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L'Isola delle Bambole


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L'Isola delle Bambole, testo e foto by Marro. Pubblicato il 13 Settembre 2017; 7 risposte, 2597 visite.


Nell'agosto 2016 decidiamo all'interno del nostro viaggio estivo in terra messicana (sud e centro essenzialmente) di aggiungere una tappa dal sapore un pò misterioso. Spesso in rete circolano improbabili classifiche sui posti più inquietanti al mondo e immancabile è in queste classifiche la presenza di un'isola nei dintorni di città del Messico.
Xochimilco è una delle sedici delegazioni in cui si divide il Distretto Federale Messicano, che si trova a sud (circa ventotto chilometri) della capitale, Città del Messico. Caratteristica di Xochimilico sono le Chinampas, isole artificiali costruite in zone poco profonde del lago, con lo scopo di aumentare la produzione agricola.
Si presenta quindi come una rete di canali costeggiati da giardini, testimonianza del retaggio preispanico della capitale messicana. Nel 1987 questa area fu proclamata dall'Unesco Patrimonio dell'umanità. Tra queste isole una( nella laguna di Tlilac) conosciuta come Isla de las munecas, è diventata meta di turismo nel corso degli anni. Per raggiungerla è necessario navigare attraverso i canali a bordo di una variopinta jinera (una piccola imbarcazione simile ad una gondola) che solitamente portano un nome di donna.



Io e il mio gruppo di amici arriviamo a Xochimilco con la metropolitana direttamente da città del Messico. Usciti dalla stazione grazie ad un ciclotaxi raggiungiamo un embarcadero (un molo) dove contrattiamo il viaggio (più di due ore per meno di venti dollari) verso l'isola delle bambole. I nostri caronte ci sembrano per la verità un pò improvvisati e diverse difficoltà di navigazione confermeranno i sospetti, ma alla fine risulteranno simpatici e piuttosto disponibili.
Stiamo bene attenti a specificare che vogliamo andare nella vera isola delle bambole perchè a quanto pare a scopi turistici hanno fatto addirittura una riproduzione. Il dubbio di essere stati nella falsa isola riusciamo a levarcelo solo una volta tornati in Italia, navigando tra diversi siti internet e confrontando diverse immagini. Il viaggio verso l'isola è comunque piacevole. Si incontrano diverse imbarcazioni, lavoratori, diverse specie di uccelli: lo scenario naturale ha indubbiamente il suo fascino. L'arrivo sull'isola, comunque, non delude le nostre aspettative. L'isola appare macabra ma allo stesso tempo affascinante e offre diversi spunti fotografici. Sugli alberi, sulle staccionate e sulle poche costruzioni ci sono tantissime bambole appese che non riescono a lasciarci indifferenti. Le bambole del resto sono figure, come i clown, già di per sè enigmatiche, ma molte di queste sono mutilate, truccate, o "vestite" di ragnatele, o con chiodi piantati su parti del "corpo".



A farci da cicerone sull'isola c'è Anastasio Santana Velasco, un nipote di Don Julian Santana Barrera, la persona che ha fatto sì che potesse esistere un posto del genere. Anastasio Santana Velasco incontra i turisti, chiede una quantità di soldi oserei dire ragionevole per l'ingresso e racconta loro la storia dell'isola. Il racconto di Velasco è avvalorato dal fatto che nel 1975 decise di andare a vivere sull'isolotto con lo zio. E da quel momento potè da una parte constatare come il suo consanguineo stava perdendo il senno a conferma delle strane voci della gente che si insinuavano da tempo nelle sue orecchie ma dall'altra Anastasio Santana Velasco racconta anche che da quando si era trasferito sull'isola aveva iniziato a sentire dei cambiamenti nella sua personalità, come se stesse sviluppando una specie di mania di persecuzione oltre che avvertire una strana sensazione, come se le bambole iniziassero ad osservarlo e il più delle volte non riusciva a comprendere se era il vento a muoverle o forse era solo la sua immaginazione. Veniamo quindi portati all'interno del capanno dove Don Julian Santana Barrera aveva vissuto per poco più di cinquant'anni e ci viene raccontata la sua storia. Terminato il racconto di Anastasio Santana Velasco facciamo una donazione davanti alla bambola preferita dallo zio, Monec, che condivideva lo spazio all'interno della capann.Il senso della donazione va ricercato negli stessi motivi per cui le bambole venivano appese, quasi a non porre fine ad una tradizione ormai consolidata.


Nel 1950 Don Julian Santana Barrera, occupa l'isola non per coltivare come ci sarebbe potuto aspettare ma per produrre combustibile. Ci sono diverse versioni sul perchè lo fece: Don Julian Santana Barrera decide di occupare l'isolotto perché la sua ragazza l'aveva abbandonato per un altro uomo scrive qualcuno, mentre qualcun altro non solo non fa accenno ad un evento del genere ma sostiene che Don Julian lasciò addirittura moglie e figlia per adottare uno stile di vita timile agli eremiti in un capanno di legno di sua costruzione. Nel 1950 Don Julian Santana Barrera voleva predicare, secondo questa versione, la parola del Signore Gesù Cristo, ma purtroppo all'epoca si pensava che solo i sacerdoti consacrati avessero il diritto di parlare di Geova e per questo motivo fu picchiato e emarginato.
Questa in fondo è solo una delle tante incongruenze o mezze verità su questa storia, che non fa altro che aggiungere mistero al mistero.
Le versioni più accreditate comunque sono sostanzialmente d'accordo che un giorno mentre Don Julian Santana Barrera perlustrava l'isola trova il corpo di una bambina affogata nel canale. La fanciulla però tecnicamente non ha un nome; la sua esistenza non è stata ad oggi dimostrata per cui, dato il personaggio non è da escludere che il racconto sia frutto della fantasia di Don Julian. L'uomo resta sconvolto dalla scena e quando vide arrivare galleggiando poco dopo anche una bambola decise di appenderla ad un albero in onore della giovane deceduta. Sperava che grazie a questo simbolico gesto l'anima della bambina trovasse pace. Qualcuno sostiene anche che in questo modo Julian sperasse di tenere lontano gli spiriti maligni dall'isola.


Dopo quest'evento comunque il comportamento dell'uomo, già di per sè strano, andò via via peggiorando. Don Julian Santana Barrera ossessionato dagli incubi, iniziò a collezionare moltissime bambole.Le persone che erano a conoscenza delle attività di Don Julian, gli portavano periodicamente nuove bambole o pupazzi, che avrebbe scambiato per i prodotti coltivati sull'isola. Egli sostanzialmente, aveva trasformato vecchie bambole in una sorta di valuta. Alcune Testimonianze affermano che Don Julian parlasse e cantasse con le bambole, prendendosi cura di loro come fossero esseri umani, altri sostennero che la bambina affogata non fosse in realtà mai esistita, ma fosse solo frutto dell'immaginazione di Don Julian. Fatto sta che Don Julian continuò ad appendere bambole, dopo averle cercate forsennatamente nei canali, nella spazzatura, ovunque e le appese su tutta l'isola fino a quando il diciasette aprile 2001, all'età di ottantasei anni morì probabilmente per infarto non lontano dal luogo dove lui stesso ritrovò (secondo il suo racconto) la bambina. Don Julian comunque era conosciuto come un uomo gentile e accogliente, che cordialmente guidava i visitatori in giro per la sua isola santuario. Prendendo informazioni e dal racconto del nipote Velasco almeno è stata questa l'idea che noi ci siamo costruiti.
Negli ultimi giorni della sua vita Don Julian Santana Barrera metteva la sua bambola preferita Monec a sedere circondata da un collage di ritagli di giornale, scritti dai molti giornalisti locali che piano piano col tempo portarono l'isola delle bambole all'attenzione del Messico e lo trasformarono in una piccola grande celebrità. La sua morte segnò inevitabilmente un aumento di quel flusso turistico verso l'isola che comunque non era del tutto assente già in precedenza. Sostiene sempre Velasco che, oggi come oggi, in media sono circa una trentina di turisti al giorno e si vociferava che anche il regista Tim Burton nel 2012 vi avesse fatto visita( Il regista era infatti in Messico in quel periodo per la promozione del suo film di animazione "Frankenweenie"). La sua gita è durata diverse ore e, fonti a lui vicine, sostengono che il regista in realtà abbia trovato il luogo molto meno pauroso di come si aspettava.La morte di Don Julian quindi non ha certo fermato le leggende, che probabilmente per motivi turistici e non solo (in fondo è forte l'esigenza di credere al soprannaturale per tutti noi) non fanno altro che continuare ad alimentarsi. Una leggenda per esempio narra che le famigerate bambole di notte prendano vita, proteggendo l'isola ed il suo custode da tutto. Probabilmente altre leggende nasceranno ancora e si svilupperà una tipologia di turismo un pò più insolita. Personalmente comunque sono felice dell'esperienza fatta. L'isola non lascia indifferenti: è piuttosto inquietante, c'è una storia dietro (o forse tante storie ma anche questo è il bello) e regala molte buone opportunità fotografiche. Quello che avevo trascurato prima del viaggio, sinceramente, era tutto il contesto. Invece oggi posso dire senza timore di essere smentito che i canali e i vari isolotti avrebbero comunque meritato una visita. Il verde, la natura, gli animali, le imbarcazioni colorate, una popolazione cordiale e pittoresca rendono questi posti molto piacevoli e considero la loro visita molto istruttiva.





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avatarjunior
inviato il 19 Settembre 2017 ore 17:12

racconto veramente molto suggestivo, posto misterioso ed inquietante, di gran fascino. Foto ben fatte, trasmettono la sensazione dell'atmosfera, bravo e grazie

avatarsenior
inviato il 19 Settembre 2017 ore 18:21

ottimo report...originale... azzeccate le tonalità...

avatarjunior
inviato il 03 Ottobre 2017 ore 15:12

Grazie mille ragazzi :-)

avatarsupporter
inviato il 17 Ottobre 2017 ore 16:04

Racconto interessante e belle foto di accompagnamento.
Ho fatto un giro in barca anch'io per Xochimilco e mi era piaciuto tanto, anche se non ho visitato l'isola come hai fatto te. Cmq, durante il percorso, ho visto delle bambole appese, è sono veramente inquietanti.
Complimenti.
Ciao ciao, LullySorriso:-P

avatarsupporter
inviato il 17 Ottobre 2017 ore 16:59

Complimenti,
bel racconto e bellissime immagini a supporto!
Ciao, Paolo

avatarsupporter
inviato il 21 Ottobre 2017 ore 12:15

... i viaggi al tuo fianco continuano e ... sempre molto interessanti! Complimenti!!!

avatarjunior
inviato il 27 Ottobre 2017 ore 17:32

Molti complimenti, un vero talento dell'immagine e della penna.





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