user236140 | inviato il 28 Gennaio 2024 ore 21:42
comunque il mio Rapaci d'Europa di Schmidt cita casi osservati di albinismo parziale nell'Aquila reale, quindi vediamo cosa succede nei prossimi giorni, se qualche birder noto e affidabile la vede e la segnala per ora non vedo nulla su ornitho |
user236140 | inviato il 28 Gennaio 2024 ore 21:48
certo, ma le poiane d'inverno non stanno in montagna, di solito... e non hanno le luci di atterraggio, quindi escluderei quella intravista dopo Noasca mentre per questa vista in un video da cellulare, non mi sbilancio, data la fonte "aliena" |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 12:57
La testa dell'adulto di aquila reale è dorata (= golden eagle in inglese) e in particolari condizioni di luce può sembrare molto chiara. |
user236140 | inviato il 29 Gennaio 2024 ore 16:24
“ e in particolari condizioni di luce può sembrare molto chiara. „ se poi aggiungi il video da cellulare, con magari il WB sballato... ma infatti l'unica cosa che mi ha dato da pensare è che il tipo abbia parlato di birder andati in zona che hanno confermato la "stranezza", e poi il soggetto aquilesco con "più bianco del solito" che abbiamo visto poco sopra Noasca ma come dico, finora su ornitho non ho trovato nulla non che sia esaustiva come fonte, ma non ne conosco altre, e in più gli utenti hanno sempre la possibilità di inserire dati segreti come luce posso forse aggiungere qualcosa di utile; era una giornata di sole senza manco una nuvola, ed erano circa le 11 |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 19:33
Su Ornitho io non farei molto affidamento perché: a) conosco decine di birwatchers e parecchi ornitologi che la snobbano; b) mi pare che i dati su alcune specie tra cui l'aquila reale non siano pubblici. Ciò detto, è pur sempre possibile, anche se improbabile, che effettivamente si tratti di un individuo con piumaggio particolare sulla testa. Magari i guardaparco ne sanno qualcosa; io non conosco il PNGP però di solito dalle mie parti sono bene informati. |
user236140 | inviato il 29 Gennaio 2024 ore 20:28
Concordo sul punto a), però credo che alla fine una parte dei dati confluisca lì provenendo da rivoli diversi e imperscrutabili, tipo app o associazioni regionali/locali di birder è un peccato comunque che venga snobbato, perché la condivisione dei dati, anche da citizen science, è utile e anche formativa per i niubbi Comunque, avendo seguito in passato la migrazione delle gru in Nord Italia tenendo i contatti con Hortobagy e alcuni birder veneti e sloveni, so purtroppo quante gelosie disturbino una sana condivisione, cosa di cui all'estero si lamentano con ragione Non ho purtroppo contatti con i guardaparco del PNGP, solo con un paio dell'Orsiera-Rocciavré e trovo che, salvo rari casi, siano molto poco loquaci quando non ci si rivolge loro dal vivo |
| inviato il 29 Gennaio 2024 ore 21:07
Siamo sicuri che non sia stato visto un gipeto? |
user236140 | inviato il 29 Gennaio 2024 ore 21:50
non esageriamo... il video nel cell era brutto ma non fino a quel punto e il soggetto visto da noi dopo Noasca non aveva quelle caratteristiche con questo non ipotizzo che fossero lo stesso soggetto, ovviamente non sono Mago |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 10:38
L'ipotesi del nibbio reale mi pare quella più logica, ne ho visto uno due giorni fa in zona Courmayeur. Non ho notizie per l'Italia ma so per certo che alcuni esemplari svernano nei pressi del lago di Ginevra e di Neuchatel |
user236140 | inviato il 30 Gennaio 2024 ore 17:18
Grazie André e speriamo allora che qualcun altro lo osservi, se gli piace la zona (al Nibbio ) |
| inviato il 30 Gennaio 2024 ore 18:45
“ non esageriamo...MrGreen „ Ho parlato con un amico guardiaparco (versante VdA)... Senza video alla mano non si possono fare ipotesi. L' ipotesi della "testa bianca" in condizioni di luce particolari non l'ha presa in considerazione. Non risultano aquile con quelle caratteristiche. |
user236140 | inviato il 30 Gennaio 2024 ore 21:20
OK, allora resta il nibbio, per ora |
| inviato il 02 Febbraio 2024 ore 13:44
sempre in seguito a cio' riportato tempo fa riguardante la "futura estinzione degli stambecchi" vi copio quanto segue dal sito del pngp: E' stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Proceedings of the Royal Society B” uno studio realizzato dalle Università di Ferrara e Sassari, in collaborazione con l'Ente Parco e il Parco Nazionale Svizzero, che ha documentato come gli stambecchi abbiano modificato il loro comportamento in risposta al caldo estivo, spostandosi e cibandosi di notte con temperature più fresche, nonostante la condizione li metta più a rischio di essere predati, ad esempio dal lupo, che è più attivo proprio nelle ore notturne. Lo studio è stato realizzato nel Parco Nazionale Gran Paradiso in Valsavarenche, nell'area di Levionaz, in cui è presente il lupo, scelta come zona di confronto con il Parco Nazionale Svizzero, in cui invece il predatore non è ancora presente. “Gli stambecchi diventano più notturni in risposta al caldo, sia nell'area con il lupo sia dove è assente”, spiega Stefano Grignolio, docente dell'Università di Ferrara che ha coordinato lo studio, “quindi, il rischio di essere predati è meno importante del bisogno di vivere in condizioni ideali da un punto di vista termico. L'attività notturna è influenzata di più dalla temperatura massima diurna. Maggiore sarà il picco di temperatura, maggiore sarà l'attività notturna. L'andamento che descrive l'aumento di attività notturna in relazione alla temperatura è del tutto simile sia in maschi sia in femmine, anche se quest'ultime pesano circa la metà dei maschi e hanno corna, per difendersi, decisamente più piccole. Durante le notti più luminose, gli stambecchi erano un po' più attivi. I nostri risultati hanno evidenziato che l'attività notturna dello stambecco era più pronunciata nell'area in cui era presente il predatore, suggerendo un ruolo del rischio di predazione in questa scelta. Probabilmente gli animali riescono a vedere meglio e, sentendosi più sicuri, aumentano l'attività notturna”. Il caldo forzerà gli stambecchi in aree di dimensioni più ridotte con un'attività più notturna, quindi con un maggiore rischio di predazione. In termini di gestione della fauna nell'area protetta potrebbe quindi diventare necessario adattare le modalità di conteggio, ma soprattutto sarà necessario ridurre le altre sorgenti di stress che potrebbero forzare ulteriormente gli animali ad essere meno attivi di giorno, ad esempio, regolamentando il flusso di turisti nelle aree più utilizzate dagli stambecchi o riducendo localmente il sorvolo di elicotteri. Gli importanti risultati di questo studio, avvalorati dalla pubblicazione su una prestigiosa rivista scientifica, confermano l'importanza del ruolo dei parchi nella raccolta di dati scientifici ed in particolare nelle ricerche di lungo termine. Questi due parchi, tra i più antichi in Europa, vedono, ancora una volta, ribadita la bontà della scelta di investire in questa direzione, come finalità prioritaria: solo le indagini di lungo periodo infatti possono fornire dati utili per interpretare in modo corretto le trasformazioni ambientali e climatiche e per indirizzare le scelte future di conservazione. A conferma anche delle mie forti preoccupazioni, ormai da anni, riguardanti il cambiamento deciso del comportamento degli stessi sempre piu' presenti sempre piu' in alta quota e cio' non fa e non fara' che modificare anche il comportamento di altri abitanti dell'ambiente montano. Ritengo, poi, ormai inutile lamentarci che si facciano fatica a vedere in condizioni rese ineluttabilmente difficili per loro ed in futuro anche per noi.....visto questo bell'inverno attuale....e sara' sempre peggio... |
| inviato il 02 Febbraio 2024 ore 14:32
Già letto tempo fa grazie Gianfranco . Tra l'altro il Dott. Grignolio è stato ospite di Geo il 30/01, parlando proprio dello studio. |
user236140 | inviato il 02 Febbraio 2024 ore 16:51
Grazie anche da parte mia Gianfranco Se continua così dovremo fare anche noi quello che fanno loro intendo vivere di notte ecco l'ultima foto che ho fatto a quelli di Ceresole Reale invisibili a occhio (il mio occhio ) fra l'altro
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