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per chi si lamenta della tecnologia


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avatarsenior
inviato il 04 Novembre 2024 ore 17:09

Leggendo lamentele lette in alcune discussioni, lamentele per disagi rispetto alle trasformazioni dell'attrezzatura che in parte capisco e che tuttavia secondo me non sono neanche esplicitati e compresi correttamente da chi li prova, rispondo provocatoriamente, senza intento di derisione e senza fingere che tutto il malessere si riassuma in quanto verrà esposto, con un video di un noto e secondo me bravo video maker nonché recensore di cinema e videogame. A voi il pensiero e l'esperienza di Synergo... al secolo Mario Palladino. Saltate a 1.06 se volete tagliare l'introduzione.


avatarsenior
inviato il 04 Novembre 2024 ore 18:06

Non credo si possa essere in disaccordo con quanto detto nel video....
Un po' però la tecnologia ha svalutato risultati che al tempo in cui sono stati ottenuti erano considerati eccelsi,oggi siccome e facile ottenerli vengono considerati ordinari.....


avatarsenior
inviato il 04 Novembre 2024 ore 18:09

appunto ma erano considerati eccelsi per qualità tecniche nel saper usare una attrezzatura più rudimentale. Ma la capacità tecnica è il fine di una disciplina creativa o è un mezzo?

avatarsenior
inviato il 04 Novembre 2024 ore 18:47

Beh certi tipi di fotografie si basano molto sulla tecnica e meno sulla creatività....di conseguenza anche il fotografo che le fa/le ha fatte, viene sminuito dal fatto che la tecnologia le rende facili .
La creatività è quasi immune alla tecnologia

avatarsenior
inviato il 04 Novembre 2024 ore 19:47

Parlando di alcuni tipi di fotografia, oltre ad esssere più facile eseguirle è anche cambiato il modo di svilupparle, se parliamo di avifauna le ombre sono quasi sparite diventando irreali per avere una nitidezza estrema risultando poi tutte uguali, simile alle figurine e meno alla realtà.
Così vale per le panoramiche di alcuni paesaggi senza ombre e irreali, dove anche in ombra c'è luce e dettagli come se tutto fosse illuminato artificialmente. Alla fine cambia anche il lato estetico.
Poi se sia un bene o un male, una questione migliorativa, o altro non si capisce chi lo possa stabilire, dando quindi inizio alle solite battaglie fra modi diversi di vedere le cose.
Di tutto questo, l'unica cosa vera è che la fotografia è cambiata e continuerà a cambiare così come lo ha sempre fatto dalla sua esistenza.
Tutto il resto sono canzonette...

avatarsenior
inviato il 04 Novembre 2024 ore 20:43

Bisogna scindere aspetto tecnico da aspetto artistico della foto.
La parte artistica ovviamente non dipende dal mezzo, ci sono foto pazzesche fatte con smartphone e foto impresentabili fatte con attrezzatura da 5K.

Poi c'è l'esperienza d'uso, qui si entra in un campo totalmente soggettivo, ed ogni opinione ha la sua dignità.

avatarsupporter
inviato il 05 Novembre 2024 ore 11:21

È sempre stata un'illusione quella di produrre lavori più "artistici" cambiando lo strumento che si usa: vale per chi è stanco delle ipersofisticazioni tecnologiche e confida in una sorta di ritorno alle origini verso strumenti semplici, essenziali e limitati ai comandi basilari; ma vale per converso anche per chi agogna all'ultimo ritrovato del momento ed insegue ad occhi chiusi ogni novità, presunta o reale che sia.
La produzione artistica, o comunque la realizzazione di lavori che ci soddisfano, dipende soprattutto da ciò che abbiamo nella testa e nel cuore, se qualcosa lì c'è e se è stato adeguatamente educato da veri maestri. Altrimenti non c'è strumento che tenga.
Detto questo, la scelta dello strumento fotografico dovrà rispondere - a mio parere - al sistema più semplice possibile rispetto al tipo di fotografia che si vuole praticare: assurdo cercare di fare wildlife o macro con una Leica a telemetro, altrettanto inutile, se non assurdo anch'esso, pretendere di avere una supermirrorless velocissima per fotografie di street o di architettura, o di reportage.
Poi, detto questo, tutto si può fare con tutto, o quasi.

avatarsenior
inviato il 05 Novembre 2024 ore 12:16

La produzione artistica, o comunque la realizzazione di lavori che ci soddisfano, dipende soprattutto da ciò che abbiamo nella testa e nel cuore, se qualcosa lì c'è e se è stato adeguatamente educato da veri maestri .

@Giallo63
Condivido il senso del concetto, però su questo fatto che ho quotato "e se è stato adeguatamente educato da veri maestri" avrei da porti una domanda,
Cosa pensi di Vivian Maier è forse stata una mosca bianca?
Vivian Maier biografia

avatarsupporter
inviato il 05 Novembre 2024 ore 13:02

Ciao
Non conosco la formazione culturale della Maier, non escluderei che avesse visto o letto qualcosina; del resto anche R.Capa era poco più di un profugo ungherese, eppure le foto le scattava benino, dicono MrGreen
Rimane che la genialità non si impara sul libri, ma di sicuro la si affina e valorizza maggiormente se si ricevono stimoli ed informazioni adeguate: tra le pitture rupestri del neolitico e la cena di Emmaus del Caravaggio, ipotizzando una parità di genio degli autori, è agevole dedurre che il secondo conoscesse qualcosa di chi lo aveva preceduto nei millenni e nei secoli precedenti.
Un saluto.

user207727
avatar
inviato il 05 Novembre 2024 ore 13:26

Forse però il primo era più geniale.

avatarsupporter
inviato il 05 Novembre 2024 ore 13:30

Non lo sapremo mai.

avatarsenior
inviato il 05 Novembre 2024 ore 13:50

@Giallo63

Ho messo un link alla sua biografia per fare in modo che si potesse leggere per capire che era una persona qualunque che fotografava per strada prima in B/N poi a colori e si diede anche anche al video per un certo tempo tutto frutto della sua passione per la fotografia e diventò famosa poco prima di morire, basta leggere la biografia per capire che tipo di persona era.
Ma la domanda non era sulla quotazione della genialità, ma sul fatto che non è sempre vero che si deve avere un un insegnamento da un vero maestro, ho messo in grassetto quella frase perchè è a quella frase a cui mi riferivo per la domanda.
E Vivian Maier era uno di questi casi.

avatarsupporter
inviato il 05 Novembre 2024 ore 14:18

Certo. Rimane che una genialità educata adeguatamente (e non compressa o mortifocata da rigori e vecchi schemi preconcetti) si può esprimere meglio, ha piú possibilità di comunicarsi rispetto ad una che non riceve nulla e deve partire da zero.

Inoltre per "educazione" non intendo la partecipazione a chissà quali corsi e livelli di istruzione, ma, in senso piú ampio e generico, la crescita in un ambiente culturale e sociale che consenta alla genialità di esprimersi.

Io credo che conoscere le opere di HCB, Doisneau, Erwitt, Bishof, Capa, Scianna, R.Frank, W.Evans, Stiegliz, Giacomelli, Mulas, Dondero, Eugene Smith, la stessa Maier e tantissimi altri "maestri" aiuti chiunque a fare meglio: non imitando, ma dotando chi osserva di un maggior numero di informazioni, di dati, di modelli espressivi che aiutino a rifuggire dalla superficie, dalla banalità, a dire " tutto mi sembra com'è ", per citare Vasco. Altrimenti il rischio è quello di ridurre la fotografia all'invio agli amici dell'immagine by smartphone dell'impepata di cozze che sto per mangiare. C'è un po' di piú, e l'educazione ci aiuta a vederlo meglio: questo dico.

avatarsenior
inviato il 05 Novembre 2024 ore 14:34

Si ma con la biottica e le macchine di quei grandi fotografi arrivi fino ad un certo punto....adeguate a quel tipo di fotografia che va saputa fare.
Poi serve anche la tecnologia ....

avatarsenior
inviato il 05 Novembre 2024 ore 16:41

@Speedking
Per una certa tipologia di fotografia si, per la street non serve, paesaggi se non vuoi fare le panoramiche con effetto luce anche nelle ombre come ormai è d'uso tipo le foto a 360 gradi non serve, se invece vuoi fare le panoramiche con luce anche in ombra allora serve, ma nemmeno molta. Se fai sport serve, insomma dipende dal tipo di foto dove la tecnologia serve per arrivare agli standard qualitativi odierni che son ben cambiati dalla pellicola, vedi avifauna.


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