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L'Etna secondo me


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L'Etna secondo me, testo e foto by Mailasia. Pubblicato il 16 Dicembre 2016; 23 risposte, 4394 visite.



Non ero mai stata in Sicilia, sebbene fossi sempre stata dell'idea di andarci in vacanza.
Per diverse ragioni non avevo mai programmato questa destinazione, eppure penso che in un determinato luogo ciascuno di noi, ci va quando il destino stabilisce che sei pronto ad apprezzarlo, o te ne fornisce semplicemente l'occasione.
Ho sempre pensato alla Sicilia come una terra di fuoco e di mare, di limoni e sole, di persone schive ma ospitali legate alle loro tradizioni, gelose della loro identità, e mai avrei scommesso che ci sarei andata e trovare la neve , quella stessa neve che delle mie montagne è padrona, ma che da qualche stagione qui sembra essersene andata, per finire con incontrare alpinisti autentici, come quelli di casa mia, solo che parlano un'altro dialetto.
Era il mese di Marzo e dopo un'inverno arido e avaro di acqua, le speranze di gustarsi il candore e l'atmosfera nevosa era stata pressochè archiviata.
Ma per chi come me, le montagne rappresentano a volte una vera via di fuga, il desiderio di vivere un'avventura in quota resta sempre un grande richiamo.
In una sera come tante, quando con gli amici ti trattieni in chiacchere davanti ad una birra, nasce l'idea di fare un'escursione in quota sull'Etna, giusto per vedere una montagna di 3400mt un po' diversa da quelle che ci circondano qui nel VCO.
Tra una battuta ed una risata, quella che sembrava essere solo una colossale sparata, finisce per entrarci in testa come una vera rivincita ad un inverno che ci aveva sbeffeggiato, lasciandoci all'asciutto.
Ma anche per l'Etna non era certo stata una grande stagione, anche lì la neve era latitante, ma a noi poco interessava a quel punto, alla fine andarci era un modo per salutare l'inverno, e vedere qualcosa di nuovo, e di diverso.
Arrivo a Catania di giovedì sera sul tardi,ed era uno di quelle sere che non ti aspetti in Sicilia. Grigia, plumbea con quella pioggerellina rara per la zona ed una nebbia da fare invidia alla pianura del Pavese. Quà e là s'intravedevano le luci della città, ed a fatica l'autista trovava la strada. La nostra destinazione era il rifugio Sapienza a 2000mt di quota, proprio ai piedi del vulcano. Prima della partenza mi ero documentata un po sul luogo, ed avevo visto foto incredibili dell'Etna delle sue eruzioni, facendomi un'idea di questa montagna, che ben presto si rivelò completamente sbagliata e molto diversa dal mio immaginario.
Il viaggio mi pareva eterno, il paesaggio inesistente, la nebbia impediva qualsiasi visuale, ed incominciavo a pensare che il nostro weekend sarebbe stato un fiasco.
Dal mare, kilometro dopo kilomentro salivamo di altitudine e quella che inizialmente era una lieve pioggerellina si trasformava in fiocchi di neve. I tergicristalli febricitanti sui vetri a fatica si liberavano dei candidi fiocchi ed il povero Felice alla guida diventava sempre più nervoso ed infastidito da quelle proibitive condizioni. Mi chiesi più volte come facesse a guidare, ma giunsi alla conclusione che in Sicilia è meglio non farsi troppe domande. Tra un'imprecazione e l'altra, i siculo ci portò a destinazione sani e salvi, giusto in tempo per cenare. Il rifugio si intravedeva appena dal piazzale imbiancato e deserto, e ci lasciò sul ciglio perchè le condizione meteo non permettevano di proseguire. Assolutamente impreparati ad una simile accoglienza, con scarpe da ginnastica e giacchina, goffi e carichi cercavamo di farci strada nella tormenta che limitava i nostri passi. Nella neve affondavamo fin sopra ai polpacci, trascinando bagagli ed atrezzatura dando l'impressione di essere proprio profani e fuori luogo.Mi guardavo intorno icredula, che anche quello che stavo vivendo fosse Sicilia.


La tavola era imbandita ed i camerieri li ad attenderci; altro che rifugio di montagna, il Sapienza ci accoglie come un hotel a quattro stelle, dotato di tutti i confort. Una tipica colossale abbuffata ci consola e ci rinquora, regalandoci un'atmosfera tipicamente siciliana.
Il mattino seguente vengo svegliata di buon ora da una forte luce che entrava dalla finestra, ed incuriosita mi affaccio. Non credevo ai miei occhi! un timido sole aveva fatto la sua comparsa ed i suoi raggi si riflettevano sul bianco del manto nevoso.
Aveva nevicato tutta la notte e fuori a stento si distingueva il paesaggio avvolto da più di mezzo metro di neve.
Senza esitare, e facendo attenzione a non svegliare le mie compagne, mi vesto di tutto punto come si conviene in queste condizioni e macchina fotografica in pugno mi precipito fuori. Regnava un magico silenzio, e quel deserto bianco non era ancora stato violato. Il panorama mi sembrava surreale perchè non mi trovavo sulle Alpi ma al sud; quello stesso Sud noto per il caldo,le spiagge e il mare, mi stava regalando un altro volto, quello che credevo appartenesse solo alle alte montagne di casa mia.
Incomincio a camminare nella neve fresca e tutt'intorno era pannoso! Sembrava di essere su di una grande torta, tutta ricoperta di panna!
Pochi passi e intravedo i crateri Silvestri e all'orizzonte il cielo si perdeva fino ad incontrare il mare.


Mi sentivo una privilegiata, perchè ero l'unica a godere di quello splendore, così unico e raro, per me mai visto prima.
Io che credevo di vedere una motagna arida ed infuocata, borbottante di fumi e di pietre, quasi inospitale, mi ritrovavo coccolata da quella neve tanto sperata.
Vengo avvolta da un senso di pace, quella profonda ed interiore che non ti aspetti di incontrare in un posto così, quella che molti cercano altrove in luoghi lontani, ma che io, con mia grande sorpresa ho incontrato lassù. Riesco a fare una bella passeggiata in solitaria scattando qualche foto. Annuso l'aria come un segugio, e respiro dopo respiro mi lascio trasportare da quella natura, cercando di immaginare come possa essere quel luogo nei periodi estivi quando arrivano orde di turisti incalliti a caccia di ricordini da portare via con se.


Il timido sole fatica a farsi largo tra le nuvole, e tutta quella pace viene ben presto interrotta dall'arrivo dei mezzi spazzaneve. Un rumore assordante di trattore irrompe alle spalle del primo cratere Silvestre e appena mi affaccio lo vedo sputare nell'aria il suo getto di neve fresca giù lungo il pendio, tracciando dietro di se la strada.
Decido così di fare rientro in albergo perchè ormai era giunta l'ora della colazione ed i miei compagni avrebbero incominciato a pensarmi dispersa. Ritorno sui miei passi in parte cancellati dal passaggio della strusa, fra le gelide occhiate dei due operai forse poco abituati a vedere una donna sola aggirarsi fra quelle montagnole.
Il cielo torna ad ingrigire, cala una fitta foschia e riprendono a cadere dei fiocchi. Queste sono zone dove il clima muta rapidamente, e dove gli scenari sono decisamente contrastanti a seconda della stagione.
Al mio rientro, gli amici, avevano già preso posto ai tavoli e riempito i piatti di ogni ben di dio, rassegnati a mangiare tutte quelle prelibatezze, offerte nel bufet ,quasi fosse l'unica consolazione per essere bloccati lassù.
Con un meteo così sfavorevole, salire al cratere era poco pensabile e troppo rischioso, ma il giorno sucessivo le condizioni davano un peggioramento, quindi non avevamo molte alternative, tentare comunque o rinunciare.
Decidiamo di sentire le guide vulcanologiche e quelli dell'osservatorio e dopo un breffing stabiliamo di vedere come evolve la situazione. Il meteo dava due ore di apertura in quota tra mezzogiorno e le quattordici, i vulcanologici danno l'ok dal punto di vista sismico, l'Etna appare molto tranquillo, ma le guide apine non hanno nessuna intenzione di schiodarsi dal calduccio, e persino la seggiovia non viene fatta partire, perchè c'eravamo solo noi come turisti .
Ma noi siamo gente del Nord, che vive ai piedi delle Alpi e le montagne,le ascolta e ci parla, il richiamo della vetta è sempre più forte. Decidiamo così a nostro riscio e pericolo di andare comunque.
Equipaggiati a dovere, e con il GPS che batte traccia decidiamo di tentare lo stesso la nostra salita attraverso la strada, nella speranza di arrivare in cima proprio nel momento in cui è prevista la tregua.
La nebbia alla partenza è disarmante, e la neve insistente, ma le temperature decisamente non proibitive. Il GPS indica il cammino, e passo dopo passo, uno in fila all'altro, saliamo pian piano. Visuale limitata alla vista del compagno che sta davanti, all'inizio non è molto allenttante l'escursione. Avverto un certo senso di disorientamento e di soffocante costrizione, perchè avanzare senza sapere dove mi trovavo mi procurava una certa ansia. La salita sembra essere più dura del previsto, e man mano che si sale di quota il fiato si fa più pesante.


Dopo più di due ore di cammino,quasi alla ceca, arriviamo alla Torre del filosofo, io praticamente esausta ed esasperata, convinta che tutta quella fatica non sarebbe servita a nulla.
Tutto sprecato senza che ne valesse il rischio, se non quello di farmi venire una fame boia al ritorno. Ma mi sbagliavo,sull'Etna il tempo cambia rapidamente e le strumentazioni ci avevano azzeccato. Quasi ad un tratto,proprio mentre mi stavo cambiando, smette di nevicare ed una leggera brezza ventosa incomicia ad acarezzarci.
Il cielo schiarisce, la nebbia si alza e si apre davanti ai nostri occhi uno spettacolo degno di ogni goccia di sudore sputata per arrivare làssù.

Come si apre il sipario, appaiono da prima i crateri sommitali ed alle nostre spalle la vetta dell'Etna con i suo 3400mt di quorta ed il suo borbottio fumante. Non posso che restare incantata difronte ad un tale spettacolo, perchè all'orizzonte a far capolino si vedeva il mare ed il golfo di Ragusa.Era la prima volta che vedevo terra, fuoco, ghiaccio incorniciati dal cielo e dalmare.

Non sapevamo quanto tempo effetivamente avevamo a disposizione prima che la tregua cessasse quindi non dovevamo sprecarlo. Agitati come formiche ci aggiravamo ai margini delle creste dei crateri Sommitali per non perderci nemmeno uno scatto, per assaporare quella natura straordinaria che disegnava forme e colori, regalandoci scenari straordinariamente unici.


Decidiamo di proseguire verso la cima, e di raggiungere il punto più alto prima che il cielo si chiuda di nuovo. La fatica si faceva sentire e l'aria diventava sempre più pesante. A fasi alterne una gelida brezza spalancava il cielo azzurro, per poi cedere alla forza delle nuvole che ci avvolgevano quasi a sbarrare la via. Alla fine, con andamento tranquillo e senza grandi problemi raggiungiamo la meta e il paesaggio che si apre alla nostra vista è davvero spettacolare.


All'apice il cratere e' straordinariamente affascinante, addormentato e tranquillo. Il calore della terra,lungo le fenditure ha impedito alla neve di depositarsi, disegnando geometrie e forme quasi lunari, ed i contrasti cromatici spaziavano dal bianco al nero per arrivare al rosso a seconda dell'incandescenza della superficie. La montagna sbuffava il suo riposo sornione, ed i suoi colori cambiavano a seconda della luce, dell'insistenza delle nuvole e l'esuberanza dei raggi del sole, il tutto incorniciato da un cielo azzurro topazio che solo in Sicilia si può vedere.
Mai avrei pensato ad un simile scenario, ma soprattutto che quella montagna mi avrebbe sorpreso in quel modo.
Io abituata a vedere le cime imbiamcate del Nord,non pensavo che anche un vulcano potesse farsi accarezzare dal gelo, rubando alle Alpi parte della loro magia.
Proprio quando credevo che le sorprese fossero finite, il bagliore fosforescente di uno sciatore mi acceca gli occhi. Un temerario più accanito di noi ci aveva preceduto e si stava godendo la discesa con gli sci come sulle più gettonate piste alpine.
Con invidiabile agilità volteggiava sulla neve fresca, come un surfista fa con le onde del mare, e la leggerezza dei suoi movimenti solcavano la candida neve del pendio graffiandola e traccianto geometriche linee ,come un pittore futurista fa sulla tela.
Una diagonale dopo l'altra la sua discesa era fulminea e dopo poco, era già verso valle. Mi sembrava irreale vedere uno sciatore sfidare L'Etna, il mio pregiudizio verso questa terra mi aveva impedito di pensarla come alta montagna, ma solo come vulcano.
Nel guardare l'orizzonte, cercavo di immaginare questo luogo, come potesse essere spoglio di quel candore ed in piena eruzione, invidiando quelli che qui ci vivono o ci lavorano, spettatori affascinati ed a volte impotenti difronte alla straordinaria magnificenza di madre natura.






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avatarjunior
inviato il 19 Dicembre 2016 ore 20:48

Solo per la salita a piedi con la neve e la nebbia hai la mia stima.Racconto e foto gradevoli;Peccato per l'assenza di figure umane.

avatarjunior
inviato il 19 Dicembre 2016 ore 22:37

Buonasera Rame00,ne ho moltissime di foto della nostra salita, ma ho preferito dare spazio al paesaggio che mi è rimasto nel cuore.

avatarjunior
inviato il 23 Dicembre 2016 ore 0:13

Brava, certo una faticaccia ma ne valeva la pena, e un doppoio brava per il racconto.

avatarjunior
inviato il 23 Dicembre 2016 ore 9:09

Ciao

Belle foto accompagnate dalle sensazione con il tuo racconto...

Quando sento le persone parlare in questo modo mi ricorda un film inglese dal titolo; l'uomo che salì sulla collina e scese dalla montagna

In questo caso; l'uomo che salì sul vulcano e scese dalla montagna o viceversa!

Questo trailer ti può essere d'aiuto per le sensazione da te provate, è un trailer di un lavoro fatto dai fratelli D'Agata, mi dispiace che non sia completo...

Ciao e ancora brava




avatarjunior
inviato il 23 Dicembre 2016 ore 19:03

Grazie Yeshua911.

avatarsenior
inviato il 23 Dicembre 2016 ore 19:31

Splendido racconto.

avatarsenior
inviato il 23 Dicembre 2016 ore 20:07

Capisco benissimo l'emozione che hai provato nell'incontrare l'Etna, quella che per noi siciliani è "a muntagna", capace di regalare scenare di ogni tipo, in qualsiasi periodo dell'anno. Ci tornerai mille volte, e mille volte la troverai diversa dalla precedente. ;-)
Complimenti per il racconto appassionato e per le foto che lo accompagnano.
Buon Natale! Sorriso

Raffaele

avatarjunior
inviato il 24 Dicembre 2016 ore 22:01

Ciao Raffaele grazie per il tuo commento. BUON NATALE anche a te??

avatarsenior
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 11:20

I tuoi articoli conditi da stupende foto non smettono mai di stupirmi...Tanti complimenti e tanti auguri di buon NataleSorrisoSorrisoSorriso

avatarjunior
inviato il 25 Dicembre 2016 ore 19:47

Ciaooooo Marco......grazieeeee tantissimi auguri anche a te. Un abbraccio.

avatarjunior
inviato il 31 Dicembre 2016 ore 16:59

a febbraio vado in Sicilia proprio in questa zona. mi date info tecniche sul percorso\i per salire in cima?punti di riferimento ecc?
grazie.

avatarjunior
inviato il 31 Dicembre 2016 ore 20:09

Ciao Luc 82 dal Sapienza puoi salire in quota con la seggiovia che ti porta circa a 2200mt. Poi c'è la strada che meteo permettendo è battuta fino alla torre del Filosofo a circa 2900mt. Poi salì alla vetta se già tracciata dalla guida oppure se hai i GPS. Puoi salire solo con guida alpina e vulcanologia a seconda delle situazione del cratere e della sua attività. Quando siam saliti noi era a nanna totale. Ti consiglio il pernottamento al Sapienza che ha costi accessibili e ottimo servizio. Noi avevamo il presidente CAI Catania che ci ha dato supporto logistico altrimenti devi noleggiare una macchina. Vi sono anche servizi pubblici che però in caso di neve come per noi suniscono cancellazioni.

avatarsenior
inviato il 31 Dicembre 2016 ore 21:20

Bellissimo articolo. Belle le foto, ma anche i testi. La postproduzione fa molto "pellicola".

avatarjunior
inviato il 31 Dicembre 2016 ore 21:53

Ciao bel reportage...io sono siciliano e ti consiglio di salire sullo stromboli se gia non ci sei stata..un'altra esperienza unica...potrai godere dell attività stromboliana del vulcano che rende giustizia alla fatica della risalita ...se vuoi farti un' idea guarda nelle mie gallerie...buon anno.?

avatarjunior
inviato il 01 Gennaio 2017 ore 10:39

Grazie Giuseppe. Sullo Stromboli sono andata due anni fa esperienza indimenticabile. Guarderò con molto interesse le tue gallerie ti se ha voglia leggo l'articolo che gli ho Dedicato. "Iddu.... silenzio parla la montagna"?





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