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Islanda 2016, Parte II


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Islanda 2016, Parte II, testo e foto by Juza. Pubblicato il 03 Gennaio 2016; 340 risposte, 90533 visite.


(nota: potete trovare un articolo dedicato alla preparazione del viaggio qui: Islanda 2016, Parte I)


Italia, Austria, Germania - 1 Gennaio 2016. Si parte!

Primo gennaio, giornata nebbiosa con temperature attorno allo zero... siamo partiti a metà mattinata, in direzione Brennero. Passando dall'Austria invece che dalla Svizzera si evitano un pò di formalità doganali, e si risparmia qualche soldo: il tratto di autostrada dal Brennero fino a Innsbruck Sud non richiede la 'vignetta' austriaca, una sorta di pedaggio a forfait che invece si paga sulle altre autostrade dell'Austria. Per arrivare in Germania senza spese, dopo Innsbruck bisogna evitare l'autostrada A12 suggerita dal navigatore, e invece uscire a Innsbruck Sud, prendere la statale 171, proseguire sulla 189, e quindi prendere la 179/E532 in direzione nord. E' una deviazione di una ventina di km che vi risparmierà una ventina di euro :-) Una volta passato il confine si torna in autostrada, sulla Autobahn 7 della Germania; qui per fortuna tutte le autostrade sono gratuite.

Il navigatore della S5, probabilmente dotato di uno spirito particolarmente romantico, ci ha fatto fare diverse 'deviazioni panoramiche', evitando scorrevoli tratti di autostrada per passare in mezzo a paesini sperduti! Non che la cosa mi dispiaccia, siamo addirittura in anticipo sulla tabella di marcia quindi fa piacere perdersi tra caratteristici paeselli e maestose montagne!


La mitica S5 durante una breve pausa in Austria.

Una volta ritrovata l'autostrada, l'Autobahn 7 in Germania, abbiamo proceduto rapidamente e ora siamo nei pressi di Wurzburg; ad ora abbiamo mantenuto una media di circa 8 km/litro, ma tutto sommato la spesa è contenuta visto che qui la benzina costa veramente poco (in Austria abbiamo fatto un pieno a 1.08 euro/litro, e in germania a 1.35 euro/litro per la Super Plus). Se non ci saranno imprevisti o particolari rallentamenti, arriveremo in Danimarca domani mattina, con quasi un giorno di anticipo sul traghetto...coglieremo l'occasione per qualche passeggiata sulle coste Danesi!


Germania e Danimarca - 2 Gennaio 2016. Pirati dei sette mari!

Un covo di pirati, ecco dove siamo finiti! Ma lasciate che vi racconti come siamo arrivati qui... dopo la pausa nel sud della Germania, siamo ripartiti, decisi a proseguire finchè eravamo in forma. Abbiamo trovato la strada ben poco trafficata, scorrevolissima; temperatura di qualche grado sopra lo zero e niente pioggia. Verso le due di notte cominciavo a sentire qualche segno di cedimento, così ci siamo fermati a dormire nel mio Hotel Quattro Ruote :-) Dubito che l'Audi S5 sia stata usata spesso per questo scopo!

Audi S5 in modalità notte :-)

Dopo un'ora e mezza ci siamo rimessi in marcia; il breve sonno è stato sufficiente a recuperare le energie, nel buio profondo della notte il nostro cavallo d'acciaio divora la strada deserta. Ogni tanto si ferma ad abbeverarsi, per noi il tempo di sgranchire le gambe, e poi di nuovo sul nastro d'asfalto...

Sono le nove di una mattinata fredda e ventosa quando arriviamo a Hirstshals, piccolo paese portuale sull'estrema punta della Danimarca. Visto che il traghetto partirà la mattina del 3 gennaio, cerchiamo un riparo per la notte e mentre attraversiamo il porto vediamo un hotel dall'aspetto così vecchio, povero e trasandato che immediatamente ce ne innamoriamo. Suoniamo alla porta (immaginatevi la porta sul retro di un magazzino) e da una finestra vicina spunta una mano che ci porge la chiave. Apriamo, sempre più incuriositi, e ci troviamo avvolti in una nuvola di fumo - cinque personaggi che sembrano usciti da un romanzo di Salgari stanno seduti attorno a un vecchio tavolo, fumando come turchi. Sono tre vecchi marinai (uno dei quali il proprietario dell'albergo) e due bizzarre donne sulla cinquantina. Si staccano un attimo dai loro bicchieri di whiskey e danno un caloroso benvenuto a me e al mio compagno di viaggio, parlando un pò in inglese un pò in danese.

Dopo due chiacchiere con i nostri pirateschi amici, riusciamo ad avere una piccola stanza per due soldi, un piccolo buco con due letti e vista sul porto dove finalmente ci riposiamo un pò.




Il resto della giornata - poche ore di luce, qui il sole tramonta prestissimo - è dedicata a una passeggiata per le vie del paese e lungo la spiaggia, fino a raggiungere il faro sferzati da un vento gelido e da una pioggerella ghiacciata. Questa notte recupererò un pò di sonno arretrato, e domani inizia la seconda parte del nostro lungo trasferimento, 1500 chilometri nell'oceano Atlantico!


Oceano Atlantico, 3 Gennaio 2016 - Su navi per mari...

L'oceano Atlantico! Una sterminata prateria dove non crescono alberi, ma solo onde, un campo che si estende all'infinito e ci circonda; un orizzonte senza limiti che sfuma in lontananza tra le nuvole cupe...

Abbiamo lasciato la terraferma questa mattina, su una spiaggia gelida, con un vento impietoso che ci gelava le mani e ci soffiava la sabbia sul viso; ci siamo imbarcati e ora siamo veramente separati dal resto del mondo; la nave è il nostro universo, gli altri passeggeri sono i nostri compatrioti in questa nazione a sè stante, circondata dal blu dell'oceano per migliaia di chilometri.

Ci siamo seduti di fronte a due grandi finestre da cui osserviamo la scia della nave che sparisce tra le onde; gli interni sono illuminati da un'accogliente luce calda, mentre dalla finestra il paesaggio è tutta una sfumatura di blu e azzurro, ogni tanto interrotta da qualche raggio di sole che penetra tra le nuvole. E' uno spettacolo di una bellezza indicibile, una vista sempre uguale e diversa allo stesso tempo: c'è sì solo acqua a perdita d'occhio, ma è un continuo mutamento, un frangersi di onde, una trasformazione incessante che non mi stancherei mai di guardare...


Noi e i nostri compagni di navigazione siamo i fortunati che possono ammirare a questo spettacolo; penso agli altri due amici che sono partiti questa mattina e raggiungeranno l'Islanda in aereo, pigiati su scomodi seggiolini in un tubo di metallo dall'aria asettica, quasi 'ospedaliera', mentre noi qui abbiamo una nave intera! Otto ponti, centosessanta metri, centinaia di stanze che possono ospitare fino a 1500 persone... anche se in questo viaggio siamo ben di meno; sono pochi quelli che si imbarcano d'inverno per l'Islanda, e gli ampi ambienti del traghetto sono tranquilli, silenziosi e rilassanti. La nostra stanza misura pochi metri, non ha finestre ed è condivisa con altri due ragazzi - un francese e un danese - ma non è altro che un riparo dove dormire; la giornata trascorre in giro per il traghetto. L'ottavo ponte, quello più alto, è aperto e usciamo a prendere una boccata d'aria; cade una neve leggera ma, trovandoci in un punto un pò riparato, non patiamo troppo il freddo. Sul retro del ponte, in una zona un pò appartata, ci sono alcune ampie vasche a idromassaggio (sì, all'aperto!) ora riempite solo da qualche fiocco di neve.

Ora dopo ora, ci addentriamo sempre più nell'oceano Atlantico; davanti alla finestra, il mio compagno di viaggio disegna e io scrivo; la fievole luce del giorno che filtrava dalle nuvole è già sparita a metà pomeriggio, e mentre nella nave le luci calde ci avvolgono sempre più, al di là del vetro il blu ha lasciato il posto a un buio profondissimo, senza luci di città, senza stelle nè luna, senza nessun rumore se non quello della nostra nave che attraversa i campi di onde.



Oceano Atlantico, 4 Gennaio 2016 - Smyril Norrona

Immaginate di poter girare liberamente tra i lunghi corridoi e le innumerevoli porte della Norrona, la nostra nave: con una piccola passeggiata di fantasia (ovviamente per noi passeggeri certe zone sono off limit) vi porterò ad esplorare questa città galleggiante. Dai ponti superiori, quelli liberamente accessibili a tutti, scendiamo di quattro piani, passando i ponti tre e quattro dove abbiamo lasciato le auto. Al livello più basso, in una zona rigorosamente chiusa ai non addetti ai lavori, ci troveremo di fronte al cuore pulsante della Norrona: quattro motori Caterpillar MaK M43C, 6 cilindri in linea da 7340 cavalli, per un totale di circa 30000 cavalli di potenza. Ancora più impressionante è la cilindrata: 8.500.000cc, una misura che fa impallidire i 4.200cc della nostra Audi S5. I quattro leviatani lavorano incessantemente per spingere il traghetto, lungo 165 metri e largo 30, a una velocità attorno ai 21 nodi, cioè 38 chilometri all'ora.

Se potessimo tuffarci nel mare gelido e agitato e dare un'occhiata sotto la nave, vedremmo tutta questa potenza far girare furiosamente la grandi eliche; sui lati, invece, due stabilizzatori aiutano a mantenere il pavimento in orizzontale in caso di mare molto mosso. Risalendo a bordo e addentrandoci nei piani superiori, incontreremmo una varietà di cabine: quelle più povere, dove noi alloggiamo, hanno quattro letti, un piccolo bagno e nessuna finestra; altre hanno un piccolo oblò da cui sbirciare le onde; altre ancora, le più lussuose, hanno spazi degni di una camera d'albergo, grandi finestre, tavolo e poltrona. A meno che non siate in dolce compagnia, però, vi consiglio la sistemazione più spartana: i generosi spazi e le enormi vetrate della aree comuni compensano ampiamente alla modesta cuccetta.

Infine, il nostro amico immaginario potrebbe salire sui ponti di comando, dove il capitano e gli uomini dell'equipaggio dirigono la nave. Qui troviamo anche una giungla di antenne, sensori e apparecchi vari, tra cui l'antenna che ci dà la tanto preziosa, anche se flebile, connessione satellitare, il nostro unico legame col resto del mondo. Questa è la nostra città e casa: qui trascorriamo le giornate di fronte ai vetri tappezzati di salsedine, guardando l'oceano infinito.


Da sinistra a destra: la vista dalle finestre dove passiamo buona parte della giornata; il ponte 8, aperto, dove respirare l'aria gelida dell'oceano; una delle vasche con vista sul mare; la pista di atterraggio per elicotteri e, in lontananza, le isole Shetland; zona off limit; la nostra stanza e il mio compagno di viaggio pronto a stappare una bottiglia di vino.

Oggi ci siamo svegliati verso le sette, ancora avvolti dall'oscurità; abbiamo guardato il cielo nuvoloso rischiararsi lentamente, finchè tutto è diventato di nuovo una sfumatura d'azzurro. In tarda mattinata abbiamo fatto quella che è la nostra colazione, pranzo e cena, e intanto il traghetto è ormai lontano dalla costa danese che abbiamo lasciato ieri. Verso mezzogiorno sfioriamo le isole Shetland, e dopo altre 12 ore di navigazione faremo una brevissima sosta alle isole Faroe, poi di nuovo in rotta verso l'Islanda!


Oceano Atlantico e Islanda, 5 Gennaio 2016 - Avventura!

La nave si è svuotata! Da pochi che eravamo, siamo diventati pochissimi, 14 per la precisione: ieri notte, verso l'una, siamo ripartiti dopo una breve sosta alle Faroe, dove buona parte dei passeggeri ha lasciato la nave. Non che ci fosse molta vita, ma vedere tutti i corridoi, gli ambienti comuni, la mensa, tutto deserto, è una strana sensazione. Non mi lamento: anzi, mi piace l'idea di andare in un posto dove nessuno vuole andare. L'oceano oggi è più cupo che mai; ha un colore ardesia scuro, sovrastato da un cielo plumbeo. Le onde sono meno alte, non si frangono; l'acqua ha l'aspetto di un vetro ruvido.

Torshavn, la piccola capitale delle Faroe, durante la sosta notturna.

In tarda mattinata le nubi si diradano e, assieme al sole, arriva una notizia inaspettata: abbiamo ben cinque ore di anticipo, quindi arriveremo verso le 16 invece che alle 21. Così penso: bene, sbarchiamo, in dieci minuti arriviamo a Egilsstadir, e poi abbiamo tempo in abbondanza per riposarci. Non potrebbe essere andata più diversamente! Poco prima di tornare alle auto, un ragazzo danese ci chiede un passaggio: l'auto è già stracarica, ma... è un'avventura, no? e allora viaggiamo pure un pò scomodi, sali ragazzo! La nostra buona azione ci ripaga presto, anzi prestissimo: visto che ci sono solo otto auto sbarcate, la dogana le controlla tutte, e noi ovviamente siamo oltre il limiti di cibo e alcolici. Proviamo una tattica molto volkswageniana - ammettiamo tutto, colpa nostra, nostra grandissima colpa... ma aimè questo non commuove il solerte doganiere. La terza persona a bordo però significa il permesso per altri 3 kg di provviste e tre bottiglie di vino, così ce la caviamo con una piccola multa... tutto sommato, un piccolo prezzo per tener alta la bandiera della buona cucina :-)

La visita alla dogana però ci fa perdere parecchio tempo; sono ormai le 18.30 quando finalmente ci rimettiamo in auto, assieme al nuovo amico che probabilmente avrà pensato di esser finito in macchina con due pazzi contrabbandieri. Nel frattempo, ha cominciato a nevicare...impieghiamo circa 40 minuti per percorrere pochi chilometri, talvolta la visibilità è nulla e procediamo a passo d'uomo, il vento è così forte che fa sbandare l'auto - per fortuna senza conseguenze, visto la ridottissima velocità e la buona tenuta dell'Audi. Talvolta la neve è così alta che l'auto tocca e quasi si blocca, ma alla fine il valoroso V8 ci porta a destinazione: il Birta Guesthouse, una graziosissima casetta con sei camere, tutte ampie, curate e pulitissime. Un paradiso!

Il primo assaggio di islanda è molto... innevato! :-)

Con grande sorpresa, qui ritroviamo uno dei nostri compagni di stanza del traghetto, oltre a una ragazza americana e ad altri due giovanotti. Quale occasione migliore per stappare una bottiglia del vino che ci ha fatto così tanto penare alla dogana? Così la serata vola tra chiacchiere e risate, una compagnia fantastica: ragazzi gioviali, sempre col sorriso sulla bocca e con una storia da raccontare. Queste sono le strade che amo percorrere!


Islanda, 6 Gennaio 2016

Sono passati sei giorni da quando abbiamo lasciato l'Italia, e ora eccoci sulle strade ghiacciate dell'Islanda! Questa mattina siamo partiti verso le 7, avvolti dall'oscurità; la strada è completamente innevata, e impieghiamo tre ore e mezza per raggiungere Godafoss, la pittoresca cascata dove ci siamo dati appuntamento con gli altri due compagni di viaggio. La temperatura va dai 10 ai 15 gradi sotto lo zero; dopo pochi minuti l'auto è in buona parte coperta di neve e ghiaccio. A parte qualche sensore impazzito però non abbiamo grossi problemi; ovviamente la guida in queste condizioni richiede grandissima prudenza e velocità molto moderate.

L'Audi S5 a quindici gradi sotto lo zero.

E' quasi mezzogiorno quando raggiungiamo i due compari, che invece sono arrivati a metà nottata e hanno dormito in macchina. La cascata è completamente avvolta da un manto invernale; il gelo mette a dura prova le batterie delle fotocamere e le nostre mani. Tentiamo anche un volo col drone (un DJI Phantom 3 Pro), ma le temperature bassissime causano malfunzionamenti alla strumentazione e dopo poco il drone finisce rovinosamente sulla neve, per fortuna senza danni. Luce non è delle migliori, ma la scena merita comunque una foto!


Visto che le condizioni meteo sono avverse, troviamo un grazioso ostello nella zona dove passeremo in prossimi due giorni. Questa volta l'ampia struttura è totalmente deserta; avvolti dal silenzio e da un confortevole calore, pianifichiamo gli spostamenti per i prossimi giorni. Esploreremo un'Islanda totalmente diversa dal quella del mio viaggio precedente; un paesaggio avvolto dal gelo, meno colorato ma non meno ricco di magia!


Islanda, 7 Gennaio 2016 - Vento e ghiaccio!

La temperatura è salita attorno allo zero, in compenso oggi ci ha tenuto compagnia il vento: prima forte, durante le foto a Selfoss, e poi fortissimo a Dettifoss. Siamo partiti verso le nove e in un paio d'ore, dopo aver guidato in mezzo a un meraviglioso paesaggio innevato, abbiamo raggiunto queste due grandi cascate, poste a meno di un chilometro una dall'altra. Una volta trovato il punto di ripresa più promettente, abbiamo atteso, atteso, atteso... tutto invano: il sole è sempre rimasto nascosto dietro le nuvole, la luce che speravamo di vedere non è arrivata. Il posto merita comunque una foto, se non altro per la fatica fatta ad aspettare per ore circondati solo dal freddo!

La bella cascata di Selfoss.

La piccola Sony A5100 al lavoro!

Un pò più tardi, riprendiamo il cammino verso Dettifoss. Qui il vento è qualcosa di insostenibile...è talmente forte che si fatica a stare in piedi; come se non bastasse, dei piccoli frammenti di ghiaccio vengono sollevati e ci arrivano addosso come proiettili, in certi momenti sono costretto a camminare con gli occhi semichiusi per non essere accecato dai dardi ghiacciati. Scattare foto in queste condizioni significa lottare con gli elementi: ovviamente è impossibile avere un supporto stabile; sono necessari alti ISO e vari tentativi per avere qualche foto nitida. Quando non riusciamo più a resistere, ci avviamo verso l'auto, mai più di ora abbiamo desiderato un riparo caldo e senza vento!


L'Islanda d'inverno è un posto estremamente inospitale, ma nella sua durezza ha una grande bellezza; dai finestrini coperti di ghirigori di ghiaccio vedo passare monti e pianure ondulate coperte da uno splendore bianco, una vastità dove non si vede traccia dell'uomo.


Islanda, 8 Gennaio 2016

Aspettare o ripartire? Di fronte a condizioni meteo tutt'altro che favorevoli - ancora una volta abbiamo trovato cielo coperto - è difficile scegliere se restare ad aspettare in un posto, sperando che si sposti qualche nuvola ed esca uno spiraglio di luce, oppure spostarsi a qualche decina di km in cerca di condizioni migliori. Alla fine abbiamo lasciato la cascata di Godafoss, circondata dalle nubi, dirigendoci verso est, dove rimaneva un piccolo spiraglio arancione nel cielo. La meta era Grjotagja, una piccola grotta allagata da acqua calda nella zona del Myvatn. La lava che scorre in profondità nel sottosuolo riscalda l'acqua a 50 gradi; i pochi raggi di sole che penetrano tra le fessure della roccia creano sfumature di colore tra l'azzurro e l'arancione. Sopra la grotta, un piccolo canyon roccioso emerge dal paesaggio innevato.


Anche il percorso stesso per arrivare fino lì merita di essere raccontato. Una volta lasciata la Ring Road a Reykjahlio, abbiamo imboccato la 848, e da qui la 860...purtroppo dalla parte più difficile: uno sterrato coperto da uno spesso strato di neve ghiacciata, con profondi solchi scavati dal passaggio delle superjeep islandesi. E' stata la guida più impegnativa fatta finora: la S5 procedeva lentamente, talvolta toccando nei punti dove i solchi erano più profondi e la neve più alta; nei tratti più impegnativi sono sceso per fare un sopralluogo a piedi della strada davanti e me e capire i punti migliori su cui far scorrere le ruote, cercando di non scivolare in un solco. Nonostante tutto ce l'abbiamo fatta: dove sono arrivati i poderosi fuoristrada islandesi, è arrivata anche la S5 :-)


Dopo aver scattato qualche foto, ci siamo rimessi in marcia per il lungo trasferimento fino a Hvammstangi, sulla costa ovest. Passiamo per Akureyri, la capitale del nord: una "capitale" di appena 18000 abitanti, pochi per i nostri standard, ma tantissimi per un posto desolato e scarsamente abitato come il nord dell'Islanda. Si è ormai fatta notte; la strada a volte è completamente innevata, il forte vento soffia la neve sulla strada formando cumuli e disegni in continuo mutamento. Le ultime ore trascorrono senza difficoltà su strada più pulita, fino ad arrivare in una meravigliosa casetta dove trascorreremo la notte (purtroppo ancora cielo coperto, quindi niente aurora, speriamo che il meteo migliori nei prossimi giorni!).


Islanda, 9 Gennaio 2016

Gli elementi della natura plasmano i nostri pensieri. Se ieri 'neve' e 'ghiaccio' erano le parole che ricorrevano più spesso nella mia mente, oggi è 'vento'. Un vento incessante che gela le mani e intorpidisce il viso; il fruscio dell'erba secca che ondeggia nell'aria, il fischio delle folate tra le rocce. Dopo aver lasciato la splendida casetta dove abbiamo dormito, che ho scoperto solo questa mattina essere in riva al mare (ieri eravamo arrivati a notte fonda), percorriamo una serie di lunghi sterrati per visitare prima la cascata di Kolugljofur, e quindi la Hvitserkur, una roccia la cui bizzarra forma ricorda un rinoceronte, o nelle leggende locali un troll.

Qui incontriamo anche un altro gruppo di fotografi, tra cui Alessio 'Perbo'... in questo viaggio c'è già capitato di incontrare, in modo completamente casuale, altri ragazzi del forum; è sempre un piacere incontrare di persona le conoscenze 'virtuali' di JuzaPhoto!





Nel frattempo il vento è un pò calato e si riesce a fotografare con meno fatica; le foto migliori della giornata però sono quelle faticosamente scattate a Kolugljofur, con la cascata avvolta dalla neve e il sole, bassissimo sull'orizzonte, che dipingeva la neve di sfumature dorate. Devo dire che sono più che soddisfatto della scelta di portare la Sony A5100: a parte la durata delle batterie che col freddo lascia a desiderare, per il resto non mi ha fatto rimpiangere fotocamere più professionali; le foto che ho scattato con questa economica mirrorless non sarebbero state migliori se fossero state scattate con reflex da migliaia di euro... i paesaggi in diurna non richiedono attrezzatura particolarmente specializzata, se non un paio di ottiche di qualità. Fino ad ora ho scattato con Sony 16-70 e col classico Sigma 8-16; non ho ancora avuto modo di sperimentare il Samyang 12mm, visto che da quando siamo sbarcati abbiamo trovato cielo sempre coperto durante la notte.

Le foto, però, non sono che una delle tante componenti di questo viaggio: anche quando non fotografiamo, gli occhi si riempono di meraviglia nel vedere i paesaggi che attraversiamo; le strade sterrate su cui sto guidando si snodano tra montagne ondulate, chiazze di neve, torrenti e cascate; in lontananza deboli onde lambiscono spiagge di sabbia nera, mentre il sole sparisce all'orizzonte.




Islanda, 10 gennaio 2016 - Formiche su un sasso

10 gennaio 2016. La temperatura è di un paio di gradi sotto lo zero e il cielo è inaspettatamente limpido - dico inaspettatamente perchè le previsioni meteo davano coperto, e ancora una volta la realtà è ben diversa: un cielo azzurro solcato da qualche nuvola in lontananza; la luce del sole, sempre delicata e dorata, illumina il bel paesaggio. Abbiamo di fronte a noi il Kirkjufell, piccolo monte il cui nome significa letteralmente 'Montagna Chiesa', e le vicine cascate, ora quasi completamente ghiacciate. Nel tentativo di raggiungere i migliori punti di ripresa, due dei miei compagni di viaggio - Max e Niky - cadono rovinosamente sulla neve ghiacciata, fermandosi a un metro dal bordo della cascata. Fortunatamente l'unica vittima è un filtro neutro, ma in queste condizioni è meglio stare qualche metro più indietro piuttosto che rischiare la pelle.


Il resto della giornata è dedicato alla visita di varie zone della costa, tra cui la spiaggia di Djupalon, dove varie formazioni di origine vulcanica creano un paesaggio pazzesco...ma non è solo la vista ad essere incantata; anche i suoni sono qualcosa di stupefacente... quando arriviamo di fronte al mare, sento il suono di migliaia di sassi - i piccoli sassi neri, tondeggianti, che formano la spiaggia - fatti rotolare dalle onde. E' come un coro dove un numero infinito di voci si fondono per creare un suono fortissimo, avvolgente, una voce... la voce del mare e delle rocce.


Siamo ormai a metà di questo lungo viaggio; sono passati dieci giorni da quando abbiamo lasciato l'Italia, e altri dieci trascorreranno qui in Islanda. Che dire di questo paese? Selvaggio, primordiale, alieno, sono gli aggettivi che trovo più appropriati per descrivere questa grande isola, per buona parte disabitata, i cui paesaggi sono plasmati dai ghiacciai e dall'attività vulcanica. Mentre questa mattina guardavo i miei compagni di viaggio in lontananza, piccoli puntini colorati sulla spiaggia nera di Djupalon, pensavo a come assomigliamo a piccole formiche che si arrampicano su un sasso; a quali forze enormi hanno plasmato questo paesaggio, a quanto siamo deboli e fragili in confronto.



Islanda, 11 e 12 Gennaio 2016

L'undici gennaio ci siamo trasferiti dal kirkjufell a Reykholt, minuscolo paesello nella zona del 'Golden Circle', così chiamata perché nell'arco di pochi chilometri si concentrano varie cascate, paesaggi spettacolari e geyser. Per tutta la giornata c'è stato cielo coperto e nevicate; per oltre 200km abbiamo guidato su una lastra di ghiaccio con sopra un pò neve. La S5, bassa e senza gomme chiodate, è al limite in queste condizioni; bisogna guidare con estrema prudenza, e anche così ogni tanto perde aderenza. Quando arriviamo al nostro alloggio, una deliziosa casetta in mezzo al nulla, ci rendiamo conto di quanto siamo isolati: il cellulare non prende, il vicino paesello è pressoché deserto e per trovare un supermercato dove rimpinguare le provviste dobbiamo guidare per un'altra ora.


Il giorno dopo la situazione meteo è molto migliore; il cielo è abbastanza limpido, l'aria è gelida, siamo a -7 gradi e c'è un vento che ghiaccia le mani. Visitiamo la cascata di Gullfoss e il famoso geyser di Strokkur. Quest'ultimo è diventato una meta turistica molto inflazionata e, nonostante sia gennaio, arrivano addirittura autobus pieni di turisti; la folla che c'è qui è impressionante. Tutti a fotografare con compatte, reflex, mirrorless, cellulari, insomma, qualsiasi cosa possa far foto: la maggior parte della gente però sembra più intenta a fotografare sè stessa che il geyser... la moda del 'selfie' non risparmia neanche le gelide terre islandesi. Poco ispirato dell'affollato geyser, ne approfitto per fare una passeggiata nel parcheggio per vedere i fantastici fuoristrada i islandesi, dei veri monster truck che mi lasciano sempre a bocca aperta. Colgo anche l'occasione per fare un pò di manutenzione alla S5; la neve ghiacciata che si è accumulata sotto la macchina ha ridotto a zero lo spazio tra ruota e passaruota e va faticosamente tolta per riuscire a manovrare l'auto.


Con le previsioni meteo che volgono al meglio, ripartiamo nel primo pomeriggio per spostarci nella costa sud, dove trascorreremo gli ultimi sette giorni di viaggio. Questa sera le condizioni sono propizie per fotografare l'aurora boreale: il cielo è limpido, non c'è luna e per le prossime 24 ore non sono previsti annuvolamenti; ho preparato la piccola Sony A5100 col Samyang 12mm f/2.0, indispensabile per le foto nell'oscurità. Questa notte passerà in attesa dell'aurora!


Islanda, 13 Gennaio 2016

Alla fine l'abbiamo vista! Dopo quasi due settimane, finalmente abbiamo trovato una notte di cielo limpido, e abbiamo potuto ammirare l'aurora boreale! Come spesso accade, quando è arrivata l'aurora più bella non eravamo nel posto che avevamo previsto - così ci siamo fermati al bordo della strada, e abbiamo notato che di fianco a noi c'era un piccolo lago ghiacciato. E' stata la prima occasione per utilizzare sul campo il Samyang 12mm f/2.0: questo piccolo obiettivo, pagato una cifra irrisoria, si è dimostrato eccezionalmente buono; molto nitido anche a diaframma tutto aperto, con una resa addirittura migliore degli obiettivi che avevo usato gli anni scorsi, i ben più costosi Canon 16-35mm e 24mm f/1.4. Ho scattato quasi sempre a 1600 ISO, con tempi tra gli 8 e i 15 secondi; grazie al diaframma luminoso del Samyang è possibile fotografare l'aurora anche con una fotocamera APS-C.

Sony A5100, Samyang 12mm f/2.0 NCS CS, 10 sec f/2.0, ISO 1600, treppiede. Come sempre, cliccate sulla foto per ingrandirla!

Abbiamo fotografato finchè siamo riusciti a resistere al freddo, al vento e alla stanchezza; erano circa le due di notte quando siamo tornati all'ostello, guidando lungo la strada deserta e ghiacciata. Dal tetto in vetro dell'auto potevamo ancora vedere gli ultimi barlumi dell'aurora boreale.

Il mattino seguente, ripartiamo lungo la ring road percorrendo la costa sud. Oggi il cielo è terso e una bella luce dorata ci accompagna per tutto il giorno; attraversiamo paesaggi lunari, campi di roccia lavica, spiagge nere come la pece; praterie coperte di neve che in lontananza spariscono tra belle montagne e ghiacciai. Mi fermerei a fotografare ogni dieci metri! Ma abbiamo parecchi chilometri da percorrere e non possiamo fermarci spesso, così tante volte scatto al volo col cellulare durante la guida; anche se non sono foto particolarmente studiate, rendono bene l'idea del viaggio, del paesaggio che scorre davanti ai miei occhi mentre guido la S5 sulle insidiose strade islandesi.




L'avventura continua! Potete trovare la terza parte dell'articolo qui: Islanda 2016, parte III



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avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 16:04

la connessione a internet funziona in mare aperto?

avatarjunior
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 16:16

se hanno un collegamento satellitare si , ormai cosa normale su navi da crociera dove sono installate antenne cellulari che instradano via satellite, ma non credo lo userebbe mai visto i costi altissimi........

avataradmin
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 16:29

Sì, vi sto scrivendo da una (lentissima) connessione satellitare!

Il costo è tutto sommato accettabile, stiamo usando il wi-fi del traghetto con 48 ore per 21 euro :-)

avataradmin
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 16:50

Oceano Atlantico, 3 Gennaio 2016 - Su navi per mari...

L'oceano Atlantico! Una sterminata prateria dove non crescono alberi, ma solo onde, un campo che si estende all'infinito e ci circonda; un orizzonte senza limiti che sfuma in lontananza tra le nuvole cupe...

Abbiamo lasciato la terraferma questa mattina, su una spiaggia gelida, con un vento impietoso che ci gelava le mani e ci soffiava la sabbia sul viso; ci siamo imbarcati e ora siamo veramente separati dal resto del mondo; la nave è il nostro universo, gli altri passeggeri sono i nostri compatrioti in questa nazione a sè stante, circondata dal blu dell'oceano per migliaia di chilometri.

Ci siamo seduti di fronte a due grandi finestre da cui osserviamo la scia della nave che sparisce tra le onde; gli interni sono illuminati da un'accogliente luce calda, mentre dalla finestra il paesaggio è tutta una sfumatura di blu e azzurro, ogni tanto interrotta da qualche raggio di sole che penetra tra le nuvole. E' uno spettacolo di una bellezza indicibile, una vista sempre uguale e diversa allo stesso tempo: c'è sì solo acqua a perdita d'occhio, ma è un continuo mutamento, un frangersi di onde, una trasformazione incessante che non mi stancherei mai di guardare...



Noi e i nostri compagni di navigazione siamo i fortunati che possono ammirare a questo spettacolo; penso agli altri due amici che sono partiti questa mattina e raggiungeranno l'Islanda in aereo, pigiati su scomodi seggiolini in un tubo di metallo dall'aria asettica, quasi 'ospedaliera', mentre noi qui abbiamo una nave intera! Otto ponti, centosessanta metri, centinaia di stanze che possono ospitare fino a 1500 persone... anche se in questo viaggio siamo ben di meno; sono pochi quelli che si imbarcano d'inverno per l'Islanda, e gli ampi ambienti del traghetto sono tranquilli, silenziosi e rilassanti. La nostra stanza misura pochi metri, non ha finestre ed è condivisa con altri due ragazzi - un francese e un danese - ma non è altro che un riparo dove dormire; la giornata trascorre in giro per il traghetto. L'ottavo ponte, quello più alto, è aperto e usciamo a prendere una boccata d'aria; cade una neve leggera ma, trovandoci in un punto un pò riparato, non patiamo troppo il freddo. Sul retro del ponte, in una zona un pò appartata, ci sono alcune ampie vasche a idromassaggio (sì, all'aperto!) ora riempite solo da qualche fiocco di neve.

Ora dopo ora, ci addentriamo sempre più nell'oceano Atlantico; davanti alla finestra, il mio compagno di viaggio disegna e io scrivo; la fievole luce del giorno che filtrava dalle nuvole è già sparita a metà pomeriggio, e mentre nella nave le luci calde ci avvolgono sempre più, al di là del vetro il blu ha lasciato il posto a un buio profondissimo, senza luci di città, senza stelle nè luna, senza nessun rumore se non quello della nostra nave che attraversa i campi di onde.



avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 16:59

Vi seguo con ammirazione e ...un poco di invidia MrGreen e siamo solo all'inizio Cool

Claudio C

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 17:04

Che bello! Dopo aver dormito nel covo dei pirati ora siete diventati quasi dei marinai! Vi invidio molto.. :-P:-P

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 17:09

Vi seguo anche io,e sono in attesa di vedere le tue stupende foto juza MrGreen

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 17:11

io invece con ammirazione e molta, moltissima invidia . . . .

user58663
avatar
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 17:29

Continuo a seguire

Alessio

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 17:32

Seguo:-P

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 17:52

Rimango connesso anche di qua... spero vi siate portati qualcosa da leggere!

avataradmin
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 17:55

Le letture non mancano :-) per quanto mi riguarda in questi giorni sto leggendo Notre-Dame de Paris di Victor Hugo.

avatarjunior
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 18:02

vi seguo con ammirazione e tanta invidia...

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 18:17

Grande!

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2016 ore 18:17

Che bello, sembra di viaggiare con voi anche se nulla di paragonabile..
Questo il senso della vita..
La scoperta di luoghi nuovi, inesplorati, nuove amicizie, nuovi orizzonti...solo fame fame fame di osservare di provare di ascoltare e di cercare e di cercarsi..
Saluti Juza e beato te..





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