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Recensione Sony A9 III


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Recensione Sony A9 III, testo e foto by Juza. Pubblicato il 08 Aprile 2024; 87 risposte, 10544 visite.


La Sony A9 III porta per la prima volta il global shutter su una mirrorless: si tratta di un cambiamento epocale che apre nuove possibilità tra cui raffiche incredibilmente veloci, otturatore totalmente elettronico senza alcuna distorsione, tempi rapidissimi e sincro flash su qualsiasi tempo. Ho provato la nuova ammiraglia Sony per approfondire i pro e contro di questa tecnologia, sia nei test in studio che sul campo durante una delle mie trasferte a Mauritius!





Che cos'è il Global Shutter?

Sappiamo tutti che il sensore delle fotocamere digitali è formato da milioni di "pixel", o più propriamente fotodiodi: ogni fotodiodo (che solitamente corrisponde a 1 pixel nell'immagine finale) è un microscopico sensore che misura la quantità di luce. I fotodiodi sono poi rivestiti da una "scacchiera" di colori alternati (il filtro Bayer) per far sì che le informazioni registrate dai fotodiodi, che di per sè sarebbero in grado di generare solo un'immagine monocromatica, possano poi creare un'immagine a colori, andando a ricostruire per interpolazione il colore di ciascun pixel.

Le informazioni registrate da tutti questi fotodiodi, cioè dal sensore della fotocamera, devono quindi essere trasferite dal sensore stesso alla scheda di memoria, dopo essere state convertite dal segnale originale (di tipo analogico) a uno digitale. Quello che tanti non sanno è che il tempo impiegato dal sensore per "registrare" l'immagine solitamente non è corrispondente al tempo di scatto, ma è molto più lungo: nella maggior parte delle fotocamere moderne, la lettura del sensore (cioè il tempo impiegato per registrare le informazioni raccolte da ciascun fotodiodo) richiede un tempo tra 1/20 e 1/100 di secondo, con un sistema detto rolling shutter.

Cosa succede quindi se selezioniamo un tempo di scatto molto più rapido di quello che il sensore riesce a leggere, poniamo 1/8000? Se la nostra fotocamera ha un tempo di lettura del sensore di 1/50, non potrà magicamente passare a 1/8000. Utilizzerà quindi un "trucchetto": invece di leggere l'intero sensore in un colpo solo in 1/8000, cosa che non riuscirebbe a fare, leggerà l'esposizione di 1/8000 solo sulla prima fila di pixel, per poi passare alla fila seguente e così via. In questo modo, riusciremo a tutti gli effetti a esporre ogni pixel solo per 1/8000 di secondo, anche se il sensore impiega molto più tempo per registrarne i valori.



Sony A9 III, Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS con Sony FE 1.4x, 1/6400 f/9.0, ISO 6400, mano libera. Sequenza di 5 foto estratte dalla raffica 60FPS e poi unite come singola foto.

Per fare un paragone terra terra, è come se usassimo uno scanner: ovviamente quando scansioniamo un documento non c'è un enorme sensore che lo fotografa all'istante, ma lo scanner ha una sottilissima fila di pixel che viene fatta scorrere lungo il documento per registrarne un'immagine. E tutto ciò funziona, perchè il documento è fermo: ma se lo spostiamo durante la scansione, l'immagine verrà ovviamente distorta.

Questo è esattamente ciò che accade quando scattiamo una foto a un soggetto che si muove rapidamente con una fotocamera con rolling shutter: se usiamo un tempo velocissimo, riusciremo a evitare il mosso (perchè effettivamente stiamo scattando a 1/8000s, ad esempio), ma l'immagine sarà distorta, perchè in realtà si tratta di tante righe di pixel esposte a 1/8000 una dopo l'altra, e non contemporaneamente. Durante il tempo impiegato da questa operazione, il soggetto si è mosso quindi apparirà distorto lungo il fotogramma.

Il rolling shutter non è una novità delle fotocamere digitali: anche l'otturatore meccanico utilizzato da sempre sulle reflex, comprese quelle a pellicola, è a tutti gli effetti un rolling shutter; solitamente però ha un "tempo di lettura" (che sulla pellicola corrisponde al tempo più rapido possibile per esporre l'intero fotogramma nello stesso istante) tra 1/200 e 1/300s, migliore rispetto alla maggior parte dei sensori.

Per ovviare al problema, sono nati i sensori stacked: utilizzano un rolling shutter così come i sensori non-stacked, ma sono molto più veloci, con tempi di lettura tra 1/200 e 1/300s, sostanzialmente identici a quelli di un otturatore meccanico. In questo modo, nella stragrande maggioranza delle situazioni la distorsione data dal rolling shutter è assente o poco percepibile, così come il rischio di banding in luce artificiale è estremamente ridotto.

Il global shutter cambia tutto: non si tratta di una lettura velocissima, ma istantanea! Così facendo, l'intero sensore viene letto sempre e comunque in un solo momento, in un tempo che corrisponde esattamente al tempo di scatto - nel caso della Sony A9 III, fino a 1/80000 di secondo (non c'è uno zero di troppo: parliamo davvero di un ottantamillesimo!). Per fare un paragone che dia l'idea dell'entità del cambiamento, è come se in termini di velocità si passasse da un'utilitaria (il sensore CMOS non-stacked) a un'auto sportiva (il CMOS stacked) e infine al... teletrasporto (il CMOS global shutter). Non è semplicemente un ulteriore aumento di velocità rispetto al rolling shutter, è il passaggio da "veloce" a "istantaneo".



Sony A9 III, Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS con Sony FE 1.4x, 1/1600 f/9.0, ISO 6400, mano libera.

Tutto ciò elimina totalmente ogni artefatto legato al rolling shutter: la distorsione è zero anche con i tempi più rapidi, così come è zero il rischio di banding, con qualsiasi tempo e qualsiasi luce. Il flash, che può lavorare a piena potenza solo se il lampo corrisponde esattamente all'esposizione completa del sensore, diventa quindi sincronizzabile a piena potenza su qualsiasi tempo. Tutti questi benefici sono presenti tanto in foto come nel video; infine, un ulteriore beneficio è la totale eliminazione dell'otturatore meccanico, cosa che rende la fotocamera più robusta e duratura, dato che l'otturatore è una delle parti più delicate e più soggette a usura.

Il global shutter e l'otturatore elettronico sulla Sony A9 III rendono possibile anche l'incredibile raffica da 120 FPS in RAW a piena risoluzione (cosa mai vista su nessun'altra mirrorless), con tanto di pre-raffica; il tutto con AF continuo.

A questo punto, viene naturale chiedersi perchè tanta meraviglia non sia utilizzata su qualsiasi fotocamera, visti i numerosi vantaggi. Ebbene, è importante soppesare anche gli svantaggi del global shutter: in primis, il costo. La tecnologia del global shutter è più complessa rispetto agli altri tipi di otturatore elettronico, e questo fa crescere notevolmente il prezzo - tanto che ora la A9 III costa esattamente come la A1, ben 7000 euro. Un tempo la linea A9 si poneva come ammiraglia più abbordabile rispetto alla costosissima A1, ora sono entrambe nella stessa fascia.

Ma il costo non è l'unico problema: la complessità del global shutter porta a una leggera perdita di qualità d'immagine, perchè una parte di ogni fotodiodo viene occupata dai componenti dell'otturatore global shutter e non è quindi disponibile per raccogliere la luce. In passato, ogni nuova generazione di fotocamere migliorava un po' la resa agli alti ISO; con la A9 III certamente non ci si possono aspettare miglioramenti rispetto alla A9 II, e anzi sarebbe plausibile un leggero peggioramento (questo lo verificheremo nel paragrafo successivo).



Sony A9 III, Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS a 600mm, 1/16000 f/6.3, ISO 6400, mano libera.

Il global shutter sarà il futuro delle mirrorless? Non è dato saperlo, ma almeno sul breve termine è probabile che verranno offerti tanto modelli con global shutter (massima velocità, sacrificando un poco di resa alti ISO) che modelli con otturatore elettronico di tipo rolling shutter (meno votati all'azione, ma con migliore resa ISO), in modo che ciascuno possa scegliere la fotocamera più adatta alle proprie esigenze.



La Sony A9 III, corpo e funzionalità

Prima di passare ai test sulla qualità d'immagine, vediamo le principali caratteristiche della A9 III. Anche se fisicamente sembra identica alla precedente A9 II, ci sono alcuni piccoli cambiamenti: lo schermo ora è maggiormente snodato (anche se personalmente preferisco il più semplice sistema di snodo utilizzato sulla A7C, ZV-E10 e altri modelli). Lo stabilizzatore sul sensore promette ben 8 stop (contro i 5 del modello precedente), e il mirino è stato aggiornato all'ultimissima versione dei mirini Sony, con risoluzione di ben 9.4 milioni di punti. Per il resto, entrambe condividono un corpo relativamente compatto ma molto robusto, e ovviamente tropicalizzato; l'ergonomia è ottima, così come il mirino, che ovviamente è privo di blackout.

In termini di funzionalità, le differenze sono enormi. Partiamo dalla raffica: si passa dai già notevoli 20 FPS della A9 II... a 120 FPS, una cosa mai vista! Nessun'altra fotocamera arriva neppure vicina a questa velocità di raffica (in RAW e con AF continuo): la Canon EOS R3 si ferma a 30 FPS, così come la Sony A1; le Nikon Z9 e Z8 arrivano a 20 FPS. Inoltre, per la prima volta in casa Sony è presente la pre-raffica, cioè la possibilità di registrare immagini poco prima della pressione dell'otturatore. Questa funzionalità è eccezionalmente utile nelle foto d'azione, dallo sport all'avifauna, e su Sony arriva a 1 secondo di pre-scatto, abbastanza buono e migliore rispetto ad alcune concorrenti limitate a 0.5s. Per contro, il buffer della raffica a 120 FPS è molto limitato: solo 192 foto.



Sony A9 III, Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS a 600mm, 1/2000 f/9.0, ISO 6400, mano libera.

In altre parole, a 120 FPS avrete solo 1.5 secondi totali di raffica; se sfruttate il massimo pre-burst di 1 secondo, vi rimane poi solo mezzo secondo di raffica. Davvero poco, soprattutto se pensiamo che tante concorrenti arrivano a oltre 1000 foto; avrei sperato in almeno 4-5 secondi di raffica. Bisogna dire, però, che le 192 foto a 120 FPS corrispondono a circa 5700 MB di dati generati nell'arco di 1.5 secondi: nessuna scheda è in grado di registrare tale quantità di dati, che quindi finiscono tutti nelle RAM; al contrario una Nikon Z9 (che ha oltre 1000 foto di buffer) scatta a 20 FPS e genera circa 1200MB di dati al secondo, che possono essere scritti in tempo reale sulle CFExpress Type B (che arrivano a 1900MB/s) senza mai doversi appoggiare alla RAM, e scattando quindi con buffer pressochè infinito. Questo non toglie che, tenendo conto del costo di 7000 euro, Sony avrebbe potuto montare più RAM per portare la raffica 120 FPS ad almeno 4-5 secondi (circa 600 foto di buffer).

Riducendo la velocità della raffica da 120 FPS a 30 FPS, il buffer della A9 III passa a un enorme 390 foto, corrispondenti a ben 13 secondi di raffica: ottimo, ma per una fotocamera che pubblicizza i 120 FPS come uno dei suoi punti di forza, anche la raffica a 120 FPS dovrebbe essere pienamente utilizzabile, con un buffer come si deve.

Un'altra scelta che, al giorno d'oggi, è poco felice è quella delle memorie CFexpress Type A: l'unico vantaggio che hanno sono le dimensioni minuscole (sono molto più piccole di una schedina SD, per dare l'idea), ma sono anche molto più lente rispetto alle CFexpress Type B. Ho utilizzato una
Lexar CFexpress Gold Type A 80GB, al momento la più veloce che esista, ma anche questa arriva "solo" a 800MB/s in scrittura: molto meglio rispetto ai 300MB/s delle SDXC più veloci, ma infinitamente meno rispetto ai 1700MB/s delle migliori CFexpress Type B. Sicuramente in futuro anche le Type A faranno progressi, ma al giorno d'oggi, sono una palla al piede per fotocamere ultraveloci come la A9 III. Una raffica di 192 foto in RAW pesa circa 5000-6000 MB, e con una velocità di scrittura di 800MB/s dobbiamo attendere circa 10-11 secondi perchè tutte le foto siano salvate sulla schedina e il buffer sia di nuovo libero.

L'autofocus è sempre stato uno dei punti di forza di Sony (a mio parere attualmente ha il migliore AF sul mercato), e la A9 III ha tutte le modalità di riconoscimento soggetto che si possano immaginare, ulteriormente potenziate dall'introduzione del processore AI. Il meglio che si possa desiderare, in teoria in grado di superare addirittura l'ammiraglia Sony A1.



Sony A9 III, Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS a 600mm, 1/320 f/11.0, ISO 1600, mano libera.

La gamma dei tempi di scatto arriva fino a 1/80000, un tempo mai visto prima su una fullframe, così rapido da congelare anche l'azione più veloce: ovviamente, però, per utilizzare tempi del genere servono ottiche luminose e tantissima luce ambiente, oltre ad alte sensibilità (e serve anche... la modalità S. Trovo veramente assurdo che Sony limiti i tempi a 1/16000 in modalità priorità diaframma; non c'è nessun motivo logico per questa limitazione). E parlando di sensibilità, la A9 III ha differenze sostanziali rispetto a tutte le altre Sony in commercio: il valore ISO più basso è ben 250 ISO, mentre la sensibilità più alta è 25600 ISO (la gamma è poi espandibile a 125 - 51200 ISO); per confronto la precedente A9 II aveva una gamma nativa di 100 - 51200 ISO, espandibile a 50 - 204800 ISO.

Riguardo la sensibilità più alte, andare a togliere quelle oltre i 25600 ISO non è di per sè una cosa negativa, anzi: nessuna fotocamera attuale è pienamente utilizzabile oltre i 25600 ISO, e le sensibilità esagerate che vantano alcuni modelli sono solo numeri messi lì per marketing; andarle a togliere quindi non nuoce, anzi lo considero un segno di serietà da parte di Sony. Se però questo dovesse essere invece un sintomo di una resa ISO due stop peggiore della A9 II, sarebbe certamente negativo, ma come vedremo per fortuna non è così. La sensibilità più bassa (250 ISO) invece è inevitabilmente più rumorosa dei 100 ISO delle concorrenti, e su questo c'è poco da fare: chiaramente non è un modello pensato per chi lavora a bassi ISO e su generi statici.



Sony A9 III, Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS con Sony FE 1.4x a 587mm, 1/30 f/16.0, ISO 800, mano libera. Ho scelto di proposito un tempo estremamente lento per creare un'alternanza di soggetti nitidi e mosso.



Qualità d'immagine, alti ISO e Rumore

Ho confrontato la A9 III fianco a fianco con la precedente A9 II (sensore 24MP stacked) e la A7C (24MP non-stacked). Quest'ultima, nonostante abbia un sensore di ben 6 anni fa, rappresenta sostanzialmente la massima resa ISO raggiunta dai sensori 24MP: tutti i 24MP che sono venuti dopo hanno pressappoco la stessa resa; pur essendo passati sei anni la tecnologia, in termini di sensibilità, non ha fatto progressi.

Iniziamo da un primo test a basse sensibilità, tra 100 e 1600 ISO.




Alla sensibilità base, inevitabilmente i 100 ISO della A9 II e A7C sono più puliti dei 250 ISO della A9 III. Successivamente, da 200 a 1600 ISO, a parità di sensibilità le tre fotocamere sono pressochè identiche; forse si può notare un leggerissimo svantaggio per la A9 III, ma è una cosa che si nota a malapena in studio e sarebbe del tutto impercettibile sul campo.

Vediamo ora il test alle alte sensibilità, tra 3200 e 25600 ISO.




Come possiamo vedere, il sensore della A7C rimane, in termini di pura qualità d'immagine, il migliore. Il passaggio al più complesso design stacked della A9 II porta a una leggera perdita (ma parliamo di qualcosa appena percettibile in studio, circa 0.3 stop). Il global shutter della A9 III, a sua volta, è un po' più rumoroso della A9 II, ma anche in questo caso parliamo di differenze minime, circa 0.3 stop. In conclusione, è sì vero che la A9 III è un po' più rumorosa delle altre fotocamere da 24MP, ma la differenza è molto meno di quanto temevo, circa 0.3 stop rispetto alla A9 II e circa 0.7 stop rispetto alla A7C.

Nei ritagli seguenti, possiamo vedere la foto di test a 12800, stavolta non più "grezza" ma post prodotta tramite Denoise AI. Tutte e tre le fotocamere sono pienamente utilizzabili; si può notare solo una perdita di dettaglio leggermente più marcata nella A9 III (perchè parte da un file più rumoroso), ma anche qui è una cosa che si nota solo in alcune aree dell'immagine e solo osservando il file al massimo ingrandimento.




Infine, ho voluto fare la "prova del nove": fare un altro test ISO, stavolta scattando con la A9 III a 6400 ISO e con altre due fotocamere, la A7C e A7r III, a 12800 ISO, per vedere se lo svantaggio della A9 III poteva arrivare a uno stop. Questo è il risultato (come sempre stiamo osservando un ritaglio al 100%; il file della A7r III è stato ridimensionato a 24MP):




La Sony A9 III a 6400 è meno rumorosa delle altre due a 12800 ISO. In altre parole, non ha uno stop pieno di svantaggio; questo test conferma quindi i risultati dei test precedenti: lo svantaggio della A9 III è attorno a 0.3-0.7 stop, a seconda del modello con cui la si confronta. In questi crop, la A9 III (a 6400 ISO) è quella che mostra meno rumore (rispetto alle altre due a 12800 ISO); la A7r III è la più rumorosa (ma, partendo da un file 42MP contro i 24MP delle altre due, è anche quella con più dettaglio).

Anche se può dar fastidio l'idea di fare un passo indietro - seppur piccolo - rispetto al modello precedente, bisogna dire che i moderni software di riduzione rumore via AI consentono di scattare a sensibilità estreme con una riduzione del rumore inimmaginabile fino a qualche anno fa; una volta post prodotti i RAW con Denoise AI, la A9 III è utilizzabile nell'intera gamma di sensibilità da 250 a 12800 ISO: alla fin fine nell'uso pratico questo 0.3- 0.7 stop di svantaggio non è una tragedia, ed è ampiamente compensato da tutti gli altri vantaggi del sensore global shutter.



Qualità d'immagine, gamma dinamica e distorsione

Ho testato la gamma dinamica scattando una foto fortemente sottoesposta (ben 5 stop, cioè praticamente nera) e poi schiarendola di 5 stop in fase di conversione RAW; questa operazione equivale ad "aprire" le ombre più scure di una foto. Nel test ho confrontato A9 III, A9 II e A7C e ho scattato a pari sensibilità, 250 ISO.




La A9 III ne esce anche meglio del previsto: è pressappoco pari all'ottima A7C, e addirittura leggermente migliore rispetto alla A9 II. Questo risultato è poi stato confermato anche sul campo, dove la A9 III mi ha permesso ottimi recuperi nelle zone d'ombra (per contro, ho notato una leggera tendenza a bruciare le alte luci, a cui bisogna fare un po' più di attenzione che su sulle altre fotocamere, anche se parliamo di differenze ridotte).

Infine, un vantaggio del global shutter è l'assenza di artefatti da rolling shutter: nel test seguente, possiamo vedere un soggetto in rapidissimo movimento fotografato con A9 III, A9 II e A7C.




Con la Sony A7C e il suo lento rolling shutter, le pale del ventilatore diventano arte astratta: la distorsione è a dir poco enorme. Anche la A9 II ha un rolling shutter, ma molto più veloce rispetto a quello della A7C, grazie al sensore stacked: il risultato è molto buono, anche se si può osservare un po' di distorsione sulle pale del ventilatore (le due a sinistra sono "schiacciate", e quella a destra è stata "stirata"). La Sony A9 III è perfezione assoluta: la distorsione è zero, le pale sono esattamente identiche alla foto di riferimento (scattata con ventilatore fermo).

Bisogna dire che questo è un caso limite e la differenza tra il global shutter e un rolling shutter veloce è minore di quanto pensassi, e probabilmente nell'uso reale sarà raramente percettibile; tuttavia, mentre col rolling shutter - per quanto veloce - ci sarà sempre un piccolo rischio di distorsione, col global shutter abbiamo la certezza che la distorsione sarà sempre zero, qualunque sia il movimento del soggetto.



Sul campo

Ho portato con me la A9 III, assieme al supertele 200-600, in uno dei miei viaggi a Mauritius: in questa occasione ho cercato di sfruttare le caratteristiche di questa fotocamera per ottenere foto diverse dai viaggi precedenti, molto più dinamiche e insolite.

Tra tutte le novità della A9 III, quella che ho apprezzato di più è sicuramente la pre-raffica: la maggior parte delle foto che ho pubblicato non sarebbero state possibili senza. ll pre-burst, anche se è arrivato tardi su Sony, è tra i migliori sul mercato: arriva a 1 secondo e soprattutto è in RAW (per assurdo su altre fotocamere, come Nikon Z9 e Z8, è disponibile solo in JPEG). Il funzionamento è semplicissimo (le foto iniziano a essere registrate appena si preme a mezza corsa il pulsante di scatto) e può essere personalizzato con enorme precisione, scegliendo un tempo di pre-burst da 0.05 fino a 1 secondo.



Sony A9 III, Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS a 600mm, 1/5000 f/6.3, ISO 6400, mano libera. Unione di cinque foto scattate con raffica 60 FPS su Sony A9 III: una tecnica che non avevo mai utilizzato prima d'ora, ma che ho sperimentato ampiamente in questo viaggio grazie alle nuove possibilità offerte da questa fotocamera.

Parlando della raffica, ovviamente in tanti si chiederanno se servono davvero 120FPS. Direi di sì, per lo stesso motivo che 10 FPS consentono di catturare l'azione meglio di 5 FPS, e 20 FPS meglio di dieci, e così via: chiaramente si può aver fortuna e catturare il momento perfetto anche con 1 FPS, ma più è grande il numero di scatti maggiori saranno le probabilità di catturare l'attimo decisivo, e a 120 FPS la raffica è talmente veloce che direi è quasi impossibile perderlo, a meno che non stiate dormendo (e anche nel caso, se vi svegliate in tempo potete sempre "tornare indietro" grazie alla pre-raffica). E' uno strumento in più, come tanti altri aiuti offerti dalla moderna tecnologia: altissimi ISO, stabilizzazione, AF con rilevamento soggetto e così via. Ovviamente si potrebbe fotografare anche senza, ma sarebbe molto più difficile; avere invece tutte queste tecnologie dà nuove possibilità; sta poi a noi utilizzarle al meglio per ottenere foto belle - un'ottimo strumento unito a capacità e gusto artistico porta a belle foto; l'ottimo strumento da solo non è in grado di fare nulla.

Come abbiamo visto nella prima parte dell'articolo, il problema principale della raffica 120 FPS è che ha un buffer di appena 1.5 secondi (che diventa appena 0.5s se utilizziamo già 1s per il pre-burst). A 30 FPS invece la raffica diventa pressochè illimitata - non sono mai arrivato a utilizzare tutti i 13 secondi di buffer. Alla fine, ho trovato che l'impostazione migliore è una via di mezzo: 60 FPS. E' pur sempre una velocità estrema, e permette di avere un buffer di circa 4.5 secondi (o 1 secondo di pre-raffica + 3.5s di raffica), che nella maggior parte dei casi è sufficiente; anche se mi piange un po' il cuore non sfruttare appieno i 120 FPS, razionalmente la raffica 60 FPS con i suoi 4.5 secondi di buffer (circa 260 foto) è la scelta ideale. Volendo, è possibile anche impostare un pulsante personalizzato per aumentare la raffica solo in determinati momenti, ma personalmente ho preferito scattare sempre a 60 FPS (e se solo il buffer fosse stato più ampio non avrei esitato a usare sempre i 120 FPS).




La sequenza qui sopra mostra una piccolissima parte di una raffica a 60 FPS: per la precisione, questi dodici fotogrammi corrispondono a quello che è accaduto nell'arco di... 0.2 secondi! Si potrebbe pensare che scattando a 60 o 120 FPS si ottengano tantissime foto tutte uguali, ma in realtà tanti animali hanno movimenti velocissimi, e anche con raffiche ultra-rapide ogni foto mostra un momento ben distinto.

Vista l'enorme quantità di foto generate dalle super raffiche, ho provato ad attivare la visualizzazione come gruppo che permette di scorrere tra le foto non passando per ogni singola foto, ma trattando ogni raffica come una sola foto, su cui si può cliccare per poi scorrere le foto di quella raffica. Sulla carta una buona idea, ma in pratica l'ho trovata più confusionaria che senza "modalità gruppo"; sono tornato quindi alla visualizzazione foto singole, anche perchè manca la possibilità di estrarre foto dal gruppo, in modo da fare una selezione rapida e poi liberare spazio sulla memoria.

Tuttavia, bisogna pur fare selezione in-camera, altrimenti con poche raffiche si arriva a riempire la scheda da 80GB. Il sistema migliore è utilizzare la funzione di protezione (impostata sul pulsante C3 durante la visione delle foto), in modo da proteggere le immagini che ci interessano e poi cancellare tutte le immagini della scheda (cancellare, non formattare!). Così facendo, verranno cancellate tutte le foto tranne quelle che abbiano selezionato tramite la "protezione". Anche se inizialmente mi preoccupava l'idea di dover selezionare le migliaia di foto generate in poco tempo da queste raffiche estreme, nell'uso pratico mi son reso conto che una volta imparato il metodo, la selezione è abbastanza facile e rapida, e non è legata alla "potenza" della raffica.

Si tratta semplicemente di scorrere rapidamente le foto visualizzandole come se fossero un filmato, e quindi "estrarre" quelle migliori: da questo punto di vista, una raffica da 60 o 120 FPS non rende le cose più difficili che una da 10 o 20 FPS, l'unica differenza è che il "flusso di foto" diventa via via più "fluido" e più simile a uno slow motion man mano che aumentano i FPS. Anche se in futuro avessimo fotocamere da 200, 500 o 1000 FPS, si potrebbe utilizzare la stessa tecnica senza grandi differenze: una raffica ultra-rapida non è particolarmente più difficile da gestire di una normale.



Sony A9 III, Sony FE 24-105mm f/4 G OSS a 24mm, 1/10 f/16.0, ISO 250, mano libera. Anche se la A9 III è una fotocamera pensata per l'azione, nulla vieta di utilizzarla in ambito paesaggistico se si presenta l'occasione.



Sony A9 III, Sony FE 24-105mm f/4 G OSS a 44mm, 1/60 f/9.0, ISO 250, mano libera.

Anche se la A9 III supporta sia CFExpress che SD, non pensate neppure di utilizzare queste ultime: per curiosità ho provato una SDXC Sony e per memorizzare la raffica da circa 200 foto ha impiegato 50 secondi. Su CFExpress, la raffica è stata registrata in 11 secondi.

La resa agli alti ISO, tanto discussa con l'arrivo del global shutter, sul campo non è mai stata un problema: la A9 III nell'uso pratico è sostanzialmente indistinguibile dalle altre fotocamere con sensore da 24 megapixel in termini di alti ISO; il minuscolo svantaggio rilevato in studio non è percettibile sul campo. In abbinamento al Denoise AI, ho potuto scattare quasi sempre attorno ai 6400 ISO e ottenere foto quasi totalmente prive di rumore. Anche la gamma dinamica e la lavorabilità dei files è identica a quella delle altre moderne fotocamere 24MP; sostanzialmente l'unico grande limite sono i 24 megapixel stessi: rispetto alle big megapixel da 40, 50 o 60 MP, spesso ho sentito i limiti della risoluzione più bassa quando mi son trovato a ritagliare le foto di soggetti distanti (ma d'altra parte parliamo della serie A9: sta alla super-ammiraglia A1 il compito di unire velocità estrema e altissima risoluzione).

Così come la raffica, anche l'autofocus si è dimostrato straordinario: ha una capacità di riconoscere e agganciare il soggetto che è migliore di qualsiasi altra fotocamera che abbia mai provato. L'ho sempre utilizzato in modalità rilevamento animale + eye AF, scattando con area centrale espansa e tracking. In pratica, si utilizza l'ampia area centrale per identificare il soggetto, quindi si può ricomporre l'inquadratura come si preferisce e l'area AF rimarrà agganciata al soggetto, e lo inseguirà tenacemente anche se questo si muove. La capacità della A9 III di inseguire soggetti in rapidissimo e imprevedibile movimento mi ha veramente colpito; è riuscita anche in situazioni che pensavo impossibili, e dove altre fotocamere che ho provato in passato perdevano inevitabilmente il fuoco.



Sony A9 III, Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS con Sony FE 1.4x, 1/1600 f/9.0, ISO 6400, mano libera. Oltre al tracking eye-AF per persone, animali e uccelli, la A9 III ha altre modalità di riconoscimento soggetto tra cui una dedicata agli insetti, che ho sfruttato per realizzare questa sequenza di una farfalla in volo (6 scatti estratti dalla raffica 60FPS e presentati in un'unica immagine)



Sony A9 III, Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS con Sony FE 1.4x, 1/8000 f/9.0, ISO 6400, mano libera. I movimenti della libellula sono così rapidi che mi son reso conto che anche a 60 FPS perdevo molto scene: ho così scattato alla velocità massima, 120 FPS. Questa velocità estrema mi ha permesso di realizzare l'immagine che vedete (anche qui si tratta di quattro foto estratte dalla sequenza 120FPS); tuttavia, il buffer di soli 1.5s è molto limitante, e dopo ogni raffica di 1.5s bisogna attendere 10-12 secondi perchè questa venga registrata sulla CFExpress.

Una cosa che invece non mi è piaciuta sono i menu, con cui avevo già avuto a che fare su altre moderne Sony. Il sistema di menu è, a mio parere, confusionario e mal organizzato, con fantozziane abbreviazioni utilizzate in abbondanza, come avevamo già visto nella recensione della A7r V.

Infine, ho caricato sempre la fotocamera via USB-C, e devo dire che al momento è quella con la ricarica più rapida che abbia mai testato, ben 14.5W (per confronto, le Nikon Z8 e ZF arrivano a 10W, e la mia vecchia Sony A7C si ferma a un misero 2.5W). Caratteristica piuttosto utile: se si sfrutta molto la pre-raffica, la durata della batteria cala rapidamente, quindi torna utile avere ricarica (relativamente) rapida, oltre ad avere sempre con sè una batteria di ricambio. Solitamente ho sempre considerato una batteria Sony NP-FZ100 più che sufficiente per una giornata di scatti, ma con la A9 III talvolta mi è capitato di utilizzare due batterie.



Sony A9 III, Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS a 600mm, 1/16000 f/6.3, ISO 6400, mano libera.



Conclusione

La Sony A9 III è una fotocamera rivoluzionaria nell'ambito delle foto d'azione, dallo sport all'avifauna, e rende possibili cose che in passato erano inimmaginabili. E' un'ammiraglia di pari grado (e prezzo) alla A1, ma molto diversa da quest'ultima: mentre la A1 è una tuttofare che eccelle in ogni ambito, dal paesaggio all'azione, la A9 è pensata per l'azione. Certamente si possono scattare ottime foto paesaggistiche, ritratti e reportage anche con la A9 III (ma queste si possono fare anche con una "umile" A7 o una ZV-E10), ma il suo scopo è chiaramente l'azione, e chi compra una A9 III lo farà solo se è interessato alle sue peculiari caratteristiche, col bonus di potersi dedicare anche ad altri generi se ne capita l'occasione.

Pur avendo qualche pecca (buffer scarso, schede CFExpress Type A, risoluzione non al livello delle big megapixel), la A9 III è una fotocamera incredibile che raggiunge vette mai toccate prima; se sfruttata bene, diventerà uno strumento creativo per ottenere foto uniche, impossibili o difficilissime con qualsiasi altra fotocamera.



Sony A9 III, Sony FE 200-600mm f/5.6-6.3 G OSS con Sony FE 1.4x, 1/6400 f/9.0, ISO 6400, mano libera.



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avatarsupporter
inviato il 08 Aprile 2024 ore 9:53

Grazie Juza, veramente un lavoro dettagliato sul campo. Fotocamera molto interessante. Nei prossimi anni probabilmente ne vedremo altre, anche di altre marche, e con risoluzioni differenti. Hai per caso provato a fondo le capacita' video? Credo in futuro Sony dovra' "cedere" alle piu' veloci CFexpress B abbandonando totalmente le SD. Spero la prossima big megapixel sia global shutter con 2 CF-express B, visto che il collo di bottiglia e' quello.
Oppure un milglioramento sostanziale delle Type A, ma ne dubito.

avataradmin
inviato il 08 Aprile 2024 ore 10:14

Hai per caso provato a fondo le capacita' video?


no, l'ambito video è un settore a cui non mi dedico ;-)

Spero la prossima big megapixel sia global shutter con 2 CF-express B, visto che il collo di bottiglia e' quello.


Sarebbe il top, ma temo che Sony si ostinerà a usare le CFexpress Type A... è già stato annunciato un aggiornamento dello standard che permetterà di raggiungere sulle future Type A la velocità di 2000MB/s, ma comunque non sono ancora abbastanza, e le Type B grazie allo stesso aggiornamento arriveranno a 4000MB/s.

avatarjunior
inviato il 08 Aprile 2024 ore 10:21

Bellissima recensione..

avatarsupporter
inviato il 08 Aprile 2024 ore 10:22

grazie per l'analisi. senza averla usata, ne vista, mi trovo con il senso delle tue conclusioni.

è una macchina specializzata che nel suo ambito può fare la differenza, e cmq non è penalizzata neanche negli altri ambiti. son sicuro che con le olimpiadi avremo la risposta definitiva.

io tra l'altro sarò a Parigi 10 giorni ed ho i biglietti per molte discipline. sbircerò con cosa fotografano gli ufficiali MrGreen

avatarsenior
inviato il 08 Aprile 2024 ore 10:27

E' una macchina notevole.
Se campassi di fotografia, in particolare sportiva, non avrei dubbi su che cavallo puntare.

avatarsenior
inviato il 08 Aprile 2024 ore 10:29

E pensare che si sosteneva fosse 3 stop peggiore delle rolling shutter da 24 Mpx.

Non fai altro che confermare quanto mi ha riferito chi la sta utilizzando, praticamente stessa resa iso della a9II ma addirittura file più lavorabile.

avatarjunior
inviato il 08 Aprile 2024 ore 10:32

Grazie per le spiegazioni tecniche molto chiare e semplici da comprendere. Invidio il pre buffer assente sulla II ed indubbiamente le caratteristiche generali sono talmente notevoli che potrebbe valere la pena averla anche a livello amatoriale in alcuni specifici ambiti.

avatarjunior
inviato il 08 Aprile 2024 ore 10:41

Ottimo sempre un piacere leggere queste impressioni sul campo.
Sony ancora una volta scrive la storia.

avatarsenior
inviato il 08 Aprile 2024 ore 10:45

ottimo lavoro Emanuele. Farai anche una recensione del 200-600?

avatarsenior
inviato il 08 Aprile 2024 ore 11:00

Vorrei ricordare a juza che il prescatto di Nikon è solo jpg

avatarjunior
inviato il 08 Aprile 2024 ore 11:13

Bravo Juza! Dettagliatissimo! Me ne hai fatto innamorare una seconda volta dopo che la prima volta non l'avevo capita e venduta. ;-)

avataradmin
inviato il 08 Aprile 2024 ore 11:22

Farai anche una recensione del 200-600?


certamente! sarà online la prossima settimana :-) e poi anche quella del 50 f/1.4 GM!

il prescatto di Nikon è solo jpg


lo so, l'ho anche scritto nell'articolo ;-)

avatarsenior
inviato il 08 Aprile 2024 ore 11:27

Ottima recensione, sarebbe da tradurre in inglese.

avatarsupporter
inviato il 08 Aprile 2024 ore 11:36

Se solo questa macchina montasse le Type B ...

La sensibilità più bassa (250 ISO) invece è inevitabilmente più rumorosa dei 100 ISO delle concorrenti, e su questo c'è poco da fare: chiaramente non è un modello pensato per chi lavora a bassi ISO e su generi statici.

Questa è l'analisi principale che bisogna fare prima della scelta (scatto prevalentemente sotto i 250 ISO?) a seguire c'è quella della risoluzione del sensore (mi bastano / non mi bastano 24 Megapixel?), per il resto penso che questa macchina metta d'accordo tutti.
Prezzo in linea con l'innovazione (il GS) introdotta in un corpo fotografico.

Il sistema di menu è, a mio parere, confusionario e mal organizzato, con fantozziane abbreviazioni utilizzate in abbondanza

MrGreen
Ricordo che quando avevo la A7rIII mi chiedevo perchè, ad esempio, si fosse deciso di utilizzare "Immissione" in luogo di "OK?" e cosa volesse dire "Imp.coll.info.loc" ?

avatarsupporter
inviato il 08 Aprile 2024 ore 11:57

Grazie e complimenti per questo lavorone che hai fatto,certo che mi fai sgolosare questa fotocamera,aspetto 4 mesi di pensione da mettere da parte;-)





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