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Andare nel pallone


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Andare nel pallone, testo e foto by Mailasia. Pubblicato il 30 Aprile 2015; 24 risposte, 5690 visite.


Sono sempre stata una sognatrice, e fin da bambina riuscivo a pensare alle cose più assurde. Con il tempo crescendo non sono cambiata e forse, è cambiata solo la consapevolezza che a volte, nella vita, i sogni diventano realtà.
Da quando lessi il libro "giro del mondo in 80 giorni", rimasi affascinata dall'avventura,e dopo che il celebre romanzo di Jules Verne fu rivisitato con un viaggio in mongolfiera, l'aria ed il volo divennero un vero e proprio interesse. Oggi come oggi attraversare i cieli in aereo è divenuta quasi una consuetudine per tutti, ma pensare di viaggiare in mongolfiera, credevo fosse un'esclusiva "magia" offerta solo a facoltosi eccentrici. E' proprio quella magia che ho sempre inseguito e cercato nei miei sogni, provata solo in parte al mio primo volo in aereo,ma con un'indole come la mia, non si smette mai di credere in quei ricordi di bambina. Ho sempre sognato di fare un viaggio in mongolfiera,ma la ritenevo una cosa non molto semplice ed economicamente abbastanza costosa, da non potermela mai permettere.


A volte,invece è proprio la vita stessa a premiare l'entusiasmo e la perseveranza, dandoci le occasioni giuste per scoprire quell'emozioni nascoste anche dietro l'angolo. E' stato proprio un incontro occasionale ed inaspettato a farmi entrare in contatto con un mondo a me sconosciuto fatto di fotografia, volo, panorami e mongolfiera a portata di tutti.
Nella vicina Aosta, mi dicono esserci la famiglia Charbonnier, veterana dei voli in mongolfiera, che con grande professionalità offre diversi pacchetti a turisti e persone che vogliono provare le brezza di un simile volo, e mi viene proposto un viaggio tra le Alpi, con la possibilità di effettuare foto spettacolari.
Resto subito eletrizzata dall'idea, e così decido di coinvolgere alcuni amici interessati per ammortizzare i costi e regalarci così, un meraviglioso, speciale ed esclusivo regalo di Natale. Decidiamo che il 21 dicembre sarebbe stato il giorno della nostra partenza e con impazienza divoravo quell'attesa, immagazzinando una grande euforia.

Era domenica mattina, quando di buon ora,eravamo tutti sul campo di volo ad annusare l'aria come segugi. Il meteo non pareva essere molto favorevole e rischiava di costringerci a rinunciare. Il sole incominciava ad apparire ed un cielo limpidissimo, spazzato dal vento, ci regalava un panorama invidiabile. Ma è proprio quello stesso vento che comprometteva la partenza. Il favonio caldo soffiava da nord da alcuni giorni, e sebbene si fosse attenuato verso la pianura, in alto sulle montagne perversava ancora deciso. Non avevamo molte alternative; rinunciare e rimandare il tutto, o provare a decollare dirigendoci verso la valle e stando sotto quota 2000, senza avere una precisa meta ma facendoci trasportare leggiadri.

Con la mongolfiera, si sa da dove si parte ma mai bene, dove si arriva! Dovevamo rivedere i nostri programmi, ma avendo fatto due ore di macchina, eravamo più che mai decisi a non rinunciare,l'entusiasmo era alto come la voglia di volare, seppur ben consapevoli che la sicurezza dovesse essere al primo posto.
Nessuno di noi era intenzionato a mollare, e volevamo aspettare fino all'ultimo prima di desistere dai nostri intenti. Il pilota consultava assiduamente il variometro e il meteo in tempo reale, per capire meglio quali fossero le condizioni effettive del cielo. Per avere una visione più realistica del vento, in più riprese liberò nell'aria, dei palloncini colorati che si perdevano subito a vista d'occhio.A seconda della velocità, della quota e della direzione che prendevano, lui era in grado d'interpretare le tipologiè di correnti interessate, i rischi correlati e le risorse da fruttare in volo. Dopo aver atteso con pazienza che il vento si attenuasse definitivamente a bassa quota, appena le prove di direzione confermarono l'ok si decise di partire,rinunciando a sorvolare le Alpi ma cambiando itinerario. Messa appunto l'atrezzatura, ci siamo diretti nel luogo di decollo, dove per un ultimo controllo, è stata assaggiata l'aria con la strumentazione, per comprendere con più certezza la direzione del vento e quindi pianificare la rotta. Adagiata la cesta di trasporto sull'erba,abbiamo spiegato la vela del pallone, che a questo punto doveva essere aperta, e gonfiata.


Viene acceso un enorme ventilatore che inizia a soffiare aria velocemente.
La mongolfiera sembrava un grosso elefante addormentato che doveva essere aiutato a tirarsi in piedi. Bastarono pochi minuti perchè il pollone incominciasse a prendere forma. Credo di non avere mai visto nascere una mongolfiera prima di allora, e quei suoi colori sgargianti mi regalarono un'emozione mai provata prima. Adagio adagio l'aria sospinse il pallone verso l'alto, che si elevò imponente nell'azzurro del cielo, regalandoci un contrasto di colori che sembrano ipnotizzanti

.
Attimo dopo attimo giravo intorno al quel bolide mestoso, scattando a ruota con la mia reflex che sembra imbizzarrita di fronte a tanto spettacolo.
Non riuscivo ancora bene a realizzare che da li a poco ci saremmo avventurati verso il cielo, perchè l'adrenalina scorreva velocemnete nelle vene ed il cuore imagazzinava quegli istanti emozionanti dando poco spazio ad un respiro tranquillo.
Improvvisamente venivo colta di sorpresa da un'enorme ruggito; è la voce della mongolfiera i cui motori si accesero per dare il gas necessario a riscaldare l'aria trattenuta nel pallone. Le fiamme sprigionate dagli erogatori erano altissime e caldissime, ed è proprio in quel momento che venivamo invitati e prendere il nostro posto nella cesta, perchè il decollo era ormai imminente. Con l'agilità di un gatto, salivo a bordo trattenendo il fiato, ed ebbi giusto il tempo di famigliarizzare con il poco spazio che avevo a disposizione, che eravamo già tutti pronti a sollevarci da terra.
Senza che ne fossimo pienamente consapevoli veniamo abbracciati dall'aria e dal vento, che ci sospingono dritti verso il cielo. L'istante in cui la cesta prende il largo è davvero emozionante, e credo sia il momento che più di qualunque altro, mi troverò a ricordare maggiormente. Come d'improvviso mi sia sentita leggera e sollevata, sospesa nel vuoto, e trasportata via; una sensazione straordinaria mai provata prima.
Una pace ed un grand senso di leggerezza ci avvolsero, e con nostra grande sorpresa rimaniamo ammaliati,perchè non avevamo alcun timore,e ci sentivamo al sicuro. Man mano che l'aerostato prendeva quota il paesaggio sembrava trasformarsi in pochi istanti, cambiando la sua prospettiva e disegnando geometrie naturali di grande fascino.

.
Mi sporgevo, con sicura disinvoltura, per non mancare nemmeno uno scatto, ed immortalare quel paesaggio a me poco abituale, che però mi regalava immagini emozionanti.
Persino i colori sembrano disegnati con il pennello, ed a seconda, di come la luce si rifletteva verso il basso, un gioco d'intrecci fra chiaro e scuro, apparivano davvero sorprendenti. La natura sembrava un immenso dipinto, in cui l'uomo attraverso il suo operoso lavoro,aveva contribuito a tracciarne i contorni.Da lassù nessuno osava interrompere quella "magia"straordinaria che si era venuta a creare, ed in religioso silenzio,eravamo immersi con mente,corpo,ed anima in quel vuoto,pieno di contrasti.

. Scatto dopo scatto mi perdevo nell'immensità che mi circondava, e con l'anima in sospeso, guardavo gli occhi stupiti dei miei compagni di viaggio, anch'essi meravigliati da tante emozioni.
Bastarono pochi minuti di volo per allontanarci sempre più dalle montagne verso valle e la pianura. Il vento ci trasportava in direzione del Lago di Viverone, e davanti a noi spaziava immensa la pianura: è uno spettacolo!!! mi sentivo veramente nel pallone!


Restiamo sospesi in quella zona alcune ore, godendoci la pace e la tranquillità di quell'aria pulita,assaporando respiro dopo respiro tutte le emozioni provate in una simile esperienza. Dall'alto la visuale era superlativa e lo sguardo si perdeva all'orizzonte, per poi essere catturato dalle diverse geometrie disegnate dalle strade, dalle case, dai prati e dai boschi.
Più volte alzavo lo sguardo verso il pallone, per restare a fissare il contrasto con il sole ed il cielo, e per sincerarmi che fosse sempre li, bello teso, a fare il suo dovere.
La prospettiva da quella cesta era davvero impressionante, ogni cosa assumeva un contorno diverso, e mostrava la propria natura con magnificenza.


Il pilota, grazie alla sua autorevole esperienza, riusciva con un semplice gesto di mano a mantenere costante sia la velocità di trasporto che il livello di quota, sfruttando la corrente nel modo migliore e regalando ai noi profani un viaggio indimenticabile.
Nella sua grande capacità di interpretare la strumentazione, ed utilizzando il suo intuito direzionava il pallone verso un punto sicuro di atterraggio, individuando le aree più idonee.
Dopo alcune ore di volo eravamo in piena pianura e sotto di noi spaziavano i campi coltivati. Bisognava prepararsi all'atterraggio, che non sarebbe stato molto tranquillo viste le condizioni del vento che nel frattempo aveva ripreso a soffiare. Da terra eravamo costantemente osservati e seguiti dallo staff Charbonnier che comunicava con il pilota via radio, pronti a fornire assistenza e soccorso in caso di necessità.
Dopo aver stabilito un perimetro approssimativo di atterraggio, iniziavamo la nostra discesa verso terra, e quelle prospettive appiattite scrutate dall'alto incominciavano a prendere aspetto e forme comuni. Messe le macchine fotografiche al sicuro,dovevamo rannicchiarci nella cesta in posizione di sicurezza, tenendoci energicamente alle maniglie di corda poste nel proprio interno, perchè la fase di atterraggio era la più delicata ed anche la più pericolosa. La cesta avrebbe potuto ribaltarsi e per nessun motivo avremmo dovuto modificare la nostra posizione fino all'ordine del pilota. Pensavo che la fase di atterraggio di una mongolfiera fosse come avevo visto in tv o al cinema, ma mi sbagliavo, in realtà era tutto molto diverso. Solo in assenza totale di vento la mongolfiera atterra dritta e verticale con la cesta che tocca, adagio adagio, il suolo, ma nella nostra giornata non era prevista assolutamente quella condizione.
Sapevamo sin dalla partenza che l'atterraggio sarebbe stato turbolento, ed è per questo che durante l'attesa incerta, ne avevamo approfittato per essere istruiti sulle norme di sicurezza.
Appena il pilota ci diede l'ordine, come soldati in trincea, sparivamo all'interno della cesta, stipati come clandestini nella nostra postazione, e pronti ad attutire il colpo ed essere sballottati come palle da bigliardo. Ricordo di aver stretto le gambe intorno alla vita, e di essermi accovacciata come un uovo pronta quasi a rimbalzare, anche perchè il vento aveva ripreso a soffiare e la mongolfiera aveva preso un pochino di velocità. Dopo pochi istanti la cesta ortò il terreno e ci fu il primo sobbalzo, ma il pilota molto esperto ridiede gas agli erogatori,ed il pallone non era collabito subito al colpo, si era nuovamente rialzato leggermente,permettendo alla cesta di strisciare e riducendo notevolmente la velocità. Credo ci abbia trasportato così per alcuni metri per poi fermarsi di colpo con un secondo sobbalzo che inclinò il contenitore ma senza rovesciarlo. Il pilota, a questo punto, con gesti agili e pronti, sganciò le corde che tenevano in tensione il pallone, che incominciò a collabire. L'atterragio si era concluso nel migliore dei modi senza danni e poche paure.


Quando fu possibilè ed in sicurezza,uscimmo ad uno ad uno dalla cesta, per tornare sulla terra ferma, e la sensazione era spaziale. Mi sentivo leggera ed ero posseduta da un intenso senso di libertà, anche se un pochino disorientata come quando fai più giri di giostra uno dietro l'altro. Quell'enorme bestione, mentre si sgonfiava, si sdraiava pian piano sul campo di grano come fosse ferito, e d'improvviso mi trovai avvolta inghiottita dalla vela collabita come sul palco di un tetro quando cala il sipario. In quel mentre credo di aver scattato la fotografia più bella che chiudeva lo spettacolo di quella giornata meravigliosa.





Mailasia scrive di sè: "La mia passione per la fotografia, mi porta spesso a fare cose sorprendenti e di grande emozione, ma le foto più belle sono quelle che il cuore ti fa scattere, anche fuori di casa, nella semplicità di ogni giorno. L'obbiettivo ti permette di vedere la vita in diverse angolazioni, perchè come scrisse qualcuno un giorno......" la vita è come una macchina fotografica,devi mettere a fuoco solo ciò che è importante,cattura i bei momenti,analizza il negativo per migliorare,e se le cose non vengono come volevi, allora, prova un'altro scatto!"



Risposte e commenti


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avatarsupporter
inviato il 30 Aprile 2015 ore 13:51

Articolo molto bello per un'esperienza affascinante che mi riprometto sempre di fare. Foto spettacolari da lassù. Complimenti! Ciao. Davide

avatarsupporter
inviato il 30 Aprile 2015 ore 14:05

complimenti per l' articolo e le foto, ho fatto un solo volo in mongolfiera ma trovo che ha un fascino veramente speciale .

avatarjunior
inviato il 30 Aprile 2015 ore 14:16

Bell'articolo, ben scritto e belle le foto che l'accompagnano.
Sei riuscita a trasmettere bene l'aspettativa e le emozioni di quella giornata; credo che il fatto di scrivere, ti abbia un po' fatto rivivere l'esperienza.
Grazie

Ciao
Stefano

avatarjunior
inviato il 30 Aprile 2015 ore 15:25

Un bellissimo resoconto, mi hai fatto quasi...partecipare all'esperienza del volo. Ottime anche le foto Ciao Eugenio

user24517
avatar
inviato il 30 Aprile 2015 ore 16:52

sei un mitoCoolCool

avatarjunior
inviato il 30 Aprile 2015 ore 17:00

bellissimo,sia l'articolo che le foto...conosco bene la zona,amo la valle d'aosta e vedo spesso i palloni nel cielo quando torno dalle giornate in montagna,prima o poi ci farò un giro anche io

avatarsenior
inviato il 30 Aprile 2015 ore 17:07

Bella esperienza.. Lago di Viverone ... Brava..

avatarjunior
inviato il 30 Aprile 2015 ore 17:59

Meravigliosa esperienza raccontata molto ma molto bene

avatarsenior
inviato il 30 Aprile 2015 ore 23:01

Molto bello l'articolo e le foto. È sicuramente un'esperienza da fare.
Ciao

avatarsenior
inviato il 30 Aprile 2015 ore 23:27

bel lavoro Brava - sino ad ora le mongolfiere le ho solo fotografate ... x il momento posso solo invidiare la Tua bellissima esperienza - un saluto, Maury

avatarsupporter
inviato il 01 Maggio 2015 ore 0:10

Realizzare un sogno è sempre un bel risultato e Tu l'hai perseguito e realizzato. A noi, fortunati, hai regalato un racconto che riesce a trasmettere emozioni, perché viene dal cuore. L'ultima foto è notevole, perché è viva. Grazie, Gigi.
P.S. Sono certo che ci hai preso gusto e prima o poi sorvolerai anche le Alpi regalandoci splendide viste....

avatarsenior
inviato il 02 Maggio 2015 ore 5:28

Bella e emozionante lettura! Le foto a corredo sono ottime e coloratissime!
Questo viaggio sul pc mi ha allargato le prospettive!
Brava Mailasia!

avatarjunior
inviato il 03 Maggio 2015 ore 21:57

Grazie a tutti del vostro passaggio. Leggere i vostri commenti mi entusiasma ancora di più! E mi preparo alla prossima avventura!

avatarjunior
inviato il 03 Maggio 2015 ore 21:57


avatarjunior
inviato il 04 Maggio 2015 ore 22:58

bellissime foto e articolo molto coinvolgente, complimenti !!
posso solo chiederti che lente hai usato ?





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