RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

Salita sull'Aletschhorn


  1. Altro
  2. »
  3. Articoli
  4. » Salita sull'Aletschhorn


Salita sull'Aletschhorn, testo e foto by Nordend4612. Pubblicato il 10 Marzo 2014; 52 risposte, 9256 visite.


Due giorni nell'Oberland Bernese: cronaca di una salita sull'Aletschhorn, m. 4.195

L'Aletschhorn, uno dei 4.000 più selvaggi e più isolati delle alpi, si trova nella zona chiamata Oberland Bernese, a cavallo tra i cantoni svizzeri del Vallese e di Berna. Questa zona rappresenta una sorta di "regno dei ghiacci", esibendo le più lunghe e vaste colate glaciali delle alpi con diverse cime oltre i 4.000 metri che attraggono ogni anno tanti alpinisti.


L'Aletschhorn è la seconda cima della zona per altezza e prende il nome dal Ghiacciaio di Aletsch (con 22 km di lunghezza è ritenuto il più esteso delle alpi) alle sue pendici, venendo per questo considerato la montagna più fredda delle alpi. Era dal 2006, anno in cui lo tentai con amici della GEAT (la sottosezione del CAI Torino a cui appartengo) e del CAI di Casale Monferrato giungendo solamente al passo dell'Aletschjoch per la troppa neve sul percorso, che meditavo e bramavo di tornare per poter concludere la salita. Come tanti su questo forum, infatti, sono amante della montagna e in particolare delle cime al di sopra dei 4.000 metri delle alpi; non che siano necessariamente più belle delle altre, ma in me hanno sempre esercitato un fascino particolare.
L'idea della salita, seppur già discussa e ragionata in passato con i miei compagni di tante salite in montagna Mauro e Tiziana, può dirsi figlia di una decisione presa all'ultimo minuto; coi miei amici eravamo già in parola per fare un 4.000 nella settimana di ferragosto e l'Aletschhorn era uno dei prescelti, ma dato l'isolamento e la scarsità di informazioni sulla zona volevamo valutare bene il meteo e le condizioni della montagna prima di buttarci.

Il ritrovo è fissato per le 6 del mattino del 13 agosto nella periferia di Torino, da cui avrà origine la nostra impresa. Dopo un viaggio in auto percorso tante altre volte arriviamo al passo del Sempione dove riusciamo a mettere qualcosa sotto i denti, vista la lunga giornata che ci attende. Ripartiamo quindi con destinazione Fiesch, ridente paese vallesano da cui prenderemo la funivia che ci porterà al centro turistico più in alto, Fiescheralp, località alpina da cui avrà origine il nostro tour de force.

Il tempo non è dei migliori, è nuvolo con qualche sprazzo di sole...tutto quanto però rispetta le previsioni di meteosuisse, la stessa che per domani prevede sole e cielo sereno, in cuor nostro lo speriamo! Partiamo a piedi lungo una comoda strada sterrata che con alcuni saliscendi ci porta all'ingresso del famigerato Gletschertube (letteralmente il tunnel del ghiacciaio), una galleria artificiale che attraversa la montagna e che permette di raggiungere direttamente il ghiacciaio dell'Aletsch. Qui il paesaggio è veramente grandioso, nonostante sia stato da queste parti altre due volte, la sensazione di non trovarmi in Europa ma sulle montagne dell'Asia o in Alaska è sempre presente...mi scateno con la mia nuova G15 (presa quest'anno per le gite alpinistiche in sostituzione della reflex per la sua compattezza, leggerezza e ottima qualità d'immagine) in una serie di scatti e video all'enorme colata di ghiaccio.


Una volta raggiunto il punto migliore dove attaccare il ghiacciaio ci mettiamo i ramponi e ci leghiamo. Iniziamo la traversata dell'immenso ghiacciaio, largo in questo punto poco più di 2 km, per poter arrivare dall'altro lato e cominciare la risalita del lungo Vallone di Mittelaletsch in direzione della nostra montagna. La traversata si rivelerà difficile, tra continui cambiamenti di direzione alla ricerca del percorso migliore, tra crepacci difficili da saltare e vari saliscendi. Arriviamo dall'altra parte dopo circa 3 ore e fatichiamo non poco a trovare l'ingresso giusto per poter scendere nel vallone di Mittelaletsch; la congiunzione di quest'ultimo col ghiacciaio di Aletsch infatti è piena di blocchi di ghiaccio vivo ricoperti di pietre oltre a un mare di sfasciumi lasciati dal ritiro dei ghiacciai. Non il terreno più agevole, insomma.
Dopo una buona mezz'ora di ricerca del percorso migliore iniziamo a risalire il lungo vallone del Mittelaletsch, qui ogni passo che facciamo è un passo che ci allontana dalla civiltà. L'isolamento è totale, non c'è praticamente traccia umana e, tolto in un tratto erboso all'inizio del vallone, non c'è traccia di sentiero! Ogni tanto guardiamo indietro per ricordarci da dove siamo venuti e da dove dovremo tornare, ricordandoci che qui nell'Oberland gli spostamenti sono sempre accompagnati da chilometri di camminata contro i pochi metri di dislivello guadagnati.

Il Ghiacciaio di Mittelaletsch si è ritirato tantissimo rispetto ai primi del 1900 e ormai ha la fronte ricoperta di detriti, riuscire a risalirne la superficie non è semplice tra sfasciumi a perdita d'occhio e crepacci nascosti dalle pietre. Dopo ore di sforzi siamo finalmente sotto le placconate sulle quali dovrebbe trovarsi il bivacco dove è nostra intenzione trascorrere la notte. Non è visibile dal basso però, pertanto cerchiamo con fatica un passaggio per salire e dopo alcuni vani tentativi, tramite un ripido canale erboso e roccioso riusciamo a portarci in alto. Finalmente vediamo il "nostro" bivacco...ma è ancora lontano! Ormai stanchi e con la luce della sera che invade il selvaggio vallone, continuiamo a camminare in direzione del bellissimo bivacco dalla pianta esagonale, il Mittelaletschbiwak. Ci arriveremo dopo un'altra ora, entrandovi alle 20.30 ovvero dopo poco più di 9 ore di marcia quasi continua!!!

Il posto è come me lo ricordavo, assolutamente magico e difficilmente eguagliabile sulle Alpi. Isolamento e solitudine totale sono garantiti, oltre a un gran freddo. Telefono a mia moglie per dire che sto bene e sento il verso di un'aquila che mi sta sorvolando...magia dell'Oberland! Dopodichè provvediamo subito a "blindare" il bivacco (veramente bellissimo e ben tenuto) chiudendo la porta e le finestre con le relative ante per cercare di trattenere il più possibile il poco calore che produciamo, infreddoliti come siamo. Tanto per rendere l'idea del freddo che regnava all'interno, dentro il bivacco si vedeva il nostro fiato. Accendiamo le candele per illuminare l'interno e ci prepariamo una frugale cena...ovviamente fredda dato che un fornello non ci sarebbe mai stato nei nostri giganteschi zaini. Dopo cena andiamo subito a dormire, vestiti come se fossimo fuori con 4 coperte a testa!


Le poche ore trascorse nel bivacco passano in fretta e la sveglia puntata alle 2.30 arriva presto. Facciamo colazione velocemente e dopo i preparativi di rito usciamo all'aperto. L'oscurità è totale...accendiamo le frontali e ci immergiamo sotto una stellata fantastica nella gigantesca pietraia che precede il ghiacciaio. Un passo dopo l'altro arriviamo finalmente all'ultimo ripido pendio che precede il colle dell'Aletschjoch, una vera lama di ghiaccio.

Sul colle inizia ad albeggiare; il tempo di qualche foto e ci incamminiamo lungo l'esile e affilata cresta, molto esposta sui due lati, soprattutto sulla parete nord a picco sul ghiacciaio sottostante!
Qualche passaggio adrenalinico sulle roccette della cresta e arriviamo sul plateau di ghiaccio che precede l'anticima. E' l'alba ormai e un bellissimo sole ci scalda mentre ammiriamo il grandioso panorama sui ghiacciai immensi dell'Oberland Bernese.
Riprendiamo il cammino in direzione dell'anticima dell'Aletschhorn, raggiunta salendo un ripido pendio di ghiaccio. Manca ancora parecchio ma non ci scoraggiamo, scendiamo alla sella tra le due cime e puntiamo alla cresta finale, che alternerà tratti di neve a passaggi di I-II grado su roccia, sempre molto esposti.


L'arrivo sulla vetta è per tutti una grande emozione; come è ormai consuetudine accolgo questo momento con un urlo liberatorio. Scattiamo una marea di foto al panorama circolare veramente straordinario e giustamente celebrato. L'Aletschhorn è l'unica montagna su cui mi sia capitato di salire che non includa alcun segno umano nel panorama...dalla vetta infatti si vedono solo cime e ghiacciai a perdita d'occhio, le uniche tracce di verde sono lontane, verso il Sempione o le prealpi svizzere. Pazzesco! Già solo questo dà l'idea della severità e dell'isolamento di questa montagna.




Sostiamo una buona mezz'ora sulla cima per goderci il premio delle nostre fatiche e per riposarci un attimo in attesa della lunghissima e faticosissima discesa. Ripartiamo affrontando con prudenza la delicata cresta finale che ci impegnerà non poco prima di riprendere la nostra traccia lungo i ghiacciai sommitali. Superata senza grossi problemi l'esile cresta che porta al colle, ritorniamo in breve al bivacco. Guardiamo l'ora, sono le due e dopo una breve pausa ci incamminiamo in direzione della funivia. L'ultima corsa per la discesa da Fiescheralp a Fiesch è prevista per le 21.30; i tempi, visto lo sforzo del giorno prima e la nostra stanchezza ci sembrano giusti ma non abbiamo fatto il conto con la discesa dal bivacco al ghiacciaio del Mittelaletsch.


Non essendoci alcuna traccia se non ometti di pietre a profusione spesso fuorvianti, si va per tentativi, dopo vari saliscendi e passaggi adrenalinici lungo assolate placconate arriveremo finalmente al ghiacciaio. Seguendo quest'ultimo e poi gli immensi sfasciumi arriveremo senza fermarci al gigantesco ghiacciaio di Aletsch; ora sappiamo dove attraversarlo e messi i ramponi lo affrontiamo il più in linea retta possibile per non perdere troppo tempo. Tra saliscendi su vere e proprie "onde" di ghiaccio e innumerevoli aggiramenti di crepacci riusciamo a raggiungere l'altra riva. Ci togliamo i ramponi e guardo l'ora...sono le 8, dovremo davvero correre! Inizia quindi una vera corsa contro il tempo, sempre a guardare l'orologio per vedere quanto tempo manchi alle 21.30. Arriviamo finalmente a Fiescheralp che è buio e dulcis in fundo ecco la risalita per prendere la funivia, sono quasi le 21.30 e salgo più veloce che posso in direzione della stazione di partenza, appena arrivato mi accoglie la mia amica Tiziana arrivata pochi minuti prima che mi dice di correre perché ci stanno aspettando! "Grazie al cielo!" penso io.

Arrivo nella cabina della funivia che non capisco manco dove sono, mi tengo ai mancorrenti della funivia che inizia la discesa e guardo i miei due compagni di gita, anch'essi stravolti.
Lentamente, cullati dal leggero ronzio della funivia torniamo alla vita e riprendiamo a parlare. Una volta arrivati alla macchina ci cambiamo e ripartiamo, questa volta con destinazione casa! Dopo vani tentativi di trovare qualcosa di aperto per mangiare decidiamo di puntare direttamente all'autogrill di Borgomanero, aperto tutta la notte. Sostiamo mezz'ora al Passo del Sempione per dormire e riprendiamo il nostro rientro lungo quella strada fatta solo 20 giorni prima in occasione della gita sociale della nostra sottosezione del CAI al Dom des Mischabel, altro "colosso" delle Alpi Vallesane. Arrivati a Borgomanero ci rilassiamo, mangiamo e beviamo per riprendere le forze in previsione dell'ultimo strappo. Arriveremo a Torino che saranno quasi le 3 del mattino. Un saluto fugace prima di ripartire ognuno verso la propria casa e la propria vita, ma soprattutto verso il proprio letto!



Davide Forni scrive di sé: "da sempre appassionato di alpinismo e di tutto quanto riguardi la montagna, ha sempre cercato di immortalare con la macchina fotografica le sue avventure sulle alpi. Nelle sue lunghe escursioni ricerca sempre il contatto con la natura e con l'ambiente austero e selvaggio che le montagne sanno offrire, privilegiando un approccio alla vita più semplice e più lento, scandito dai metri di dislivello e dal panorama che varia più che dal tempo. Andare in montagna rappresenta quindi una scoperta dell'ambiente che ci circonda, ma soprattutto di noi stessi.
Dal 2013 decide di far conoscere le proprie avventure immortalate in tanti anni di vagabondaggio sulle Alpi, prevalentemente quelle nordoccidentali, collaborando con l'Agenzia Fotografica K3 di Alessandro Gogna e fornendo le proprie immagini raccolte in tanti anni di esperienze in montagna".




Risposte e commenti


Che cosa ne pensi di questo articolo?


Vuoi dire la tua, fare domande all'autore o semplicemente fare i complimenti per un articolo che ti ha colpito particolarmente? Per partecipare iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti, partecipare alle discussioni e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.





avatarsupporter
inviato il 10 Marzo 2014 ore 16:38

Racconto molto coinvolgente e belle foto complimenti!
Ciao

avatarsupporter
inviato il 10 Marzo 2014 ore 16:48

Bellissimo racconto e ottime foto. Complimenti per l'impresa!

avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2014 ore 17:07

Wow, che sfacchinata! Due estati fà ho girato in quella zona, anche sul ghiacciaio dell'Aletsch e ricordo la difficoltà a superare gli sfasciumi sul ghiacciaio. Bellissima zona di montagna, bella la fotografia e il racconto.
Complimenti per l'impresa, notevole.;-)

Ciao
Max

avatarjunior
inviato il 10 Marzo 2014 ore 17:10

Congratulazioni. Emozionante

avatarsupporter
inviato il 10 Marzo 2014 ore 18:03

Grazie FrancescoGentili, Toquinho76, Max Lucotti e Giorgiov, sono contentissimo che vi piaccia il racconto della nostra salita. E' stata veramente un'avventura....due giorni praticamente senza sosta e senza vedere anima viva....ma ne valeva la pena....ambiente e panorami straordinari!
Gli sfasciumi sono i peggiori che abbia trovato sulle alpi, in alcuni punti sembrava di essere sulle sabbie mobili!Eeeek!!!
Se vi può interessare, nel mio profilo, c'è un video (assolutamente amatoriale) della salita che meglio descrive la nostra avventura nel "mondo perduto" come chiamo io l'Oberland!
Grazie ancora ragazzi, siete stati gentilissimi.
Buona serata!
Davide

avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2014 ore 18:05

Ciao Davide,
ancora complimenti per la bella "avventura".. e anche per il bel racconto!!;-)
Ermanno

avatarsupporter
inviato il 10 Marzo 2014 ore 18:08

Grazie Ermanno!!! Sei gentilissimo.....e in quanto appassionato di montagna e alpinista il commento e i complimenti sono molto graditi!;-)
Ciao, Davide.

avatarsupporter
inviato il 10 Marzo 2014 ore 18:13

Bello il racconto dell'ascensione, fisicamente molto impegnativa. Bellissime le fotografie di queste grandiose montagne dell'Oberland. :-P
Complimenti, ciao

avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2014 ore 18:22

Veramente tanti complimenti per l'impresa e il bellisimo racconto,dove traspare tutta l'ammirazione e l'amore verso la montagna;-)

avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2014 ore 18:30

Bello il racconto,belle le foto,ma più bella dev'essere stata la vostra avventura!SorrisoSorriso

avatarjunior
inviato il 10 Marzo 2014 ore 18:58

Beh, che dire, le foto sono bellissime ma sicuramente non rendono giustizia a cio' che hai provato e visto, salendo quella fantastica montagna.....di certo scrivo con molta invidia.
Grazie per aver condiviso questa tua esperienza.
Saluti sinceri.
Marcello.Sorriso

avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2014 ore 19:02

Complimenti , il tuo racconto mi ha affascinato molto, avete avuto un coraggio immenso a fare tutto ciò!;-)
Molto belle le foto che raccontano di una natura , selvaggia e solitaria :-PCool

avatarjunior
inviato il 10 Marzo 2014 ore 19:08

Ti invidio tantissimo per quest'impresa ... sono appassionata "spettatrice del ghiaccio e degli eventi glaciologici", conosco l'Aletsch, sono stata a Fiesch e ho presola funivia per ammirare il "mostro" e tutto il suo entourage di montagne e fenomeni glaciali e ho visto il panorama fantastico anche dalla Jungfraujoch. Una delle più belle esperienze visive sensoriali mai fatte in montagna. Il tuo report mi è piaciuto tantissimo e le foto ... di più, specie la seconda, col ghiaccio azzurro, pulito, "interiore", che si comporta come una roccia, così diverso da quello sporco e segnato dai detriti e dalle morene, della superficie. Complimenti vivissimi!

avatarsupporter
inviato il 10 Marzo 2014 ore 19:12

Grazie Mario Vigo, 66tasca, Andblo, Marcello73 e Ivancosta, siete gentilissimi!
E' stata una grandissima avventura....davvero. Sicuramente una delle più grandi gioie che la montagna mi abbia regalato. Sono molto contento che vi piacciano le fotografie.....scattare in salite come queste è sempre molto difficile, il tempo è poco e la composizione piuttosto obbligata, ho cercato di fare del mio meglio. La G15 poi si è rivelata un'ottima compagna di avventure.
Un abbraccio a tutti!;-)

avatarsupporter
inviato il 10 Marzo 2014 ore 19:15

Grazie Maria Laura Spini! L'Oberland mi ha veramente stregato e condivido quanto da te detto sull'esperienza di vedere e "vivere" l'Aletsch. Laggiù è come tornare indietro nel tempo quando i grandi ghiacciai dominavano la terra (parafrasando Jurassic Park! MrGreen). Se si è amanti della montagna, anche solo da semplici appassionati, un passaggio da quelle parti è d'obbligo!
Ciao e grazie ancora.
Davide





 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me