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Falco Lanario Sottospecie F. B. Feldeggii

Forum » Video » Falco Lanario Sottospecie F. B. Feldeggii

 

Falco Lanario Sottospecie F. B. Feldeggii [Video] inviato il 21 Ottobre 2015 ore 19:17 da Photo-busters Sicily. 3 commenti, 921 visite.

Raro Lanario sottospecie F. b. Feldeggii



Piace a 1 persone: Nicla86


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avatarjunior
inviato il 21 Ottobre 2015 ore 19:17

Per visualizzarlo al meglio cliccate sulla rotellina nell'angolo in basso a destra del video ed impostate la qualità su 1080p HD e buona visione!

Se vi è piaciuto condividetelo ed iscrivetevi al nostro canale YouTube per non perdervi i prossimi video ;)
www.youtube.com/channel/UCMJjpJ969EaJXo_M4yQ8zFg?sub_confirmation=1

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Il Lanario (Falco biarmicus) vive in Africa, nella penisola arabica, in Asia minore, in Italia e nei Balcani. La sottospecie F. b. Feldeggii occupa l'Italia e la sua "roccaforte" è la Sicilia.
Specie tipica di ambienti aperti, il Lanario predilige territori pseudo-steppici ma è in grado di frequentare una notevole varietà di habitat che vanno dai deserti alle praterie montano appenniniche. In Sicilia gli adulti durante il periodo riproduttivo utilizzano come territori di foraggiamento aree a vegetazione rada o anche arbustiva anche se ho riscontrato coppie in territori alquanto boscosi. Tuttavia non è facile incontrare un Lanario nel territorio Siciliano, data la sua indole apparentemente elusiva e riservata di conseguenza è molto difficile stimare la consistenza della sua popolazione. Questo falco in Sicilia nidifica in pareti rocciose anche di modeste dimensioni e di solito il suo nido è ricavato in una cengia, un terrazzino o all'interno di una cavità naturale. In genere, le prime deposizioni avvengono a Febbraio per poi protrarsi fino ai primi di marzo mentre, le schiuse avvengono tra la terza settimana di Marzo e la metà di Aprile. I giovani iniziano ad involarsi alla fine di aprile ma la maggior parte degli individui abbandona il nido a maggio.
I nuovi nati resteranno nei territori circostanti per un paio di mesi ed al raggiungimento del terzo anno di età cominceranno a cercare un proprio territorio e un partner. Io è da due anni a questa parte che mi sono appassionato al birdwatching e l'animale che più mi affascina è proprio il
Lanario che ha conquistato il mio cuore perché è tanto bello quanto raro e minacciato. È all'apice della catena alimentare poiché si nutre prevalentemente di uccelli di medie-piccole dimensioni, anche se può predare uccelli come la Taccola e il Piccione, che ho visto attaccare anch'io insieme alle Cappellacce, Strillozzi ecc. Il Lanario è un specie con un certo valore di biodiversità in quanto di origine afro-tropicale che vive in un contesto periferico del suo areale di distribuzione. Gli ambienti che occupa hanno invece un basso indice di naturalità (come le pseudo-steppe cerealicole) e purtroppo ciò fa sì che le coppie non siano quasi mai protette da vincoli di tutela ambientale.
Il Lanario è molto raro, le cause del suo declino sono molteplici. Tra queste vi è sicuramente il bracconaggio anche se non si sa esattamente quale entità abbia sulle popolazioni locali dato che appunto non esiste alcun dato numerico pubblicato a livello scientifico. Questi bracco-falconieri, che spesso si fingono "Amanti della natura" in realtà hanno solo interessi economici. Sfruttano questa illecita nicchia economica depredando i nidi dei rapaci più rari per poi venderli al migliore offerente (falconieri, collezionisti ecc..). Questi ultimi sfruttano a loro volta questi poveri malcapitati per squallidi spettacolini medievali che come se non bastasse sono spesso finanziati dai Comuni.
Altre importanti cause sono sicuramente le infezioni batteriche o virali e l'utilizzo di sostanze tossiche in agricoltura le quali hanno un effetto devastante sulla schiusa delle uova.
Per colpa di tutte queste e molte altre, il Lanario, negli ultimi decenni sembra in grossa difficoltà e per questo diventa sempre più importante che ogni anno si involi il maggior numero di pulli. La fortuna di veder involare i giovani mi ripaga mi ripaga di tutti gli sforzi fatti per proteggerli. Nel mio piccolo cerco di contribuire alla salvaguardia di questa specie, monitorando i siti più vicini e mi riprometto di continuare anche in futuro, contribuendo sempre più non appena sarò più grande ed autonomo.

Testo di: Cristian Panarisi
Supervisione scientifica: Giovanni Leonardi



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Tutte le immagini sono state realizzate in natura da distanza di sicurezza tramite capanni o reti mimetiche e con l'ausilio di attrezzatura fotografica professionale che consente di poter ammirare e ritrarre la fauna selvatica anche ad elevata distanza riducendo così al minimo il disturbo antropico.

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avatarsenior
inviato il 21 Ottobre 2015 ore 22:04

Complimenti.
Per le difficoltà per accedere in posti impervi nel riprendere gli uccelli nei vari momenti della giornata.Unico appunto è che queste poche scene a titolo informativo e documentario alla fine dicono poco.
Dice di più lo scritto.
Immagino le ore passate ad aspettare che il soggetto (soggetti) si abituano e accettano la presenza umana (fotografo)quasi ad essere un amico.
Condivido la puntualizzazione al "Codice Etico del Fotografo Naturalista" .
Domenico
NB. Iscritto su yutube

avatarjunior
inviato il 22 Ottobre 2015 ore 16:30

Ciao
Domenicoc54
, concordiamo sul tuo appunto iniziale. Abbiamo molti altri video di questa specie ma abbiamo deciso di utilizzare solo questi brevi spezzoni per garantire la sicurezza dei siti stessi. Questo perchè molti dei video da noi realizzati, sono effettuati da una tale distanza che, nonostante un'adeguata attrezzatura professionale, metterebbe in evidenza l'ambiente circostante e quindi potrebbe dare indicazioni per il riconoscimento dei siti. Dunque trattandosi di specie ad enorme rischio abbiamo dovuto prendere questa precauzione a discapito del video stesso.
Altra importante precauzione per la realizzazione dei video a questa specie, è stata quella di studiare, nelle settimane precedenti alla covata, i posatoi abituali degli individui seguiti ed infine appostarsi a favore di tali punti prima dell'alba, mediante l'ausilio di un capanno mimetico, senza mai uscire allo scoperto (neppure per bisogni fisiologici) sino al tramonto. Ciò perchè si tratta di specie particolarmente evasive e diffidenti nei confronti dell'uomo, non si abituano e non accettano la presenza umana ed anzi la vedono come un disturbo.
La distanza dalla quale abbiamo realizzato tutti i filmati a questa specie è stata addirittura superiore a quella che si può ottenere tramite cannocchiale in digiscoping dato che abbiamo usato un 600mm ed una fotocamera con fattore di crop di 2,7X, oltre ad uno o più moltiplicatori di focale montati a cascata a seconda delle circostanze.
La nidificazione delle 2 coppie da noi seguite è proseguita normalmente e la nostra presenza non ha inciso minimamente sulla cura dei pulli. In entrambi i casi tutti i pulli si sono involati con successo dai due siti di nidificazione. Per le ragioni sin qui elencate riteniamo che il disturbo antropico da noi apportato sia stato praticamente nullo ed inoltre, nel nostro piccolo, abbiamo garantito un'attività di anti-bracconaggio, cosa non da poco per una specie così minacciata.
Spero di essere stato esaustivo, grazie per il tuo contributo e benvenuto sul nostro canale youtube ;-)
www.youtube.com/channel/UCMJjpJ969EaJXo_M4yQ8zFg/videos




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