| inviato il 29 Ottobre 2014 ore 23:50
È banale rispondere al quesito del post dicendo che servono entrambi, sia creatività che tecnica intendo.
Eppure è così!
Però la creatività fa parte dei talenti di una persona, e quindi o la si ha o niente.
La tecnica invece si studia e si impara e chiunque con un po di buona volontà può acquisirla.
Direi quindi che un fotografo che ha creatività da vendere ma poca tecnica altro non è che un potenziale talento, una promessa che se non acquisisce tecnica rimarrà un talento sprecato.
Invece un fotografo tecnico con poca creatività forse rimarrà per sempre tale. Ha fatto del suo meglio, ha imparato la tecnica ma di più non può fare. Possiamo dargli il massimo voto per l'impegno ma non farà mai qualcosa di creativo perché non è artista, al massimo copierà qualche fotografo creativo che ama. Rifarà ma non farà per primo.
In ogni caso il creativo che non impara la tecnica non è meglio del secondo. Forse peggio, perché colpevole di non studiarla. La sua punizione sarà proprio quella di avere delle idee stupende e di non poterle mettere in pratica e perdere un magnifico attimo perché non sa mettere in pratica l'idea.
Quindi ciò che sembrava scontato, cioè che conta sia la tecnica che la creatività, non lo era affatto; e vero fotografo diverrà solo chi avendo doti già naturali le coltiva per crescere e fa il possibile per migliorare con la tecnica. Vero fotografo è solo chi fa fruttare il proprio talento. |
| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 1:01
Quoto tutte e 248 parole di Daniele_rugger i_d  |
| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 1:07
Nooo le hai contate??   Waw |
| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 7:10
Bravo Daniele.
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| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 9:17
Grazie Gianluca, ciao! |
| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 12:06
Sono d'accordo ma non del tutto.
Parliamo di musica. C'è chi ha l'orecchio assoluto, chi è intonato dalla nascita, chi ha una dote naturale per suonare e chi invece si fa un Qlo a panettone per suonare o cantare bene (o anche solo decentemente).
“ Però la creatività fa parte dei talenti di una persona, e quindi o la si ha o niente. „
Sono pochissimi al mondo quelli stonati cronicamente. Gli altri fanno solo più fatica ad allenare la voce.
Tolti i fenomeni con l'"occhio assoluto", gli altri sono come quelli poco dotati per il canto.
E anche i fenomeni migliorano nel tempo. Guardare una mostra di Cartier-Bresson ne fa capire l'evoluzione. E leggere degli sforzi suoi o di altri, della severità autoimposta ecc ecc ecc fa capire che è un processo, non (solo) un dono.
La creatività si allena. L'occhio si addestra. E lo si fa nelle maniere più impensabili. Leggendo buoni romanzi, guardando bei film, ascoltando buona musica. E perchè no, mangiando bene.
E "capendone" di altro. Di arte soprattutto.
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| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 13:37
Ciao Shambola, scusa, ma il tuo paragone con la musica non mi sembra appropriato, tu parli di stonati, quindi di tecnica, non di creatività, non c'entrano occhi o orecchie assoluti, queste doti naturali non fanno automaticamente diventare un genio della fotografia o della musica; la creatività è la capacità di interpretare in modo originale, direi unico. Sul fatto che ci possa essere una sorta di evoluzione o che ci si possa allenare a essere creativi, sono d'accordo, come anche che la propria cultura generale possa essere d'aiuto a migliorare. La creatività, per me, resta una dote innata, se ne hai poca, diventerà, al massimo, poca +1, non infinito.
Ciao
Luca
P.S. di persone con l'orecchio assoluto ne ho conosciute, ma erano dei semplici esecutori. |
| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 14:06
Mi trovo un po' in dissenso quando si parla di creatività mentre si discute di fotografia. Vero che la creatività è una dote innata e che per le discipline d'arte è un elemento importante, forse discriminante. Ma la fotografia non necessariamente deve essere arte. Mi piace evidenziare che chi scatta una foto parte da un presupposto che in nessuna altra disciplina è fondamentale e che ancora più rende unica la fotografia: quello di partire sempre e comunque da una rappresentazione della realtà. Parziale, ritagliata, non del tutto rappresentativa del vero ma che esiste o è esistita.
Allora probabilmente si dovrebbe spostare l'ago della discussione dalla "creatività" alla "capacità di vedere" o di "cogliere l'attimo" visto che è stato citato Bresson. In questo caso, se si esce dai canoni del pittorialismo, dalla musica o dalla scrittura, che sono altri linguaggi, non dovrebbe essere difficile comprendere che lo sguardo può essere coltivato, allenato e che ognuno di noi può a suo modo esprimersi attraverso le immagini. Allora ecco la necessità di leggere di fotografia e di percorrere un sentiero di costruzione del proprio linguaggio nella quale la creatività, se non si è consci di quanto si ha da dire, poco conta; conta invece porsi dei "perché" ancora prima dei "come". Seguo con piacere l'evoluzione della discussione che reputo molto interessante. Un saluto |
| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 14:21
@Landerjack non hai torto.
In realtà mi sono autoincasinato parlando di musica, per il solo fatto che esistano almeno tre macro categorie di "addetti ai lavori". Chi compone, chi esegue e chi è in grado di fare entrambe le cose. Il tutto complicato dalla separazione musica/testo. Potrebbe essere più calzante la scrittura.
Trovo però illuminante @Paolo.Corona a proposito della possibile questione semantica. Forse "creatività" è il termine sbagliato. Ma non mi viene in mente il termine corretto per definire una foto che "funziona" in relazione al suo scopo (essere bella, documentare, riportare asetticamente, portare un messaggio ecc ecc)
Spero che del mio intervento siate d'accordo sul fatto che escluso il vantaggio di una dote naturale, quest'obiettivo ("la creatività") sia raggiungibile o anche solo molto avvicinabile con una sorta di allenamento, che è diverso da quello tecnico per cui si sa compiere il gesto dello scatto.
Ciò che ho notato è che è un "vortice che si apre in maniera imprevedibile ed esponenziale. Leggi di foto e ti trovi a guardar quadri. Guardi quadri e ti ritrovi a leggere capolavori della letteratura... |
| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 14:29
Paolo, credo che tu abbia centrato il problema, si è parlato di creatività, forse il termine ha portato fuori strada, anche se credo che in fotografia sia giusto parlarne. Sul fatto che ognuno possa costruire un proprio linguaggio fotografico non ho dubbi, il difficile è rendere leggibile e originale quanto vuoi trasmettere, a questo c'è da aggiungere un elemento fondamentale: a chi lo vuoi comunicare? La storia della fotografia è colma di immagini che ai più non dicono nulla.
Ciao, devo andare, ma tornerò.
Luca |
| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 14:31
Ciao Shambola,
a dopo, ora non posso. |
| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 14:36
“ il difficile è rendere leggibile e originale quanto vuoi trasmettere, a questo c'è da aggiungere un elemento fondamentale: a chi lo vuoi comunicare? „
Mi trovi d'accordo, secondo me il processo creativo viene condizionato dal target di riferimento, ne parlavo tempo fa in questi termini: "se proponiamo le nostre foto ad altri, lo facciamo con l'aspettativa che possano trovare un riscontro positivo. Fino a qui niente di male ma, mi domando, fino a che punto il processo creativo resti incontaminato o venga invece influenzato da questa aspettativa.
Dopotutto chi di noi, avendo preso la macchina fotografica in mano la prima volta in vita sua, ha di sua spontanea volontà, intuizione e gusto, decentrato il soggetto, invece che collocarlo bellamente al centro? Se non ce lo spiegava qualcuno che 'la maggior parte delle persone trova più facile identificare il soggetto se posizionato in corrispondenza dell'incrocio dei terzi, perchè così si compone con le proporzioni della regola aurea', col cavolo che ci arrivavo da solo!;-)
Ma dopo averlo imparato, chissà perchè, anche a noi sembra che le nostre immagini 'funzionino' meglio se composte così..." |
| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 14:46
@Landerjack ti ricorderemo così, con affetto!
:D |
| inviato il 30 Ottobre 2014 ore 14:47
Seguo interessata la discussione. |
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