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Sigma 200-500 F2.8 sul campo


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Sigma 200-500 F2.8 sul campo, testo e foto by Juza. Pubblicato il 26 Settembre 2023; 155 risposte, 50603 visite.


L'unico 500mm f/2.8 al mondo: nessun altro ha mai realizzato un'ottica del genere! Esistono altri supertele estremi e altrettanto grandi, ma nella storia della fotografia, esiste un solo 500mm f/2.8 per fullframe, ed è il Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG. Un'ottica pazzesca, prodotta in pochissimi esemplari, e che quasi nessuno ha mai usato per davvero sul campo: ho voluto raccogliere la sfida e testarlo davvero dal vivo, in giro nel nord Italia tra città, oasi naturalistiche e montagne.

Per chi non conoscesse questo obiettivo, consiglio di leggere il mio articolo precedente sull'argomento, la Recensione Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG: lì potrete trovare tutti i dettagli tecnici, la storia di quest'ottica, tutte le sue peculiarità e un primo shooting, risalente ormai al 2009.

In questo articolo invece vi racconterò la mia esperienza sul campo!






Parte I: La prima uscita sul mare, a Marina di Pisa

C'è un solo esemplare del 200-500 2.8 in tutta Italia: è quello che provai nel 2009, che poi è stato venduto a un privato e infine acquistato da RCE Foto, catena di negozi con cui collaboro da tempo. Appena l'ho scoperto, li ho contattati per presentargli il progetto di questa prova sul campo, e anche se con un po' di fatica sono riuscito a convincere Luca di RCE Livorno (che ringrazio di cuore, e che ovviamente vi consiglio che siete della zona e volete vendere o acquistare usato) a prestarmi l'obiettivo per questa avventura.

Arrivo da RCE in un bel pomeriggio di fine settembre. L'obiettivo lo conosco già: Luca invece mi illustra il colossale treppiede Sirui BCT-3202, abbinato alla testa Sirui BCH-30; in totale 8kg di peso e 2000 euro di spesa, ma d'altra parte tutto è proporziato alle eccezionali dimensioni del Sigma 200-500. Si tratta di un supporto votato al video (a cui personalmente preferisco le teste gimbal), ma devo dire che una volta regolato a dovere dà una buona fluidità di movimento, adatta anche per soggetti come uccelli in volo; ovviamente la scelta di questo treppiede e testa sono dettati dall'avere la massima stabilità, e il Sirui è veramente una roccia.

Quando è il momento di caricare tutto sulla Tesla, per un attimo ho il timore di non riuscire: la valigia a corredo dell'obiettivo è veramente esagerata, in totale pesa 40kg e misura 1.2 metri. Ancora una volta la Tesla fa miracoli e l'enorme valigione viene caricato, assieme a treppiede, fotocamere e accessori a corredo. Inizia così la mia avventura con questa impegnativissima ottica!

La prima meta è Marina di Pisa: qui, a breve distanza dalla costa, si possono fotografare dei bei trabocchi (case di pescatori costruite su palafitte) con lo sfondo delle Alpi Apuane in lontananza. Monto il treppiede - operazione che richiede una certa pazienza - e quindi l'obiettivo assieme a Canon 1DX II; Luca mi aveva messo in guardia sulla difficoltà di montare il tutto da solo, ma devo dire che è andata meglio del previsto (tutto il tempo speso in palestra sarà pur servito a qualcosa!).



Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG a 293mm, 1/320 f/2.8, ISO 100, treppiede.

Avere a disposizione tutte le focali da 200 a 500mm (o addirittura fino a 1000mm col moltiplicatore dedicato) permette di avere un'enorme libertà compositiva: passo dai 200-300mm per i trabocchi (o "retoni", come vengono chiamati qui) più vicini, fino ad arrivare a 500mm per quelli più distanti. E' davvero spettacolare veder passare le focali nello schermo incorporato nell'obiettivo e pensare che siamo sempre a f/2.8: in una sola ottica, abbiamo 200 f/2.8, 300 f/2.8, 400 f/2.8 e l'incredibile 500 f/2.8.

L'autofocus è, tutto sommato, abbastanza veloce: è adeguato anche per soggetti in movimento, un traguardo notevole se pensiamo alle dimensioni delle lenti che vengono spostate per mettere a fuoco. Le lenti scorrono su una rotaia interna (visibile se si osserva l'obiettivo dalla parte frontale) e il motore AF richiede una batteria dedicata che si inserisce direttamente nell'obiettivo. Per sicurezza, ne ho due, per evitare di rimanere senza energia; la batteria viene utilizzata anche per il power zoom, dato che la ghiera zoom non è connessa fisicamente alle lenti.



Il Sigma 200-500 ha un piccolo schermo LCD che mostra la lunghezza focale e la distanza di messa a fuoco.

Inutile dire che l'obiettivo suscita la curiosità di tutti i passanti, e molti si fermano a fare due chiacchiere o per dare un'occhiata nel mirino della fotocamera. C'è chi chiede se è un telescopio, chi il prezzo, altri ancora per cosa venga utilizzato un obiettivo del genere, o se sto fotogradando una ragazza in topless a qualche chilometro di distanza :-)



Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG a 500mm, 1/320 f/2.8, ISO 100, treppiede.

Attendo con pazienza il tramonto; il diaframma f/2.8 permette di tenere gli ISO bassi anche quando scende la luce, e grazie allo stabile supporto non c'è rischio di micromosso. Quando comincia a far buio, colgo l'occasione per l'immancabile foto della Luna col supertele: monto il moltiplicatore 2X dedicato per arrivare a 1000mm f/5.6, e sostituisco la 1DX II con un'umile Canon 2000D, un corpo estremamente amatoriale che ha però il vantaggio di un sensore APS-C da 24 megapixel, in grado di portare la focale all'equivalente di un 1600mm! Dato che per questo genere di foto non interessa lo sfocato di sfondo, chiudo il diaframma a f/8, per poi provare altri scatti a f/11 e f/16; il miglioramento in termini di nitidezza tra f/5.6 e f/8 è nettamente visibile, mentre i diaframmi più chiusi danno un miglioramento marginale; alla fine sceglierò lo scatto a f/16 che ha un leggero vantaggio rispetto agli altri diaframmi.



Canon 2000D, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG con Sigma 2X 400-1000mm Attachment a 1000mm, 1/125 f/16.0, ISO 1600, treppiede. La foto è stata ritagliata da 24 a 12MP per riempire il fotogramma con la luna.

Come regola di massima per capire l'ingrandimento, 100mm di lunghezza focale corrispondono a un'immagine della Luna di 1mm sul sensore: in altre parole, un'ottica da 1000mm (si guardano i "millimetri fisici", non quelli equivalenti) proietta sul sensore un'immagine di 10 millimetri. Se volessimo avere un'inquadratura della Luna che copre totalmente l'altezza di un sensore fullframe (24mm, perchè si tratta di un sensore 24x36mm), servirebbe quindi un obiettivo da 2400mm! Su APS-C, invece, basterebbe un 1600mm (fisico) dato che l'APS-C misura 16 x 24mm.

Finito lo shooting della giornata, affronto nuovamente l'impresa di caricare tutta l'attrezzatura in auto; domani mi aspetta un'escursione in montagna in compagnia di questo peso massimo!





Parte II: Trekking sulle Alpi!

Portare il Sigma 200-500 F2.8 in un'escursione zaino in spalla sulle Alpi, due giorni con pernottamento in tenda: un'idea folle. Un'idea da Juza!

La meta sono le Orobie bergamasche, e inizialmente pensavo di portare l'obiettivo all'interno di un grande zaino da montagna, ma ben presto mi rendo conto che è impossibile farcelo stare, senza contare che ho anche il treppiede, l'intero corredo Sony (che porterò per le foto di backstage) e ovviamente l'attrezzatura da campeggio... sacco a pelo, materassino, tenda, provviste. Decido così di utilizzare uno zaino più piccolo in cui mettere tutta questa attrezzatura, e quindi di portare il Sigma a tracolla (o meglio a spalla), utilizzando la robustissima cinghia in dotazione che si monta su appositi occhielli nella parte superiore dell'obiettivo. Siamo a 10kg di zaino escursione + 18kg di 200-500 e Canon 1DXII: ma non è ancora finita. Là nell'angolo il mostruoso treppiede video Sirui, un leviatano da 8kg (tra treppiede e testa) e dimensioni immense, mi guarda con aria di sfida.

Metto lo zaino in spalla, l'obiettivo a tracolla, sul fianco destro, e con la sinistra imbraccio il treppiede e provo a fare un paio di volte le scale di casa. L'impresa si rivela infattibile, sia per l'ingombro di questo setup che per il peso; alla fine opto per un più leggero (si fa per dire, parliamo di circa 3.5-4kg) treppiede Gitzo abbinato a testa Photoseiki con una piastra realizzata su misura per il 200-500 2.8: così tutto sommato riesco a muovermi (più che il peso, a fare la differenza è l'ingombro molto più contenuto), anche se non certo con agilità.



La cinghia a spalla è l'unico modo per trasportare il 200-500 F2.8 su lunghe distanze a piedi (ma dovete mettere in conto anche il treppiedi e lo zaino col resto dell'attrezzatura).

Arriva il momento della partenza: mi raggiungono i miei compagni di escursione, nonchè compagni di vari viaggi: Dom, mio amico storico che mi ha spesso seguito in giro per il mondo, più Alex e Dani, compagni di viaggio del Vietnam (se non avete ancora letto le nostre rocambolesche avventure, correte a leggere il racconto di viaggio Vagabondando in Vietnam!)

Carichiamo tutta l'attrezzatura in macchina e partiamo per l'avventura; dopo qualche ora ci troviamo all'inizio del sentiero. La speranza è fotografare un po' di fauna alpina - e per fauna non intendo noi quattro caproni, ma stambecchi, cervi e così via; ma per farlo bisogna salire in quota. Il sentiero si inerpica ripido nel folto del bosco; i miei compagni di escursione hanno attrezzatura ben più leggera della mia: per compensare a questa disparità ben presto gli appioppo il treppiede, con la promessa che a cena condividerò i miei pan di stelle.

Camminiamo per un paio d'ore, passando dal bosco a zone ondulate di prato, con qualche incantevole baita qua e là; alla fine nel tardo pomeriggio, ormai abbandonate le speranze di incontrare i quadrupedi, ci fermiamo in una bella zona pianeggiante vicino a un torrente. Ma tutta la fatica fatta per portare quassù il super Sigma non può essere stata invano: così mi metto alla ricerca di altri soggetti, e alla fine decido di sperimentare un po' le foto a distanza ravvicinata. La minima distanza di fuoco è 5 metri a 500mm, decisamente non adatta alle macro; col moltiplicatore 2X otteniamo però un discreto rapporto macro di 0.26X, adatto a qualche foto floreale.



Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG con Sigma 2X 400-1000mm Attachment, 1/2 f/16.0, ISO 100, treppiede.

Nei prati vicino al nostro campo base ci sono splendide fioriture di Colchicum autumnale, il "falso zafferano", tanto bello quanto mortale: pur assomigliando alla spezia dorata, è velenosissimo, anche in minime dosi. Per fotografarlo smonto l'obiettivo dal treppiede e lo appoggio direttamente sul suolo, in modo da fare una ripresa rasoterra: la vegetazione in primo piano diventa così un pittorico sfocato che incornicia il bel colore rosa/violetto dei fiori. Faccio varie prove a tutti i diaframmi, partendo da f/5.6 (l'unico 1000mm f/5.6 al mondo!) per poi arrivare a f/16; tra tutte le foto sceglierò quest'ultima, sia per la maggiore profondità di campo, che permette di avere tutti e tre i fiori perfettamente a fuoco, sia per la migliore nitidezza: stiamo pur sempre parlando di uno zoom con moltiplicatore 2X, utilizzato alla massima focale! Il Sigma 200-500 2.8 non è certo ai livelli delle ottiche moderne in termini di nitidezza, ma perlomeno su 20MP si difende bene.

Provo anche qualche scatto a felci, funghi e dettagli del paesaggio, ma questi danno meno soddisfazione; quando ormai il sole è tramontato spengo la macchina fotografica e monto la tenda. Il terreno è soffice, ma umido e freddo; il materassino ad aria sarà di grande aiuto per dormire senza patire troppo il freddo. Come sempre tengo l'attrezzatura in tenda con me: di solito però occupa un angolino nel fondo della tenda, questa sera il 200-500 è un ingombrante coinquilino, ma alla fine la convivenza è pacifica e, visto anche il sonno accumulato nella notte precedente - passata quasi in bianco per recuperare del lavoro - per una volta riesco a riposare bene anche in tenda.

Il giorno seguente sveglia prima dell'alba: faccio un giro nei dintorni nella speranza che qualche animale si sia avvicinato (durante la notte sia io che i miei compagni di avventura avevamo sentito dei rumori), ma il paesaggio è quieto e deserto, allietato solo dalla rigogliosa vegetazione, verde e brillante nella rugiada mattutina.



Il 200-500 occupa buona parte della mia tenda ultralight Terra Nova Solar Photon 2

Colgo l'occasione per le foto di rito - l'immancabile scatto a mano libera, remake della celebre foto di quattordici anni fa - e qualche altra foto di backstage. A differenza di quanto si possa pensare, non è poi così impossibile sollevare il 200-500 2.8 a mano libera per qualche decina di secondi, e volendo con tempi veloci si può anche portare a casa qualche foto; però razionalmente non ha senso, e a meno di non chiamarsi Arnold Schwarzenegger o Ronnie Coleman :-)




La discesa a valle è certamente meno faticosa dal punto di vista fisico, ma ben più impegnativa dal punto di vista mentale, dato che richiede un'attenzione costante per essere certi di non scivolare - cosa di cui solitamente non mi preoccupo troppo, ma col Sigma ho ben più di un'occhio di riguardo; così ogni passo è calcolato con attenzione.

Arriviamo finalmente all'auto: che dire di questa escursione? Ogni tanto mi è capitato di andare in montagna con un 100-400, o a volte anche con un 300 f/2.8 o un 600 f/4, ma il 200-500 F2.8 porta veramente le cose a un altro livello. Queste due giornate dimostrano che con la forza di volontà tutto è possibile, e se si avesse la fortuna di trovare fauna alpina si potrebbero sicuramente scattare foto spettacolari e, per certi versi, uniche (nessun altro obiettivo ha la separazione soggetto/sfondo di un 500 f/2.8); tuttavia, la fatica richiesta è sovraumana, e certamente non è una cosa che farei di routine. Però, la prossima volta che vi lamenterete del peso del vostro zoomone da 2kg, fate un pensiero a questo giro col 200-500 e i suoi 18kg ;-)



Schwarzenegger fatti da parte! :-D Il 200-500 mi ha fatto pensare al mitico Arnold in questa scena di "Commando". Le dimensioni sono pressapoco quelle di un bazooka...



Parte III: Fotografando a pelo d'acqua

Per la giornata di oggi l'obiettivo è fotografare avifauna lacustre, fotografando a pelo d'acqua per cogliere i riflessi dei colori autunnali. Ancora una volta si pone il dilemma del treppiede, in questo caso non solo per dimensioni e peso, ma anche per la possibilità di abbassarsi rasoterra: l'enorme Sirui chiaramente non è pensato per questo scopo; il Gitzo andrebbe meglio, ma non ho in dotazione la colonna centrale corta, quindi pur abbassandosi più del treppiede video Sirui non è comunque la soluzione ideale. Ovviamente il mio piccolo Sirui da viaggio è off-limits per il 200-500, e così decido di tentare col Gitzo.



Famigliola di treppiedi. Da sinistra a destra: Sirui BCT-3202 con testa Sirui BCH-30; Gitzo serie 3 con testa Photoseiki TB-101; Sirui T-025X con testa Manfrotto MH490-BH; Joby Griptight. No, non ho provato a montare il Sigma su quest'ultimo ;-)

L'escursione stavolta è in piano, ma cammino comunque per qualche chilometro per esplorare tutto il perimetro del laghetto e il peso del 200-500 si fa sentire parecchio, ancora di più oggi che non ho "portatori" per il treppiede. Avvisto tantissime folaghe, oltre a germani reali, gallinelle d'acqua e uno svasso (quest'ultimo purtroppo in un punto impossibile da raggiungere).

Ben presto si pone il problema di come scattare dalla prospettiva che avevo in mente. Il Gitzo alla minima altezza misura circa 50cm: pur non essendo tantissimo, non permette di avere l'angolazione che cerco. Provo così ad appoggiare l'obiettivo direttamente sul suolo, con l'accortezza di metterci sotto la mia felpa in modo da proteggere la vernice e non incorrere nelle ire di RCE.


I risultati che si ottengono sono spettacolari: l'acqua diventa una sfumatura di colore, dentro alla quale si staglia il soggetto. Tuttavia, la manovrabilità dell'obiettivo è quasi zero: le enormi dimensioni rendono quasi impossibile spostarlo per seguire soggetti in movimento, senza contare che inquadrare dal mirino diventa impossibile; devo così sfruttare il pessimo live view della 1DX II e scattare in messa a fuoco manuale, dato che l'AF in live view è inutilizzabile per soggetti in movimento. Quanto rimpiango lo schermo snodato e l'AF fulmineo e tenace delle moderne mirrorless!



Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG con Sigma 2X 400-1000mm Attachment a 1000mm, 1/640 f/11.0, ISO 3200, treppiede.

Dopo un'ora ho ottenuto pochissime foto: nel 99% dei casi ho perso lo scatto, per la difficoltà nel puntare l'obiettivo e mettere a fuoco manualmente. Visto che i soggetti sono abbastanza distanti, scatto tutte le foto col Sigma 2X 400-1000mm Attachment, il moltiplicatore di focale dedicato esclusivamente a quest'ottica; scattare a 1000mm però rende ancora più difficile trovare il soggetto, dato che l'angolo di campo dell'obiettivo è strettissimo.



Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG con Sigma 2X 400-1000mm Attachment a 1000mm, 1/1000 f/11.0, ISO 3200, treppiede.

Alla fine devo cambiare tattica: così non porterò a casa il lavoro; è indispensabile avere l'agilità e la manovrabilità dell'ottica montata su treppiede e gimbal. L'unica soluzione per scattare a pelo d'acqua è... immergersi in acqua: sommergo il treppiede nel laghetto, conficcando con forza le gambe nel fondo fangoso. Faccio in modo che solo la testa emerga dall'acqua, e prima di montare l'obiettivo controllo più volte che il treppiede sia inamovibile: anche così, però, devo dire che ho una certa ansia; non è la prima volta che scatto con treppiede sott'acqua, ma il peso e il costo del 200-500 2.8 vanno ben oltre qualsiasi altra ottica. Durante tutta la sessione di scatto terrò costantemente una mano sulla fotocamera, sia per essere pronto a scattare sia per esser certo che l'obiettivo sia sempre perfettamente bilanciato.




L'ardimentoso setup dà i risultati sperati: la manovrabilità è soddisfacente e riesco a seguire molto meglio gli animali; talvolta sfrutto lo zoom partendo da 400mm per trovare più facilmente il soggetto, per poi zoomare a 1000mm per lo scatto, anche se il power zoom è abbastanza lento e non sempre si dimostra la tattica migliore. L'AF invece si conferma sorprendentemente buono anche col 2X.



Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG con Sigma 2X 400-1000mm Attachment a 587mm, 1/1000 f/11.0, ISO 3200, treppiede.

Inquadrare dal mirino è comunque piuttosto scomodo: devo coricarmi completamente nel fango; inizialmente cerco di fare un po' di attenzione a non sporcarmi troppo ma alla fine ci rinuncio pur di portare a casa le foto, col risultato che in seguito tornerò alla macchina con l'aspetto del mostro della palude.

Scatto quasi tutte le foto a 3200 ISO; l'esposimetro della 1DX II non mi soddisfa, in situazioni di luce molto mutevoli come questa (continuo alternarsi di zone in ombra e zone in luce) l'esposizione è molto meno affidabile rispetto a quella delle mirrorless, che lavorano direttamente sull'immagine registrata dal sensore; decido così di scattare in manuale, utilizzando tempi abbastanza rapidi per evitare micromosso ed essere pronto a cogliere l'azione. Come sempre, tutte le foto sono state post prodotte col Denoise AI di Adobe che consente di utilizzare alte sensibilità senza preoccuparsi del rumore.



Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG con Sigma 2X 400-1000mm Attachment a 1000mm, 1/640 f/11.0, ISO 3200, treppiede.



Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG con Sigma 2X 400-1000mm Attachment a 1000mm, 1/1000 f/11.0, ISO 3200, treppiede.

Arrivo a fine giornata stanco e con la schiena a pezzi; lavorare col 200-500 2.8 è davvero un'impresa, in certi momenti lo si odia di cuore, ma alla fine i risultati che si ottengono compensano per l'impresa atletica necessaria per gestire questa ottica.



Parte IV: Shooting a Cremona, con Sara

Sono le quattro e mezza del mattino quando suona la sveglia: un'altra notte insonne, un'altra giornata impegnativa che inizia prestissimo. Carico il Sigma 200-500 in macchina, assieme al treppiede e al resto dell'attrezzatura (1DX II, moltiplicatore, 5D III con 24-105 per backstage ed eventuale backup) e mi metto alla guida in direzione Cremona. In questa piccola città lombarda, nota per l'artigianato del violino, incontrerò Sara per uno shooting nel centro storico. Avevo già sperimentato il 200-500 2.8 con una modella nella mia primissima prova del 2009, ma stavolta il progetto è ben più definito: fotografare tra le vie del centro, iniziando prima dell'alba per cogliere gli abbinamenti tra il freddo della luce ambiente e le tonalità calde dei lampioni e dei negozi.

Arrivo al punto concordato alle 6:30 del mattino, non senza fatica: stavolta non ci sono i miei amici a portare il treppiede, e pur essendo in piano il peso di tutta l'attrezzatura si fa sentire. Anche Sara e la sua amica e make-up artist Francesca hanno dovuto fare una levataccia, ma arrivano puntualissime e ben preparate (e qui un doveroso ringraziamento alle due protagoniste dello shooting: Sara Bietti e Francesca Sacchi).



Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG a 500mm, 1/160 f/2.8, ISO 6400, treppiede.

Sara è seduta a uno dei tavolini del bar Pierrot, e per cominciare le dico di rimanere lì: comincio con uno scatto a mezzo busto, per poi proseguire con uno in piedi, poco distante, dove lo sfondo dorato creato dalle luci artificiali contrasta con l'azzurro dei capelli. La luce è scarsissima e anche a f/2.8 sono costretto ad alzare gli ISO a 6400, il che non giova alla qualità e al dettaglio (anche se il Denoise AI farà miracoli). Il micromosso tuttavia si rivela meno problematico di quanto si possa pensare; al contrario, la precisione dell'autofocus in poca luce lascia molto a desiderare, e ovviamente dato che la 1DX II non è una mirrorless, è del tutto priva di riconoscimento dell'occhio, una funzionalità a dir poco eccezionale introdotta sulle ML negli ultimi anni.


Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG a 500mm, 1/320 f/2.8, ISO 3200, treppiede.

Andiamo a scattare tra le colonne del duomo: l'obiettivo è mostrare la resa del bokeh e lo stacco tra i piani dato dall'unico 500 f/2.8 al mondo (e tutte le foto saranno scattate unicamente a questa focale e diaframma), e mi piace l'idea delle colonne che diventano via via più sfocate, con Sara come unico elemento nitido nella scena. Inutile dire che l'enorme distanza di lavoro, quando si scatta a figura intera, rende piuttosto complicata ogni operazione: a un certo punto, quando mi trovo a scattare da 70-80 metri di distanza, Sara non riesce a sentire le mie indicazioni e devo telefonarle per spiegare le pose :-)

Un'altra difficoltà "logistica" sta nella curiosità suscitata dal 200-500: tantissimi si fermano a chiedermi che cos'è, quanto ingrandisce, quanto costa, quando pesa, e anche se tutto sommato mi fa molto piacere fare due chiacchiere su quest'ottica, ogni due per tre c'è qualche interruzione. Talvolta qualcuno entra involontariamente nella scena, non collegando la modella al fotografo distante decine di metri; qualcun altro cerca invece di diventare protagonista dello shooting. Tanti imprevisti, ma anche tanto divertimento: l'importante è prendere tutto con lo spirito giusto.



Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG a 500mm, 1/800 f/2.8, ISO 3200, treppiede.



Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG a 500mm, 1/320 f/2.8, ISO 3200, treppiede.

Scatto tutte le foto da treppiede, lavorando con l'ottica a circa un metro d'altezza, anche se per qualche scatto sperimento un'angolazione rasoterra, appoggiando l'obiettivo direttamente sul selciato (per fortuna questa volta non mi è toccato mettere le zampe in acqua!).


Concludiamo gli scatti sotto i portici, sfruttando le arcate in ombra per far risaltare i capelli; sperimento, infine, qualche ritratto stretto, anche se questo è un genere che non amo col 200-500, dato che la sfocatura dello sfondo è tanto accentuata da dare un unico colore uniforme (che a questo punto si potrebbe ottenere anche con un fondale in studio). Per dare più senso al ritratto cerco un punto vicino a una statua, in modo che questa vada a creare sfumature e forme che danno più vita allo sfocato di sfondo.

Ovviamente prima di salutarci scatto qualche foto di backstage con Sara assieme all'obiettivo (peccato non avere un secondo 200-500, ve l'immaginate la foto del 200-500 scattata con un 200-500? :-))


Il Sigma 200-500 F2.8 non è esattamente la prima ottica che mi viene in mente quando penso a un obiettivo da ritratto e da street, ma tra i vari shooting fatti fino ad ora è quello in cui meglio emergono le potenzialità artistiche dell'obiettivo, creando una separazione tra soggetto e sfondo veramente unica.


Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG, 1/2500 f/2.8, ISO 1600, treppiede.



Parte V: Firenze dall'alto

Per gli ultimi giorni della mia prova, mi sposto in zona Firenze/Pisa: dedicherò una serata a fotografare dettagli della città dall'alto, e un'altra giornata alla fauna. Ancora una volta, mi trovo alle prese con l'impresa di caricare tutto in auto: il valigione del 200-500 è veramente qualcosa di enorme.


Il Sigma 200-500 F2.8 e la sua valigia. Pesi non inclusi, ma consigliati per esser pronti a maneggiare questo obiettivo ;-)

Dopo qualche ora di guida arrivo a Firenze, dove incontro l'amico e collega Valerio a Piazzale Michelangelo: da qui si può ammirare la classica e spettacolare vista sulla città. Abbiamo anche la fortuna di trovare uno splendido tramonto: il cielo si colora di rosa e di rosso e si riflette sul fiume Arno, dove le tonalità del tramonto si uniscono alle luci della città.

Il problema principale è riuscire ad arrivare al balcone da cui fotograre la città: pur essendo lungo un centinaio di metri, è stipato di gente, e devo pazientare oltre un'ora prima di riuscire finalmente a conquistare un buco (cosa non facile viste anche le dimensioni dell'attrezzatura). Valerio mi aiuta a portare e montare il grande treppiede video Sirui, che devo dire ha una stabilità straordinaria, chiaramente migliore rispetto al Gitzo (ma d'altra parte pesa il doppio e ingombra il doppio). La mia vista preferita è sicuramente quella sul ponte vecchio: è stipato di gente e le mille persone che si accalcano creano un affascinante dettaglio. L'ingrandimento a 500mm è tale che si può addirittura vedere nelle finestre del ponte, e si distinguono chiaramente anche le persone sulle barchette.


Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG a 500mm, 1/30 f/2.8, ISO 800, treppiede. Nota: la profondità di campo a f/2.8 è molto ristretta; la messa a fuoco è sul ponte, mentre la parte alta del fotogramma è già fuori fuoco (cosa da non confondere con una mancanza di qualità dell'obiettivo).




Le luci della città si accendono, e sposto l'inquadratura su Palazzo Vecchio: qui la focale 500mm è davvero troppo lunga, e sfrutto lo zoom per scattare una foto con un'inquadratura più ampia. Avere la comodità di un 200, 300, 400 e 500 2.8 in un solo obiettivo è davvero unico (se solo non fosse così immenso!). Aspetto il momento giusto per far sì che le tonalità del cielo siano perfettamente bilanciate con quelle delle luci cittadine: fotografare la cosiddetta "ora blu" è un sapiente bilanciamento tra queste due cose.


Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG a 238mm, 1/15 f/2.8, ISO 800, treppiede.

Infine, rivolgo l'obiettivo verso il Campanile di Giotto: in passato l'avevo già fotografato con inquadrature ampie, quindi stavolta ne prediligo una più stretta, a 500mm, per insolarne il dettaglio. Anche qui, la tonalità bianca della torre si mischia a quella dorata delle vicine strutture e al blu che avvolge il paesaggio. Scatto a f/2.8 per testare la qualità dell'obiettivo, anche se razionalmente questa è una foto che andrebbe fatta a f/5.6 o f/8; direi che la resa è buona, ma come già sottolineato varie volte siamo ben lontani dalla nitidezza dei moderni supertele, perlomeno a tutta apertura, mentre migliora molto ai diaframmi chiusi.


Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG a 500mm, 1/15 f/2.8, ISO 800, treppiede.

Avendo un soggetto statico, metto a fuoco in manual focus e live view, in modo da avere la massima accuratezza possibile. La ghiera di fuoco non è collegata direttamente alle lenti, ma sfrutta il motore AF (relativamente veloce, ma piuttosto rumoroso) per muoverle; le lenti sono talmente grandi che vengono fatte scorrere su una rotaia interna, ben visibile quando si osserva l'obiettivo dalla parte frontale, attraverso i 25 centimetri di diametro dell'ultimo elemento ottico.


La folla circostante mi guarda incuriosita, e più di una volta qualcuno snobba il panorama cittadino per rivolgere la fotocamera verso di me e il gigantesco Sigma (e tra questi, un ringraziamento speciale a Valerio Colantoni che ha scattato le foto di backstage).



Parte VI: Il senso del 200-500 F2.8

San Rossore: come ultima meta ho scelto questo parco per andare in cerca di fauna, assieme a Sara Stojkovic e Paolo che mi faranno da guida, e Valerio che anche questa volta mi aiuterà a portare l'attrezzatura. Passiamo il pomeriggio a camminare tra boschi e vegetazione, non senza fatica: anche in piano, il peso del 200-500 dopo un po' di fa sentire. Avvistiamo qualche daino in lontananza, mentre un altro salta tra i fiori a poca distanza dal nostro sentiero: tuttavia, queste fugaci apparizioni non ci danno l'opportunità di scattare foto.




Una volpe sembra venire verso di noi: ci mettiamo seduti e silenziosi a terra sperando che arrivi a tiro, ma alla fine si allontana; Sara ipotizza che sia scappata a causa del rumore dell'autofocus del 200-500, ben più udibile rispetto ai moderni obiettivi con autofocus STM, Lineare o USM. Alla fine, perse ormai le speranze di riprendere la fauna, dedico un po' di tempo a fotografare i miei amici sfruttando il pazzesco sfocato del 200-500 per creare una grande separazione dallo sfondo. Scatto tutte queste ultime foto a mano libera, spinto dalla curiosità di vedere quanto sia fattibile (e come già constatato, con tempi relativamente rapidi il mosso non è un problema, mentre la precisione dell'AF mi soddisfa poco, ma questo non è tanto un problema dell'obiettivo quando dell'abbinata con 1DX II).




La prova sul campo si conclude all'alba del giorno seguente: mi sveglio prestissimo e torno a fotografare i trabocchi di bocca d'Arno, stavolta prima del sorgere del sole, avvolti da tonalità di rosa e d'azzurro. Qui utilizzo l'enorme treppiede video Sirui, e la stabilità è tale che posso scattare con esposizioni oltre il secondo senza il minimo micromosso; per una volta chiudo il diaframma per avere un tempo particolarmente lungo e far sì che il mare sia reso come una tavola liscia.



Canon 1DX Mark II, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG a 263mm, 1.6 sec f/9.0, ISO 100, treppiede.

In tanti mi hanno chiesto quale sia il senso di questo obiettivo, e anch'io spesso ho cercato una risposta, pensando soprattutto ai safari, dove l'ottica caricata sull'auto non penalizzerebbe troppo per peso e mobilità, e il diaframma luminosissimo darebbe il meglio di sè con i grandi animali della savana.

Ne ho cercato il senso durante tutta questa lunga prova sul campo, sperimentandolo in tutti i generi fotografici, ma scontrandomi sempre con le difficoltà intrinseche date dalle sue enormi dimensioni e peso. Ma alla fine l'ho trovato.

Riguardandomi indietro, il senso di un'ottica così fuori dagli schemi non è avere l'autofocus più veloce del west, nè la massima nitidezza o chissà quali altre qualità (a parte la separazione soggetto/sfondo a 500mm, che è insuperabile); il senso di questo tempo passato col Sigma 200-500 F2.8 è tutto nell'esperienza in sè: mentre di solito l'obiettivo e la fotocamera sono puri mezzi tecnici, qui l'obiettivo diventa quasi il protagonista, diventa la scintilla da cui nascono un'infinità di situazioni impreviste, incontri con una moltitudine di persone, curiosità, nuovi stimoli creativi, idee, problemi e relative soluzioni. Mi ha portato a girare da un posto all'altro senza pausa, dormendo pochissime ore e sfidando sentieri e paludi con una determinazione che difficilmente avrei avuto con un'ottica più "normale": avere tra le mani un'oggetto del genere è qualcosa che non ti lascia sedere, bisogna muoversi, sperimentare, inventarsi qualcosa.

Avere questo obiettivo tra le mani è come trovarsi in garage una Bugatti Bolide, l'hypercar da 1600CV che raggiunge i 500 km/h in 20 secondi: la terreste ferma in garage o cerchereste di tirarla al massimo in pista? La mia risposta la conoscete :-)






Ringraziamenti

Un grande ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato a questa prova! In primis a Luca Perullo di RCE Foto Livorno, che ha accettato la sfida di prestarmi questa ottica unica e impegnativa per una prova sul campo, e che ha perso qualche notte di sonno nel vedere le avventure che ha passato l'obiettivo ;-) Luca mi ha anche prestato il solidissimo treppiede Sirui BCT-3202 con testa Sirui BCH-30. Se siete in zona Livorno e cercate un negozio dove vendere il vostro usato o acquistare usato garantito, RCE è il primo posto dove guardare! Ringrazio anche tutta la catena RCE Foto, con cui collaboro ormai da diversi anni.

Grazie al mio storico amico Sandro "Titino" che mi ha prestato Canon 1DX II e treppiede Gitzo! Il buon Titino negli ultimi anni è passato dagli scatti ai piatti, e ora gestisce un agriturismo sulle colline parmensi: se passate da quelle parti, non perdetevi una cena all'Agriturismo Acqua Terra Sole!

Un ringraziamento a Sigma Italia che mi ha prestato la testa Photoseiki "su misura" per il 200-500 F2.8; si tratta di un esemplare unico che fu realizzato dall'amico Christian Repele nel 2009 per la mia prima prova di questo obiettivo, e che ora è di proprietà Sigma Italia (purtroppo la testa non è più in commercio, ma è davvero una delle gimbal più valide che ho provato!).

Un ringraziamento a Julian Lops, Alex e Dani, che mi hanno dato una mano a portare il treppiede durante l'escursione in montagna, e che hanno condiviso con me varie avventure in giro per il mondo tra cui il viaggio in Vietnam! Grazie anche a Michele, che mi ha prestato la Canon 5D III e 24-105 di backup.

E' stato un piacere fotografare con Sara Bietti, modella dai lunghi capelli azzurri che mi ha accompagnato per il centro storico di Cremona, assieme alla make-up artist Francesca Sacchi.

Valerio Colantoni, Sara Stojkovic e Paolo hanno passato con me le giornate tra Firenze e San Rossore, e anche se abbiamo avuto poca fortuna con la fauna mi hanno dato un valido aiuto con le foto di backstage e abbiamo trascorso assieme due splendide giornate.

Potete vedere tutte le foto scattate col 200-500 nella galleria Foto - Sigma 200-500 F2.8 sul campo!






Risposte e commenti


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avatarjunior
inviato il 26 Settembre 2023 ore 9:49

Sbaglio o la valigia di questo obiettivo ti riempie tutto il vano bagagli? MrGreen

avatarsupporter
inviato il 26 Settembre 2023 ore 9:49

Bè Juza, che dirti!
Già mi ero appassionato alla prova del 2009 (quella della ragazza bionda) e, ora, seguo con interesse questa.

Sono curioso di vedere lo sfocato su soggetti "veri" come può essere nel caso di sfondi di fotogrammi che ritraggono un passeriforme e/o un altro animale.

Come direbbe Ultimo ...... #SEGUO

avatarsupporter
inviato il 26 Settembre 2023 ore 9:53

C'è un solo esemplare del 200-500 2.8 in tutta Italia: è quello che provai nel 2009, che poi è stato venduto a un privato e infine acquistato da RCE Foto, catena di negozi con cui collaboro da tempo. Appena l'ho scoperto, li ho contattati....


Beh felice di esserti stao utile in questo senso MrGreen

La qualità delle foto è molto molto buona, non vedo l'ora di vedere l'escursione in montagna, immagino per portarlo lassù che faticaccia!:-P

avataradmin
inviato il 26 Settembre 2023 ore 9:56

Sbaglio o la valigia di questo obiettivo ti riempie tutto il vano bagagli?


non sbagli ;-D





però mi resta il bauletto anteriore :-)

avatarjunior
inviato il 26 Settembre 2023 ore 9:56

Hahaha occhio che ti segnalano all'esercito per arma di distruzione di massa.
Comunque una meraviglia tecnologica, considerando però l'evoluzione potrebbero far di meglio adesso, come molto ma molto meno peso, vedi ef 1200mm ed rf 1200mm se non sbaglio quasi 13kg di differenza, si che uno era f5.6 e l'altro f8, però i 13 kg non credo siano solo per via delle lenti

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2023 ore 10:21

Se si scarica la batteria dell'autofocus, hai una powerbank a 4 ruote! MrGreen


avatarjunior
inviato il 26 Settembre 2023 ore 11:09

Impressionante!!

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2023 ore 12:30

Emanuele, riuscirai a testarlo anche con mirrorless nei prossimi giorni? Cool

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2023 ore 12:49

Una sorta di piccolo telescopio...da viaggioMrGreen

avatarjunior
inviato il 26 Settembre 2023 ore 13:36

Veramente pazzesco, gran bella avventura.

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2023 ore 13:59

Mi ha sempre affascinato.

avatarsupporter
inviato il 26 Settembre 2023 ore 14:30

Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 26 Settembre 2023 ore 15:54

“ Emanuele, riuscirai a testarlo anche con mirrorless nei prossimi giorni?”

con un viltrox su una m43?
dai che rientra melodycafe MrGreen

avatarjunior
inviato il 26 Settembre 2023 ore 16:19

Avvincente la prima puntata della recensione.
Piccolo refuso: "l'incredibile 500 f/5.8".

avatarjunior
inviato il 26 Settembre 2023 ore 16:32

Emanuele, riuscirai a testarlo anche con mirrorless nei prossimi giorni?


Eh no, si perderebbero i vantaggi principali delle mirrorless, cioè peso e ingombri ridotti.

MrGreenMrGreenMrGreen





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