| inviato il 04 Dicembre 2024 ore 19:53
Sempre con l'idea di avere un giorno una medioformato con cui fare qualche ritratto ma anche di stampare foto di un amico che ce l'ha, pensavo di prendere anche un'ottica per medioformato. Ho un Durst 670 Color - no condensatori -. Ho sempre sviluppato con un piccolo Schneider f/4 50, da 24mm di diametro. Avevo comprato qualche anno fa un Componon S 50 f/2.8 da 39mm di diametro che non ho ancora usato - ho fatto ancora qualche rullino ma stampe non più -. Quale ottica potendo è migliore, a prezzi ragionevoli? o meglio: c'è una differenza sostanziale tra le seguenti che fa propendere per una o escluderla sicuramente? ho visto che c'è il Rodagon 80 f/4, la versione apo, Componon S 80 f/4 grazie |
| inviato il 04 Dicembre 2024 ore 20:12
Ciao, ho tutti Componon fino al 180 e due Rodagon apo 80 e 210. Ho spesso letto che da un qualche punto di vista i Rodagon sono migliori ma, l'unico confronto che posso fare è appunto ad 80 dove li ho entrambi, io non ho notato differenze tranne forse una definizione un pelo migliore a ingrandimento spinto 90x60 però potrebbe essere benissimo dovuta a qualche impercettibile movimento della colonna a testa tutta alzata. Questo ai classici diaframmi di lavoro. Ho palesemente visto, invece, il rodagon più definito rispetto al componon a tutta apertura. Gli riconosco, inoltre, una migliore costruzione, per lo meno rispetto ai componon che ho io che hanno il corpo in plastica. A favore del Componon però metto la leva dei diaframmi, che per me negli anni è diventata essenziale. In conclusione, a parer mio, uno vale l'altro come prestazioni, il resto che può fare preferire uno o l'altro sono sensazioni d'uso o comodità operative. |
| inviato il 04 Dicembre 2024 ore 21:45
Grazie mille. Tu stai parlando del Rodagon normale giusto? non di quello APO. beh dalla tua esperienza direi che meglio Rodagon - ho sviluppato per anni con lo Shneiderino che non ha la preselezione del diaframma e l'apertura massima a leva per focheggiare. Però a difesa dello schneiderino ha un sacco di lamelle del diaframma, quindi immagino sia preciso come esposizione -. Tu per diaframmi classici di lavoro intendi f/5.6 f/8? o oltre? Sai... f/4 è lì.. se a f/4 il Rodagon è meglio... tanto vale prendere quello. |
| inviato il 04 Dicembre 2024 ore 22:23
Si stampo di norma a 7.1 oppure 8 per avere tempi sufficienti a qualche intervento. Il Rodagon 80 è apo |
| inviato il 04 Dicembre 2024 ore 22:58
aaaaaaaah hai quello "lusso". ok grazie mille. allora possiamo presumere che il non apo e il componon si equivalgano. ok ok. grazie. segno tutto. mi sta venendo una voglia tremenda di stampare ma non ho più un ripiano in bagno dove tenere le bacinelle. vediamo |
| inviato il 05 Dicembre 2024 ore 0:27
Componon 50 ed 80; Rodagon 105. Non ho mai fatto confronti tra loro, ma credo che trovare differenze tra Schneider e Rodenstock sia questione di lana caprina. Ai tempi, comunque, il Rodagon godeva fama di essere il meglio (escludendo, tra i 50, il Leitz Focotar che, con l'ingranditore di Casa -Focomat-, faceva un pò corsa a sè!). Si "parlava" anche del Nikon (EL-Nikkor), ma non l'ho neppure mai visto da vicino! Allora il materiale circolava POCO, e Google NON esisteva! La mia (modesta) esperienza! Ciao. GL |
| inviato il 05 Dicembre 2024 ore 2:32
grazie ma perché si reputava il Rodagon migliore? parlo di quello non apo. considerato che ho un ingranditore a luce diffusa se so che uno dei due ha più contrasto forse è meglio |
| inviato il 05 Dicembre 2024 ore 6:11
Per esperienza di amici, perché la mia claustrofobia male si accorda con degli ambienti bui e ristretti, gli Schneider sono generalmente un pelino migliori rispetto ai Rodenstock. Per quel che so io invece l'unica reale differenza fra un normale obiettivo da ingranditore e il suo omologo Apo è la resa migliore di quest'ultimo a TA, insomma a f 8 o simili siamo lì... cosa che del resto si verifica anche con gli obiettivi da ripresa. |
| inviato il 05 Dicembre 2024 ore 14:50
@Black. Perchè i Rodenstock fossero considerati migliori degli Schneider, francamente, non te lo so dire. Allora NON c'erano i "social", la stampa delle fotografie non era AFFATTO diffusa (una pratica esoterica!), la gente si poneva meno domande in generale, e la vox populi era "grasso che colava". Personalmente scelsi gli Schneider (50 e 80), ma volli provare anche il Rodagon sui formati 6 X 7 e 6 X 9 (Durst A 600). Però stampai veramente poco su quei formati: il formato Leica, su un altro ingranditore (Durst M 300) permetteva di usare un portanegativi SENZA vetrini e questa, per me, era una GRANDE differenza (e poi c'erano i costi -pellicola-! Allora ero uno studente!). Gli ingranditori a luce diffusa avevano/hanno una resa più morbida; quelli muniti di condensatori (i miei!) avevano/hanno una resa più contrastata. In cantina, ho una perfetta camera oscura attrezzata con la "roba" di cui sopra, ma non ci lavoro più da 25/30 anni ca.. Ciao. GL |
| inviato il 05 Dicembre 2024 ore 14:55
Uno vale l altro |
| inviato il 05 Dicembre 2024 ore 15:00
Grazie Giovanni. Si poi le medio formato allora erano costosissime. L'ingranditore me lo regalò mio padre e lo scelsi io apposta a luce diffusa. Mi va bene che sia più morbido però appunto se sapessi che un'ottica ha più contrasto la preferirei per equilibrare. Ho capito che in sostanza la piccola differenza la fanno le versioni apocromatiche mentre le altre due si equivalgono “ Uno vale l altro „ ok grazie |
| inviato il 05 Dicembre 2024 ore 15:32
se stampi in BN che sia apo o meno direi che non cambia nulla. Io stampavo il 6x6 con un "modesto" Componar e le stampe erano comunque spettacolari, magari bisognava chiudere un paio di stop.... |
| inviato il 05 Dicembre 2024 ore 15:39
sono sicuro che la versione normale va più che bene però ad esser pignoli il fatto che sia apo anche nel bianco e nero fa una differenza - quanto visibile non ho idea - se io ho un contorno ho una transizione tra due toni uno chiaro, uno scuro: dove c'è la parte trasparente ho più luce - che è bianca cioè ha tutte le componenti cromatiche visibili - e l'ottica per rifrazione scompone e poi ricompone la luce bianca in diversi raggi con angoli diversi. La ricomposizione può non essere perfetta - questo vale per ogni ottica - e anziché disegnare una linea perfetta può creare un alone intorno microscopico. Le lenti apocromatiche a priori diminuiscono la differenza di angolo di rifrazione. Ora tra il fatto che le distanze sono minime, che poi si sviluppa con i filtri colorati se si usa la multigrade e quindi la luce non entra nell'ottica come bianca ma con un range di lunghezze d'onda limitato e il fatto che un 90 mm di solito non ha bisogno di essere apocromatico ... probabilmente la differenza è minimissima... però in linea teorica c'è sempre. |
| inviato il 05 Dicembre 2024 ore 16:05
Ora tra il fatto che le distanze sono minime, che poi si sviluppa con i filtri colorati se si usa la multigrade e quindi la luce non entra nell'ottica come bianca ma con un range di lunghezze d'onda limitato e il fatto che un 90 mm di solito non ha bisogno di essere apocromatico ... probabilmente la differenza è minimissima... però in linea teorica c'è sempre. La differenza, grande o piccola che sia, si nota ingrandendo... su un 20x30 la vedi comunque poco. Certo se cominci a fare dei 40x60 o dei 50x75 il discorso cambia. |
| inviato il 05 Dicembre 2024 ore 17:27
“ Si "parlava" anche del Nikon (EL-Nikkor), ma non l'ho neppure mai visto da vicino! „ come 50mm ho quello |
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