| inviato il 27 Settembre 2024 ore 12:15
Incontro memorabile con i daini, ottobre 2023. Quante emozioni e sensazioni.....mi sono trovato immerso nel bosco, in un capanno rudimentale ma molto utile: nel silenzio il suono inconfondibile e continuo del bramito dei maschi e delle loro lotte per la conquista delle femmine mi hanno accompagnato per quasi tutta la giornata. Il capanno, nel bosco, in posizione preminente rispetto all'areale, nonostante fosse circondato un po' dalle piante presenti, permette una buona visione sugli animali anche ravvicinata. Mai visti, ho cosi' potuto effettuare tanti bei scatti che, se vorrete, potrete osservare nella mia galleria ad essi dedicata. Avvistato un gruppo di daini bianchi ma lontani dal capanno. Qualche annotazione sul daino di Andrea Brusaferro: Inquadramento sistematico specifico: daino Superordine: Ungulati (Ungulata) Ordine: Artiodattili (Artiodactyla) Sottordine: Ruminanti (Ruminantia) Famiglia: Cervidi (Cervidae) Sottofamiglia: Cervini (Cervinae) Genere: Dama Specie: Dama dama Linnaeus, 1758 Sottospecie italiana:- Dama dama dama (Linnaeus, 1758) il genere Dama è suddiviso in 2 taxa corrispondenti alla popolazione europea e a quella mesopotamica o persiana; alcuni Autori considerano tali taxa 2 specie distinte (Dama dama e Dama mesopotamica Brooke, 1875), altre 2 sottospecie (D. d. dama e D. d. mesopotamica). Alcuni Autori hanno considerato che le differenze con il Genere Cervus Linnaeus, 1758 non meritino l'attribuzione delle 2 forme ad un Genere diverso. Da: Spagnesi M., A. M. De Marinis (a cura di), 2002 Mammiferi d'Italia. Quad. Cons. Natura, 14, Min. Ambiente – Ist. Naz. Fauna Selvatica Il daino presenta dimensioni intermedie tra quelle del capriolo e del cervo L'aspetto è quello di un animale agile in virtù di un'altezza al groppone leggermente superiore rispetto al garrese (si possono comunque a volte riscontrare nei maschi altezze al garrese uguali o di poco maggiori di quelle al groppone). A testimoniare l'elevato grado di manipolazione subito dalla specie, sono presenti almeno quattro colorazioni principali del mantello: pomellato, isabellino, melanico e bianco (non albino), con frequenze molto variabili da popolazione a popolazione anche nel grado di pomellatura. Le caratteristiche distintive principali della specie sono diverse, ad iniziare (oltre che ovviamente dalla struttura “appiattita” dei palchi nei maschi) dal tipico specchio anale che, nelle forme pomellato ed isabellino è di colore bianco candido bordato da strisce nere, al cui centro spicca la coda, anch'essa superiormente nera, che conferisce allo specchio anale la tipica fisionomia di un “ancora capovolta”. Anche la coda, piuttosto lunga, è di per sé un carattere distintivo rilevante; da notare inoltre come, nella maggior parte dei casi ed in modo più evidente negli individui pomellati, sulla schiena sia presente una riga nera che sembra una linea di prolungamento della coda e diventa sempre più stretta a mano a mano che ci si avvicina ai quarti anteriori. Altra caratteristica specifica importante sono le “bande di colore” (tonalità diverse di colore del mantello), da più scuro a più chiaro in senso dorso-ventrale che sono tre negli individui pomellati ed isabellino, assenti in quelli bianchi, due in quelli melanici (negli individui “melanici” mancano le parti bianche, sia nello specchio anale che nel “sottopancia”). Come nel caso del capriolo, anche per il daino lo specchio anale svolge un ruolo importante nelle “comunicazioni” intraspecifiche, infatti in condizioni di “allarme” (conseguente ad una situazione di pericolo), la coda sollevata mette in evidenza lo “specchio” totalmente bianco (“stotting”), comunicando quindi ai cospecifici una possibile situazione di rischio, eventualmente enfatizzata dalla caratteristica fuga a “balzi verticali” tenendo le zampe unite. Caratteri sessuali molto importanti sono anche (nei maschi) l'evidenza del “pennello” (ciuffo terminale dell'astuccio penico), la grossezza del collo e la vistosità del “pomo d'Adamo”; questi caratteri diventano ovviamente più vistosi e tangibili durante il periodo riproduttivo, ma sono comunque percepibili durante tutto l'arco dell'anno e caratterizzano soprattutto i “palanconi”. Il mantello estivo, negli individui pomellati, è bruno rossastro con pomellature bianche. In inverno scompare la pomellatura, le “bande di colore” che caratterizzano la specie diventano più evidenti ed il mantello assume una colorazione marrone grigiastra; con tonalità più scura nella banda dorsale, chiara in quella situata sul fianco e bianca nel sottopancia. In Italia le tipologie più frequenti di colorazione del mantello sono il pomellato e il melanico, quest'ultimo si riconosce facilmente per l'assenza: del bianco nello specchio anale e della banda di colore bianca del sottopancia, inoltre anche nel mantello estivo la colorazione rimane pressoché invariata ed è assente, totalmente o quasi, la pomellatura. La colorazione bianca del mantello (da non confondere con l'albinismo) è rara ma non rarissima. Sia nel maschio che nella femmina, davanti all'angolo nasale dell'occhio (seno infraorbitale), è situata la ghiandola preorbitale, molto importante per i maschi nella fase degli amori per il marcamento territoriale, unitamente al marcamento visivo effettuato coi palchi (fregoni), mentre le femmine e i piccoli la utilizzano in modo cospicuo nella fase delle cure parentali. Nelle zampe posteriori subito sotto il tallone sono localizzate le ghiandole metatarsali che, a differenza di quelle del capriolo, sono ricoperte da pelame più chiaro e quindi difficilmente individuabili a distanza e la cui funzione principale sembra essere il riconoscimento individuale. Nello spazio fra 3° e 4° dito delle zampe sia anteriori che posteriori, si trovano le ghiandole interdigitali utilizzate soprattutto dai maschi nella fase di marcamento territoriale mediante “raspate” che producono le caratteristiche “piazzole”. Morfologia: denominazione delle classi sociali CLASSE Maschi Femmine 0 Piccoli: da 0 a 10-11 mesi Piccoli: da 0 a 10-11 mesi 1 Fusoni: da 10-11 a 22-23 mesi Sottili: da 10-11 a 22-23- mesi 2 Balestroni: da 22-23 mesi a 4-5 anni Adulte: oltre i 22-23 mesi 3 Palanconi: oltre i 4-5 anni I maschi di daino portano palchi ramificati e caratterizzati dalla parte superiore allargata a formare una pala di dimensioni variabili, che a sua volta presenta diverse punte (più o meno evidenti) lungo i bordi superiore e posteriore; il tessuto osseo che forma la pala è di struttura “spugnosa”, meno consistente della stanga e più frequentemente soggetta a rotture. Partendo dal basso le punte rivolte in avanti prendono il nome di oculare (o pugnale) e mediano; posteriormente, alla base della pala, è presente la punta posteriore o spina, a volte poco evidente perché quasi completamente inglobata nella pala. Immediatamente prima e durante il periodo riproduttivo, i maschi di daino lasciano molti segni della loro presenza ed attività. Caratteristiche sono le “piazzole” di bramito, rotondeggianti e provocate da frenetiche e numerosissime “raspate”, tanto che nelle piazzole restano spesso visibili i segni lasciati dagli zoccoli. Preferenze ambientali del daino Altitudine: Dal livello del mare alla media montagna con predilezione per le zone sotto i 1200 metri e con scarsa pendenza. Esposizione: Fondamentale per i quartieri invernali la presenza di versanti a sud/sud-ovest in funzione della permanenza del manto nevoso. Disturbo: Sensibilità alla presenza di cani vaganti e di attività cinegetiche. Relativamente poco disturbato dalle attività umane. Componenti fisionomiche e composizione del bosco: Boschi misti di latifoglie possibilmente ad alto fusto ed alternati con radure e prato-pascoli. Il daino è generalmente poco sensibile alle fonti di disturbo, fatta eccezione per la presenza di cani vaganti e per l'uso improprio dei cani da seguito durante la caccia ad altre specie (lepre o cinghiale); le attività umane (collegate alle tradizionali attività agro-silvo-pastorali o escursionistiche) sono ben tollerate ed in alcuni casi addirittura ignorate. La competizione del daino con gli altri ungulati selvatici lo vede prevalere nei confronti del capriolo, che risulta decisamente danneggiato dalla presenza del daino (soprattutto in condizioni di densità medio-alte), mentre potrebbe subire la competizione del cervo e del muflone in presenza di elevate densità). Sembra invece tollerare molto bene la presenza di bestiame domestico, ovviamente non troppo diffusa o con eccessive densità e possibilmente non in bosco. Per quanto riguarda i predatori, il lupo è certamente il predatore più limitante per il daino, è infatti in grado di predare praticamente tutte le classi sociali (anche se ovviamente privilegiando femmine e giovani). Altri predatori, occasionali e non, potenzialmente pericolosi e limitanti per la popolazione (predazione sui piccoli nei primi giorni di vita) sono il cinghiale (solo occasionalmente) e soprattutto la volpe che invece ricerca attivamente i piccoli nel periodo immediatamente successivo ai parti. |
| inviato il 30 Settembre 2024 ore 18:14
Grazie della condivisione. Presto comincia il bramito del daino e spero di riuscire a vedere dei daini maschi quest' autunno. |
| inviato il 01 Ottobre 2024 ore 11:02
grazie a te ciao Gianfranco |
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