RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

Recensione Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C


  1. Altro
  2. »
  3. Articoli
  4. » Recensione Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C


Recensione Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C , testo e foto by Juza. Pubblicato il 29 Aprile 2025; 23 risposte, 4266 visite.


Il Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C è il più versatile superzoom attualmente disponibile per mirrorless: con una gamma di focali 18.7X, copre l'equivalente di un incredibile 24-450mm, spaziando dal grandangolo al supertele. Possiamo davvero affrontare qualsiasi genere fotografico con quest'ottica?

I superzoom, un tempo abbastanza popolari, sono diventati più rari negli ultimi anni: nonostante i progressi dell'ottica, la necessità di risolvere sensori ad altissima risoluzione rende difficile progettare obiettivi che siano al tempo stesso molto versatili ma che abbiano una nitidezza sufficiente per sensori da 24, 45 o 60 megapixel.




Per il sistema Sony E-Mount, ad esempio, esistono oltre 70 ottiche standard (tra quelle Sony e terze parti), ma solo sei superzoom, e se guardiamo la fascia APS-C ce ne sono appena tre: questo Sigma 16-300, il Sony 18-200 e il Tamron 18-300. Sony ha anche un 18-135, ma pur rientrando nella categoria "superzoom" ha comunque una gamma di focali meno meno spinta rispetto agli altri tre.

Ero davvero curioso di capire che qualità offre questo 16-300: Sigma in passato mi ha stupito con zoom estremi come il 60-600 che, pur avendo un rapporto zoom 10X, ha una sorprendente qualità. Sarà riuscita a fare lo stesso addirittura con un 18X? In questa recensione troverete una lunga serie di test e prove sul campo per conoscere ogni dettaglio di questa affascinante ottica!



Sony A5100, Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C a 81mm, 1/160 f/9.0, ISO 100, mano libera.



Costruzione e funzionalità

Il Sigma 16-300 pesa solo 615 grammi e misura 12 centimetri: dimensioni simili a un 24-105mm, ed eccezionalmente compatte se pensiamo che l'obiettivo equivale a un 24-450mm, una gamma di focali colossale.

Ovviamente zoomando tra 16 e 300mm le dimensioni aumentano considerevolmente, andando circa a raddoppiare, ma rimane comunque un obiettivo ben maneggevole. L'unico selettore che troviamo sull'obiettivo è il blocco zoom, che comunque non ho utilizzato dato che la ghiera zoom ha già la giusta durezza ed è difficile che si allunghi accidentalmente. Non sono presenti selettori per AF/MF, stabilizzazione o altri controlli: tutti questi andranno quindi impostati dal corpo macchina.

Oltre all'ampia ghiera zoom, che occupa buona parte della zona frontare dell'ottica, abbiamo una piccola ghiera di messa a fuoco manuale, che come su quasi tutte le ottiche moderne è tramite focus by wire. L'autofocus è totalmente silenzioso e molto veloce alle focali corte e medie; a quelle lunghe direi che è buono, anche se ovviamente non al livello dei teleobiettivi professionali e più luminosi.



Sony A5100, Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C a 48mm, 1/500 f/10.0, ISO 100, mano libera.

Lo stabilizzatore è ottimo e, anche grazie al poco peso dell'ottica, si riescono a ottenere buoni risultati anche scattando a mano libera con le focali più lunghe e tempi non particolarmente rapidi (in alcuni casi sono arrivato anche a 1/40 a 450mm equivalenti!).

Infine, pur essendo un'ottica amatoriale ha una qualità costruttiva molto soddisfacente; dà una buona impressione di robustezza ed è tropicalizzato, il che lo rende resistente a polvere e pioggia. Vista l'ampia estensione dello zoom consiglio comunque di fare attenzione, ed eviterei l'uso sotto pioggia intensa, cosa invece possibile con ottiche a zoom interno e con tropicalizzazione professionale.



Sul campo

Quanto vedremo in studio (nel paragrafo seguente troverete la lunghissima parte di ritagli di test) si riflette, nel bene e nel male, sul campo: il centro ha sempre una buona nitidezza, ma per gli angoli c'è poco da fare. Anche chiudendo il diaframma, non sono mai del tutto soddisfacenti, perlomeno quando corrispondono a zone ricche di dettaglio; viceversa, se negli angoli ci sono zone fuori fuoco, zone scure, nuvole, mare o altre cose senza dettagli fini, i limiti dell'ottica si notano molto meno.

Tuttavia, devo dire che l'utilizzo sul campo del 16-300 si è rivelato molto più piacevole del previsto: spaziando tra tutti i generi, dall'avifauna al paesaggio fino ad arrivare alle foto ricordo, questo superzoom riesce sempre a cavarsela, e tutto sommato i risultati non fanno troppo storcere il naso: per le foto ricordo va benissimo, e anche per foto più "impegnate" a volte mi ha sorpreso in positivo, perlomeno al centro.

Zoomare tra la gamma di focali da 24mm equivalenti a 450mm è impressionante: le due foto seguenti danno l'idea di quanto sia estrema la portata di questo zoom; si può davvero passare dal paesaggio grandangolare ai dettagli più distanti.




Penso che per inquadrare bene questo obiettivo il test più interessante sia darlo in mano a chi fotografa per hobby, e che altrimenti scatterebbe principalmente col cellulare: nel corso del viaggio, ho fatto provare le ottiche a un'amica, a partire dallo spettacolare 300-600 F4. Il suo commento su quest'ultimo è stato: "piuttosto che usarlo smetterei di fotografare".

Così le ho proposto il ben più maneggevole 150-600, ma anche quest'ultimo non ha avuto fortuna: la recensione della nostra intrepida collaboratriche è stata "toglie la gioia di fotografare"; per fortuna non avevo un terzo supertele da farle provare altrimenti mi avrebbe detto che toglie pure la gioa di vivere ;-D Le ho dato il 16-300 e non se ne è più staccata: riuscire ad averlo indietro è stata impresa non da poco ("rivuoi il mio 16-300?" - "ah, adesso è il tuo? :-D").



Qualcuna si è trovata fin troppo bene col Sigma 16-300 :-)

Anche a costo di dover fare acrobazie per riuscire ad avvicinarsi agli animali ben di più di quanto avrebbe potuto fare col 150-600, ha voluto a tutti i costi scattare sempre col 16-300, tirandoci fuori risultati davvero notevoli: sarà pure un obiettivo limitato dal punto di vista tecnico, ma le capacità artistiche dipendono dall'occhio di chi fotografa, dal buon gusto per composizione, forme e colori, e in mani capaci anche il 16-300 può dare foto meravigliose, anche se non saranno perfettamente nitide da angolo ad angolo quando le ingrandiamo formato poster (ma per la visione a schermo o sui social sono più che perfette).

Ovviamente questo è proprio ciò a cui puntava a Sigma: non è una lente per il professionista abituato ai 24-70 f/2.8, ma per fotoamatori che vogliono qualcosa di leggero, versatilissimo e comunque con una qualità anni luce superiore a quella degli smartphone, e da questo punto di vista il 16-300 è un'ottica riuscitissima.

Di seguito potete vedere una piccola selezione delle foto scattate dalla mia amica Sentima.Studio, a partire dalle spettacolari silhouette al tramonto che avrete visto anche nella mia recensione del 300-600 (se proprio vogliamo dirla tutta, è stata lei a trovare questa scena, e poi io l'ho raggiunta e ho scattato col supertele... ma queste con focali meno lunghe sono a mio parere le più belle!)



Sony A5100, Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C a 240mm, 1/2000 f/8.0, ISO 320, mano libera.



Sony A5100, Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C a 171mm, 1/2500 f/8.0, ISO 320, mano libera.



Sony A5100, Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C a 110mm, 1/160 f/6.3, ISO 1600, mano libera.



Sony A5100, Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C a 300mm, 1/125 f/6.7, ISO 1600, mano libera.



Sony A5100, Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C a 300mm, 1/250 f/6.7, ISO 800, mano libera.



Qualità d'immagine, test in studio

Per provare il Sigma 16-300 ho rispolverato la datata, ma ancora valida, Sony A5100; questa fotocamera ha un sensore APS-C da 24 megapixel, che è ancora la risoluzione più diffusa tra le fotocamere APS-C sul mercato ad oggi (2025).

Ho testato il Sigma 16-300 a tutte le principali focali (un lavoro immenso tenendo conto della gamma enorme di focali a disposizione!). A titolo di curiosità, l'ho confrontato anche con l'obiettivo kit "entry level" di Sony, il Sony E PZ 16-50mm f/3.5-5.6 OSS; inoltre, nei test troverete anche un ritaglio di riferimento scattato col Sigma 28-105mm f/2.8 (quest'ultimo serve solo come riferimento per avere un'idea della massima qualità d'immagine possibile col sensore APS-C da 24MP, ovviamente le ottiche non sono paragonabili).

Per tutte le focali ho incluso sia i ritagli a tutta apertura che a f/8 e f/11. Vediamo come sempre i ritagli al 100% dal file RAW, partendo dalla focale 16mm!




A 16mm (equivalente a 24mm su fullframe), nitidezza e contrasto al centro sono ottimi già a tutta apertura; chiudere il diaframma ha senso solo quando serve maggiore profondità di campo. Anche il Sony mostra una resa altrettanto buona.

Al contrario, gli angoli non brillano per qualità; sono poco nitidi a tutta apertura e migliorano solo un poco chiudendo il diaframma. Il Sony è addirittura meno nitido negli angoli, sia a tutta apertura che a diaframmi chiusi.


Proseguiamo con la focale 24mm, equivalente a 35mm su fullframe.




A 24mm, il centro è perfetto già a tutta apertura e chiudere il diaframma non migliora la qualità, ma anzi fa perdere un poco per via della diffrazione. Il Sony ha una qualità d'immagine simile al centro, forse giusto un poco meno contrastato.

Negli angoli, la qualità è abbastanza scarsa a tutta apertura, e anche chiudendo il diaframma i non ci sono miglioramenti apprezzabili; nel complesso direi che gli angoli sono appena sufficienti se non si hanno grandi pretese. Il Sony riesce però a fare molto peggio, con una resa decisamente scarsa a tutta apertura e addirittura peggiore a f/11.


Proseguiamo con la focale 35mm, equivalente a 50mm su fullframe.




A 35mm, il centro è veramente perfetto già a tutta apertura, indistinguibile dall'immagine di riferimento. Chiudere il diaframma non porta miglioramenti. Per confronto, il Sony E 16-50 f/3.5-5.6 è visibilmente meno nitido e molto meno contrastato, anche al centro, pur avendo comunque una resa soddisfacente.

Negli angoli, la qualità è appena accettabile a tutta apertura, ma migliora decisamente chiudendo il diaframma: è buona a f/8 e f/11. Il Sony è migliore a tutta apertura, pur non brillando mai per nitidezza, ed è pari al Sigma ai diaframmi chiusi.


Proseguiamo con la focale 50mm, equivalente a 75mm su fullframe.




A 50mm, il centro è perfetto già a tutta apertura, indistinguibile dall'immagine di riferimento. Chiudere il diaframma non porta miglioramenti. Il Sony E 16-50 f/3.5-5.6 è visibilmente meno nitido e molto meno contrastato, anche al centro.

Negli angoli, la qualità è molto scarsa a tutta apertura, e rimane insoddisfacente anche a f/8; a f/11 invece c'è un netto e sorprendente miglioramento, che rende gli angoli medio-buoni. Il Sony E 16-50 f/3.5-5.6 a tutta apertura è scarso come il Sigma, ma a differenza di quest'ultimo non migliora neppure chiudendo il diaframma.


Proseguiamo con la focale 70mm, equivalente a 105mm su fullframe.




A 70mm, il centro raggiunge la massima nitidezza già a tutta apertura, con una resa pressochè identica all'immagine di riferimento. Chiudere il diaframma non porta miglioramenti al centro, anzi si ha una leggera perdita di contrasto e nitidezza dovuta alla diffrazione, pur rimanendo su una qualità utilizzabile anche a f/11.

Gli angoli sono invece inutilizzabili a tutta apertura; raggiungono una resa vagamente accettabile solo a f/11, diaframma che porta a fare qualche compromesso al centro ma che è l'unico modo per avere una resa utilizzabile negli angoli.


Proseguiamo con la focale 100mm, equivalente a 150mm su fullframe.




A 100mm, la resa è sostanzialmente identica alla focale 70mm (c'è forse solo un leggerissimo calo di contrasto e incisione, appena percettibile in studio e irrilevante sul campo). Come a 70mm, il centro è ottimo, quasi perfetto già a tutta apertura; gli angoli sono molto scarsi e diventano appena accettabili a f/11.


Per testare le focali più lunghe, ho utilizzato per motivi di spazio un soggetto di test diverso, quindi i crop sono differenti da quelli dei test tra 16 e 100mm. Vediamo la resa alla focale 180mm, equivalente a 270mm su fullframe.




Al centro la nitidezza è ottima, già a tutta apertura. Gli angoli sono molto scarsi al diaframma più aperto, ma migliorano chiudendo il diaframma e a f/11 raggiungono una qualità accettabile.


Infine, vediamo la resa a 300mm, equivalente a 450mm su fullframe.




Alla focale più lunga, la massima nitidezza al centro si raggiunge già a tutta apertura, e la qualità della porzione centrale dell'immagine è molto buona, un risultato notevole per uno zoom 16-300. Gli angoli sono invece poco nitidi, e anche chiudendo il diaframma c'è poco miglioramento.

In termini di distorsione, vignettatura e aberrazione cromatica, come prevedibile l'ottica si appoggia alle correzioni via software; se si disabilitano le correzioni distorsione e vignettatura sono comunque molto meno marcate di quanto pensassi, mentre l'aberrazione cromatica è ben visibile. Di default, con le correzioni attivate, questi difetti spariscono completamente. Il software non corregge automaticamente il purple fringing, che è visibile in scene di forte contrasto; è comunque possibile correggerlo manualmente con risultati soddisfacenti.



Sony A5100, Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C a 300mm, 1/250 f/11.0, ISO 1600, mano libera.

Infine, la modalità macro non è veramente sfruttabile; la minima distanza di messa a fuoco di 17 centimetri è alla focale 16mm, ma tenendo conto che l'obiettivo misura 12cm e anche la fotocamera aggiunge un po' di ingombro, la distanza reale tra la lente frontale e il soggetto diventa di circa un paio di centimetri, al punto che l'ottica stessa fa ombra al vostro soggetto, ammesso che non l'abbiate già schiacciato.

Tra tutti i superzoom con "modalità macro" che ho testato in anni di lavoro non ne ho mai trovato uno che abbia una qualità veramente utilizzabile nella macro, e il 16-300 non fa eccezione - alla minima distanza di messa a fuoco la resa non è utilizzabile, a causa dell'enorme perdita di nitidezza e aberrazione cromatica.

Volendo è possibile scattare "macro" anche a 300mm, in questo caso con una minima distanza di messa a fuoco di 1 metro; anche in questo caso però la qualità d'immagine lascia a desiderare. In generale la resa delle focali tele di questo zoom peggiora visibilmente alle distanze di lavoro corte; fino a 2-3 metri a 300mm la resa è buona solo al centro, mentre dai 4-5 metri in su si ha un po' di miglioramento, raggiungendo qualità accettabile.



Test delle capacità macro del 16-300, rispettivamente a 16mm (sopra) e 300mm (sotto), a sinistra possiamo vedere il fotogramma intero e a destra un ritaglio al 100%. A 16mm c'è una distorsione estrema; a 300mm perlomeno la distorsione sparisce, ma la qualità d'immagine appena fuori dal centro (anche senza arrivare agli angoli) non è utilizzabile. Il curioso effetto di "vignettatura al contrario" che si nota a 16mm, col centro più scuro degli angoli, è dovuto al fatto che scattando da 2cm di distanza l'obiettivo stesso mette in ombra il centro del fotogramma.

In conclusione, come ci si può aspettare da un obiettivo così estremo e con una gamma di focali così ampia, la resa ottica è un compromesso, con l'unica (ma importante) costante di avere sempre una resa molto buona o ottima al centro, già a tutta apertura.

Per contro, gli angoli sono sempre poco nitidi, e anche chiudere il diframma porta modesti miglioramenti (solo alle focali intermedie si ottiene una buona nitidezza da angolo ad angolo, con diaframma f/11); per gli altri difetti ottici bisogna appoggiarsi al software, con risultati discreti. Sicuramente è un'ottica da abbinare a fotocamere da 20/24 megapixel; non lo consiglierei su modelli da 32 o 40 megapixel (es. Canon R7, Fujifilm X-T40).



Sony A5100, Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C a 146mm, 1/250 f/8.0, ISO 400, mano libera.




Conclusione

Con questo 16-300, Sigma ha voluto portare veramente all'estremo la gamma di focali che si può avere in uno zoom; avere l'equivalente di un 24-450mm in 600 grammi di peso è qualcosa di incredibile. Con quest'ottica Sigma detiene anche il record (ad oggi, aprile 2025) dello zoom più ampio che esista per mirrorless, con una gamma di focali 18.7X. L'unica altra ottica con zoom più ampio, ma disponibile solo per reflex, è il Tamron 18-400 (22.2X), che però è ben più pesante e ha fama di pessima qualità.

Apprezzo lo spirito di innovazione e il coraggio di Sigma nel proporre un'ottica del genere, e per alcuni sarà una scelta interessante: la resa al centro è sorprendentemente buona; l'AF è ottimo, così come lo stabilizzatore, le dimensioni sono compatissime in rapporto alla focale e ovviamente la versatilità è unica.



Sony A6700, Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C a 54mm, 1/15 f/8.0, ISO 200, mano libera.

E' comunque un'ottica quasi esclusivamente per uso amatoriale; in ambito professionale l'unico contesto dove potrebbe aver senso è il fotogiornalismo - in questo caso, la qualità tecnica della foto passa in secondo piano, mentre è fondamentale l'aspetto documentaristico, e qui il 16-300 va benissimo. Ma chi si dedica per lavoro a paesaggi, animali o qualsiasi altro genere preferirà ottiche meno pratiche e versatili, ma con qualità d'immagine superiore.

Personalmente, penso che il limite dell'attuale tecnologia ottica per avere superzoom di qualità professionale sia attorno ai 24-200mm (o 16-135mm su APS-C); ho provato alcuni zoom con queste focali e li ho trovati molto soddisfacenti, anche per uso professionale. Mi auguro che Sigma, ora che ha il suo superzoom estremo in catalogo, completi la gamma anche con superzoom più moderati: un 18-150, 16-135, oppure 24-200 o 28-200 su fullframe sarebbero in grado di dare versatilità e qualità con meno compromessi di un 16-300.

Per concludere, il Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C è un obiettivo ottimo per il pubblico e l'utilizzo a cui si rivolge; se la pura qualità d'immagine non è il primo fattore di scelta, allora ne apprezzerete tantissimo i vantaggi, in primis la versatilità.

Il Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C è disponibile presso i rivenditori autorizzati Sigma Italia - Mtrading.



Sony A5100, Sigma 16-300 f/3.5-6.7 DC OS C a 113mm, 1/800 f/11.0, ISO 400, mano libera.



Risposte e commenti


Che cosa ne pensi di questo articolo?


Vuoi dire la tua, fare domande all'autore o semplicemente fare i complimenti per un articolo che ti ha colpito particolarmente? Per partecipare iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti, partecipare alle discussioni e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 251000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.





avatarsupporter
inviato il 29 Aprile 2025 ore 7:22

Personalmente ritengo che lo sviluppo di certi zoommoni sia abbastanza "tempo perso". Alla fine sono costosi, ingombranti (rapportati all'uso sulla fotocamera) e di dubbia qualità non solo per la luminosità.
La scelta tipo Nikon con il 16-50 e 50-250 la trovo più sensata. Si, magari devi cambiare ottica ogni tanto ma la qualità è ben maggiore a parità di prezzo (o forse meno) e pesi e ingombri non sono poi così distanti.

Interessante il fatto che parta da 16 mm (18 già iniziano ad essere troppi per "unica lente da portarsi in viaggio) ma un 16-200 ben fatto e sarebbe stato meglio.

Mi chiedo perché nessuno pensi ad un 14-150/200 o addirittura ad un 12-100. Ecco quello sarebbe un game changer per i paesaggisti/viaqggiatori.

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2025 ore 7:35

Obiettivo interessante, ottima recensione (come tuo solito) MA Pasta Barilla e, orrore, besciamella pronta proprio no, da te non me lo aspettavo. Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!

avatarjunior
inviato il 29 Aprile 2025 ore 8:00

Il 12-100 f 4 Olympus esiste ed è eccellente

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2025 ore 8:48

MA Pasta Barilla e, orrore, besciamella pronta proprio no, da te non me lo aspettavo. Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!

Ma è solo per gettare fumo negli occhi a noi poveri iscritti. In realtà Juza frequenta solo ristoranti iperstellati, veste in via Montenapoleone a Milano e fa regali alle modelle con acquisti presso Tiffany & CoMrGreenMrGreenMrGreen

avataradmin
inviato il 29 Aprile 2025 ore 9:03

Ahah come si suol dire, nel paese in cui tutti sono ciechi chi ha un occhio solo è fortunato :-D nei viaggi all'estero quando porto besciamella e sughetti pronti dall'Italia è come se fosse oro rispetto alla robaccia di infima qualità che si trova nei supermercati locali :-)

Ma anche da noi non sono uno da cose ricercate ;-D

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2025 ore 9:40

Direi obiettivo "da vacanza".
In passato, su APS-C Canon ho avuto Tamron 18-250 e Tamron 18-270, e, in vacanza, una fotocamera e un obiettivo, permettevano di fare un po' di tutto e, per l'epoca, con risultati dignitosi.
Avessi APS-C adesso non lo disdegnerei.
Peraltro le foto sul campo che hai pubblicato non sono affatto male.

avatarsupporter
inviato il 29 Aprile 2025 ore 10:11

Io sinceramente avevo pensato a una combo R7 + 10-18 + 16-300 per viaggiare iperleggero in montagna con microzaino e acqua. Non so se vale al pena allora. Ma forse si...

avatarjunior
inviato il 29 Aprile 2025 ore 10:30

Ho letto altre recensioni, ma la tua è la migliore. Grazie.

avatarsupporter
inviato il 29 Aprile 2025 ore 10:34

@Fcl

Però qui parliamo di una lente aps dove 12-100 sarebbe un 18-150 su ff
Il 12-100 Oly sarebbe un 24-200 e non mi risulta esista un 9-75 o simili.

Il punto è che le correzioni, che siano ottiche o software, diventano sempre più complesse man mano che si scende di focale.

avatarjunior
inviato il 29 Aprile 2025 ore 10:53

In vacanza sempre cibo locale cotto e frutta con la buccia. Bevande in bottiglia e tè bollito. Tutto per evitare grastroproblemi. È un orrore ma ogni tanto la coca in lattine serve

avatarjunior
inviato il 29 Aprile 2025 ore 11:00

La scimmia a 300mm...200...135...70...nooo aiutooo non devo vedere ste coseMrGreen

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2025 ore 11:03

La scimmia è morta sugli angoli dei 100mm! Eeeek!!!

avatarjunior
inviato il 29 Aprile 2025 ore 11:09

Sembra meglio del Tamron 18-300 e costa un po' di più . Giusto ?

avatarsenior
inviato il 29 Aprile 2025 ore 12:36

Ottica imbarazzante.

avatarsupporter
inviato il 29 Aprile 2025 ore 13:22

Kelly15, ma no, imbarazzante secondo me no. Pesa 6 etti, ti copre un rango impensabile fino a qualche mese fa, ovvio non ti può fare anche il caffè. Dipende dalle pretese che hai. Io in viaggio la porterei. È ovvio che devi conoscerne i limiti e proporzionare le espettative.





 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me