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avatarjunior
inviato il 25 Agosto 2024 ore 17:14

@Canti Del Caos

scusa un paio di domande,
1) scatti RAW o JPG?
2) se scatti in RAW usi uno sviluppatore,
le correzioni e gestioni del colore le fai con lo sviluppatore?

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2024 ore 20:01

scusa un paio di domande,
1) scatti RAW o JPG?
2) se scatti in RAW usi uno sviluppatore,
le correzioni e gestioni del colore le fai con lo sviluppatore?


Sì uso il RAW e per sviluppare uso Camera Raw di Photoshop.

Principalmente con Camera Raw cerco di mettere a posto due cose:
- il bilanciamento del bianco in modo che le parti grigie abbiano valori RGB uguali (cioè siano neutre)
- la luminosità

sono interventi che hanno lo scopo di portare l'immagine a sembrare "realistica", "naturale" (con tutti i problemi e le ambiguità che queste parole si portano dietro).

Quello che NON faccio con Camera Raw è il "color grading", cioè colorare parti dell'immagine più o meno arbitrariamente.

Nel caso che l'immagine sia "problematica" perché ripresa con poca luce, troppa luce, o un qualche cazzabubbolo, allora la sviluppo in Camera Raw portando al valore minimo il contrasto, perché poi Photoshop mette a disposizione strumenti chirurgici per ricostruire il contrasto.

avatarjunior
inviato il 26 Agosto 2024 ore 11:53

Il fatto di gestire a monitor i colori e basarsi solo sulla visione e non sui valori assoluti, è vero che è intuitivo e semplice, ma è anche una simulazione dei colori che poi vengono stampati.
Basta pensare che il plotter per stampare usa CMYK + altri inchiostri se possibile per estendere il gamut di stampa.
Solo il metodo LAB genera valori assoluti che poi sono ripresi dalla stampante/plotter.

Difatti i programmi di sviluppo raw anche se non lo dicono apertamente usano questo metodo per la maggior parte dei loro algoritmi per la gestione del colore. Quindi per chi non conosce l'uso di questo metodo in photoshop e programmi simili è meglio che la gestione del colore la facciano con lo sviluppatore del raw, anche perchè non distruttivo e lo spazio colore lo si decide in fase di esportazione, finche è gestito dallo sviluppatore il file originale resta integro e il file XML che genera lo sviluppatore è solo l'elenco delle cose che vanno fatte come correzione per l'esportazione, quindi il risultato è sempre generato ogni volta che si esporta e il file raw non viene toccato. Questo metodo di gestione anche parecchi decenni fa era usato da un programma che era meno pesante di photoshop, ma che non ha avuto successo nel pubblico amatoriale ed usato solo in alcuni studi professionali.

Il metodo LAB è il metodo in assoluto più vicino alla visione umana.
Racchiude il colore in due canali A e B mentre nel canale L gestisce la luminanza. ovvero il colore certo nel chiaro e nello scuro, quindi dalle alte luci alle ombre più profonde.

Il metodo RGB ad ogni variazione di luminosità del colore cambia il colore stesso generando un colore nuovo, quindi una volta cambiato poi nelle lavorazioni successive parte da quel valore. Quindi se generate dallo sviluppatore un colore che sta nelle ombre poi gestirlo in Photoshop o altro, non si fa altro che distruggere ulteriormente il file.
In teoria si dovrebbe salvare il file in un contenitore come potrebbe essere il .TIFF, nello spazio colore desiderato ma con metodo LAB e non RGB. In questo modo in Photoshop si avrebbero numeri certi su cui lavorare e lavorare sempre con metodo LAB e convertire poi in RGB.
Oltretutto Photoshop non usa un metodo conservativo come gli sviluppatori di RAW e quindi se non si sa come agire si rischia di compromettere il file.
Non è un caso che Lightroom e photoshop siano venduti assieme e non è un caso che in Photoshop ci sia cameraRaw, per poter tornare al metodo conservativo. Però se usate CameraRaw in Photoshop e poi usate photoshop, nel momento che tornate in cameraraw e cambiate un valore, allora tutto cambia nella vostra lavorazione in photoshop perchè parte da valori diversi da prima, quindi non sempre è la cosa migliore da fare.

Si tende a rendere facile la post-produzione, ma avere la conoscenza di base di come un software lavora è fondamentale, così come è fondamentale la conoscenza e la consapevolezza di quello che sappiamo gestire con i vari software e le basi della gestione del colore.

avatarjunior
inviato il 26 Agosto 2024 ore 12:03

Nel caso che l'immagine sia "problematica" perché ripresa con poca luce, troppa luce, o un qualche cazzabubbolo, allora la sviluppo in Camera Raw portando al valore minimo il contrasto, perché poi Photoshop mette a disposizione strumenti chirurgici per ricostruire il contrasto.

@Canti Del Caos
Se in Photoshop quando lo usi in abbinata con CameraRaw fai le lavorazioni dei contrasti in Photoshop nel metodo LAB avrai risultati migliori che lavorare in RGB. Perchè potrai gestire la tinta del colore e la luminanza per il contrasto senza cambiare la tinta. Poi quando hai finito cambi metodo in RGB e fai salva con nome così mantieni il il file di .PSD e il file in RGB in .TIFF O .JPG ed altro come preferisci

avatarsenior
inviato il 26 Agosto 2024 ore 21:13

Ivo sì hai ragione sul LAB. Tempo fa tentavo di emulare i mirabolanti fotoritocchi in LAB di Marco Olivotto, però per me basta molto meno, e il problema di separare la correzione del colore dalla luminosità e viceversa lo risolvo in modo più approssimativo impostando la fusione dei livelli di correzione in Photoshop o su "luminosità" o su "colore". Ma se si hanno ambizioni più importanti certo il LAB è la via.

Il fatto di gestire a monitor i colori e basarsi solo sulla visione e non sui valori assoluti, è vero che è intuitivo e semplice, ma è anche una simulazione dei colori che poi vengono stampati.


Questo non lo faccio, se devo correggere il colore lo "guardo" misurandolo con lo strumento contagocce, non mi fido di quel che vedo sul monitor. Si può anche avere un monitor eccelso supercalibrato, ma il problema restano gli occhi che purtroppo si "abituano" alle dominanti finché non le vedono più ;-)

avatarjunior
inviato il 26 Agosto 2024 ore 23:52

@Canti Del Caos
Alessandro Bernardi e Marco Olivotto hanno seguito le orme di Dan Margulis sono però cose che si riferiscono ai tempi di PS Cs5 Cs6, quindi si parla di 13 anni fa.
Dan Margulis è la mente che ha iniziato la gestione del colore e era uno dei tre esperti che hanno collaborato e lavorato per ADOBE e specificatamente per Photoshop.
Oggi i software hanno un altro livello di apprendimento molto più intuitivo e sono più facili da usare anche se non si conosce in modo approfondito la gestione del colore.

Sul fatto di leggere i valori col contagocce hai ragione però io preferisco leggerli in LAB in modo da aver in testa la tinta e poi la sua luminosità come questione di tinta più chiara o tinta più scura. In pratica una palette di tinte note su cui partire per poi correggere l'immagine sia come tinte che come contrasto.

Il METODO L*a*b è indipendente dal dispositivo (sensore, display, ecc),
non applica ne la sintesi additiva (RGB)
né quella sottrattiva (CMYK).
I valori numerici Lab – rilevabili con lo strumento Contagocce per ciascun pixel che compone l'immagine digitale vanno ad individuare nello Spazio LAB, ciascun colore descrivendolo secondo le tre coordinate:
L= Luminosità (da 0% a 100%)
A = Rosso/Verde (+127 e –128)
B = Giallo/Blu (+127 e –128)



La stessa terna di colori in RGB 188R/143G/116B porta a colori differenti a seconda dello spazio colore usato.




il problema di separare la correzione del colore dalla luminosità e viceversa lo risolvo in modo più approssimativo impostando la fusione dei livelli di correzione in Photoshop o su "luminosità" o su "colore"


Qui hai due video di Dan Margulis di quegli anni in cui parlano del: The Picture Postcard Workflow
vale la pena di guardarli anche solo per un fatto di conoscenza dei principi di base della gestione del colore e dei contrasti..
Parte 1

parte 2



avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2024 ore 6:34

La stessa terna di colori in RGB 188R/143G/116B porta a colori differenti a seconda dello spazio colore usato.


Perché è letta col vocabolario sbagliato, i valori della terna devono cambiare a seconda dello spazio colore utilizzato con lo strumento della "conversione": cambiare tutto per lasciare tutto uguale.

Grazie per i video di Margulis, lui è sempre meraviglioso e nel primo video si muove tra i dieci canali dell'immagine (nel video usa RGB, CMYK e LAB) con la grazia di una ballerina, facendo apparire semplici, quasi banali, i piccoli movimenti delle curve, quando invece serve una grande esperienza e la fatica di impadronirsene.

Quello che mi ha sempre colpito in Margulis però non è il virtuosismo tecnico probabilmente perché a me non serve tanto. Il blu del cigno, che è il problema base della foto, lo corregge come l'avrei corretto io muovendo le curve RGB per avere valori uguali*. Poi, più rozzamente, io avrei continuato sempre in RGB probabilmente creando un livello di correzione colore applicandogli una maschera ricavata forse dal canale verde per agire solo su ciò che sta intorno al cigno. Lui invece inizia a saltare divinamente tra i vari metodi colore.
Dicevo quello che mi colpisce di Margulis non è il virtuosismo tecnico, ma la capacità di guardare da fuori ciò che fa tecnicamente per trovarne delle ragioni più ampie, direi quasi filosofiche.
Nel secondo video porta una visione del compito del fotoritocco che lui aveva già posto del suo manuale sulla correzione colore:
- il fotoritocco porta l'immagine non alla realtà ma a essere convincente
- quando c'è un cliente, il fotoritocco ha il fine di convincere il cliente
- il colore è una questione di gusto.

Ecco, più dei virtuosismi tecnici**, a me interessa la "filosofia" di Margulis, perché evidenzia il problema cruciale del fotoritocco, quello che va risolto preliminarmente a ogni gesto tecnico: la risposta alla domanda Dove voglio portare l'immagine?


* Al minuto 9.40 circa Margulia corregge la luminosità in RGB e usa il metodo che uso anche io, cioè imposta la fusione del livello di correzione da "normale" a "luminosità" per separarla dal colore.

** Sia chiaro: Margulis ha inventato i fondamenti tecnici del fotoritocco quindi va assolutamente letto anche per questo.




avatarjunior
inviato il 27 Agosto 2024 ore 11:32


Perché è letta col vocabolario sbagliato, i valori della terna devono cambiare a seconda dello spazio colore utilizzato con lo strumento della "conversione": cambiare tutto per lasciare tutto uguale.


Esatto. In LAB invece non serve cambiare (convertire) perchè non applica nessuna sintesi la sua terna è il valore esatto secondo il modo di vedere dell'occhio umano.

Oggi rispetto a 13 anni fa con il progredire dei software son cambiate tante cose.
L'unica cosa che rimane valida sono i tre passaggi, il come raggiungerli è cambiato notevolmente.
1) problemi sul colore,
2) luminosità e contrasto,
3) esaltazione dei colori
che vanno eseguiti nel loro ordine.

La comodità per tutti oggi usando uno sviluppatore di RAW sta nel fatto che tutte e tre i passaggi si possono fare senza saper leggere i valori numerici ed è più intuitivo, usa sistemi più morbidi modifica ed arriva con più precisione con meno possibilità di errore che usando le curve in Photoshop.
Per fare gestione del colore oggi non serve tutta quella preparazione che serviva 13 anni fa.
Inoltre con uno sviluppatore di raw si lavora al di fuori di ogni metodo colore ed è possibile fare correzioni e stabilire in esportazione il contenitore, il compressore e il metodo colore del file finale.

Dan Margulis vedere come tratta un'immagine è come vedere un incisore al lavoro che usa la tecnica del bulino.
Tanti micro punti incisi che formano il disegno finale.
Ogni metodo colore viene usato per quello che è stato inventato.
Quando Dan Margulis nel primo video a immagine credibilmente finita e corretta, cambia in esposizione la gamma e passa al metodo CYMK (sintesi sottrattiva) cambia il limite dell'inchiostro nero in "conversione in profilo avanzata" dal 100% al 70%, sta creando di fatto un modo per avere una correzione morbida del nero che in questo metodo è un canale specifico. Poi passa al metodo LAB usa moltiplica per il canale in modo da dare più densità ai colori ed usa una maschera che poi andrà a sfuocare per avere più definizione. In pratica un modo che poi verrà usato come separazione delle frequenze.
Ovviamente è una cosa naturale che chi ha partecipato allo sviluppo di Photoshop conosca tutti i modi, ma soprattutto quello giusto per usare il programma.

Purtroppo oggi tutto questo resta solo un ricordo storico.
Oggi la filosofia è cambiata, si preferisce un software che sia il più semplice da usare e se non è come noi pensavamo che fosse, allora non è il software che va bene per noi.
Il fatto che si possa mettere in dubbio la nostra conoscenza del problema che dobbiamo risolvere non è nemmeno da tenere in minima considerazione. Basta leggere i 3D in ogni forum che parlano di fotografia, anche se oggi basta poco come conoscenza, ma si deve imparare a usare il software, la maggior parte delle volte si usa il termine non mi piace per giudicare un software. Mentre lo scopo del software è fornire uno strumento per risolvere problemi in modo migliore e intuitivo possibile.

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2024 ore 14:19

Per coinvolgere anche altri volenterosi, ci sono due testi che potete leggere sulla correzione colore e in genere sul fotoritocco:

- Professional Photoshop: The Classic Guide to Color Correction, Fifth Edition di Dan Margulis, è un manuale del 2006 ma dato che definisce i fondamenti del fotoritocco è ancora valido, consideratelo una bibbia del fotoritocco.
Si trova agevolmente come eBook per esempio su Amazon a una ventina di euro.

- Capire il colore. Fotografia, grafica, stampa di Marco Olivotto, libro recentissimo che è un po' la summa dell'esperienza di Olivotto nel campo della correzione colore, esperienza tra l'altro fatta in gran parte con Margulis come ci ricordava Ivo.
Questo volume si trova soltanto nella versione cartacea, comunque molto agevolmente a 27 o 29 euro.

Sono soldi spesi benissimo per chi ha la passione della fotografia, più che comprare una macchina nuova da 10000 euro.

Ci sarebbe un terzo libro ma è di difficile reperibilità - non esiste in eBook ed è del 2005, anche questo una bibbia:

- Photoshop Lab Color: The Canyon Conundrum and Other Adventures in the Most Powerful Colorspace di Dan Margulis, si tratta di un manuale sul metodo LAB (questo però non l'ho mai letto, anche perché non si trova se non a prezzi un po' altini).


avatarsenior
inviato il 03 Settembre 2024 ore 21:23

Ragazzi perdonatemi....
Ma a voi dopo quanto tempo sono arrivate le foto spedite da SAAL?
A me sarebbero dovute arrivare ieri...invece nulla. Il tracking SAAL dice "da consegnare" sul proprio sito, ma con il codice di spedizione Austriaco non ci sono stati di avanzamento......

Sentita l'assistenza mi hanno subito fatto un buono del valore dell'ordine (secondo me non hanno fatto nessuna verifica, perchè hanno giustificato il buono per il ritardo)..... ma non ho capito se il pacco è andato perso o meno (senza contare che chissà chi vedrà le mie foto.....ora.... sono di famiglia o paesaggi (e comunque mi da fastidio), ma se ci si dilettava nello stile "Nudo Artistico" con il proprio/propria partner?!?....).

Mi conviene aspettare e vedere se arriva o procedere a rimandare in produzione l'ordine? Non vorrei poi ritrovarmi con 60 doppioni.....

avatarsenior
inviato il 03 Settembre 2024 ore 21:28

Ti dico per esperienza diretta avendoci fatto un fotolibro con loro e uso anch'io Photolab.

Io per il soft proofing ho usato semplicemente Photoshop seguendo le impostazioni descritte sul loro sito importando le foto che volevo far stampare nel fotolibro (foto in jpg spazio colore sRGB), e dal soft proofing notavo che diverse foto venivano leggermente più buie quindi regolavo leggermente la luminosità ad ognuna.

Però poi quando mi è arrivato il fotolibro la resa dei colori era letteralmente 1:1 a quello che vedevo su schermo quindi perfetta. (usavo un monitor IPS non calibrato ma con copertura 92 % sRGB, ora invece uso un monitor IPS WCG calibrato con copertura sRGB 100 % e DCI-P3 96 %).

Per la spedizione è normalissimo che ci mette un pò di tempo perchè arrivano dalla Germania (o Austria) e la loro posta è uguale alle Poste Italiane come efficienza, almeno questo per le solo stampe.

Il fotolibro quando l'ho fatto mi è stato spedito con DHL invece però la roba arriva lo stesso.

Se il tracking si ferma sul sito estero devi provare a metterlo sul sito delle Poste Italiane che al 90 % funziona questo trucco che ho imparato nel tempo a furia di ricevere spedizioni estere. (in pratica se spediscono con la posta estera verso l'Italia appena il pacco arriva in Italia, il tracking estero ovviamente si ferma ed è valido quello delle Poste Italiane)

avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2024 ore 0:11

Allora, stampe arrivate.
Avevo selezionato alcune foto che avevo fatto la prova colore ed altre che (volutamente) ho mandato in stampa così come le avevo esportate. Alcune foto mi sembrano matchare la resa a video, altre invece, viste senza confronto con il monitor sembrerebbero ok, ma messe a confronto con la copia virtuale con sooft proof, hanno delle variazioni cromatiche. Le foto che non matchano appartengono ad entrambi i gruppi.

Per le carte: ne ho provate diverse. Di seguito in ordine di preferenza:
- seta: onestamente è la mia preferita. Ha una bella trama, una resa dei colori molto "fresca", non fa riflessi etc... Mi è piaciuta molto anche al tatto.
- opaco: va bene, simile alla seta ma senza trama ed i colori mo sembrano un po' più spenti. Piacevole da guardare.
- fine art:..... Orribile.... Mi sembra di aver stampato io su cartoncino. Tutti i colori sono impastati, mancano di brillantezza, etc.... Non sprecherò più soldi su questa carta.


avatarjunior
inviato il 13 Settembre 2024 ore 16:30

Di solito il profilo ICC che ti danno i servizi di stampa serve a te per capire un po' meglio sul tuo monitor che faccia avrà la loro stampa finale (anche in base ai vari tipi di carta che ti propongono) ed eventualmente arrischiare delle calibrazioni lato utente, posto ovviamente che tutta la tua catena di eleborazione sia calibrata correttamente.
Personalmente non ho mai seguito questa strada, piuttosto mi faccio fare da loro delle prove di stampa reali in A5 di alcune immagini di riferimento e poi mi regolo su quelle caso per caso.

Per quello che riguarda l'uscire in Adobe RGB, sRGB e compagnia bella, spesso i laboratori convertono tutto in sRGB. Io comunque lascio il profilo che ho impostato in macchina, convertire da un profilo all'altro causa sempre perdita di informazione colore.

avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2024 ore 22:06

Windows mette a disposizione i servizi ma di per sé non fa nulla.
Il desktop non è color managed


Sì, però occhio al visualizzatore di immagini di windows, che, non so come, ma in qualche modo interviene. Per vedere i file in modo più attendibile uso IrfanView.

Tempi di consegna di Saal Digital: non è che ci abbia fatto stampare chissà che, ma fin'ora hanno rispettato i tempi indicati, anzi, in genere con qualche giorno di anticipo.

avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2024 ore 22:28


Sì, però occhio al visualizzatore di immagini di windows, che, non so come, ma in qualche modo interviene. Per vedere i file in modo più attendibile uso IrfanView.

Semmai *non* interviene! MrGreen
Per vedere le foto tutto tranne quello infatti!
Irfan, Faststone, quello che volete, non quello di Win! Sorriso

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