| inviato il 15 Luglio 2024 ore 7:11
Non penso possa esserci una risposta univoca corretta, ma questo breve articolo della storica rivista Armi e Tiro centra - mi scuso per li bon mot - secondo me il problema e lo lascio alla discussione. Da tempo, rudimentalmente, avevo una interpretazione simile: qui il concetto viene meglio espresso pur se in breve. www.armietiro.it/lafrica-muore-di-turismo |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 7:58
C'è da porsi più di qualche interrogativo, in effetti! Mi sono sempre chiesto invero cosa spinga centinaia di persone ad affollarsi in decine di torpedoni intenti a fate tutti gli stessi giri per consentire a TUTTI gli occupanti di fare, TUTTI, le STESSE FOTOGRAFIE. Comunque io non sono un appassionato di Safari Fotografici... quindi certamente mi sfugge qualcosa |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 8:35
“ Peggio la caccia tradizionale od il turismo fotografico per l'Africa? „ La caccia tradizionale laddove non controllata in maniera ferrea (ad esempio per evitare la sovrapopolazione di elefanti in un territorio) è un cancro maledetto. La cosa migliore è optare, laddove possibile, per un ripopolamento portando gli animali in eccesso in un territorio in un altro territorio che ne è sprovvisto. L'overtourism è un altra piaga. Al Masai Mara a dicembre 2022 quando sono andato io il biglietto di ingresso costava US$ 80,00 a persona al giorno. Oggi è stato portato a US$ 200,00 al giorno. Questo dovrebbe far scemare di un po' il numero dei turisti. Prezzi molto più alti (a mio avviso giustamente) per l'ingresso ai Gorilla di Montagna in Uganda e Rwanda. Ma le intenzioni di base della caccia fotografica sono decisamente lontane dalla caccia per trofei. |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 8:55
Non so quale sia il vero problema, però la natura è sempre stata in equilibrio con se stessa, e se una specie era troppo numerosa, la mancanza di cibo avrebbe fatto da "bilancia" limitandone la proliferazione, oppure invogliando la migrazione verso altre aree. Non faccio però fatica ad immaginare che molte di queste aree siano ad uso umano ora, da cui la difficoltà per gli animali di seguire il proprio naturale corso. Per quanto riguarda la caccia, preferisco di lunga quella fotografica, e l'altra l'abolirei. Se ti vuoi divertire vai al poligono di tiro, se vuoi fare sport vai in palestra. |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 9:01
“ Ma le intenzioni di base della caccia fotografica sono decisamente lontane dalla caccia per trofei. „ Facciamo subito il punto, perché per molti esiste un solo punto anche per involontaria ignoranza: 1)Esiste la caccia fotografica dannosa e scellerata 2)Esiste la caccia fotografica utile e didattica 3)Esiste la caccia "da trofeo" dannosa e scellerata 4)Esiste la caccia "da trofeo" utile e didattica 5) Non sono sicuro se in tutti i siti dove vengono esercitate c'è chi legifera in modo corretto, e questo vale per entrambe le modalità. |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 9:03
Una regolamentazione più stringente sarebbe opportuna, ma l'articolo è chiaramente di parte. |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 9:31
Poi io con le regole partirei da quella base: Villaggi, hotel, safari fotografici e tutto quello che crea introito non deve essere dato in pasto a facoltosi ricchi e panzoni europei, cinesi, e quant'altro ma il guadagno deve restare sul posto se vogliamo che la gente africana rimanga li, la loro vita deve migliorare e non che il panzone cambi lussuosissimi yacht ogni 3x2, le depredazioni sono andate avanti per secoli ed è ora di finirla. |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 9:35
Credo che SaroGrey abbia centrato il punto elencandone cinque... di punti. I più importanti mi paiono il primo e il terzo con quest'ultimo che credo racchiuda in sé l'essenza della discussione. |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 10:12
“ Villaggi, hotel, safari fotografici e tutto quello che crea introito non deve essere dato in pasto a facoltosi ricchi e panzoni europei, cinesi, e quant'altro ma il guadagno deve restare sul posto se vogliamo che la gente africana rimanga li, la loro vita deve migliorare e non che il panzone cambi lussuosissimi yacht ogni 3x2, le depredazioni sono andate avanti per secoli ed è ora di finirla. „ Perfetto. |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 10:58
Dipende anche dal posto, in Botswana non ho trovato per niente folla ed era la stagione di punta, nella maggior parte dei posti non c'è neanche il network di driver che si passaa l'informazione in diretta sugli avvistamenti. Il Botswana per scelta punta su un turismo altospendente (giusto o sbagliato che sia) e su strutture mobili eco friendly, ma è un unicum nella regione da sempre, anche per come hanno messo sotto controllo l'estrtazione dei diamanti. Però è vero che gli stati africani devono pensarc, perchè rischiano di rovinare il giocattolo. Un allentamento della pressione potrebbe venire dall'apertura/sviluppo di altri bacini e altri parchi adesso poco frequentati in Angola, Congo, Mozambico, Zambia ecc, ma siamo lontani e sono posti tragicmente sottoposti ad altre e forse più gravi predazioni. Il grosso dell'industria Safari è in mano ai Sudafricani mi sembra, almeno cosi vedo per lo Zimbabwe dove andrò quest'anno, vediamo che trovo. |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 11:09
Grazie mille per gli interventi, trovo diversi spunti acuti ed interessanti come ad esempio i cinque punti proposti da SaroGrey. Ci sono cacciatori gratuiti e mentecatti esattamente come ci possono essere anzi ci sono fotografi danarosi, mentecatti e che per uno scatto già fatto diecimila volte da altri uguale se non meglio ,mettono in moto qualche cosa che è sicuramente più grosso di loro e delle loro percezioni. Uno dei miei migliori amici, cacciatore Alpino, ha più punti di condivisione con me ed io con lui che non verso altri pur appassionati di fotografia. So di fare un discorso inviso a molti e paragonabile a quello della volpe e dell'uva però a questo punto, fotograficamente, animale per animale nel mio piccolo preferisco acchiappare la macchina ed andarlo a riprendere in un piccolo parco faunistico tematico. No aereo, no Jeep, no rotture in loco.Sono × ma per lo meno lo so. Sempre IMHO Critiche ben accettate, anche se in realtà non mi fanno piacere ma fanno bene... |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 11:11
Aggiungo solo una piccola chiosa e cioè che sono d'accordo con Stefano Pelloni nel punto dove dice che è chiaramente un articolo di parte, lo sono ovviamente tutti, però per essere una rivista di armi e caccia è abbastanza obiettivo. |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 11:20
Non bisogna dimenticare che moltissime riserve di caccia hanno permesso la conservazione non meno dei grandi parchi nazionali. I cacciatori, a differenza di quanto avviene in Italia per la perseguitata avifauna, spesso hanno permesso la conservazione di vasti territori. Quando il turismo diventa di massa crea sempre problemi, sia che si tratti di città d'arte che di parchi nazionali. Normale che qualcuno se ne sia accorto. Però complimenti alle iene, che essendo canidi, sono dotate di buona intelligenza e grande spirito di osservazione. ( ) |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 11:42
Grazie Claudio per l'intelligente intervento, infatti se adesso possiamo ancora ammirare in quanto protetti gli stambecchi paradossalmente lo dobbiamo al grande* re cacciatore Vittorio Emanuele II , che istituì il parco del Gran Paradiso. Senza poi contare che la vera e grande strage in tutto il mondo è il commercio illegale degli animali, soprattutto a beneficio di orientali e mediorientali per i motivi più disparati e stupidi, mandando all'assalto i poveracci residenti dei luoghi dove ancora si possono trovare tigri, rinoceronti et similia. *= Il grande è volutamente lasciato minuscolo. |
| inviato il 15 Luglio 2024 ore 12:01
Ci sono zone dove la pressione del turismo è rilevante e zone dove non lo è. Zone dove questa pressione si concentra in poche settimane e zone dove è costante. Parlare di file di autobus, caravan senza dire dove è parlare del nulla. L'articolo parla del Mara. Il problema del Mara non sono gli operatori nel parco ma quelli esterni che ogni giorno portano decine di turisti one-off dall'esterno, gente che magari fa 1-2 notti e 2 safari entrando all'alba, e lo stesso problema c'è in molti altri parchi, Kruger compreso. Chi conduce questi tour è spesso costretto a comprimere l'esperienza e a garantire un minimo di avvistamenti: questa urgenza, in aggiunta alla bieca tradizione americana delle tips, porta spesso a comportamenti poco in linea con lo scopo. Sui crossing ho visto mini autobus pieni di cinesi che urlavano come dei pazzi, non andrò più nel periodo della migrazione. Al contrario sono stato in luoghi dove non c'era nessuno, anche nel Kruger sono rimasto solo per ore con leopardi e leoni. Il problema sono le regole ed il loro rispetto sempre. Poi possiamo parlare di contingentazione degli accessi. Ma una cosa è certa: senza questo tipo di turismo probabilmente non ci sarebbero aree a protezione integrale né riserve. E generalmente è possibile evitare i lodge in mano a compagni occidentali, prediligendo attività condotte anche solo in parte da gente del luogo. aggiungo poi che ci sono spesso tasse di conservazione, contributi per il territorio che vanno a distribuire una quota degli introiti, senza contare le possibilità di impiego. Sulla caccia in africa mi permetto di aggiungere un paio di fonti, giusto per bilanciare l'articolo di Piombo e affini sopra citato. africageographic.com/stories/trophy-hunting-will-not-save-africas-lion africageographic.com/stories/open-letter-to-michel-mantheakis-chairman africageographic.com/stories/hunting-and-photo-tourism-where-to-from-h Vorrei fare una domanda a chi ha aperto il thread: la Tanzania ha autorizzato l'abbattimento di alcuni super tusker che da Amboseli si muovono nel suo terriorio. Ne sono rimasti una manciata al mondo. Questo fatto, al netto di egoismo, cupidigia e smania di denaro, cosa ci suggerisce? aggiungo africageographic.com/stories/recreational-hunting-50-years-of-scientif | |

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