| inviato il 02 Settembre 2024 ore 10:32
@Leopizzo mi intriga di brutto il vostro tentativo di addestramento dell'AI Oggi modelli generativi complessi sanno "gestire" il concetto di profondità sia in immmagini singole (midjourney) sia in video (Luma): specialmente nei video generare sequenze "coerenti" che rispettino la prospettiva e la fisica di una scena che "si compie" durante il video, è davvero un risultato impressionante. Luma parte tranquillamente da un'immagine per generare i video. Il punto è la complessità di questi modelli chiaramente non riproducibili in ambito industriale. Per alcui scopi, sicuramente non i vostri, ci sono delle piattaforme cloud che offrono una serie di servizi di visione artificiale come Google Vision AI, Calrifai, Amazon Rekognition, ecc. Cmq è un topic molto interessante ... |
| inviato il 02 Settembre 2024 ore 11:27
Leo: Nell'articolo linkato fanno l'esempio del battitore che deve colpire la palla da baseball lanciata e che gli arriva a non so quale velocità: lì non hai nessuna mappa mentale: cmq ripeto prima di intervenire e commentare leggere almeno le frasi che ho riportato all'inizio altrimenti continuiamo con il refrain della visione binoculare per la valutazione delle distanze senza sapere come stanno le cose. |
| inviato il 02 Settembre 2024 ore 11:33
@Canti in realtà questi studi sulla Profondità di campo dell'occhio e sulla visione Conceptual model of human blur perception sono studi che nascono anche con uno scopo e con ricadute "mediche" e "commerciali", hanno ricadute nel campo della chirurgia refrattiva, le correzioni chirurgiche dei difetti del visus e la costruzione di protesi come i cristallini artificiali, così mi pare di capire leggendo gli articoli |
| inviato il 02 Settembre 2024 ore 13:11
“ @Canti in realtà questi studi sulla Profondità di campo dell'occhio e sulla visione Conceptual model of human blur perception sono studi che nascono anche con uno scopo e con ricadute "mediche" e "commerciali", hanno ricadute nel campo della chirurgia refrattiva, le correzioni chirurgiche dei difetti del visus e la costruzione di protesi come i cristallini artificiali, così mi pare di capire leggendo gli articoli „ Sì, il problema è un'etica della medicina e della ricerca scientifica che stabilisca il limite tra crudeltà e necessità. Chiaramente il limite non può essere una generica 'ricaduta medica e commerciale'. Prima hai fatto l'esempio di terapie che salvano la vita, non mi pare proprio il caso di queste ricerche. Da cui l'orrore che prende te e me e tutti o quasi nel leggere di quella sperimentazione. Si può vedere la cosa anche da un punto di vista di ricadute mediche: per esempio le istanze di Basaglia erano certamente dettate da un senso universale di umanità, ma hanno portato a cure più efficaci. Criticare e limitare il potere della medicina alla luce di altri saperi 'umanistici' come la filosofia, la sociologia, le varie branche degli Studies, porta a un progresso anche della medicina. Occorrerebbe che le ricerche e i relativi finanziamenti fossero passati a un vaglio etico serio. |
| inviato il 02 Settembre 2024 ore 13:35
Sì, ho voluto puntualizzare solo per fornire un'informazione in più che desse il quadro della situazione; nel ricercare prima su Internet e cercare poi di leggere quegli articoli mi chiedevo appunto "ma perché uno dovrebbe fare questo tipo di ricerche", certo c'è la ricerca che ha finalità puramente di conoscenza, la ricerca di base puramente detta, ma non so quanta effettivamente sia la ricerca che sia effettuata senza aspettarsi delle ricadute pratiche più o meno vicine |
| inviato il 02 Settembre 2024 ore 13:51
La butto là: lo sfocato introduce nella fotografia l'elemento della distanza temporale: ciò che è a fuoco è presente, ciò che è indistinto, è a seconda della collocazione passato o futuro. Le nebbie di Ghirri, che possono essere assimilate a uno sfocato nella realtà, sono chiaramente una meta futura - addirittura una delle sue ultime fotografie sembra quasi preannunciare la scomparsa di Ghirri. Come altri sfocati sono leggibili come cose e luoghi che ci lasciamo dietro. E la fotografia, dispositivo che arresta il tempo, così recupera un tempo narrativo. |
| inviato il 02 Settembre 2024 ore 14:06
Sulla questione delle aberrazioni non saprei come rispondere. Per dirla tutta non è che abbia compreso tutto tutto quello che viene scritto sugli articoli, sia quello sulla profondità di campo dell'occhio sia questo sulla sfocatura. Uno dei passi che non ho del tutto compreso, ad es. il capitolo 4.3, 4.4 e 4.5 in cui si discute dello scostamento tra i risultati sperimentali ed il modello teorico della DoF dell'occhio a diverse dilatazione della pupilla, si parla dell'effetto Stiles–Crawford (SCE), il cap. 4.5 si intitola appunto "Influence of ocular aberrations on the depth-of-field", si scrive che "aberrations are responsible for the increase of DOF at large pupils", ma il tutto è troppo specialistico e complicato per la mia reale comprensione, sono onesto . Qui riporto il link all'articolo sulla profondità di campo dell'occhio umano: www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0042698998003174 |
| inviato il 02 Settembre 2024 ore 14:23
Ecco sono andato a cercare di capire cosa fosse l'effetto Stiles e Crawford: en.m.wikipedia.org/wiki/Stiles%E2%80%93Crawford_effect 1. Effetto: I coni della retina sono meno sensibili alla luce proveniente dai bordo della pupilla rispetto alla luce proveniente dal centro. 2. Effetto: il colore percepito per un raggio monocromatico che arrivi sui coni provenendo dal bordo della pupilla è diverso da quello per raggio proveniente dal centro Spiegazione evoluzionistica possibile: "The reduced sensitivity to light passing near the edge of the pupil enhances human vision by reducing the sensitivity of the visual stimulus to light that exhibits significant optical aberrations and diffraction." Questo effetto mi ha ricordato da una parte la questione delle microlenti sui sensel dei sensori e dall'altra il problema dello scostamento cromatico che si aveva sugli angoli del sensore. In pratica sembrerebbe che l'occhio umano effettui una sorta di filtro di apodizzazione per evitare problemi dovuti alla luce proveniente dalla periferia della lente, se interpreto bene P.S. ricordo che i coni sono i fotoricettori di tre tipi, sensibili a tre diverse bande dello spettro visibile, un po' come dei sensel con filtro R o G o B, mentre i bastoncelli sono ricettori sensibili alla luce di bassa intensità ma indifferenziati, per cui al diminuire della luce tendiamo a distinguere meno bene i colori (ed anche a distinguerli meno bene nelle zone periferiche della retina) |
| inviato il 03 Settembre 2024 ore 11:38
Salvo sia già stato citato nel corso delle discussioni e mi sia sfuggito, almeno per ragioni storiche vale la pena di ricordare P. H. Emerson, che nel 1889 propose un'estetica fotografica in cui il (leggero) fuori fuoco aveva un ruolo importante. Secondo Emerson, il senso di profondità era dovuto a una combinazione di questi quattro tipi di prospettiva: 1. Focal or monocular perspective 2. Mathematical Perspective 3. Aërial Perspective 4. Binocular Perspective Per quanto riguarda il soggetto a fuoco e lo sfocato, queste erano le sue indicazioni: From what has been previously said, it will now be understood that a picture should not be quite sharply focussed in any part, for then it becomes false; it should be made just as sharp as the eye sees it and no sharper, for it must be remembered the eye does not see things as sharply as the photographic lens, for the eye has the faults due to dispersion, spherical aberration, astigmatism, aërial turbidity, blind spot, and beyond twenty feet it does not adjust perfectly for the different planes. All these slight imperfections make the eye's visions more imperfect than that of the optician's lens, even when objects in one plane only are sharply focussed, therefore, except in very rare cases, which will be touched upon elsewhere, the chief point of interest should be slightly—very slightly—out of focus, while all things, out of the plane of the principal object, it is perfectly obvious, from what has been said, should also be slightly out of focus, not to the extent of producing destruction of structure or fuzziness, but sufficiently to keep them back and in place. For, as we have been told, “to look at anything means to place the eye in such a position that the image of the object falls on the small region of perfectly clear vision, . . . and . . . whatever we want to see, we look at, and see it accurately; what we do not look at, we do not, as a rule, care for at the moment, and so do not notice how imperfectly we see it.” Such is the case, as has been shown, for when we fix our sight on the principal object or motif of a picture, binocular vision represents clearly by direct vision only the parts of the picture delineated on the points of sight. The rule in focussing, therefore, should be, focus for the principal object of the picture, but all else must not be sharp; and even that principal object must not be as perfectly sharp as the optical lens will make it. archive.org/details/naturalisticphot00emer www.metmuseum.org/art/collection/search/283227 en.wikipedia.org/wiki/Peter_Henry_Emerson |
| inviato il 03 Settembre 2024 ore 14:10
Che poi era il motivo del contendere con Alfred Stieglitz prima ed il gruppo 64 poi, la straight photography, o sbaglio? |
| inviato il 03 Settembre 2024 ore 14:16
O no mi sa che mi son confuso era Henry Peach Robinson il pittorialista con cui erano in contrasto Mi confondo perché è noto che i pittorialisti tendevano volutamente a produrre immagini fuori fuoco e leggere che anche Emerson sostenesse il fuori foco mi sta mandando in palla tutta le certezze... |
| inviato il 03 Settembre 2024 ore 16:34
In realtà Emerson si poneva in contrasto con le idee pittorialiste, ritenendo che le fotografie non dovessero essere manipolate e che potessero avere la dignità di produzione artistica (anche se poi su questo di lì a poco cambiò completamente opinione). |
| inviato il 03 Settembre 2024 ore 17:06
Infatti, era Robinson il pittorialista. Devo dire che trovo un po' singolare però la teoria di Emerson "the chief point of interest should be slightly—very slightly—out of focus, while all things, out of the plane of the principal object, it is perfectly obvious, from what has been said, should also be slightly out of focus" mi sembra pacifico che se il piano di fuoco del punto del soggetto di interesse è leggermente, molto leggermente, fuori fuoco, ci sarà qualcosa, subito davanti o subito dietro (oppure a fianco se si bascula), che pur non essendo punto di interesse risulta perfettamente a fuoco. Ed allora mi domando se sia così sensato. |
| inviato il 03 Settembre 2024 ore 17:20
Con la speranza che d'ora in poi non si attribuisca a nessuna super lente, poteri di tridimensionalità. Ma tanto non sarà così |
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