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Idee confuse sulla Lunghezza focale


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avatarjunior
inviato il 23 Maggio 2014 ore 9:47

Ciao a tutti,
ho le idee un po' confuse ...

Con riferimento a una lente, la lunghezza focale è definita come la distanza tra l'asse centrale della lente e il piano dell'immagine.
Questa definizione è molto chiara e rende anche bene l'idea che: lunghezza focale maggiore = immagine più grande.

Riguardo agli obiettivi, si sostituisce alla lente il centro ottico che si trova, più o meno, in prossimità del diaframma.

Altre volte però la lunghezza focale viene definita come distanza tra l'asse centrale della lente a il punto focale, mentre la distanza tra l'asse centrale della lente e il piano dell'immagine è definita come distanza immagine.

Dov'è l'errore?

avatarsenior
inviato il 23 Maggio 2014 ore 10:42

La lunghezza focale in un dispositivo ottico è una misura del potere di messa a fuoco di una lente. In particolare essa coincide con la distanza (in mm) fra la lente convergente e il piano focale quando l'oggetto da mettere a fuoco è all'infinito (quindi i raggi ottici sono paralleli all'asse del sistema).

In fotografia, è la distanza, espressa in millimetri, tra il centro ottico dell'obiettivo e il piano pellicola (o il sensore in caso di fotocamera digitale) alla quale viene messa a fuoco l'immagine di un punto posto all'infinito. Da notare che si tratta di centro ottico, che non sempre coincide con il centro dell'obiettivo. Un obiettivo composto da più lenti, infatti, si comporta come una sola lente la cui lunghezza focale può essere considerevolmente diversa dalla lunghezza fisica dell'obiettivo. Questo è particolarmente evidente negli obiettivi a focale variabile, i cosiddetti zoom.
Dalla lunghezza focale e dalle dimensioni della superficie sensibile dipende l'angolo di campo dell'obiettivo. A parità di dimensioni del sensore, più la focale è lunga, più stretto è il campo inquadrato.
Convenzionalmente si considera "normale" un obiettivo la cui lunghezza focale è circa uguale alla diagonale della pellicola o del sensore. Per il formato 135 (o 35 mm) si considera normale l'obiettivo da 50 mm che è quello che più si avvicina alla visione umana. Gli obiettivi più corti vengono chiamati grandangolari, quelli più lunghi teleobiettivi.
Obiettivi di uguale lunghezza focale usati su superfici sensibili di formato diverso hanno angolo di campo diverso. In particolare obiettivi usati su sensori più piccoli hanno un angolo di campo inferiore.
Questo diventa importante nel passaggio al digitale, in quanto le fotocamere digitali hanno, in genere, un sensore più piccolo rispetto al 35 mm. Se, ad esempio, si monta un 50 mm su una reflex digitale con sensore di formato APS, si avrà un angolo di campo uguale a quello di un obiettivo da 75 mm sulla pellicola. Questo viene espresso da un fattore di moltiplicazione che si ricava dal rapporto fra la diagonale del 35 mm e quella del sensore, in questo caso 1,5.
Per facilitare il passaggio al digitale, dato che la maggioranza dei fotografi è abituato ad usare il 35 mm, spesso viene indicata la focale equivalente al 35 mm accanto a quella effettiva.








avatarjunior
inviato il 23 Maggio 2014 ore 11:51

Grazie, questa risposta inizia a fare un po' di luce.
Mi resta ancora qualche dubbio ?
- mettere a fuoco l'immagine di un punto all'infinito, vuol dire che il punto focale F viene a trovarsi sul piano della pellicola/sensore?
- In generale, anche nel caso che il punto sia vicino (tale che non si possa più considerare "all'infinito"), nel momento in cui viene "messo a fuoco", il punto focale F non deve sempre cadere sul piano della pellicola/sensore? In questo caso, la lunghezza focale sarà diversa ?
Grazie

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