Namibia da Nord a Sud
Namibia da Nord a Sud, testo e foto by
Marco Marchioni. Pubblicato il 25 Ottobre 2013; 29 risposte, 8566 visite.
Dopo aver passato gli ultimi giorni passati a preparare l'attrezzatura fotografica e' arrivato il giorno della partenza: destinazione Namibia. Roma, Monaco, Johannesburg, Windhoek queste sono le tappe che mi dividono dalla Namibia, mi aspettano quindici giorni di strade sterrate, polvere ed emozioni. Windhoek, la capitale, situata al centro del paese è il principale nodo commerciale e politico, sarà il mio punto di partenza per scoprire queste terre.
L'indomani, dopo aver recuperato il sonno perso durante il viaggio, raggiungo la prima destinazione l'Etosha National Park, uno dei migliori parchi nazionali del paese e dell'Africa intera situato nel nord del Paese. I cinque giorni che seguiranno ho attraversato il parco passando per due dei suoi tre campi attrezzati gestiti dalla NWR (Namibian Wildlife Resorts), Namutoni e l'Okaukuejo.
L'Etosha National Park, istituito nel lontano 1907 prende il nome dalla distesa zona desertica salina di colore bianco situata al suo interno che costituisce il 25% dell'area. Il parco, con i suoi 220.000 kmq di superficie, racchiude in se una grande varietà di animali con più di cinquecento specie rappresentate: elefanti, leopardi, leoni, rinoceronti e anche una specie endemica di antilope, l'impala dal muso nero (Aepyceros petersi). Una presenza comune sono le zebre di pianura (Equus quagga) assieme alle bellissime ed eleganti antilopi saltanti (Antidorcas marsupialis). Nel periodo in cui l'ho visitato, agosto, la fauna si ritrova principalmente tutt'intorno alle pozze disseminate nel parco. All'imbrunire nei campi dell'Etosha, mentre si prepara la cena intorno al fuoco, può capitare di essere guardati a vista dagli sciacalli dalla gualdrappa (Canis mesomelas) che si aggirano liberi tra le tende in cerca di cibo. Nei campi visitati lo spettacolo continua, quando nelle pozze artificiali all'interno degli stessi vengono ad abbeverarsi molti animali, si possono osservare branchi di zebra ed elefanti sfilare ordinatamente per raggiungere l'acqua. Inoltre nella pozza del campo di Okaukuejo si possono ammirare rinoceronti bianchi e neri reintrodotti recentemente nel parco.

Dopo Etosha si prosegue verso nord, al confine con l'Angola, per raggiungere le Epupa Falls. Formate dal fiume Kunene, creano una spettacolo incredibile, dividendo in modo naturale la Namibia e l'Angola.
Dopo aver sistemato le tende, percorro il sentiero che mi porta ad immortalare queste splendide cascate; i versi dei babbuini, aldilà del confine angolano, mi accompagnano fino al calar della notte facendomi dimenticare le strade dissestate che ho percorso per arrivare fin qui. La mattina dopo si riparte per visitare un villaggio Himba, un popolo fiero, che mantiene tuttora le sue tradizioni tramandate da generazione a generazione, che rimangono inalterate tuttora. Per poter far visita al villaggio abbiamo portato al capo famiglia sacchi di riso e fagioli. I villaggi Himba sono composti da capanne di forma conica, realizzate con frasche e foglie intrecciate assieme, cementate con fango e sterco. Sono pastori nomadi ed è la donna ha svolgere i lavori più pesanti, dalla mungitura del bestiame alla cura dei bambini. Nel popolo Himba le donne mantengono il vestiario originale e ricoprono il proprio corpo, per motivi estetici e per proteggersi dal sole, con una mistura a base di erbe, grasso e ocra donandogli una pelle quasi completamente rossastra, anche i capelli vengono ricoperti da questa crema formando trecce grossolane.

Si riparte destinazione: Damaraland, terra arida e montuosa. Le arenarie che dominano questa regione gli donano un colore rossastro, gli geologi datano queste rocce oltre 150 milioni di anni fa. Nel Damaraland, secondo me, si respira la vera Namibia, libera, colorata, dagli orizzonti sconfinati. Salito su uno dei suoi monti ho visto il sole scendere tra le montagne, per lasciare il posto alla luna; di ritorno al campo, dopo aver cenato intorno al fuoco, la natura mi ha regalato un'altra spettacolo, sdraiato in terra con lo sguardo rivolto al cielo, migliaia di stelle e una luna di un bianco splendido mi attendevano in tutto il loro splendore per accompagnarmi alla fine di una giornata che ha riempito il cuore e la mente di splendidi ricordi. Questa terra ospita, nella valle di Twyfelfontein, un sito, dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco, che raccoglie oltre duemila graffiti e dipinti dell'età della pietra; rappresentanti principalmente scene di caccia e diversi animali tra cui giraffe, leoni, elefanti e rinoceronti.
Il mattino seguente il viaggio prosegue, destinazione Cape Cross; arrivo al mattino presto, la nebbia avvolge ancora la costa, l'aria è fresca, da lontano sentiamo il motivo che ci ha spinto a raggiungere questo promontorio sulla costa namibiana. Una riserva naturale che protegge una delle più grandi colonie di otaria orsina del Capo (Arctocephalus pusillus) del mondo, ovunque l'occhio guardi se ne contano a centinaia. Passiamo qualche ora ad osservare e fotografare le otarie nelle loro attività giornaliere, si vedono grandi maschi combattere, le femmine accudire i piccoli o sonnecchiare tranquillamente, il tutto davanti agli occhi dei turisti che accorrono qui da ogni parte del mondo. Un ricordo rimarrà anche l'odore acre che si respira nella colonia, generato dagli escrementi delle otarie.

Dopo giorni interi passati liberi e senza pretese, si torna alla civiltà, raggiungo Swakopmund, una deliziosa città che sorge sulle coste dell'Oceano Atlantico circondata interamente dal Deserto del Namib. Questa città fu fondata dai soldati tedeschi nel periodo della colonizzazione tedesca, periodo che viene ricordato in tutto e per tutto dalla sua architettura, specialmente nel centro città; dove molti negozi, che vendono artigianato locale, sono gestiti dai discendenti dei primi tedeschi arrivati in terra d'Africa. Swakopmund offre ai suoi visitatori numerose attività e approfittando della giornata libera, a bordo di una barca, sono andato a scoprire il tratto di oceano Atlantico di fronte la città. Gli avvistamenti non sono mancati, delfini, otarie, gabbiani e pellicani hanno accompagnato il giro. Inoltre nelle acque basse che lambiscono la città si possono ammirare i fenicotteri comuni e minori alimentarsi in tutta tranquillità.

Proseguendo la strada in direzione sud, mi attende una sosta deliziosa, un insediamento chiamato Solitaire. Questo posto ha dell'incredibile, completamente circondato dal deserto, auto abbandonate e nulla più c'è la pasticceria che sforna la più buona "apple pie" d'Africa. Il cuoco Moose McGregors delizia i palati dei viaggiatori che passano per di qui con i suoi dolci, "apple pie" e muffin in particolare.

Il viaggio volge quasi al termine, ma la Namibia riserva ancora delle sorprese, il Namib-Naukluft National Park, principale meta del sud del paese. Con un'estensione totale di 47.768 kmq, il parco e' la più grande riserva faunistica d'Africa. Qui il deserto incontra l'oceano, le dune raggiungono altezze straordinarie fino a 300 metri d'altezza, la flora e la fauna sfidano il caldo atroce adattandosi al deserto. Una pianta in particolare rappresenta questa sfida, la Welwitschia mirabilis, endemica di questo deserto, assorbe l'acqua dall'umidità delle nebbie costiere; inoltre un'altra caratteristica e' l'eccezionale longevità arrivando a sfiorare anche i 2000 anni di età, un vero e proprio fossile vivente. Superato il cancello, che segna l'inizio del parco, la strada ci porta verso una delle dune più famose del mondo, la Duna 45, così chiamata perché si trova al quarantacinquesimo chilometro che conduce da Sesriem a Sossusvlei, la duna e' alta 80 metri e può essere scalata (io ne ho approfittato).

A circa due chilometri dalla strada per Sossusvlei c'è il punto più fotografato della Namibia, la Deadvlei, una depressione di sabbia bianca punteggiata da alberi morti di acacie, in ricordo di un passato florido; qui un tempo scorreva un fiume che alimentava l'oasi, successivamente con il movimento continuo delle dune mutò il proprio corso. Nel tratto di deserto che ho percorso per raggiungere la Deadvlei si possono scorgere tra le dune orici e struzzi che fuggono veloci correndo sulla sabbia rovente. I colori sono i veri protagonisti, il terreno sabbioso di un bianco sgargiante circondato dalle dune color rosso e dagli alberi che col tempo hanno assunto un colore scuro quasi nero. Guardandoli con i loro rami protesi verso l'alto, in un cielo lindo e azzurro, sembrano cercare qualche goccia d'acqua per riprender vita. Nel pomeriggio ho visitato il canyon di Sesriem, lungo quasi un chilometro e profondo 30 metri, è stato scavato dal fiume Tsauchab. Nel canyon una presenza ha ricordato a me è alle persone che passavano per di lì che l'Africa è una terra pericolosa, una vipera soffiante (Bitis arietans) se ne stava nascosta nella sabbia facendo venir fuori solo la testa con i suoi occhi freddi.

Con il deserto del Namib, l'avventura in Namibia finisce, il fuoristrada punta diritto verso Windhoek, nella capitale mi attende l'aereo che mi riporterà in Italia.
Come già accennato all'inizio la Namibia e' l'Africa che non ti aspetti, una nazione giovane che ottiene l'indipendenza dall'Africa solamente nel 1990, dove il suo popolo composto da molte etnie convive pacificamente, è stato il primo paese al mondo a citare esplicitamente la protezione dell'ambiente naturale nella sua costituzione. Diversa dal solito, sconsigliata a chi si aspetta mandrie sterminate di gnu e zebre, ma consigliata a chi vuole vivere emozioni nuove, circondati da paesaggi mozzafiato, dai suoi tramonti infiniti, dalla sua terra ricca di colori, per sentirsi liberi, davvero.
Marco Marchioni, appassionato di natura fin da piccolo, negli ultimi anni la fotografia si unisce alla natura, liberando la fantasia; il Mal d'Africa lo colpisce e ogni anno visita questo splendido continente. Per ulteriori informazioni si può visitare il suo sito internet: www.marcomarchioni.it Risposte e commenti
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| inviato il 25 Ottobre 2013 ore 14:59
Un bel racconto di viaggio! La foto della duna in particolare è super! |
| inviato il 25 Ottobre 2013 ore 15:21
Ciao Marco, davvero un bel racconto di un bel viaggio!!!! |
| inviato il 25 Ottobre 2013 ore 15:58
Complimenti per le foto per il viaggio e per il gradevole racconto!! |
| inviato il 25 Ottobre 2013 ore 16:15
Una nuova emozione. Anche a me piace molto la duna. Ciao |
| inviato il 25 Ottobre 2013 ore 16:34
ottimo reportage di viaggio, visto che ci andro' a dicembre, che attrezzatura hai usato cortesemente? ciao |
| inviato il 25 Ottobre 2013 ore 16:40
Ciao Marco, bel reportage, ci sono stato anche io questa estate, facendo però il giro in senso orario windhoek-windhoek, passando anche dal fish river (ci sono un po' di foto nella mia galleria). In totale 5800 km in 18 giorni, davvero un posto strepitoso...e che buona la torta di Moose :D |
| inviato il 25 Ottobre 2013 ore 16:46
Bravo marco, bello ed avvincente. congratulazioni Marco |
| inviato il 25 Ottobre 2013 ore 17:49
Ho letto il tuo racconto di viaggio con attenzione e ne ho assaporato i vari passaggi e mi sono piaciuti tanto. La Namibia è una Nazione che non ho ancora visitato, ma spero di farlo al più presto perché è da tanto che si trova nella lista dei luoghi che vorrei conoscere. Complimenti per il racconto e le foto. Lully |
| inviato il 25 Ottobre 2013 ore 18:11
un bel viaggetto si |
| inviato il 25 Ottobre 2013 ore 21:51
Una bella esperienza di viaggio che dal racconto si capisce hai vissuto intensamente e non solo sotto il profilo fotografico. |
| inviato il 25 Ottobre 2013 ore 22:33
Fantastico, ti invidio molto. |
user24517 | inviato il 26 Ottobre 2013 ore 7:05
Bellissime foto e splendido racconto |
| inviato il 26 Ottobre 2013 ore 7:16
Complimenti e grazie per aver condiviso bellissime emozioni. |
| inviato il 26 Ottobre 2013 ore 14:43
un racconto letto tutto d'un fiato, con tanta, tanta invidia! |
| inviato il 29 Ottobre 2013 ore 14:20
foto fantastiche, l'orice mi piace molto complimenti. Ci sono stato 8 volte e mi manca molto. Bello anche il racconto, grazie di avermi riportato un pezzetto di "casa"! |