| inviato il 14 Settembre 2024 ore 19:55
É una frase tratta da questa intervista della Camporesi www.ildolomiti.it/altra-montagna/cultura/2024/che-senso-ha-riempire-i- Non sono un grande fan della sua fotografia, ma trovo il concetto molto vero. Sono assolutamente convinto che sia necessario riflettere bene sugli scatti che si fanno andando oltre i meri giudizi estetici La fotografia é e resta una comunicazione visuale ed é ovvio che non si possa pensare che senza un minimo di occhio e senso estetico si possa fare un buon lavoro, ma troppo spesso vedo che molti pensano che la foto bella sia quella scattata a un soggetto bello nel senso comune del termine |
| inviato il 14 Settembre 2024 ore 20:44
Grazie a Rombro per la segnalazione E comunque: here we go again...spero non ci sia bisogno di pop corn perché sto a dieta |
| inviato il 14 Settembre 2024 ore 20:49
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| inviato il 15 Settembre 2024 ore 6:31
A tele domanda rispondo con un'altra domanda : che senso ha cercare l'arte nei social? Oppure pensate che tutti gli utenti di Facebook debbano essere artisti? |
| inviato il 15 Settembre 2024 ore 8:38
“ La fotografia é e resta una comunicazione visuale ed é ovvio che non si possa pensare che senza un minimo di occhio e senso estetico si possa fare un buon lavoro, ma troppo spesso vedo che molti pensano che la foto bella sia quella scattata a un soggetto bello nel senso comune del termine „ La fotografia può essere una forma d'arte e di comunicazione ed allora è chiaro che quello che hai scritto è giusto. Ma può essere anche altre cose, per esempio riproduzione di un oggetto a vari fini o mezzo per immortalare ricordi e momenti di persone che fotografano senza lo scopo di produrre arte, di esprimere concetti profondi o di suscitare particolari emozioni in chi guarda le loro foto; ed in questo caso i presupposti di uno scatto sono completamente diversi. Penso che la pratica della fotografia (nel senso di usare una macchina fotografica od un cellulare) abbia la particolarità di poter andare da forme altissime di arte e comunicazione a livelli che sono solo cattura di un momento o di un luogo di cui si vuole avere un ricordo visivo (c'è anche il livello ancora più basso che è quello di fotografare una cartolina dalle Maldive od un'aragosta in un piatto non tanto per averne un ricordo, ma per far crepare d'invidia chi la vedrà). Le altre forme d'arte generalmente vengono utilizzate da chi ha lo scopo di produrre arte, non penso ci sia nessuno che pratica la scultura per fissare un ricordo. Apprezzabile proporre spunti di riflessione per stimolare a puntare a forme più alte di fotografia; ed ancor più apprezzabile provare a praticare la Fotografia nella sua forma più alta, perchè è veramente molto difficile secondo me. |
| inviato il 15 Settembre 2024 ore 8:54
Lorenzo1910 mi stupisce un po' la tua domanda per due ragioni La prima é evidente, non mi pare che tu abbia letto il titolo del topic e sei totalmente fuori tema, la tua é una discussione fattibile e ti rispondo anche volentieri ma apri un topic specifico perché non é argomento di questo. La seconda é che se ti rifai a quanto detto dalla Camporesi mi pare abbastanza evidente che non ha compreso bene il suo discorso Mi viene spontaneo pensare che probabilmente non hai letto l'intervista e non hai letto il titolo e sei partito ragionando sul solito tema già sviscerato e discusso. Ti chiederei di restare nell'argomento. Poi come detto se vuoi parlare di altro e apri un topic specifico ti do volentieri la mia opinione senza polemica e in modo più costruttivo possibile |
| inviato il 15 Settembre 2024 ore 9:15
La fotografia è arte, è un concetto di differente opinione. Per chi concepisce la fotografia solo estetica e ahimè like cade sempre nei soliti cliché che già si sono discussi in altri topic. Faccio un esempio, la fotografa Giovanna Griffo, o altri fotografi, non esisterebbero senza il discorso post produzione spinta, senza l'estetica e il ritocco finale spinto. Giovanna Griffo dice che è la forma d'arte che contraddistingue il fotografo. A mio avviso la forma d'arte è una differente visione, nasce appunto dall'idea, da quello che l'autore comunica e intende comunicare con il suo lavoro, che non è per forza dover spingere il tuo paesaggio fotografato visto trito e ritrito centinaia di volte e che alla fine cade nell'anonimato, perché quel tuo bel paesaggio altri fotografi lo hanno fatto uguale a te. Mi trovo d'accordo con la mia compaesana Camporesi in questo. Di sicuro i social hanno contribuito a spingere il tutto di scatti superflui. Da ciò nasce anche il mio tormento di cercare l'idea di continuo, visti i miei limiti. |
| inviato il 15 Settembre 2024 ore 9:18
Evidentemente oggi uno scatto in apparenza non costa nulla quindi se è gratis allora perchè non scattare migliaia di foto invece di 36 come era in un rullino di pellicola. Questo concetto ha contribuito ad avere un numero di immagini tale che la maggior parte è un blob che come una melassa si appiccica su tutto quello che trova. Il vero problema non è essere artista, ma avere un pensiero dietro a uno scatto. Una volta si prendevano in giro i giapponesi che fotografavano tutto e senza pensarci, oggi siamo tutti così ed anche peggio. Quello che una fotografia trasmette è un messaggio visivo composto da tanti fattori che lo hanno generato. Se non c'è messaggio, è riproduzione di un attimo temporale che vogliamo ricordare. Questi due concetti, non sono da considerare univoci, ovvero uno annulla l'altro, ma sono da considerare semplicemente due modi di fotografare. Il concetto di inquinamento fotografico sta diventando un problema per chi gestisce i server dove sono presenti milioni di immagini, per costi e per inquinamento che provocano nel mantenerli in funzione. Alla fine si tende come sempre a salvare tutto, non ci poniamo la domanda se è necessario o superfluo. Il concetto di necessario o superfluo negli ultimi decenni è praticamente sparito dal nostro modo di pensare. Che questo modo di pensare sia in alcuni casi anche pericoloso lo si può notare nel cibo. Noi siamo quello che mangiamo, sia a livello pratico che intellettuale. Quindi se il cibo lo si ingerisce in modo superiore alle nostre necessità, la prima cosa che succede è ingrassare, ma potrebbe anche succedere di incorrere in quello che è una malattia, ovvero la Bulimia. Per concludere il discorso e stare in tema, se la fotografia è praticamente tutta uguale alla fine c'è un senso di rigetto e/o di alienazione, ovviamente non è che sia proibito avere un atteggiamento di rigetto o di alienazione, l'importante è esserne consapevoli. Così come è importante essere consapevoli a cosa porta l'essere uno e/o l'altro. PS: prego soltanto ogni uno che prende una frase estraniandola dal concetto e usarla per un suo scopo preciso, sta solamente storpiando quello che ho detto, il suo pensiero lo può esprimere ugualmente anche senza prendere quella frase come scusa per intervenire. Grazie è solo una questione di educazione visto che qui non esiste moderazione. |
| inviato il 15 Settembre 2024 ore 9:26
Al di là della questione condivisione fotografica vorrei mettere l'accento sulla frase titolo del topic Ossia che anche se per fare uno scatto é stato necessaria tanta attesa e tanta preparazione tra attrezzatura e conoscenze questo non implica che il risultato sia uno scatto di valore Ecco volevo parlare di questo ossia che é più importante fare qualcosa di coerente e ben pensato e che il lavoro finale che risulta molto bello non é detto che debba essere tecnicamente difficile o complesso Spesso lo scatto é qualcosa magari di molto facile ma perché c'é stato un ragionamento prima che ha portato a quelle scelte e a quegli accostamenti |
| inviato il 15 Settembre 2024 ore 9:49
“ Al di là della questione condivisione fotografica vorrei mettere l'accento sulla frase titolo del topic Ossia che anche se per fare uno scatto é stato necessaria tanta attesa e tanta preparazione tra attrezzatura e conoscenze questo non implica che il risultato sia uno scatto di valore Ecco volevo parlare di questo ossia che é più importante fare qualcosa di coerente e ben pensato e che il lavoro finale che risulta molto bello non é detto che debba essere tecnicamente difficile o complesso Spesso lo scatto é qualcosa magari di molto facile ma perché c'é stato un ragionamento prima che ha portato a quelle scelte e a quegli accostamenti „ @MatteoGroppi Questo tuo concetto presuppone che ci sia già un'educazione alla fotografia, sia come uso pratico che come messaggio. Io sono pienamente in accordo con te, anche perchè per lavoro tutte le foto prodotte andavano prima scritte e poi eseguite, quindi per me non è difficile farlo. Però ci sono persone specialmente in questo forum che prendono la fotografia più dal lato di vista ludico del concetto di fotografare, dopotutto il concetto ludico della fotografia è tutt'ora il motore trainante delle vendite di apparecchi fotografici e lo diventerà sempre di più con il prossimo passo in cui saranno prodotte videocamere dalle quali si potrà estrapolare un frame come fotografia e a qualità alta se non altissima. Questo mi porta a pensare che non è che poi la fotografia morirà, sarà solo un fatto meccanico sia mentale che reale esportarla da un video. Quindi come diceva Camporesi è una questione di educazione, oggi si tende al pensiero unico per facilitare il tutto. Che poi sia un modo per controllare meglio tutti da poche persone è un dato di fatto e ogni uno di noi può avere opinioni diverse. Resta però il fatto specialmente in un mondo a pensiero unico, che poi si vada verso il rigetto e/o l'alienazione. Il facile difficile, o complesso, se non lo si racchiude in una educazione alla fotografia alla fine restano concetti che restano fini a se stessi e quindi non essere interpretati nel giusto modo come lo sarebbe in una educazione alla fotografia. Questo concetto se si legge bene l'intervista traspare dalle parole della Camporesi anche se non espresso esplicitamente. |
| inviato il 15 Settembre 2024 ore 10:05
“ Ma può essere anche altre cose „ molto interessante il tuo intervento, Rolubich, pienamente condivisibile. Ho letto l' intervista proposta nel link da parte di MatteoGroppi che ringrazio e mi ha colpito la frase seguente: " Non lasciare passare nessun giorno senza tracciare neanche una linea. Il che non significava scattare una foto al giorno, ma mettere un mattoncino di creatività ogni giorno, anche con la lettura di un libro, o la visione di una mostra. " Riallacciandomi anche all' argomento principale della discussione credo che la spinta principale al fotografare (per comunicare qualcosa o semplicemente per fare invidia con l' aragosta) sia l' ossessione per qualcosa. Ossessione intesa non come un disturbo, ma un chiodo fisso a cui ci si pensa continuamente e si fatica ad allontanare. Secondo me quel chiodo fisso aiuta a realizzare un buon lavoro, poi aggiungerci un senso estetico è come aggiungere una bella cornice ad un quadro. |
| inviato il 15 Settembre 2024 ore 10:11
“ La fotografia è arte, è un concetto di differente opinione. Per chi concepisce la fotografia solo estetica e ahimè like cade sempre nei soliti cliché che già si sono discussi in altri topic. Faccio un esempio, la fotografa Elisabetta Griffi, o altri fotografi, non esisterebbero senza il discorso post produzione spinta, senza l'estetica e il ritocco finale spinto. Elisabetta Griffi dice che è la forma d'arte che contraddistingue il fotografo. A mio avviso la forma d'arte è una differente visione, nasce appunto dall'idea, da quello che l'autore comunica e intende comunicare con il suo lavoro, che non è per forza dover spingere il tuo paesaggio fotografato visto trito e ritrito centinaia di volte e che alla fine cade nell'anonimato, perché quel tuo bel paesaggio altri fotografi lo hanno fatto uguale a te. Mi trovo d'accordo con la mia compaesana Camporesi in questo. Di sicuro i social hanno contribuito a spingere il tutto di scatti superflui. Da ciò nasce anche il mio tormento di cercare l'idea di continuo, visti i miei limiti. „ @Anelanna1970 Mi trovo allineato col tuo pensiero polivalente, resta però il fatto delle diversità fra i valori che compongono il pensiero polivalente, qui entra in ballo allora il concetto di educazione che Camporesi cita nella sua intervista. Questo serve ad inquadrare il discorso in una analisi in cui ci sia poi un risultato concreto, ovvero l'educazione. Per citare la tua frase su Elisabetta Griffi, la sua post-produzione è il suo stile, invece il suo pensiero diverso, il suo modo di vedere la scena ritratta che la fa diventare artista. Tutto questo è racchiuso in una educazione alla fotografia interpretato in modo personale e diverso dal solito modo di vedere. Per chiudere con una frase quello che distingue un creativo da un visionario non è il vedere la stessa cosa in dieci modi diversi, ma sapere quale è quella giusta. |
| inviato il 15 Settembre 2024 ore 10:27
Non voglio sentir discutere di ste pippe del pensiero unico ecc.. che per me sono un po' cavolate Unico problema é l'impoverimento della cultura e della sua diffusione e questo porta a discussioni da tifo da stadio senza avere un minimo di logica alle spalle Ma mio é un concetto più semplice, non mi serve per forza fare il viaggione e essere nel luogo sperso per fare una foto di paesaggio, perché é di paesaggio che parla la camporesi |
| inviato il 15 Settembre 2024 ore 10:47
“ Non voglio sentir discutere di ste pippe del pensiero unico ecc.. che per me sono un po' cavolate Unico problema é l'impoverimento della cultura e della sua diffusione Ma mio é un concetto più semplice, non mi serve per forza fare il viaggione e essere nel luogo sperso per fare una foto di paesaggio, perché é di paesaggio che parla la camporesi „ Scusa se ho citato il pensiero unico in un concetto più ampio, ma secondo te da cosa dipende l'impoverimento della cultura? E poi senza educazione alla fotografia come si può parlare di cultura nell'ambito della fotografia? La Camporesi non parlava solo di paesaggi nella sua intervista presa ad esempio. Forse ho introdotto concetti diversi, se ho causato problemi me ne scuso, ma è solo un pensiero mio che ho espresso. “ Non voglio sentir discutere di ste pippe del pensiero unico ecc.. „ Con questa frase hai di fatto dato un limite che accetto e quindi abbandono il commentare anche se continuo a leggere, perchè ci sono altre opinioni che hanno una visuale polivalente. |
| inviato il 15 Settembre 2024 ore 11:01
Impoverimento della cultura non é argomento del topic, é comunque dovuto a molte cause, da un'impoverimento della squadra, al dilagare di informazioni fake on line dove tutti credono a qualcosa solo perche letto, a cause sociali dove il populismo ignorante é diventata virtù |
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