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Tridimensionalità, atroce sospetto....


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avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2013 ore 10:21

Mi frulla nel cervello da anni.... da quando è nato il digitale, c'è da dire che quando fotografavo a pellicola non avevo obbiettivi superluminosi ma anche le foto fatte dal mio vecchio Yashica 50/1,9 a TA avevano un "sapore" particolare.

Vi riporto una immagine dell'utente Trash_paul che mi ha fatto riflettere, è stata scattata con una Minolta srt101 ed il suo 50/1,4 ..... credo che sia attrezzatura di trent'anni fa.

Ebbene, non è la prima volta che quando vedo immagini a pellicola scattate con diaframmi aperti ricevo un sussulto, un senso di tridimensionalità così reale che mi suonano tutti i campanelli e mi si accendono le lucine.

Questo il suo scatto






Mi sono permesso di riprendere la sua foto e recuperare i neri che erano un po' slavati






Ma voi non percepite un senso di tridimensionalità che nemmeno col feticcio talpone si ottiene?

Secondo me qui è la luce che disegna un supporto "morbido" come la pellicola e rende meglio le transazioni rispetto al "ruvido" digitale.

Forse mi sbaglio, non ho nessuna certezza in merito, solo questo sospetto che oramai mi aleggia nel cervello da anni e che mi sta spingendo a provare a rispolverare la mia vecchia EOS 5 a pellicola e fare un rullo in B/N.....

Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2013 ore 10:30

Paco l effetto di tridimensionalità dovuto a quel fattore di cose è molto bello, ma secondo me nulla di irragiungibile dalle odierne reflex ed odierne lenti. Hai notato quanto sia piacevole e molto simile la grana al rumore prodotto dalla 6D ad iso estremi?

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2013 ore 10:42

Credo che Paco68 si riferisca alla plasticità dell'immagine, non c'entrano grana e rumore. Gran macchina la Minolta srt101, l'ho avuta, il Rokkor f1.4 dovrebbe essere un 58, se non ricordo male; la plasticità è comunque una caratteristica delle lente, è tutto da verificare se i sensori riescano o meno a riprodurla come con la pellicola, un test interessante da fare, con lenti di un certo livello s'intende. CiaooooSorriso

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2013 ore 10:47

Ritengo che la vecchia pellicola valga ampiamente la pena non disdegnarla, soprattutto se in b/n, ed alla condizione che si operi per tutto il processo di trattamento senza affidarsi a terzi. Col digitale ed in bianconero si ottengono delle buone simulazioni, ma bisogna accontentarsi rinunciando ad i neri più fondi. Col colore è diverso.

Per Paco: rispolvera la tua vecchia EOS 5 che ne vale la pena. Io uso il digitale, ma le vecchie macchine analogiche non le ho mai messe in soffitta, e funzionano tuttora regolarmente.
Saluti a tutti. Stefano

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2013 ore 10:48

Lander lo so a cosa si riferisce Paco e infatti ho risposto. quello della grana è na cosa in più che gli ho fatto notare, visto che possiede la 6D

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2013 ore 10:49

è una nostalgia che si può rivivere con raw e FF, attualmente i sensori hanno superato le pellicole 135 per qualità di base.

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2013 ore 10:53

Il problema più grande del digitale sono i neri...purtroppo. Confuso

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2013 ore 11:03

Anche secondo me è molto 3d... (come scritto in magico sfocato) forse la pellicola restituisce meglio questo genere di immagini, alla condizione come ha detto Stefano di svilupparla in casa...
Un test interessante potrebbe essere quello di montare quell' ottica in una macchina moderna e vedere cosa succede...

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2013 ore 11:13

Ecco, diciamo che la domanda è questa:

Quella foto che vedete, secondo voi, non ha nulla di diverso da tutte quelle postate in simili condizioni da fotocamere digitali?

Non notate alcuna differenza?

Grazie

avatarsupporter
inviato il 26 Settembre 2013 ore 11:17

Sinceramente una volta aperta a 1500px ai miei occhi perde molto del suo "fascino".

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2013 ore 11:33

Ovvio, è una scansione a bassa risoluzione!

Otto, tu sei figlio del digitale o fotografavi anche a pellicola? Mi sa di più la prima se dici così.

Vediamo di estrarci dal solito crop al 100% o visione a 2000pixel che ora impera nel digitale e ragioniamo "come una volta" guardando l'immagine nella sua interezza ad una grandezza che non "infastidisca" i nostri occhi con la grana.

;-)

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2013 ore 11:37

Secondo me è semplicemente una foto ben fatta, con tutti gli elementi necessari, dalle linee architettoniche alla luce, alla posizione delle persone di quinta e quelle sullo sfondo, tutto è perfetto per dare profondità, o chiamala tridimensionalità, all'immagine. Sono certo che si possa ottenere lo stesso effetto in digitale.

avatarsupporter
inviato il 26 Settembre 2013 ore 11:37

Ho cominciato con la Velvia 50, b/n sinceramente non ne ho praticamente mai fatto quindi ammetto la mia ignoranza.

Non so nemmeno dire se una foto fatta con una moderna DSLR ed ottica comparabile, se ben postprodotta, possa evocare sensazioni simili all'immagine postata.
Insomma, ho solo detto la mia...;-)

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2013 ore 11:51

La vera tridimensionalità, è una percezione che avviene attraverso la somma di vari fattori, e lo sappiamo tutti e non ultimo il processo di lavorazione dedicato al supporto finale.
Quindi quando una foto viene ridimensionata, i bianchi e i neri perdono di intensità, la concezione di tridimensionalità, decade.

La foto postata non fa eccezione, inoltre molti blind test, ingannevoli o palesati, hanno smentito la possibilità di distinguere in condizioni da web la differenza tra analogico e digitale...quanti, ad onor del vero se non fosse stato scritto, avrebbero subito assaporato il fascino della pellicola mettendo la mano sul fuoco della natura chimica e alchemica dello scatto?
io no.
Inoltre finora la sola tridimenzionalità che viene sempre e comunque portata come esempio nel web è SOLO legata alle grandi aperture....1.4...1.2 e così via....

Cito Adams, tanto per cambiare, perchè tutti a quanto pare sanno tutto di Adams...molti sostengono che le foto di Adams siano tridimensionali (a ragione), (anche se viste in formato francobollo sul web), Adams ha sempre usato diaframmi molto chiusi, poi gli stessi postano come esempio di tridimensionalità solo e sempre immagini a tutta a pertura...quindi il dubbio che qualcosa non quadri, o che non sia così immediato, sorge spontaneo.

La sensazione di tridimensionalità, non legata al solo sfocato, io l'ho avvertita alle mostre, quando guardi una foto stampata come si deve, con un workflow perfetto una carta idonea e processi adeguati al supporto, allora si può parlare di tridimensionalità.
E non è neanche solo questione di grandezza di stampa perchè un qualsiasi cartellone pubblicitario dovrebbe avere più tridimensionalità della stessa pubblicità in una pagina del giornale...ma non è così.

Si confonde un po' troppo lo sfocato, che genera sempre tridimensioalità, con il vero concetto di questa, fatta di ombre luci, stampa, carta ecc...
Non potrei riportare esempi, anche perchè il concetto di tridimensionalità, come espresso sopra decade se il supporto non è adeguato.
Qualcuno di voi avrà sicuramente fatto foto in diapositiva con una 6x6...già il guardare la diapo nel banco illuminato genera una tridimensionalità che è ipercoinvolgnete, la stessa scannerizzata e vita a monitor non ha la stessa tridimensionalità.
Ciao
LC

avatarjunior
inviato il 26 Settembre 2013 ore 11:58

Io sono convinto che la tridimensionalità o la plasticità di un soggetto sono dovuti essenzialmete al progetto dell'ottica, poi la luce e lo sfuocato accentuano questa particolarità. Oggi si progettano per lo più zoom ed obbiettivi ultraniti e questo va a scapito della cosidetta ricerca di cui sopra. Almeno questo è quello che constato quando utilizzo i miei vecchi minolta che sicuramente sono meno taglienti ma più plastici dei moderni anzhe con il logo Zeiis.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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