| inviato il 05 Ottobre 2024 ore 12:04
Io non capisco cosa ci sia di sbagliato nel chiedere soldi ed usare l'editore come un “fornitore” del fotografo, poco più di una tipografia. Se non ci sono margini di potenziali guadagni, nessuno pubblicherà mai nulla (che sia libro, fumetto, disco o qualsiasi altra cosa). Il mondo è sicuramente ingiusto, ma ci sono più artisti che fruitori della mostra arte, così come ci sono più scrittori che potenziali lettori. Se non abbiamo intenzione di investire denaro, o troviamo uno sponsor (difficile ma non impossibile) o creiamo un seguito che possa rendere conveniente all'editore pubblicare il nostro libro. Come creare il seguito? Spingendo su tutti i canali che conosciamo, Instagram, serate con l'autore, mostre collettive, mostre personali sono i primi esempi. Altrimenti, la vedo dura riuscire a veder realizzato il nostro sogno. Non sto dicendo che sia giusto… però questa è la realtà che vedo. |
| inviato il 05 Ottobre 2024 ore 12:24
“ Come creare il seguito? Spingendo su tutti i canali che conosciamo, Instagram, serate con l'autore, mostre collettive, mostre personali sono i primi esempi. „ Per l'appunto! Bisogna pensare e costruire un percorso promozionale se non sei Paolo Pellegrin o Alec Soth, per fare due nomi. E già loro lo fanno regolarmente. Senza questo è inutile pensare alle stampe. |
| inviato il 05 Ottobre 2024 ore 21:57
@Luca.ballotta, quello che dici non è in senso assoluto scorretto, però bisogna ricordare che un editore è (o dovrebbe essere) un imprenditore, e come tale dovrebbe essere connaturato alla sua attività proprio il rischio di impresa. Nel caso di specie, se crede in un certo lavoro (libro, appunto, ma anche disco o film) ci investe soldi e tempo propri, con l'idea appunto di averne poi un ritorno economico. Nel caso dell'editore che invece chiede lui i soldi, è vero, effettivamente assomiglia a una sorta di affitto "del logo" forse per permettere poi all'autore di compiacersi del fatto di avere pubblicato con la casa editrice Pinco Pallina, che però, capirai, in realtà non fornisce alcun valore aggiunto in senso stretto (lavoro editoriale, attività promozionale, ecc.) Personalmente, oltre che una pratica piuttosto censurabile, non ritengo che abbia neppure molto senso, considerando che adesso esistono i canali alternativi del selfpublishing che ti permettono comunque di pubblicare. Per cui se devo spendere i soldi o fare promozione "spingendo" come giustamente dici, perchè l'editore non intende investire o sbattersi in alcun modo, allora tanto vale che lo faccia in proprio: magari lo stesso vendo solo 10 copie agli amici, ma almeno su quelle mi vengono riconosciute le commissioni. Tra l'altro nel caso dell'editore citato a parte il preventivo delle 100 copie, non c'era neppure una previsione di una tiratura successiva, per cui l'idea che si tratti di una mera "furbata" per spillar soldi mi rimane. |
| inviato il 06 Ottobre 2024 ore 12:30
@Ale Z D2i ISBN ne esiste un solo tipo e lo puoi acquistare qui. Pubblicare un libro con l'ISBN non ti fa entrare nel catalogo di vendita di nessuno, salvo dell'editore che lo pubblica (che può essere anche Amazon o Blurb). Per entrare nel catalogo nazionale delle biblioteche, il libro deve essere stato catalogato in una biblioteca aderente all'OPAC. Vedi il mio precedente messaggio." Grazie, proverò a fare così! |
| inviato il 07 Ottobre 2024 ore 14:24
Il problema della stampa digitale è che però non potrebbe usufruire dei canali di commercio come Amazon, Feltrinelli, IBs, ecc, che è quella che mi interessa, ma sarebbe un po' circoscritta a parenti e conoscenti vari. Diciamo che la coperta comunque la si tiri è sempre corta e dei compromessi comunque vanno accettati. Il selfpublishing su Amazon non porta a degli standard qualitativi eccelsi, ma almeno permette un maggior ritorno in termini di royalties, e ha un bacino di lettori potenzialmente enorme, lì poi tutto sta nel saper fare anche un buon lavoro di marketing. Lì come prezzatura potrei stare tra i 20 e i 24 euro (iva inclusa) avendo un ritorno di circa 4/5 euro per copia. Un prezzo più altro non avrebbe senso. |
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