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L'importanza dei colori parte 2


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avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 10:41

Non rischia il colore, talvolta, di diventare un puro vezzo estetico, al pari di altri, capace di mascherare uno scatto povero di contenuti rendendolo semplicemente gradevole e appagante all'occhio?

Parlando in generale, il tuo è un dubbio lecito. È un po' la stessa cosa che si dice di certe immagini in b/n dove il forte contrasto serve a dare drammaticità e impatto ad una foto che non ne ha.

Credo però che dobbiamo tenere il ragionamento sul contenuto separato da quello sulla forma.
Posso essere in grado di apprezzare la grande capacità formale di un autore pur constatando che il contenuto non va oltre la superficie di quello che vedo in prima lettura di una fotografia.
Lo riconosco comunque come un valore, pur essendo personalmente sempre alla ricerca di un contenuto dietro ogni immagine che vedo.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 10:42

Parliamo di uno scatto ben studiato, la foto è simmetrica, il colore unito alla composizione porta subito l'osservatore a guardare la foto in un modo specifico, partendo dal centro dell'immagine:





qui invece il colore non ha fini se non estetici applicando il calssico teal and orange a un ritratto:




avatarjunior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 11:09

A riguardo dell'opera American Prospects - 1987
Dalla Biografia del sito di Joel Sternfeld.

"Joel Sternfeld è un artista-fotografo il cui lavoro si occupa delle possibilità utopiche e distopiche dell'esperienza americana.

Sin dalla pubblicazione del suo studio fondamentale, American Prospects nel 1987, il suo lavoro ha mantenuto aspetti concettuali e politici, pur essendo intriso di storia, storia dell'arte, teoria del paesaggio e attenzione al passaggio delle stagioni. È un ritratto malinconico, spettacolare, divertente e profondo dell'America. Il curatore Kevin Moore ha affermato che l'opera incarna “il culmine sintetico di tanti stili fotografici degli anni '70, incorporando l'umorismo e la perspicacia sociale della fotografia di strada con la distaccata moderazione delle fotografie New Topographics e il marcato formalismo delle opere di tanti tardi artisti. coloristi del decennio” (Kevin Moore, Starburst: Color Photography in America 1970-1980 )."

Scusa @Andrea.taiana tu di questo artista vedi il colore solo come colore inteso come abbinamento e/o di stile cromatico o ci vedi qualcosa di più? Ovvero, dello studio dell'esperienza americana con chiaramente le influenze del Mood di quel tempo e della nazione americana, delle Fotografie New Topographics (Paesaggio alterato dall'uomo), di queste cose non pensi che i colori facciano parte di questo mondo e di questo tempo e che siano usati più per trasmettere un messaggio che uno stile cromatico?

Sarebbe interessante sapere un tuo parere sul colore usato per comunicare andando oltre lo stile cromatico, toccando il lato sociale e rappresentativo di un ambiente inserito in un preciso tempo storico.

avatarsupporter
inviato il 17 Aprile 2024 ore 11:10

qui invece il colore non ha fini se non estetici applicando il calssico teal and orange a un ritratto
il senso di aver messo le foglie verdi?

avatarjunior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 11:18

Parliamo di uno scatto ben studiato, la foto è simmetrica, il colore unito alla composizione porta subito l'osservatore a guardare la foto in un modo specifico, partendo dal centro dell'immagine:


Credo che la questione poi sia leggermente un poco più complessa.
Mi spiego meglio, il colore nella lettura di una immagine ha una sua importanza nella visione generale, ma il nostro cervello va oltre la visione generale. Il cervello legge l'immagine come si legge un libro, dall'alto a sinistra al basso desto. Quindi il basso destro è l'ultima cosa che vede e ricorda meglio.

Di conseguenza in quell'immagine la visione in generale fa notare il colore, ma poi se metti una firma anche non molto grossa ma leggibile in basso a destra sarà ricordata la firma oltre il colore anche se presente in un ingombro molto più piccolo.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 11:30

Il cervello legge l'immagine come si legge un libro, dall'alto a sinistra al basso desto. Quindi il basso destro è l'ultima cosa che vede e ricorda meglio

Non è molto vero, guardare le immagini dall'alto a sinistra al basso a destra è una tendenza comune negli occidentali, ma non è universalmente applicabile a tutti gli esseri umani.
Non è una regola fissa per tutte le persone in tutto il mondo.

Il modo in cui le persone guardano le immagini possono variare in base a diversi fattori, tra cui cultura, abitudini di lettura e esposizione a determinati tipi di media.
Ad esempio, in alcune culture orientali dove la lettura procede da destra a sinistra o dall'alto verso il basso, le persone hanno tendenze diverse nel modo in cui esplorano visivamente le immagini.

Inoltre, le preferenze individuali possono giocare un ruolo importante anche all'interno della stessa cultura

il colore e la composizione servono a spingere la visione dell'immagine nel modo pensato dall'autore

avatarjunior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 11:36

Non è molto vero, guardare le immagini dall'alto a sinistra al basso a destra è una tendenza comune negli occidentali, ma non è universalmente applicabile a tutti gli esseri umani.
Non è una regola fissa per tutte le persone in tutto il mondo.


Se noti ho detto che si legge come leggere un libro, quindi poi ho proseguito con il nostro modo di leggere, non ho affermato che è una regola assoluta.Sorriso

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 11:40

Ma il colore che attira lo sguardo in centro alla foto si, la foto porta subito l'osservatore a guardar in un modo specifico, partendo dal centro dell'immagine, le scelte sono fatte per questo, infatti la puntualizzazione infatti non l'ho capita

avatarjunior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 11:47

@MatteoGroppi
Per fare un discorso approfondito e allargato all'interno delle culture e della comunicazione legata al colore, ma non solo, anche alla forma, si dovrebbe prendere in considerazione il riflesso condizionato e l'immagine subliminale.
Che vanno oltre la visione e aprono un mondo sulla percezione.
Ma farlo qui è veramente difficile e diventerebbe OT.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 13:56

Io non trovo che in American Prospects ci sia o si possa trovare uno "stile cromatico" uniformante e studiato a tavolino che renda omogeneo il libro forzando il colore di ogni singolo scatto per portarlo ad un unicum visuale. C'è invece sicuramente un'attenzione nella scelta degli scatti a selezionare quelli che abbiano una "forma" coloristica particolarmente ben riuscita. Quello che il libro comunica passa anche attraverso i colori ma non soprattutto attraverso i colori, io credo, c'è il soggetto, la geometria, l'umorismo e l'ironia, il paesaggio, aspetti che nel loro insieme definiscono il ritratto di una società ed un epoca. Non so se ho risposto e se ho inteso bene quello che mi volevi dire. Certamente ha scelto il colore anziché il bianco e nero e credo che lo abbia fatto per descrivere meglio la sua epoca. Non credo che abbia scelto il colore per veicolare determinate emozioni aprioristicamente determinate.

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 17:51

Quello che noto è che fino ad ora il thread è sempre stato orientato verso l'aspetto culturale, più cinematografico che fotografico, con citazioni ed immagini postate di artisti, qualche contributo personale dei partecipanti con esempi di come interpretate e usate i colori? Grazie ;-)

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 17:54








avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 18:17

Però, Groppi, in queste tue foto la scelta del colore assume anche un senso significativo.
Negli accostamenti cromatici (tipo una giacca che fa pendant con l'insegna sullo sfondo ecc.), non avete la sensazione che rimanga un po' un esercizio da rincoglioniti?

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 19:00

@Rombro hai centrato il punto!

avatarsenior
inviato il 17 Aprile 2024 ore 21:01

"non avete la sensazione che rimanga un po' un esercizio da rincoglioniti"
Francamente no se non ci si limita a creare sottospecie di sfilata di moda.
Intendo dire che, laddove non si tratti di fotografia staged, bravura del fotografo è anche riconoscere di primo acchito, quasi istintivamente o forse come frutto di un "allenamento" culturale, la potenzialità coloristica della scena che hai davanti agli occhi. Non si tratta di predisporre colori che fanno pendant, non è tanto quello quanto avere un senso che sa capire se una scena è degna di nota dal punto di vista del colore esattamente come si deve riconoscere e capire come inquadrare, quale sia la migliore disposizione delle linee e delle forme nel frame, o quale sia la luce migliore, sia che la si trovi sia che la si aggiunga artificiale.
È una questione meramente formale? Sì lo è. Poi è probabilmente vero che una bella foto non può limitarsi alla forma, ed è anche vero che ci sono autori in cui il contenuto prevale sulla forma che magari è piuttosto sciatta (Nan Goldin, è un esempio a mio avviso), e ci sono anche autori che, inspiegabilmente, hanno avuto successo pur riuscendo ad unire un pessimo contenuto ad una pessima forma come Terry Richardson. Io ammetto di essere fra quelli che tende a preferire un tipo di foto dove ci sia anche una forte attenzione agli aspetti formali.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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