoli con possibilità di messa a fuoco inferiore a 2.5m di distanza minima (ad esempio).
Può sembrare un paradosso, ma un binocolo in grado di focalizzare oggetti a 1 metro di distanza (ad esempio), può essere anche molto utile e molto piacevole per qualsiasi osservazione, soprattutto macro-naturalistica. E questo perché, in proprozione all'ingrandimento e alla distanza minima di messa fuoco, il binocolo ci può trasportare virtualmente anche più vicino di quanto potremmo fare noi ad occhio nudo: l'uomo infatti focalizza normalmente fino a 7-8 cm di distanza entro una età di 8-10 anni , poi con lo sviluppo e la maturità l'occhio tende ad adattare sempre più lontano ( 15-20 cm ), finché supera la soglia dei 25 cm e l'utente diventa presbite (intorno ai 35-40 anni), ovvero gli serviranno molto probabilmente gli occhiali da lettura.
Un qualsiasi binocolo che trasportasse l'utente ad una distanza virtuale inferiore ai 25 cm di soglia della presbiopia, sarebbe già uno strumento sicuramente più completo, versatile ed utile di un altro che non può farlo. Immaginiamo di osservare libellule e farfalle con un binocolo 10x a tetto, che arriva a 1.5 m di distanza minima. In base all'ingrandimento, sarebbe come osservarle ad occhio nudo da 15 cm di distanza e nonostante molti utenti non riuscirebbero nemmeno più a farlo senza occhiali, gli animaletti scapperebbero sicuramente prima di poterci provare.



Naturalmente l'osservazione da così vicino comporta anche una certa riduzione del campo binoculare effettivo, ovvero le due pupille non riescono a sovrapporsi perfettamente come farebbero focalizzando l'infinito, a causa della distanza delle lenti frontali del binocolo ( parallasse ). Per questo, i modelli progettati appositamente per l'osservazione " macro ", usano i prismi di Porro invertiti che avvicinano gli obiettivi frontali e forniscono una buona/ottima immagine anche da 50 cm di distanza minima (es: un 8x proietterebbe l'utente a 6 cm di distanza virtuale).



In generale, i binocoli con prismi a tetto sono adeguati per fornire buone immagini fino a distanze virtuali di 20 o massimo 15 cm , mentre i binocoli con prismi di Porro normali (non invertiti), allargando troppo la parallasse delle pupille, risultano abbastanza inadeguati anche per 40-50 cm virtuali.


- La profondità di campo è l'effetto che aumenta la nitidezza lungo l'asse ottico, ovvero amplia lo spessore del piano di messa a fuoco, facilitando l'osservazione nitida di più oggetti nel campo, diminuendo la zona sfocata.
La profondità aumenta in maniera esponenziale con l'aumentare della distanza di messa a fuoco, quindi lo stesso oggetto osservato da vicino o da lontano, appare all'interno di una differente profondità di campo . A pari distanza di messa fuoco, il fattore più influente della profondità di campo è l'ingrandimento ed in alcuni casi anche la pupilla d'uscita . Per cui, i binocoli a basso ingrandimento e con pupilla stretta , avranno normalmente una maggiore profondità di campo , ma siccome questa dipende in parte anche dallo schema ottico e dalle scelte progettuali, può sempre succedere che due binocoli di pari ingrandimento e di pari pupilla, mostrino comunque differente profondità di campo. Di certo, avere un binocolo con una più estesa profondità di campo, facilita e favorisce sempre la ricerca dei soggetti, riducendo le continue regolazioni della ghiera del fuoco e aumentando così la semplicità dell'osservazione. In alcuni casi limite è anche possibile che un binocolo 10x25 mostri una profondità di campo pari o addirittura maggiore rispetto ad un binocolo 8x42 . E spesso, i binocoli con messa a fuoco fissa o indipendente, in genere vengono progettati per avere una maggior profondità di campo.


user46920
avatar
inviato il 01 Marzo 2018 ore 13:33

- Lo schiacciamento dei piani è un tipico effetto apparente dovuto all'ingrandimento del binocolo.
Ad esempio, qualsiasi binocolo 2x raddoppia le dimensioni apparenti degli oggetti, mostrandoli alti, larghi e profondi il doppio, rispetto a quando vengono osservati ad occhio nudo e quindi, in teoria, è come se l'utente venisse trasportato ad una distanza dimezzata (distanza apparente) ad osservare l'oggetto senza il binocolo.
In realtà però, la profondità osservata tramite il binocolo, non appare mai come se la si stesse osservando ad occhio nudo dalla distanza apparente, ma appare sempre schiacciata rispetto a l'altezza e la larghezza del campo, proprio perché viene osservata dalla distanza reale. Questo effetto ottico è causato dall'ingrandimento e rende immediato al nostro cervello e alla nostra percezione, che stiamo osservando una anomalia geometrica che crea una sproporzione tridimensionale rispetto alla normale visione ad occhio nudo: ciò prende il nome di " schiacciamento dei piani ".
Con qualsiasi binocolo è normale che la profondità della scena appaia sempre e comunque schiacciata rispetto a l'altezza e la larghezza del campo osservato, ed è anche normale che questo effetto aumenti in modo proporzionale con l'ingrandimento del binocolo.
Con l'uso e l'abitudine, poi ci si dimentica del normale effetto di schiacciamento ed in base al binocolo, si può anche avere una diminuzione percettiva, oppure, sfortunatamente anche un aumento.
Lo schema soprattutto degli oculari e comunque l'insieme del progetto ottico, condiziona pesantemente la resa geometrica di ogni binocolo e quindi condiziona anche l'effetto della proporzione tridimensionale percepita. Finché la geometria rimane in una proporzione naturale, questo effetto potrebbe non recare alcun fastidio, ma se venisse addirittura maggiorato rispetto al normale, ad alcuni utenti potrebbe anche impedire il godersi l'osservazione con quel binocolo. Di certo, una resa maggiorata di schiacciamento dei piani, deforma sempre in peggio la realtà osservata, tanto da poter essere considerata per alcuni come una "distorsione" (termine errato che ha tutt'altri valori ottici) o meglio, come una " incoerenza tridimensionale " (riferito alla resa geometrica).



Piccola Opinione Personale (POP):
Purtroppo ho osservato e visto che esiste un numero esagerato di binocoli prodotti ultimamente, che addirittura accentuano il normale schiacciamento dei piani con geometrie talmente incoerenti da arrivare a presentare immagini tipo "cartoni animati" o tipo le quinte teatrali schiacciate sui vari livelli. Questo effetto maggiorato è la coseguenza di scelte progettuali infelici e discutibili, riguardo lo schema ottico adottato e dal voler comprimere troppo le dimensioni focali degli strumenti o da un abuso di lenti asferiche per avere a tutti i costi una curvatura del campo assolutamente planare, con campi visivi extra ultra ampi.
Tutte procedure che nel passato erano sicuramente molto meno diffuse, se non inusuali. Per questo credo che si tratti più che altro un "difetto moderno", dove l'effetto "cartone animato" e l'incoerenza geometrica correlata, appartiene sicuramente di più ai binocoli con prismi a tetto e comunque ai prodotti più economici. Nonostante vedo che comunque colpisce spesso anche per brand come se fosse una moda e tra l'altro alcuni molto "stimati" nei salotti della binocoleria mondiale, come Kowa , Nikon o addirittura anche Zeiss (ad esempio). E' probabile che tutte queste scelte progettuali siano dettate soprattutto dall'ufficio marketing e dal suo tipico voler stra-guadagnare di più, sempre e solo a tutti i costi. Ma in effetti, mi pare proprio un bel campanello d'allarme, che segnala una marcata moderna incuranza delle nuove produzioni. Molti produttori, ma anche molti utenti, sembrano fin troppo concentrati solo su nitidezza fino al bordo, campo piatto, assenza di distorsioni, colori esaltati e soprattutto viste apparenti obbligatoriamente ultra ampie. Senza però curarsi minimamente delle cose più importanti per un binocolo, ovvero la naturalezza dell'osservazione , che è poi anche coerenza geometrica, resa dei colori e quindi coerenza cromatica.
Non capisco se sia una questione spinta dagli utenti o dai produttori, ma sicuramente la complementarietà qui è indiscutibile. E va a finire che i produttori offrono spesso strumenti più o meno impeccabili sotto determinati test, ma che poi producono immagini finte, false, irreali, deformate e sinceramente anche parecchio fastidiose, quanto inguardabili, rispetto alla realtà: in pratica strumenti mediamente inutilizzabili.
Purtroppo questo mi fà concludere che in qualche modo, molti produttori stiano perdendo le congiunzioni basilari con la semplice realtà e che probabilmente le stanno facendo perdere anche agli utenti-clienti-osservatori, che sembrano quasi non accorgersi, nemmeno più di tanto, della cosa (o forse è l'inverso, ma sarebbe ugualmente grave).

Dall'altra parte, fortunatamente esistono ancora alcuni brand, tipo Eschenbach , Leica , Steiner e pochi altri, che producono sempre i loro binocoli (anche moderni) con una coerenza tridimensionale più naturale e priva dell'effetto "cartone animato". Alcuni di questi modelli con geometrie e proporzioni molto più realistiche, riesce addirittura a rendere meno evidente o quasi inavvertibile il normale schiacciamento dei piani, offrendo così all'utente una visione d'insieme semplicemente migliore. Osservare con binocoli che offrono una visione naturale e coerente con la realtà, è e resta un'esperienza tanto piacevole quanto rara.


user46920
avatar
inviato il 02 Marzo 2018 ore 22:00


- L'impermeabilizzazione è quella caratteristica che rende stagno l'interno del binocolo e che generalmente ha la doppia funzione di:
1 - evitare che in determinate condizioni atmosferiche l'umidità dell'aria contenuta tra le lenti si condensi sulle superfici interne, creando quel normale appannamento che poi blocca la visione (qualità antinebbia).
2 - evitare l'ingresso di liquidi, di gas o comunque di qualsiasi sostanza che possa ridurre la trasparenza dei vetri nell'immediato o nel tempo e che possa poi rovinare le superfici di lenti, prismi o le pareti interne del binocolo, come ad esempio gli agenti corrosivi tipo il sale marino o quelli batterici tipo le muffe.
Per rendere veramente impermeabile e antinebbia qualunque binocolo, si utilizza sostituire l'aria all'interno con dell'Azoto o Nitrogeno o comunque con altro gas inerte privo di umidità, inserendolo a volte sotto pressione, tramite delle valvole poste sul corpo, oppure facendo l'ultima chiusura in un speciale camera apposita.

In genere, il livello di impermeabilizzazione è indicato dichiarando una profondità di immersione, seguita a volte da un periodo di tempo definito. Quindi è possibile trovare dei modelli che dichiarano di resistere per 10 minuti ad 1m sott'acqua, oppure altri che dichiarano di resistere semplicemente fino a 10m sott'acqua senza specificare alcun periodo definito, ovvero per tempi illimitati. Per alcuni modelli invece viene dichiarata solo la resistenza agli spruzzi e questi non sono impermeabili né riempiti di gas, quindi sono inadatti ad ogni tipo di immersione, anche momentanea, nonostante siano comunque più protetti di tutti gli altri modelli cosiddetti "aperti".
La maggiorparte dei modelli impermeabilizzati possono resistere anche molti anni senza aver alcun problema di pulizia interna e così possono rimanere otticamente efficienti al 100% o quasi, come il primo giorno, anche dopo vent'anni. Al contrario, quelli non impermeabilizzati risentono fortemente del grado di pulizia ambientale in cui permangono nel tempo e quindi è possibile che molti dei vecchi modelli "aperti", siano oggi da pulire.
Ormai quasi tutti i modelli anche a basso costo, tendono ad essere realizzati waterproof (impermeabili) e fogproof (anti appannamento), ovvero spurgati dell'aria e resi stagni con guarnizioni in gomma. Ma solo quelli di un certo livello e costo, saranno realmente pressurizzati ed efficienti nel tempo, anche a vari metri sott'acqua per qualche anno. Ad esempio, alla Swarovski in Austria c'è un binocolo che era stato disperso in mare a circa 10m di profondità, poi ritrovato dopo qualche anno dal proprietario (se non ricordo male). Il binocolo funzionava ancora, quindi lo spedì all'assistenza per farlo pulire e la Swarovski gli proprose un nuovo binocolo gratuitamente, in cambio di quello ritrovato, proprio per poterlo esporre nel loro museo.


user46920
avatar
inviato il 02 Marzo 2018 ore 22:18

- L'ergonomia generale del binocolo è un altro aspetto fondamentale per ottenere il massimo delle prestazioni, in ogni tipo di osservazione. Il peso e il bilanciamento, la forma, la struttura, il posizionamento dell'impugantura e dei comandi (ghiera del fuoco e della diottria) e gli eventuali paraluce oculari ed obiettivi, determinano il reale successo dello strumento. Infatti, un binocolo più stabile e più protetto dalle luci straiate (straylight), regala sempre immagini più nitide e contrastate. Ed insieme alla maggiore comodità dei comandi, con regolazioni dirette, facili e precise, riserva nell'insieme sempre osservazioni migliori, più piacevoli ed accurate.
L'ergonomia è un argomento abbastanza soggettivo e allo stesso tempo complesso, dove l'utente purtroppo può fare poco, se non limitare la sua scelta verso un modello che sia il più adeguato possibile, ma certi punti sono palesemente oggettivi, come ad esempio l'impugnatura ed il posizionamento adeguato dei comandi .
Ad esempio, per ridurre al massimo le vibrazioni indotte dall'utente, è necessario bilanciare il maggior peso verso gli oculari e dare la possibilità di impugnare il binocolo praticamente sulle lenti frontali (sugli obiettivi).
Infatti, più l'appoggio delle mani rimane erroneamente vicino agli oculari e più il binocolo subirà tutti i tremolii dell'utente. Mentre, se l'appoggio delle mani rimane sulle lenti frontali o addirittura all'esterno (tramite dei paraluce), l'immagine osservata risulterà più ferma possibile. Naturalmente questo tipo di impugnatura necessita anche di una corretta posizione dei comandi, almeno per la ghiera di focalizzazione.
Ad esempio, molti dei binocoli classici con prismi di Porro costruiti dalla Kershow (Made in England), presentano il comando del fuoco nella posizione migliore per facilitare la presa vicino alle lenti frontali.






In pratica, dovrebbero produrre tutti i binocoli ergonomicamente funzionali al 100%, ma purtroppo la "moda comune" prevede la ghiera dalla parte degli oculari, col tipico risultato di una impugnatura spesso errata dello strumento.
Sono pochi quei binocoli ergonomicamente idonei ad ottenere il massimo della stabilizzazione con una presa naturale sulle lenti esterne e la ghiera del fuoco dalla parte comoda del ponte, ovvero verso gli obiettivi. Tra i binocoli a tetto di questa interessante categoria, troviamo ad esempio lo Zeiss Victory HT (che purtroppo non esiste nei formati 30-32mm)



e lo Swarovski Pocket 10x25 B Habicht più tutti gli altri modelli analoghi a questo, tipo il Bushnell Legend Ultra HD 10x25 (che ho avuto per 1 anno), l' Eschenbach Club , l' Hawke Shappire , il Pearl ed altre sottomarche (alcuni di questi anche in versione 8x).



La prima volta che vidi il Legend pensai che la ghiera del fuoco fosse dalla parte sbagliata e che potesse risultare scomoda, ma appena in mano mi accorsi immediatamente delle ottime potenzialità e del fatto che era proprio dalla parte giusta per impugnare il binocolo e comandarlo perfettamente, ottenendo così la massima stabilizzazione dell'immagine, la quale risultava sempre molto migliore rispetto ai binocoli comuni.

Anche alcuni binocoli con prismi di Porro tendenzialmente più corti, più larghi e più pesanti, offrono all'utente la giusta impugnatura sulle lenti frontali, fornendo quindi nell'insieme anche una miglior stabilità osservativa rispetto a quei binocoli con prismi a tetto tipicamente più lunghi, più leggeri ed ergonomicamente più instabili.





Quindi anche il peso del binocolo contribuisce in modo abbastanza rilevante alla stabilità dell'osservazione, in quanto crea comunque una inerzia che contrasta i tremolii più piccoli, ma influisce contemporaneamente anche alla minor durata di mantenimento in posizione, facendo stancare prima l'utente. Il bilanciamento dei pesi è molto più importante e ancor di più lo è l'ergonomia e la posizione di impugnatura e comandi. Per questo è preferibile sicuramente un binocolo più leggero, ma ergonomicamente meglio strutturato, rispetto ad uno più pesante, ma mal progettato e mal gestibile.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.




RCE Foto

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)


 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me