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Lenti scollate.


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avatarsenior
inviato il 09 Maggio 2025 ore 22:24

Ho una lente con il "balsamo" opacizzato in via di scollamento.
Dopo averla estratta dalla sede, ho separato le due parti con l'aiuto di un solvente e ora chiedo:
1) perchè i costruttori ricorrono all'incollaggio di due lenti e non optano per il blocco unico?
2) se rimontassi tutto senza collante, logicamente dopo aver trovato il sistema per fissare le lenti al supporto, a che inconvenienti potrei andar incontro e perchè?

In ogni caso una prova la faccio, cosi tanto per giocare.;-)

avatarjunior
inviato il 09 Maggio 2025 ore 23:08

Provo a risponderti ma aspettiamo l'opinione di più esperti.
1) In realtà il doppietto incollato potrebbe assolvere alla sua funzione già come elemento unico, ma il progetto ottico evidentemente, per ridurre eventuali aberrazioni sopratutto cromatiche ha previsto due elementi di sicuro diversi come indice di rifrazione incollati tra di loro.
2) In primis arricchiresti il percorso ottico di due superfici aria-vetro e quindi aumenteresti il pericolo di riflessi a scapito del contrasto ma c'è di più, quei due elementi devono stare vicini tanto da toccarsi e quindi se non c'è il collante si creano aloni strani (gli anelli di Newton).
In ottica niente è lasciato al caso, se quel doppietto è incollato deve essere così e basta. Poi giocare va benissimo, io a 68 anni ci gioco ancora con quelle cose.

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2025 ore 0:37

Banalmente i due vetri incollati potrebbero avere composizioni chimiche diverse

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2025 ore 7:40

In rete ho trovato un tutorial su come incollare i doppietti, ed anche quale balsamo usare.

Si può fare in casa

Se lo trovo lo posto

avatarjunior
inviato il 10 Maggio 2025 ore 21:14

Grazie Gsabbio, sarebbe molto interessante.

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2025 ore 21:46

Questo è un sito con numerosissimi tutorial

www.youtube.com/@diyextravaganza

che include anche quello sull'incollaggio dei doppietti ottici



Al minuto 21.00 compare la bottiglietta del balsamo.
Sono andato in rete e l'ho trovata in vendita

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2025 ore 22:19

Domanda dozzinale:

Perché alcuni obiettivi hanno nel gruppo ottico lenti "appoggiate" tra di loro ovviamente incollate mentre altri anche se in buon numero sono scollegate tra loro?

Sappiamo bene che esistono esigenze ottiche che giustifica l'esistenza dei doppietti ma viso che altri gruppi ottici riescono ugualmente a portare l'immagine corretta sul piano sensibile perché non evitare il problema del collante?

Nel mio piccolo ho già avuto due lenti che negli anni lo hanno subito: un nikon af-d 180 2.8 e un pentax bellow 100/4.

avatarsenior
inviato il 10 Maggio 2025 ore 22:54

perchè la distanza fra le lenti è un parametro ottico al pari del tipo di vetro, curvatura, spessore delle lenti...


avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2025 ore 6:13

"perchè i costruttori ricorrono all'incollaggio di due lenti e non optano per il blocco unico?

Per ridurre l'aberrazione cromatica.

Per ridurla bisogna trovare un modo per adattare la lunghezza focale della lente indipendentemente dalle lunghezze d'onda che stiamo utilizzando: un modo per farlo è utilizzare un doppietto di lenti che è dunque acromatico.

Il doppietto acromatico ha due lenti: una negativa (concava) e una positiva (convessa).

L'idea di base è che entrambe le lenti compensino le rispettive dispersioni e si annullino a vicenda.

La componente negativa è solitamente realizzata in quello che viene chiamato "vetro flint".

Il vetro flint contiene piombo e presenta un rapporto tra la capacità di rifrazione ottica e la dispersione cromatica alto (descritta da un numero di Abbe inferiore a 50, ha dell'aberrazione cromatica) e un alto indice di rifrazione (solitamente superiore a 1,55).

Il vetro crown, invece, viene utilizzato per fabbricare il componente positivo.

Il vetro crown ha una bassa dispersione (con un numero di Abbe superiore a 50) e un basso indice di rifrazione (solitamente inferiore a 1,5).

Fare un incollaggio a mano di un doppietto, senza una dima, è un lavoro molto a rischio, per il tipo di colla usata e per lo spessore della colla usata, che non saranno a specifica del costruttore, e per il rischio di incollare storte le due lenti.

I laboratori seri, di solito e per quello, non rifanno incollaggi dei doppietti scollati, li buttano via e li sostituiscono con quelli incollati in fabbrica.

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2025 ore 6:24

Grazie ad entrambi per i graditi suggerimenti,

concordo che un incollaggio casalingo sicuramente è il vero intoppo mentre vedrei un po' più alla portata di alcuni volenterosi appunto il cambio doppietto con uno nuovo, con un po' di attenzione vedo che lo smontaggio ( o almeno per una parte di ottiche ) non è impossibile da fare, il problema è trovare magari i doppietti senza andare incontro a spese sconvenienti e in posti accessibili a comuni mortali.

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2025 ore 6:28

Occhio che nel video linkato si vede chiaramente, e lo dice anche il narratore, che per incollare il doppietto, il tizio usa una dima di centraggio, la lente negativa l'ha inserita già nella dima prima di metterci la colla sopra e poi l'altra lente: quella dima ci vuole veramente, come dicevo prima sopra, altrimenti le due lenti del doppietto non saranno mai allineate bene e l'ottica sfocherà da una parte.


avatarjunior
inviato il 11 Maggio 2025 ore 10:27

Già. Non è l'incollaggio in sé l'operazione più difficile dell'intervento ma la perfetta centratura dei due elementi ottici che si può ottenere solo attraverso l'uso di una dima...e di qualità anche. Comunque Ettore giocaci sopra, tanto quel doppietto così com'è serve a ben poco.

avatarsenior
inviato il 11 Maggio 2025 ore 11:17

Non l'ho mai fatto ma prevedo che la fase più delicata sia la separazione e la preparazione e pulizia dei piani da incollare, riguardo alla dima oltre a quella mostrata nel video io credo che una cosa auto costruita con le stesse funzioni di un piccolo mandrino da tornio va più che bene, sarebbe regolabile per varie misure e la funzione autocentrante delle tre morsette non può sbagliare.

avatarsenior
inviato il 12 Maggio 2025 ore 12:57

A mio avviso le criticità sono diverse:

1) Separazione delle lenti.

- il doppietto non è progettato per essere separato.
- le lenti potrebbero avere dei rivestimenti anche sulle superfici interne, che vengono incollate tra loro
- eventuali solventi, potrebbero danneggiare i rivestimenti antiriflesso
- l'eventuale uso di un forno, per agevolare lo scollamento, farebbe raggiungere alle lenti delle temperature ben superiori a quelle del normale utilizzo. Questo, potrebbe causare ulteriori problemi:

- danni alle lenti per via dello stess sulle superfici incollate, dovute alla dilatazione termica. Le lenti potrebbero infatti avere diversi coefficienti di dilatazione termica.
- modificazioni del materiale irreversibili, se le temperature sono sufficientemente elevate.

2) Incollaggio

- per evitare che si depositi polvere o corpi estranei sulle superfici da incollare, si dovrebbe operare in un ambiente adeguato. Non a caso utilizzano delle camere bianche, in fase di assemblaggio.

- La scelta del collante è molto importante.

- lo spessore e le tipologia di collante hanno impatto sulla resa ottica: il costruttore, tuttavia, non dichiara tali specifiche nemmeno sui manuali tecnici, dato che non è una lavorazione prevista nemmeno per i centri di assistenza
- il collante deve "gestire" le dilatazioni termiche delle due lenti, senza causare stress sulle superfici incollate
- il collante deve garantire l'adesione in un certo range di temperature

- è fondamentale il corretto centraggio delle lenti, secondo le specifiche del costruttore. Il problema è che tali specifiche non vengono dichiarate e, se i margini di errore fossero molto bassi, potrebbe servire attrezzatura ad hoc, che ovviamente hanno in fabbrica, ma potrebbe essere antieconomica per un centro di assistenza o, peggio ancora, per un privato

Per centraggio intendo anche la distanza tra le due lenti, che è determinata dallo spessore del collante. Va quindi applicata una pressione uniforme, e non so se si possa fare a mano.

Insomma, è difficile che si possa fare un lavoro "come si deve" con il fai da te. Posto anche di trovare un laboratorio che sia in grado di fare tutto ciò, quanto verrebbe a costare (personale altamente specializzato, strutture, attrezzature)? Probabilmente più del doppietto nuovo, in molti casi.

Io cercherei un doppietto usato o nuovo, se ancora si trova.

avatarsenior
inviato il 12 Maggio 2025 ore 13:58

Salve a tutti, sono consapevole delle difficoltà inerenti il "lavoro" intrapreso, ma confido nell'audacia e nella fortuna che, come ben sappiamo, si aiutano a vicenda.
Poi se l'obbiettivo presenterà qualche lacuna potrei sempre tirara in ballo la nuova "personalità" dello stesso usata a fini "creativi".;-)

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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