| inviato il 04 Maggio 2024 ore 13:41
3. Ordine di motivi: è un ordine più prettamente culturale ed estetico. Si fa notare che la foto, apparendo appunto "posata", ha scelto di parlare ad un pubblico occidentale con una composizione che è un chiaro rimando ad illustri precedenti che noi abbiamo negli occhi e nell'inconscio, a precedenti che fanno parte della storia dell'arte europea cristiana, a tutta la tradizione delle "pietà" pittoriche e scultoree. In certo senso saremmo di fronte ad una "estetizzazione" del dolore, ad un ennesimo caso fotografico del genere. Il primo e forse più illustre caso risale alla guerra in Jugoslavia e sarebbe la famosa fotografia nota con il titolo "la pietà del Kosovo", del fotografo Georges Merillon del 1990 che qui allego. Quella premiata quest'anno sarebbe dunque l'ultima di una serie di fotografie premiate dal World Press Photo che qualcuno ironicamente ha definito "le piangenti del World Press". L'accusa in profondità sarebbe quella di non fare fotogiornalismo o reportage ma di fare un mestiere diverso, questo tipo di foto non racconterebbero una storia, come un fotogiornalista si ritiene debba fare, ma sarebbero delle sorte di quadretti da appendere in un salotto occidentale o peggio nel caveau di una banca dopo essere state acquistate da un collezionista. Il problema è complesso ed annoso perché dietro ci sta la questione della crisi del giornalismo. Un tempo i giornali assumevano i reporter e li inviavano nelle zone di guerra. Oggi il fotografo è un free lance che si deve pagare il viaggio in proprio: i suoi clienti possono essere i giornali oppure il mercato della fotografia d'autore. |
| inviato il 04 Maggio 2024 ore 13:42
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| inviato il 04 Maggio 2024 ore 13:45
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| inviato il 04 Maggio 2024 ore 13:47
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| inviato il 04 Maggio 2024 ore 14:24
Beh Andrea, hai detto tutto te, complimenti. Possiamo chiudere.. PS. Facile la previsione al secondo posto dell'altro topic, almeno prendessero esempio . |
| inviato il 04 Maggio 2024 ore 16:24
<< Si fa notare che la foto, apparendo appunto "posata", ha scelto di parlare ad un pubblico occidentale con una composizione che è un chiaro rimando ad illustri precedenti che noi abbiamo negli occhi e nell'inconscio, a precedenti che fanno parte della storia dell'arte europea cristiana, a tutta la tradizione delle "pietà" pittoriche e scultoree. In certo senso saremmo di fronte ad una "estetizzazione" del dolore, ad un ennesimo caso fotografico del genere. Il primo e forse più illustre caso risale alla guerra in Jugoslavia e sarebbe la famosa fotografia nota con il titolo "la pietà del Kosovo", del fotografo Georges Merillon del 1990 che qui allego. Quella premiata quest'anno sarebbe dunque l'ultima di una serie di fotografie premiate dal World Press Photo che qualcuno ironicamente ha definito "le piangenti del World Press". >> L'accusa in profondità sarebbe quella di non fare fotogiornalismo o reportage ma di fare un mestiere diverso, questo tipo di foto non racconterebbero una storia, come un fotogiornalista si ritiene debba fare, ma sarebbero delle sorte di quadretti da appendere in un salotto occidentale o peggio nel caveau di una banca dopo essere state acquistate da un collezionista. >> ********** Come scritto correttamente dall'analisi che fila abbastanza bene si passa ad un'accusa che pero', come tale, e' un po' difficile da dimostrare. Certo se il riconoscimento viene dato quasi sempre a questo tipo di fotografie, la teoria scritta sopra, che e' frutto della stessa sofisticata lettura dell'immagine tipicamente occidentale, viene avvalorata |
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