| inviato il 12 Gennaio 2024 ore 12:21
si tratta di un sistema che introduce degli oneri finanziari a chi importa materiali prodotti extra EU ed è finalizzato a contrastare il dumping ambientale e la rilocalizzazione delle produzioni ad alta intensità di carbonio in Paesi dove non vigono politiche di decarbonizzazione. Fa parte di quelle politiche estremamente aggressive con cui l'unione europea vuole raggiungere gli obiettivi ecologici e di sostenibilità fissati. Il concetto è: chi produce "sporco" deve pagare. Le aziende saranno costrette quindi, "giustamente", ad utilizzare materie prime più costose ma prodotte con un costo inferiore di CO2. E le propagande di informazione qui si fermano. Ovviamente si fermano, perchè a questo risultato, comunque nullo e inutile, si contrappone un costo e delle conseguenze che non devono essere conosciute. L'effetto finale è un duplice danno all'economia europea: prima di tutto, i costi al consumatore europeo crescono, ma soprattutto è la perdita di capacità di concorrenza internazionale delle imprese europee, i cui prodotti costeranno più di quelli cinesi, asiatici, americani. In sostanza, più di quelli prodotti in qualsiasi altra parte del mondo. Come diceva qualcuno in uno dei topic sulle auto elettriche, la transizione elettrica è solo la punta dell'iceberg di questa perversa follia. |
| inviato il 12 Gennaio 2024 ore 17:07
+1 con poche variazioni vale quanto riportato nel topic Fleximan , il modus operandi è sempre lo stesso , con la scusa di cause nobili vengono presentate misure che in se stesse sarebbero anche condivisibili , sviscerate ci si accorge che mascherano altri intenti e in questo caso anche forme di protezionismo che danneggiano in primis coloro che dovrebbero tutelare , senza oltretutto considerare che l'attuazione nella realtà di tali virtuose misure tende a generare solo povertà , casualmente sempre più spesso nelle classi che non ne avrebbero nessun bisogno perchè già ampiamente dotate della stessa .... |
| inviato il 13 Gennaio 2024 ore 8:15
non è protezionismo...magari lo fosse...le norme protezionistiche penalizzano le aziende estere che vogliono vendere/entrare nel territorio nazionale. Colpisci chi sta entrando in concorrenza con l'industria locale nel mercato locale. Questa assurdità, invece, colpisce la produzione delle aziende locali, aumentandone i costi rispetto alla concorrenza esterna. Finche si tratta di generare costi che servono per mantenere il wellfare locale, va bene perchè le stesse economie che li sostengono sono anche le stesse comunità che ne godono. Parlo dei costi del lavoro, delle tasse, delle misure per la salvaguardia dell'ecologia locale. Ma questo è un costo che va a carico della economia locale senza averne il minimo ritorno. Le misure per la riduzione della CO2 emessa dall'europa sono INUTILI. TOTALMENTE INUTILI. Sono costi, che comunque paga la comunità in un modo o nell'altro, e che non portano alcun beneficio alla comunità che li sostiene. Se l'industria dovrà affrontare anche questi costi e, nel contempo, confrontarsi con un mercato esterno che, invece, non li ha, evidentemente dovrà recuperare da altri costi. Queste norme non sono protezionistiche, sono una spinta alla delocalizzazione. |
| inviato il 13 Gennaio 2024 ore 8:58
Concordo . |
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