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Norvegia 2013


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Norvegia 2013, testo e foto by Juza. Pubblicato il 25 Gennaio 2013; 12 risposte, 8882 visite.


Questo è il racconto del bizzarro viaggio in Norvegia che ho fatto a Gennaio 2013 assieme all'amico Titino (e a Niky, che ci ha raggiunto direttamente sul posto). 9000 km a bordo della Fisker Karma, l'auto più improbabile per un viaggio del genere. E' un racconto un pò insolito e personale, ma ho preferito cercare di descrivere pensieri ed emozioni piuttosto che fare solo una cronaca del viaggio. Le foto che corredano il testo sono puramente foto ricordo e immagini estratte da filmati; per le foto artistiche vi invito a visitare la mia galleria Norvegia 2013.


In rotta verso il nord



Immaginate di mettervi al volante, scegliere una direzione e quindi... partire, guidare non per dieci o cento km, ma per giorni e giorni, per migliaia di chilometri, senza mai fermarsi. Dal finestrino vedrete passare città, campagne e monti; giorni e notti, pioggia e sole, un alternarsi continuo che lascia ampio spazio a fantasie e pensieri.

Il primo pensiero di questo viaggio è per quelli che sono andati, quelli che hanno abbandonato un porto sicuro per andare verso strade sconosciute. Ripenso a un paio di amici che si sono dati alla macchia per fuggire chissà dove, oltre ai tanti personaggi bizzarri che ho incontrato nei miei viaggi, gente che ha fatto scelte di vita radicali e insolite. Saranno spesso argomento di discussione durante il nostro lunghissimo percorso, e in fondo questo viaggio è dedicato a loro. Il personaggio da cui il mio compagno di viaggio ha preso il nome (Titino) è il simbolo di questo piccolo gruppo di avventurieri.

Sono le quattro di mattina quando esco di casa con il mio poco bagaglio: un paio di obiettivi, vestiti pesanti e una discreta scorta di pasta, anche questa volta proseguiremo con la tradizione di portare la cucina italiana nei posti più improbabili. Abbiamo cucinato sulle meravigliose spiagge Greche, tra le dune roventi del Sahara, e il prossimo pasto sarà accompagnato dai ghiacci, dal freddo e dalla notte artica. Le luci dei lampioni si riflettono sulla mia Audi, questa mattina la temperatura è relativamente mite e non c'è il solito strato di brina invernale a coprire l'auto. Imbocco l'autostrada e guardo per un'ultima volta il contagiri sfiorare i 7000 rpm... mi mancherà il "feeling" del motore a benzina e del cambio manuale, ma adesso non vedo l'ora di mettermi al volante della Fisker... enorme, elettrica, supertecnologica, dà più l'impressione di pilotare un'astronave che guidare un'automobile.

E' ancora notte quando arrivo a Parma. In pochi minuti carichiamo tutto sulla Fisker Karma; ovviamente lo stretto baule non basta, ma i sedili posteriori sono vuoti e ci permettono di disporre comodamente l'attrezzatura. Il GPS è già impostato sulla destinazione finale, un paesino di cento abitanti sulla punta delle Lofoten. Non abbiamo scelto il percorso più breve, preferiamo aggiungere un migliaio di kilometri ma evitare traghetti e passare per la Svezia, che dovrebbe avere strade più praticabili, meteo permettendo. Non ci sono punti intermedi, viaggeremo senza soste, se non qualche breve pausa per far rifornimento e pranzare.


Il grande viaggio



Lasciamo parma avvolti nella nebbia. Dopo un paio d'ore finalmente superiamo la foschia e a metà mattinata siamo a Lagundo, alla Fisker Italia dove ci aspetta Gianfranco Pizzuto, proprietario della filiale italiana, uno dei tre fondatori della Fisker. Fisker Italia ha sponsorizzato questo viaggio fornendoci le gomme invernali e i relativi cerchi; dato che si tratta di una misura particolare, sono estremamente costosi (si parla di 8000 euro per un set di gomme e cerchi originali). Da parte di Gianfranco c'è molto entusiamo verso la nostra avventura: penso che questa sia stata una cosa fondamentale, è l'entusiamo che permette di avere la carica e la positività per affrontare le difficoltà che inevitabilmente incontreremo.

Dopo un controllo all'auto per accertarsi che tutto funzioni alla perfezione ci rimettiamo alla guida; ripartiamo verso mezzogiorno; siamo un pò in ritardo sui tempi, ma la Fisker divora velocemente la strada e ben presto ci troviamo al confine con l'Austria. Prima del confine ci fermiamo in un autogrill piuttosto originale - l'interno è quasi interamente occupato da un'enorme scultura astratta, oltre venti metri di metallo...che cosa rappresenta? non riusciamo a darci una risposta. Ci fermiamo a mangiare un panino, una sosta che si protrarrà più del previsto, finchè, accumulata un'altra ora di ritardo, ci rimettiamo in viaggio attraversando l'Austria.

Questo viaggio mi fa pensare a quanto sia immenso il nostro mondo. Immaginate un videogame: sarete confinati all'interno di una limitata realtà virtuale, anche nei giochi più elaborati non potrete esplorare all'infinito, prima o poi finirete per trovare dei confini. La nostra realtà, invece, è così grande che può essere considerata infinita - una vita intera non sarebbe abbastanza per conoscere ogni posto del nostro pianeta. Nonostante ciò, la maggior parte della gente (me compreso) passa la propria vita in una realtà che non è molto più grande dell'area di gioco di un videogame. Oggi, per noi, è diverso: abbiamo spinto la nostra piccola astronave ben oltre i confini della vita di tutti i giorni e stiamo viaggiando, esplorando e ammirando il mondo attorno a noi.

C'è poco traffico e dopo qualche ora siamo in Germania. Questo paese nel mio immaginario è inevitabilmente collegato alle autostrade, lunghe autostrade senza limiti di velocità, perlomeno in alcuni tratti. Può capitare di veder sfrecciare bolidi a velocità pazzesche, in alcuni casi anche oltre i trecento km/h... noi ne approfittiamo per testare l'accelerazione della Karma; la velocità massima è limitata elettronicamente a 200 km/h, in modo da evitare consumi spropositati. A parte qualche breve test comunque non esageriamo con l'acceleratore, nei tratti senza limiti teniamo una media relativamente moderata di 170 km/h. Ci alterniamo alla guida ad ogni rifornimento; nonostate mi sia svegliato presto sono in ottima forma...sono abituato a lunghissime maratone di guida e ho la "fortuna" di non avere il sonno facile! Abbiamo percorso mille kilometri, sembra un'infinità ma è solo l'inizio, ci attendono ancora 3300 km, di cui 1500 su strade difficili...ma sento che ce la faremo.

A parte qualche tratto con lavori in corso, il traffico è abbastanza moderato e proseguiamo con un buon ritmo. Monaco, Norimberga, Kassel, Amburgo...ah, Kassel! Posta nel centro della Germania, questa città mi fa sempre pensare al mio primo grande viaggio, l'avventura fino a Capo Nord nel 2007! La prima notte mi ero fermato proprio a Kassel, avevo trovato un piccolo campeggio in periferia dove piantare la tenda...che bei ricordi!




Arriviamo in Danimarca a tarda notte; comincio a sentire la stanchezza. Mi ricordo una sosta di rifornimento verso le quattro di notte... passo la guida al mio amico e mi lascio andare al sonno. Dormo malissimo, forse 30 minuti, più un'ora in dormiveglia mentre la Fisker Karma attraversa i lunghissimi tunnel e i ponti che congiungono Danimarca e Svezia. Alle cinque e mezza mi sveglio definitivamente; ho recuperato un pò di lucidità e una colazione a base di brioches e Red Bull mi aiuta a ricominciare i turni di guida. Procediamo in direzione Stoccolma; oltre 600 kilometri, adesso però i limiti sono ben più bassi rispetto alla Germania. Per distrarci e mantere sveglia la mente facciamo un pò di esperimenti per capire a fondo il funzionamento della Fisker Karma. Anche se l'auto cerca automaticamente di recuperare tutta l'energia possibile dalle frenate e dalle discese, è possibile migliorare ulteriormente i risultati passando (quando bisogna rallentare) in modalità puramente elettrica e utilizzando la funzione "Hill", una sorta di freno motore che ricarica molto la batteria. In questo modo è possibile ricaricare la batteria fino ad ottenere circa 40 kilometri di autonomia recuperata dalle frenate. Durante tutto il resto del viaggio, la modalità "hill" diventerà una sorta di tormentone, con una sfida tra me e T. per vedere chi riesce a guadagnare più km di autonomia in modalità elettrica.

Una volta superata Stoccolma, la strada comincia a farsi meno agevole. La temperatura è attorno allo zero; inizia a vedersi qualche macchia di neve in lontananza, poi la neve comincia a seguire i contorni della strada, infine ci troviamo con una strada imbiancata e un'auto che...beh, non è esattamente pensata per fare a gara con i gatti delle nevi. Trazione posteriore, gomme larghe e 2.5 tonnellate di peso richiedono una guida molto attenta sul fondo scivoloso; ora il trasferimento si fa decisamente più stressante, è necessaria un'attenzione continua. La strada si fa sempre più innevata, la stanchezza si accumula, le soste si fanno più frequenti, ma tutto sommato siamo abbastanza in linea con i tempi previsti.

Una volta arrivati nel centro-nord del paese la strada diventa una stretta statale; ora stiamo viaggiando a una velocità tra i 50 e i 70 km/h, talvolta la strada è coperta da lastre di ghiaccio e l'auto sfugge con una facilità estrema...acceleratore e freni vanno toccati con enorme prudenza. Ogni tanto ripenso al mio buon amico Max che quest'anno ha deciso di fare il viaggio verso il nord in aereo. In certi momenti (soprattutto quando sento il posteriore della Karma scivolare sul ghiaccio) quasi lo invidio, anche se non mi piace volare.

Sono convinto che se dovessi avere un incidente con l'auto, avrei buone possibilità di sopravvivere. Se un aereo si schianta, quante sono le vostre probabilità? Ne ho discusso spesso con gli amici. Mi ricordo che una persona mi disse che le piaceva volare perchè 'quando l'aereo si stacca da terra, per un pò di tempo ti separi dal mondo intero'. Questa frase mi è rimasta in mente; nonostante non ami l'aereo mi ci ritrovo...quando si vola, si è così alti nel cielo, così lontani dal mondo che si può guardare la vita con occhi diversi. Mi ricordo quando guardavo le autostrade dal finestrino dell'aereo; sono come vene e arterie in cui scorrono migliaia di auto, migliaia di vite; quanti pensieri, speranze, gioie e tristezze passano ogni giorno su queste arterie d'asfalto? Quando sono in aereo, passo molto tempo a fantasticare su questi pensieri, ma al tempo stesso mi sento... distante, distaccato dalla Terra, come mi disse quella persona.

Arriviamo a Lulea, città sulla costa Svedese, dopo mezzanotte. Lulea è un altro dei luoghi che visitai nel 2007; di questa città ricordo una sera passata ad ammirare uno spettacolo di giocolieri, e una notte passata a dormire nell'Honda Civic che avevo all'epoca, una notte gelida...




Siamo a solo 700 kilometri dall'arrivo, potremmo dire pochi rispetto ai 3600 che abbiamo già percorso, ma sembrano non passare mai. Ora dobbiamo percorrere una strada stretta e coperta da ghiaccio e neve, in uno dei posti più freddi della Svezia. Quest'anno è particolarmente caldo, ci sono 26 gradi sottozero; in inverni molto rigidi la temperatura nell'entroterra può scendere anche a -40, -50...a queste temperature, il freddo è così intenso che se gettate in aria dell'acqua bollente non la vedrete mai toccare terra: si congelerà all'istante, trasformandosi in una nuvola di cristalli di ghiaccio.

La velocità di crociera è scesa sui 50 km/h. La strada è un incubo; visibilità scarsissima, aderenza inesistente e camion che (grazie alle gomme chiodate) ci incrociano a velocità spaventose. Per fortuna in queste ore della notte la strada non è trafficatissima. Attraversiamo un tratto di strada in mezzo alla foresta ghiacciata; buio assoluto tutt'attorno a noi, e alberi coperti da uno spesso strato di neve congelata...gli alberi si curvano sotto il peso della neve; prendono forme di fantasmi, dinosauri e altre creature fantastiche. La tensione nervosa per la difficoltà della guida mi ha mantenuto ben sveglio; tuttavia, quando comincio a vedere alcune di queste creature animarsi e tendere le loro braccia verso di noi, capisco che siamo arrivati oltre il limite...passo il turno. Spero che T. abbia dormito bene, perchè adesso tocca a lui affrontare i mostri della notte, mentre mi corico (per modo di dire) sui sedili sportivi della Karma e velocemente mi addormento.

Dopo circa tre ore mi sveglio ancora nel freddo e nella notte della Svezia. Abbiamo percorso meno di 150 kilometri. Ma prima di tornare alla realtà, c'è una visione che voglio condividere con voi...non ricordo spesso i sogni, ma questa volta uno è riuscito a rimanere impresso nella mia mente!

Ero in una sorta di mondo post-apocalittico, immaginate qualcosa in stile Mad Max o Kenshiro, in una città distrutta. Tutto era silenzioso e immobile, non c'era nulla di vivo, se non per due bizzarri tipi di 'forme di vita': creature simili a meduse, ma fatte di vetro, e altre simili a insetti composti interamente da ingranaggi metallici. Sia le 'meduse' che gli 'insetti' volavano nell'aria senza peso, tranquillamente. La maggior parte degli insetti misurava pochi centimetri, mentre le meduse avevano dimensioni molto variegate - alcune erano lunghe diversi metri, mentre altre non erano molto più grandi del palmo di una mano. Le meduse avevano decorazioni meravigliose, come un arabesco, e galleggiavano nell'aria con grazia. Queste visionarie creature non erano ostili, sembravano essere indifferenti al mondo devastato in cui si muovevano... nel sogno pensai che dopo che l'uomo aveva distrutto tutte le forme di vita, queste creature spettrali che erano apparse erano una specie di ammonizione o di promemoria di quanto fosse stata grande e meravigliosa la vita. Non erano lì per giudicare o punire, erano solo uno spettrale ricordo della vita. Che visione! Quanto vorrei poter scattare foto ai sogni! Le parole non riescono a dipingere un decimo dell'atmosfera incredibile di quel sogno...

Comunque sia, le poche ore di sogni bizzarri mi hanno permesso di recuperare un pò di energie. Ci scambiamo ancora una volta il volante. Superiamo il confine della Norvegia e ci dirigiamo verso le Lofoten. E' ancora notte: una cosa a cui ci dovremo abituare, dato che qui le ore di luce sono pochissime. Si inizia a vedere qualche bagliore solo verso le 10, quando siamo ormai nel nord delle Lofoten. Ci fermiamo in una stazione di servizio per uno spuntino; nei paesi nordici non esistono autogrill, in compenso ogni distributore ha un minimarket e una piccola selezione di dolci e panini, tra cui quello con 'ostepolse med bacon' (wurstel e bacon) che adoro.




Sono le due del pomeriggio quando arriviamo all'ostello, una caratteristica struttura in legno posta sul mare, in un piccolo e tranquillo paesino. Parcheggiamo la Fisker Karma di fronte all'entrata (siamo gli unici clienti in questo periodo!), portiamo le nostre cose in stanza e finalmente ci godiamo il meritato riposo. Ce l'abbiamo fatta.


Il rorbuer, la nostra casa

La nostra casa in questa avventura è un rorbuer, un'antica abitazione di pescatori che è stata convertita in ostello. I rorbuer sono un pò ovunque nelle Lofoten; queste caratteristiche strutture spesso sono costruite direttamente sul mare, su palafitte, e conservano un profumo d'antico. Abbiamo una di queste cabine solo per noi; è una struttura piccola, semplice, accogliente. L'esterno è di un bel colore rosso intenso (in tinta con la Karma di T.!), mentre all'interno le stanze, interamente in legno, sono di un color grigio tenue e bianco. La mobilia, anch'essa in legno, è impregnata della stessa atmosfera d'altri tempi, possiamo quasi immaginare i pescatori che vivevano qui...

Le giornate sono scandite dalle escursioni fotografiche. Ci svegliamo verso le nove e dopo una veloce colazione usciamo per cogliere le poche ore di luce. Dalle 10 alle 14 il sole si avvicina all'orizzonte, lo sfiora, si alza di pochi gradi per poi scomparire nuovamente, alba e tramonto diventano una cosa sola, una carezza di luce dorata...che spettacolo! E' la terza volta che visito le Lofoten ma non finisco mai di meravigliarmi per la bellezza di questi posti, è veramente un luogo incantato, e nella tenue luce dell'inverno il tempo sembra fermarsi...




Nel primo pomeriggio l'ultima sfumatura di luce rosa abbandona i monti e la notte avvolge il paesaggio. Solitamente ci fermiamo a pranzare in qualche paese che attraversiamo, per poi tornare nel nostro rorbuer nel pomeriggio. Le ore passano veloci tra chiacchiere, selezione delle foto, e ogni tanto qualche ora di sonno per recuperare la notte in giro. La tremolante linea wi-fi è la nostra connessione con il resto del mondo, spesso sfrutterò queste ore per scrivere il diario della nostra avventura. La cena è anticipata verso le 19; mettiamo l'acqua a bollire in una delle pentole vecchie e incrostate che abbiamo trovato e ci diamo alla cucina - solitamente pasta, più un buon assortimento di condimenti e contorni.

In attesa dell'aurora, ci stendiamo per qualche ora negli stretti letti a castello che sono stati incastonati nelle minuscole stanze del rorbuer. Il tepore della stanza e il silenzio ci avvolgono. Che meraviglia stendersi su questi letti dopo aver 'dormito' per due notti sulla Karma! Gli eleganti sedili della Fisker, pur essendo comodi, non sono stati progettati per dormirci - non mi stupirei se fosse la prima volta che qualcuno passa 58 ore di seguito su quest'auto... non ho mai desiderato tanto un letto come tre giorni fa, quando abbiamo concluso la nostra estenuante maratona.

Verso mezzanotte abbandoniamo con fatica il riposo e ci prepariamo per l'escursione notturna...pantaloni pesanti, moonboot, calze e guanti riscaldati, felpa in pile e giubbotto; le reflex nello zaino e si parte! Imbocchiamo la strada deserta in direzione Moskenes per andare verso l'estremità delle Lofoten, la parte meno abitata, quella più buia, dove poter osservare il cielo senza le luci dei paesini. La Fisker percorre lentamente le strade deserte e ghiacciate; non incrociamo quasi mai nessuno, e i pochi che incontriamo si voltano stupiti per vedere l'astronave su quattro ruote che con il leggero sibilo dei motori elettrici passa per la E10, la strada principale delle Lofoten.

A volte la nostra escursione si protrae fino alle quattro o alle cinque; le temperature non sono troppo rigide (in questi giorni la notte è sullo zero o pochi gradi sotto), ma dopo tanto tempo fermi ad aspettare l'aurora le mani gelano e il freddo si fa comunque sentire. Ma la soddisfazione di portare a casa le foto è ben superiore a queste piccole fatiche!

Infine stanchi e assonnati torniamo in ostello e ci corichiamo. Qualche ora di sonno e poi inizierà un'altra giornata di Lofoten...un'altra giornata in uno dei posti che più amo al mondo.




Un'esplosione nel cielo

Le giornate passano velocemente tra un'imprevedibile alternanza di alti e bassi. Guardando le previsioni, si direbbe che quest'anno il meteo non sia dalla nostra parte. I primi due giorni sono stati discreti, ma le previsioni per i prossimi giorni mettono pioggia e neve...senza contare che le previsioni dell'aurora indicano fenomeni molto deboli, con intensità compresa tra 0 e 2 in una scala che va da 0 a 9. In queste situazioni, bisogna sfruttare al massimo l'attrezzatura - gli altissimi ISO della 1DX sono di grande aiuto per cogliere le aurore più deboli - e soprattutto cercare di essere creativi per portare a casa buone foto anche in condizioni non ideali.

Tuttavia, le previsioni sono spesso contraddette dalla realtà. La scorsa notte, che in teoria doveva essere molto piovosa, ci ha regalato ampi sprazzi di cielo limpido, per culminare nella stupenda esplosione di aurora che ha riempito il cielo intero. Siamo usciti a mezzanotte e per circa tre ore abbiamo fotografato un'aurora abbastanza debole, ma con colori insoliti, compresa la rara sfumatura magenta. Scattando a 12800 ISO sono riuscito a riprendere bene anche le sfumature più delicate; inoltre, per varie foto ho preferito utilizzare il 24mm f/1.4 L II, che offre una qualità d'immagine decisamente migliore rispetto al 16-35.

Siamo tornati in ostello alle tre di notte; la stanchezza si faceva sentire e mi sono infilato rapidamente nel sacco a pelo...per essere svegliato dopo pochi minuti dall'amico Titino, che aveva notato qualcosa di interessante - nel cielo che fino a pochi minuti prima era sgombro, era apparsa la più spettacolare delle aurore. Ho fatto uno sforzo non indifferente per uscire dal caldo del sacco a pelo, rivestirmi in pochi secondi e saltare fuori dalla porta...il cielo era una cosa incredibile! L'aurora più bella che abbia mai visto, un'esplosione di verde che si fondeva con l'arancione delle nuvole e con una miriade di stelle. E' durata solo pochi minuti, durante i quali ho scattato senza soste, nonostante fossi ancora rintronato e la fortuna mi abbia voltato le spalle - dopo qualche scatto la 1DX ha finito la batteria e, non avendo una riserva a portata di mano, ho continuato a scattare usando la 1D Mark IV (anche questa prestata da T.). Quando l'aurora è scomparsa, eravamo talmente euforici da non riuscire a dormire...mi sono coricato alle sei del mattino, per poi svegliarmi nel primo pomeriggio.




Queste esperienze, queste visioni meravigliose hanno il loro prezzo. L'assenza di sonno, gli orari totalmente sballati, le infinite ore di buio, la stanchezza e la tensione per la continua ricerca della sfuggente aurora, unite all'enorme felicità quando riusciamo ad assistere al fenomeno, hanno pesanti ripercussioni sulla mente: spesso capita di passare, in pochi istanti, da momenti di tristezza e scoraggiamento a momenti euforici, per poi cadere di nuovo nel cattivo umore, e così via...è il prezzo da pagare per un'avventura come questa, un viaggio così straordinario amplifica i sentimenti come nessun'altra cosa.

A volte anche la solitudine di questi posti si fa sentire; una sera decidiamo di andare un pub pur di vedere qualche anima viva: anche senza molte occasioni di dialogare con i locali, cenare in un locale con un pò di gente aiuta a sentirsi un pò più parte del mondo; a volte è bello starne fuori, ma alla lunga il buio, il freddo e il silenzio di questi posti spingono a cercare un pò di compagnia.




Nell'unico pub aperto che troviamo c'è comunque ben poca gente; una piccola compagnia di studenti a un tavolino, due ragazze a un altro tavolo e un ragazzo dall'aria triste al bancone. Il tipo ha preso dieci (dieci!) bicchieri di liquore e li sta scolando uno a uno, neanche fossero succo di frutta. Nel frattempo ha preso un foglio e inizia a scrivere qualcosa. Niky si avvicina e gli chiede se sta scrivendo il suo testamento, tra i due sembra esserci subito sintonia e rimangono a parlare per una decina di minuti.


Il ritorno

Il ritorno può essere il momento più difficile di un viaggio. Da una parte, la voglia di rivedere casa; dall'altra, i dubbi, le domande, i rimpianti: poteva essere diverso? potevamo vedere di più, potevamo fare meglio? Cosa resterà di questa avventura?

Abbiamo salutato il nostro compagno di viaggio, Niky, all'aeroporto di Leknes, e quindi ci siamo avviati verso la lunghissima strada che ci riporterà in Italia. Guardare il navigatore mette quasi paura...oltre 4000 kilometri. L'andata è stata un'avventura notevole, il ritorno? Sarà anche più travagliato, se possibile. I primi 700 km trascorrono sorprendentemente bene; neve leggera e strada ben più praticabile dell'andata; la tanto temuta traversata dell'entroterra tra Norvegia e Svezia sembra fin troppo facile.

Iniziamo la discesa della Svezia verso a tarda notte, e lì tutto si mette contro di noi. La temperatura sulla costa è scesa a -15, una decina di gradi in meno rispetto al viaggio di andata; la strada è ghiacciata, e inizia un leggero nevischio che in pochi minuti si trasforma in una nevicata epica. La visibilità è scarsissima, procediamo a circa 50 km/h ma con i nervi a fior di pelle e l'apprensione di trovarci da un momento all'altro in un fosso, o contro un camion, ribaltati tra gli alberi, o tutte e tre le cose assieme. La foto che segue (estratta da un video che ho ripreso con il cellulare) non l'ho messa per la sua bellezza, ma per darvi l'idea delle condizioni in cui dovevamo guidare:




Se avete l'impressione che non si riesca neppure a vedere la strada a dieci metri...immaginate di avere questa impressione mentre siete a volante, nel nord della Svezia, in mezzo a un mondo che sembra far di tutto per mostrarsi ostile alla vita umana. Il mio compagno di viaggio, che fino ad ora ha retto alla guida senza fare una piega, comincia a dar segni di cedimento, finchè verso le tre di notte accosta in una piazzola lungo la strada. Mi ero leggermente assopito, il cambio di marcia mi sveglia immediatamente, lo guardo. 'Se vuoi guida tu' mi dice 'altrimenti ci fermiamo. Io non vado avanti'. Titino è un ragazzo paziente, calmo, tenace; il nervosismo che sento nelle sue parole non è nel suo stile: lo stress delle ultime ore di guida lo ha veramente provato, ha raggiunto il limite.

Vabè, preferisco guidare piuttosto del dormiveglia agitato di prima, con la costante apprensione di fare un incidente. Mica voglio svegliarmi morto! E poi, penso io, è già un pezzo che nevica, finirà sicuramente tra un'ora o due. Neanche per sogno. Ancora non lo sapevo, ma mi aspettavano ancora sette ore di neve. Se l'avessi saputo mi sarei fermato o avrei affrontato comunque la strada? Alla fine penso che sarei partito comunque. Non è che fuori ci aspettasse il tepore di una casetta in legno, un camino acceso, un volto amico ad accoglierci; fermarsi significava parcheggiare la Fisker in una piazzola tra il ghiaccio, lontani da tutti i paesi, e fuori c'era meno quindici e la bufera di neve. 'Come dei licheni su una roccia sferzata dal vento', questa l'immagine che si era materializzata nella mia mente.

Mi rimetto alla guida con la gioia e l'entusiasmo di un capretto il giorno prima di Pasqua; ogni tanto capita di incrociare dei camion che sollevano una quantità di neve non indifferente, togliendo anche quei pochi metri di visibilità che sono rimasti. Quando succede, ci si trova di fronte a un bel dilemma: inchiodare, mandando quasi sicuramente l'auto nel fosso o in testacoda, oppure proseguire totalmente alla cieca? Nel dubbio cerco una via di mezzo: sfioro il pedale del freno per rallentare quanto possibile viste le condizioni della strada, e intanto proseguo guardando il GPS e cercando di 'immaginare' la strada davanti a me; per fortuna ci sono pochissime curve e la tattica funziona.

Ripenso alle domande che ogni tanto mi son fatto in questi ultimi giorni. Quali saranno i ricordi di questa avventura? La Fisker, l'aurora, i momenti assieme, le allucinazioni nel bosco ghiacciato in Svezia, i paesini di pescatori? Il tipo al pub che si prendeva una sbronza colossale, i tanti personaggi immaginari (e non) che hanno popolato le nostre discussioni? Mi son chiesto se potevamo fare ancora di più; forse sì, ma alla fine è difficile, o impossibile, trovare la perfezione: bisogna saper cogliere il meglio di quello si ha nella vita, mentre si incespica e si procede tra una sbandata e l'altra su questa lunghissima strada.

(e, nel dubbio, meglio partire subito per un altro viaggio!)


Post scriptum

La nevicata è finita nel sud della Svezia, dove nonostante tutto siamo arrivati sani e salvi. Abbiamo attraversato la Danimarca col bel tempo e poi di nuovo neve per tutta Germania. Le foto dell'aurora che abbiamo portato a casa sono le migliori che ho scattato a questo pittoresco fenomeno; vi invito a darci un'occhiata nella galleria Paesaggi: Norvegia 2013 !

Potete vedere un paio di video (senza pretese, sono puramente ricordi) qui: il video del viaggio di andata e qualche breve scorcio delle Lofoten. Vi consiglio la visione in HD.

Per quanto riguarda l'attrezzatura, l'auto, l'organizzazione del viaggio, potete trovare tutti i dettagli nella pagina Verso l'Aurora Boreale...con la Fisker Karma .

Un grande ringraziamento a Titino; paziente e avventuroso compagno di viaggio che ha affrontato con me questa infinita maratona; all'amico Niky, con cui ho condiviso questa e altre esperienze in giro per il mondo; a Gianfranco che ha creduto fin da subito in questo viaggio e ha seguito con passione il nostro girovagare norvegese!



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avatarsenior
inviato il 05 Febbraio 2013 ore 12:57

Veramente un'avventura fantastica Emanuele,mi sono letto tutto di un fiato il racconto del viaggio,e in certi momenti mi sembrava di essere li.Una meta stupenda le isole Lofoten,chissà mai che un giorno con il mio camper riuscirò ad andarci(sicuramente non d'inverno).

avatarsupporter
inviato il 05 Febbraio 2013 ore 13:37

E come non commentare un'avventura così!!!
mi sono ricordato della mia gioventù con passagi simili.
ma con la grande differenza di avere una fiat 500 sporkimg (perchè non avevo neppure i danari per lavarla:) per affrontare passi alpini, neve e ghiaccio!

A proposito, da persona addetta ai lavori (come sai) sono molto curioso di conoscere il comportamento della Karma.
Una trazione posteriore, con recupero energia in frenata al posteriore non deve essere stata il massimo in quell'ambiente....

Inoltre, seppure a trazioen elettrica, immagino che si trasferte tanto lunghe ci fosse stato sempre e comunque il motore endotermico acceso (quantomeno per riscaldarvi MrGreen) che consumi avete registrato? che autonomia avevare tra un rifornimento e l'altro?

Un salutone
Daniele

avataradmin
inviato il 05 Febbraio 2013 ore 16:08

Grazie per i commenti :-)

Una trazione posteriore, con recupero energia in frenata al posteriore non deve essere stata il massimo in quell'ambiente


Tra peso e trazione posteriore, inevitabilmente richiede molta attenzione alla guida, anche se non è una cosa impossibile come alcuni sostenevano :-)

ci fosse stato sempre e comunque il motore endotermico acceso (quantomeno per riscaldarvi MrGreen) che consumi avete registrato? che autonomia avevare tra un rifornimento e l'altro?


La Karma dà il massimo sulle brevi distanze; se si sfrutta molto la batteria si possono registrare consumi minimi...per un viaggio come il nostro invece abbiamo dovuto sempre sfruttare il generatore a benzina, la resa è sui 10/11 km/litro (ma questo lo sapevamo già dalle prove fatte prima della partenza).

Quello che invece penso si potrebbe migliorare è dotare quest'auto di un serbatoio più grande, almeno 65/70 litri... con il serbatoio 'standard' da circa 40 litri l'autonomia è un pò più di 400km (470 se anche la batteria è stata caricata al 100%); noi in genere ci fermavamo ogni 300 per stare sul sicuro.

avatarsenior
inviato il 05 Febbraio 2013 ore 20:23

qui
Mi rimetto alla guida con la gioia e l'entusiasmo di un capretto il giorno prima di Pasqua;
mi sono proprio pisciato sotto MrGreenMrGreenMrGreen

avatarjunior
inviato il 05 Febbraio 2013 ore 22:58

Un diario bellissimo, sembra di essere li insieme a voi e di vivere quei momenti per voi indimenticabili. Grazie delle emozioni che ci avere fatto vivere!

Bruno

avatarjunior
inviato il 06 Febbraio 2013 ore 2:40

Che dire... intenso il racconto e bellissime le foto.
Io sono stato diverse volte in Norvegia e Svezia, Lofoten e Vesteralen comprese.
Sempre nella bella stagione con il mio fido camperone.
Sentirti descrivere così bene le atmosfere nordiche fa rivivere la magia della E10 (la strada delle aurore boreali) che parte da Lulea in Svezia e, passando per Kiruna e Abisko, nel cuore della Lapponia svedese, dopo 850 km di una bellezza sconvolgente, finisce nel parcheggio di A, all'estremo ovest delle Lofoten.
Sono luoghi che lasciano ammutoliti d'estate - ogni chilometro è una scoperta - mentre d'inverno regalano ciò che Emanuele ha così bene descritto.
A chi è amante del grande Nord, a chi l'ha visitato e ne è innamorato, a chi vorrebbe visitarlo, suggerisco un autore assolutamente da non perdere.

Si tratta di Arto Paasilinna , scrittore finlandese tradotto in 45 lingue, pubblicato in Italia dal '94 da Iperborea. Amatissimo dai suoi lettori.
Letture permeate da humor travolgente di vita rurale, natura e cultura nordica. Avventure leggere ma al contempo intense, idilliache ma anche comiche.
Improbabili fughe in una natura grandiosa, quella della Lapponia Finlandese.

Il succo di questi libri, sta INTERAMENTE nelle prime 5 righe del diario di Emanuele (Juza):
" Il primo pensiero di questo viaggio è per quelli che sono andati, quelli che hanno abbandonato un porto sicuro per andare verso strade sconosciute. Ripenso a un paio di amici che si sono dati alla macchia per fuggire chissà dove, oltre ai tanti personaggi bizzarri che ho incontrato nei miei viaggi, gente che ha fatto scelte di vita radicali e insolite... ".

A chi voglia provare a leggere Paasilinna, suggerisco di partire con i primi libri della serie italiana:
" L'anno della lepre ", " Il bosco delle volpi " , " Il mugnaio urlante " o " Lo smemorato di Tapiola ".
Si leggono d'un fiato e ne vale la pena.
Esaltano il tema dell'evasione anticonformista dalla società moderna, dalle costrizioni e dai vincoli che la cosiddetta "civiltà" ci impone.
Riaccendono la nostalgia di chi ha già visto quei luoghi ma fanno sognare chi si propone di visitarli prima o poi.

Perdonate la fuga tematica, ma i libri di Paasilinna sono bellissime fotografie: paesaggio, reportage, street, notturna, macro, e chi ama la natura, soprattutto quella del grande nord, non può assolutamente perderli.
Ancora tanti complimenti.
Saluti,

Stefano

avatarsenior
inviato il 06 Febbraio 2013 ore 9:41

Un viaggio favoloso! Anche a me piacerebbe fare qualcosa del genere, in auto, però sinceramente non con un'auto come quella usata da voi! Che è senz'altro eccezionale e stimola lo spirito dell'avventura perchè costituisce una sfida in più durante il viaggio, però mi sentirei più al sicuro su una tradizionale 4x4 o comunque un'auto "normale", con belle ruote termiche e catenabili. Ho già provato i miei "brividi" su una Fiesta con gomme estive sui tornanti del passo Sella appena innevato, ripetere un'esperienza del genere nell'Europa del nord mi parrebbe un'imprudenza.

Comunque bravissimi e fortunati, ad aver vissuto un viaggio del genere.

ciao

Chiara


avatarjunior
inviato il 07 Febbraio 2013 ore 23:50

Che dire se non ancora una volta grazie Emanuele, grazie di avermi fatto vivere momenti di stupore e bellezza della Norvegia con i tuoi splendidi scatti, emozionante racconto a bordo dell'avventurosissimo (in pieno invero), con tutte le difficoltà affrontate come quella di guidare di notte con una tormenta di neve, che io reputo peggio del guidare con la nebbia, sono contento di essere iscritto al tuo splendido sito. Grazie!

avatarjunior
inviato il 24 Novembre 2013 ore 23:21

Sono anni che vorrei visitare le Lofoten. Portaci con te con le tue fotografie! Grazie ! ;-)

avatarsenior
inviato il 24 Maggio 2014 ore 12:42

Grazie per aver condiviso questa tua esperienza con noi. Dalla preparazione, l'attrezzatura al viaggio, l'emozione, i pericoli le foto ed i video... Nell'attesa di riuscire ad andarci, se mai ci riuscirò, è stata una bella sensazione leggere questo diario di viaggio. Grazie! Sorriso

avatarjunior
inviato il 01 Gennaio 2016 ore 18:19

" Il primo pensiero di questo viaggio è per quelli che sono andati, quelli che hanno abbandonato un porto sicuro per andare verso strade sconosciute. Ripenso a un paio di amici che si sono dati alla macchia per fuggire chissà dove...." ......................................................................................................................................................................... Sono uno di quelli che negli anni '70 sono andati..partiti, abbandonando un porto sicuro ....e mai "ritornati" da quel "chissà dove" cui chi resta fa riferimento... Anche se vivo ancora li da dove sono partito... Perchè nel partire c'è questa scoperta: il ritorno... Un ritorno però, che non è più verso il posto da cui si è partiti... lo si trova irrimediabilmente cambiato. Come noi cambiamo ad ogni partenza. E scopriamo di essere cambiati ancora di più ad ogni ritorno... Credo che tu abbia più di una qualità.. ma che si possa dire con sconcertante serenità, che tu sia un "vero interprete della fotografia"... E' raro trovare oggi chi riesce a vivere le esperienze di lavoro crescendo con la medesima misura come uomo...Questo è quello che si legge...di te. (mi sbaglio?)....Ora sono "fermo" da tanto...troppo tempo e rileggere questo piccolo racconto di un viaggio il primo giorno dell'anno ha risvegliato la voglia di ripartire... Anche se solo da una condizione interiore, la depressione. "L'immagine e la scrittura costruiscono la realtà"
Ti ringrazio, molto.

avatarsupporter
inviato il 20 Febbraio 2016 ore 19:26

Eccellente racconto.
Complimenti.





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