| inviato il 27 Settembre 2023 ore 23:52
Ciao amici del forum, In questo mese ho avuto l'occasione e anche il piacere di scattare ad un compleanno, ad un matrimonio e ad un battesimo e volevo condividere con voi quest'esperienza. Intanto, tanto di cappello a chi fa questo di mestiere perché non è assolutamente facile come sembra ed è necessaria molta dedizione e pratica per fare con questo lavoro. Le difficoltà sono state le seguenti: 1. Al battesimo la chiesa era una specie di caverna per cui ho dovuto usare 6400 di ISO con 1/125 e F5.6 per congelare i movimenti e mettere a fuoco i genitori con madrina e padrino. In post ho cercato di eliminare il rumore e aumentare ulteriormente l'esposizione ma con delle stampe 15x10 spero di cavarmela. 2. Il limite sulla velocità dell'autofocus sulla mia 600D si è fatto sentire. Dal manuale della fotocamera ho imparato che con il mirino si usa l'autofocus a rilevamento di fase mentre col live view si usa quello a contrasto che viene definito molto più lento ma preciso. In effetti è quello che ho constatato sul campo durante la benedizione con l'acqua alla bambina, autofocus in live view ha messo a fuoco in tempo biblici ma per fortuna ho ottenuto lo scatto che volevo. Mentre al compleanno (anch'esso praticamente fatto al buio) il mirino è risultato molto più veloce ma ha cannato spesso la messa a fuoco e mio malgrado sono passata in live view. Mi potete confermare che è normale? E voi usate il live view in caso di luce scarsa? 3. La cosa più difficile è stata usare la fotocamera in condizioni di luce diverse e con situazioni che cambiano velocemente. Al matrimonio infatti ho perso un attimo a causa della mia lentezza, così ho deciso di operare in automatico in situazioni molto rapide (anche se con il senno di poi utilizzerei una modalità semiautomatica). Tutto il resto della giornata (in situazioni abbastanza statiche) ho usato la modalità manuale. Tutto sommato ho ottenuto degli scatti che mi hanno soddisfatto e soprattutto hanno soddisfatto gli amici che li dovevano ricevere. Anche se ancora penso che vi siano parecchi margini di miglioramento. Dopo questa esperienza mi sono chiesta come si scattava ai tempi della pellicola quando ancora non esisteva l'autofocus e soprattutto come si gestivano i soggetti in movimento. Forse l'iperfocale? A tal proposito, lascio la parola agli utenti più esperti. In ogni caso penso che ogni difficoltà avuta si possa risolvere con l'esperienza ma il limite della velocità dell'autofocus mi sembra l'unico limite tecnologico che non possa essere superato con l'esperienza pratica ma probabilmente alcuni di voi riusciranno a darmi i giusti consigli. Grazie. |
| inviato il 28 Settembre 2023 ore 0:44
Con i problemi che hai riscontrato, emerge la soluzione più scontata nel caso che tu voglia continuare simili esperienze in questi settori fotografici, ovvero che dovresti necessariamente dotarti di almeno un'altra fotocamera e di livello superiore. Se ti basta restare nel medesimo formato che hai ora in uso ed in ambito reflex, una 7D II ti risolverebbe parecchio nel fronte autofocus, a patto di utilizzarla abbinata ad ottiche luminose. Zoom che non siano meno bui del 2.8, e nel caso con i fissi anche meno. Al tempo dell'utilizzo analogico, le fotocamere anche utilizzate con ottiche dal fuoco manuale e quindi non la serie Eos, ti assicuro che anche nelle situazioni più buie, il focheggiare bene non costituiva problema quando dotati di ottiche da f1.2, 1.4, 1.8, fino ai 2.8 nei tele più spinti. Inoltre la presenza della corona di microprismi con lente di Fresnel ad immagine spezzata presenti a centro mirino, erano di fondamentale importanza risultando determinanti al facilitare estremamente la focheggiatura manuale. Con le Eos della serie professionale sempre a pellicola, l'autofocus in chiese buie non aveva problemi, anche forte del fatto che spesso per necessità video, l'illuminazione presente veniva incrementata tramite l'installazione di almeno un paio di lampade su stativi. |
| inviato il 28 Settembre 2023 ore 10:06
Ciao Remember, grazie per il tuo contributo. Diciamo che per me la fotografia è un hobby e penso che con una discreta cifra sono riuscita ad ottenere un ottimo corredo. Hai ragione sul fatto che una fotocamera più moderna potrebbe aiutarmi ma vedo questo 'limite' della fotocamera come una sfida personale per migliorare. Avevo letto qualcosa sullo stigmometro che veniva usato nelle vecchie reflex e che ormai sono fuori produzione ma ai tempi erano uno strumento essenziale. La cosa più triste è aver scattato con un fantastico sigma 30mm F1.4 e non averlo mai usato a 1.4 vista la presenza di più persone da mettere a fuoco |
| inviato il 28 Settembre 2023 ore 12:36
Rispetto alle difficoltà che segnali: - oggettivamente oggi lavorare a ISO molto alti non è più un grande problema se si hanno a disposizione i nuovi strumenti di denoise che fanno un lavoro decisivo. Unica avvertenza: non sottoesporre mai. Anche se è vero che gli alti ISO comportano una riduzione della gamma dinamica e qualche luce bruciata ci può scappare. - l'autofocus può andare un in crisi di velocità e precisione in situazioni di poca luce. Purtroppo i migliori AF sono montati sui modelli top gamma di ogni brand. Bisogna farsene una ragione… Soluzione? In questi casi occorre assicurarsi un minimo di PdC con un diaframma adeguato. Personalmente non riesco a lavorare in liveview, occhio nel mirino sempre. Unico modo per sentirmi "dentro la scena". - gli "eventi" dal punto di vista della tecnica di ripresa rientrano a mio giudizio nella categoria del reportage. In fondo occorrono le stesse abilità per affrontare bene: situazioni anche parecchio dinamiche solo parzialmente prevedibili, cambi veloci della scena ripresa, scene "corali" dove occorre tenere a fuoco più piani con i soggetti importanti, ecc. Sono situazioni molto "didattiche" per mettere insieme una buona manualità sulla propria attrezzatura che poi risulta sempre utile. E anche per sviluppare una certa capacità di "previsione del futuro prossimo". - un suggerimento può essere: imposta M, metti un tempo che ritieni di sicurezza (le persona che si muovono lentamente sono micromosse anche con 1/125), un diaframma adatto alla profondità della scena che vuoi a fuoco. E infine…. AutoISO. Poi vai a cuor leggero anche se gli ISO salgono parecchio, a patto che tu abbia i denoise di cui sopra. Naturalmente tutto questo nei limiti oggettivi che ogni situazione ha. Non c'è una ricetta sempre valida. - in passato si era semplicemente più abili a gestire il fuoco, seguendo il movimento del soggetto e anche prevedendo dove un soggetto sarebbe passato. I mirini delle reflex preautofocus erano molto più luminosi di quelli attuali e gli schermi di messa a fuoco permettevano di lavorare bene. Sì, è vero: l'iperfocale. Diciamo che era largamente accettabile un leggero sfocato (che l'iperfocale porta con sé). Soprattutto non c'era la paranoia di verificare se l'occhio del soggetto è iper-a-fuoco zoomando Photoshop al 1000%. |
| inviato il 28 Settembre 2023 ore 21:41
Ale Z concordo su tutto... Certo che per esercitarsi ci vorrebbe un battesimo a settimana sto cominciando a considerare l'idea di andare a fotografare gente a caso nelle chiese a parte gli scherzi la parte più bella di questo lavoro è vedere la gente che si emoziona quando guarda quei ricordi stampati. Il prossimo step sarà mandare in stampa da Saal Digital tutte le foto in formato 15x10. Sono curiosa del risultato. È la mia prima stampa e spero che la stampa opaca mantenga un po' di contrasto e i colori siano tutto sommato fedeli agli originali. |
| inviato il 28 Settembre 2023 ore 21:57
“ ci vorrebbe un battesimo a settimana sto cominciando a considerare l'idea di andare a fotografare gente a caso nelle chiese „ Hai ragione. Occasioni per "esercitarti" ne puoi trovare mille. Tutti gli "eventi" sono in un certo senso simili per sfide che ti pongono. Usa i tuoi amici come "cavie umane" per fare esercizio. Sfrutta gli eventi pubblici più banali. Non importa il risultato che ottieni in termini di foto memorabili. Conta vedere come progressivamente impari ad affrontare situazioni "dinamiche", come sono tutti gli eventi. Sperimenta e sperimenta. |
| inviato il 28 Settembre 2023 ore 21:59
Un ottimo flash ben gestito aiuterebbe molto. |
| inviato il 28 Settembre 2023 ore 22:04
Giusto il suggerimento del flash. Sull'uso nel reportage, guardati i lavori di Bruce Gilden (un pazzo scatenato...) e di Lauren Greenfield, che credo ti piacerà. |
| inviato il 28 Settembre 2023 ore 22:09
“ Dopo questa esperienza mi sono chiesta come si scattava ai tempi della pellicola quando ancora non esisteva l'autofocus e soprattutto come si gestivano i soggetti in movimento „ Si conoscevano i momenti della cerimonia, che sostanzialmente sono sempre gli stessi, e quindi si era pronti a scattare stando al posto giusto e al momento giusto. Oggi molti fotoamatori che vogliono fare i "professionisti per un giorno", ma anche molti professionisti, trascurano proprio questo aspetto trasformando l'esperienza in una corsa affannosa a inseguire il momento e spesso, come è successo a te, perderlo. Prima di cambiare attrezzatura, prima di spendere, inizia a studiarti i momenti del battesimo, sono sempre gli stessi, delle comunioni, anche qui sempre gli stessi, e del matrimonio, inutile dirlo che anche qui non cambiano, La liturgia è una e viene seguita regolarmente. Tra un momento e l'altro puoi dedicarti alle foto d'accompagnamento, ritratti ai soggetti, battezzandi, cresimandi o sposi, poi alle figure importanti, madrine, padrini, testimoni, parenti vari, gli amici, sostanzialmente le prime file. Altro aspetto: il flash, puoi scegliere se usarlo o meno ma devi saperlo usare bene per poter scegliere in base alle situazioni che si vengono a creare e per gestire la luce nei ritratti. Perdona la lunghezza del mio scritto. |
| inviato il 29 Settembre 2023 ore 10:09
Francesca Mignemi, appartieni alla congregazione religiosa il cui dogma principale è " il flash mai perché distrugge l' atmosfera" ? Non ti sei chiesta perché da sempre i professionisti non lo staccano mai dalla macchina, sia in interni che in esterni ? Adesso aspetto la replica di quelli che " conosco professionisti che non lo usano..". E gente fortunata: io in 75 anni di vita non ne ho mai incontrato uno ... |
| inviato il 29 Settembre 2023 ore 16:27
Kwlit in realtà sono atea Hikomun in realtà il prete era giovanissimo, addirittura al primo battesimo. Alla fine ho preferito non usare il flash per non indisporlo... Non vorrei mai che abbia un ricordo sgradevole del suo primo battesimo |
| inviato il 29 Settembre 2023 ore 18:19
Francesca Mignemi Strano. Mi è capitato di fare foto in un paio di battesimi. In tutti e due il prete mi ha chiesto se poteva avere le foto....i preti sono assuefatti ai fotografi, anzi ...Ho conosciuto un professionista che faceva generose offerte a molti parroci per avere i recapiti dei nubendi. Una volta ottenuti batteva a macchina, altri tempi, la lista con un centinaio di coppie di futuri sposi. Non ti stupire del numero, operava a Roma e dintorni. Poi telefonava ad ogni coppia. Come si dice: " tiro palo, tiro fuori, tiro gol". E così rimediava i matrimoni da fare. Ma non finiva qui. Faceva molte copie della lista e poi ognuna la rivendeva a diversi ristoranti che, anni 80, gliele pagavano un milione di lire ciascuna, sempre facendo lo stesso ragionamento. E non faceva soli quello: era capace di tirar fuori i soldi dalle pietre. E nel forum si chiedono qual' è la macchina fotografica più adatta per un professionista e quando rispondo in modo ironico mi bannano |
| inviato il 29 Settembre 2023 ore 19:43
Kwlit, wow altri tempi davvero! Gli anni d'oro della fotografia, a quei tempi davvero ci potevi campare bene e mantenere anche una famiglia (per quel mi raccontano). |
| inviato il 29 Settembre 2023 ore 19:47
P.s. ho scattato con la mia reflex in live view per il 70% del tempo e il battery grip... Ebbene dopo 300/350 scatti avevo il simbolo della batteria ancora a piena carica. Che bellezza |
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