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Post produzione







avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 12:46

Si parla di continuo di post produzione a proposito della fotografia digitale, ma in realtà questa è sempre esistita, fin dagli albori della fotografia "chimica".
Un fotografo, quando scatta, esegue alcune impostazioni iniziali: sceglie inquadratura, la messa fuoco, il diaframma, il tempo e anche su cosa esporre.
Le macchine di oggi permettono quasi sempre di automatizzare gran parte di queste operazioni, per esempio ci sono delle impostazioni che permettono di ottimizzare i settaggi per un ritratto o per la foto sportiva, di più molte macchine riconoscono in molti casi il genere di soggetto, ottimizzando così i valori da impostare.
Forse un giorno avremo dei droni fotografici che, una volta impostati secondo le nostre esigenze, andranno in giro a scattare fotografie, ma per ora il dito sul pulsante di scatto è ancora il fotografo a mettercelo.
Allora, abbiamo scattato la foto, effettuando una serie di scelte, ci sarà poi la necessità di ottenere l'immagine e qui entra in ballo la post produzione, che esiste sempre a prescindere che si tratti di pellicola o immagine proveniente da un sensore digitale, con l'unica eccezione delle diapositive.
Lì è la stessa pellicola, che deve essere sviluppata secondo un procedimento industriale ben definito, a fornire l'immagine e questa non potrà essere variata, se non in casi particolarissimi, tipo eseguirne un duplicato, magari per correggere una dominante cromatica.
Per anni ho stampato le mie fotografie perché non potevo accettare che lo stampatore di un laboratorio potesse "interpretare" il risultato che volevo ottenere. Per lo stesso motivo curo personalmente, con la PP, le mie immagini digitali.
Alcuni scattano direttamente in JPG senza effettuare nessuna modifica, ma ricordo che anche lì, il software della macchina fotografica, effettua una PP, tant'è che è possibile variare le impostazioni di base del JPG.
Con la foto su pellicola si facevano, in camera oscura, tutta una serie di operazioni, si poteva stampare più chiaro o più scuro, variando l'esposizione, oppure avere una stampa più morbida o più contrastata, cambiando gradazione di carta, in alcuni casi, volendo un risultato intermedio, si poteva variare la diluizione dello sviluppo.
Mascherando le parti più trasparenti del negativo, si poteva evitare di annerire troppo le parti in ombra.
Con il ritocco si potevano eliminare i difetti del negativo, tipo puntini di polvere e rigature, si poteva correggere le linee cadenti inclinando opportunamente il piano di stampa e la piastra porta ottica, mascherando progressivamente la parte del foglio di carta più vicina all'ingranditore.
C'erano poi delle operazioni "limite", che comportavano l'alterazione e la ricostruzione delle immagini, tipo il fotomontaggio. Ai tempi dell'Unione Sovietica, quando qualcuno cadeva in disgrazia, veniva eliminato anche dalle immagini ufficiali, in questo caso la figura veniva cancellata, magari ricostruendo a pennello lo sfondo.
Tutto ciò si può fare anche oggi, con molta meno fatica, pochi secondi, qualche click, e, se non ci piace, c'è il tasto annulla.
Alcune operazioni, tipo appiccicare su una foto un cielo con le nuvole, le trovo eticamente inaccettabili, ma tutto il resto rientra tra le scelte compositive ed estetiche dell'autore.

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 13:47

Si parla di continuo di post produzione a proposito della fotografia digitale, ma in realtà questa è sempre esistita, fin dagli albori della fotografia "chimica".


Sono d'accordo, anche io stampavo e 'correggevo' praticando 'mascherature' e 'bruciature', nonchè micro-ritocchi quando necessario.
Talvolta (specie in caso di ritratti e/o riproduzioni) , utilizzando carta sottile, producevo un 'internegativo di carta' grande quanto la stampa finale; questo consentiva ritocchi precisi 'a matita' e la successiva stampa a contatto.


Alcuni scattano direttamente in JPG senza effettuare nessuna modifica, ma ricordo che anche lì, il software della macchina fotografica, effettua una PP, tant'è che è possibile variare le impostazioni di base del JPG.


Io scatto sempre in JPG+RAW, per avere tutte le possibilità, ma cerco di ottimizzare le regolazioni consentite dalle fotocamere per ottenere buoni risultati in JPG direttamente, per quanto possibile.
A tale proposito, occorre considerare che alcune fotocamere consentono, più facilmente di altre, di effettuare 'regolazioni fini' per ottenere buoni file JPG direttamente.
Queste possibilità sono particolarmente importanti se si scattano molte fotografie e si vuole evitare la post produzione.

La postproduzione consente comunque, se applicata con cura e limitatamente al necessario, senza inutili esasperazioni, di ottenere risultati migliori nella stampa finale

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 14:01

Personalmente ritengo che la post-produzione analogica rientri a far parte del processo fotografico nel senso stretto del termine, mentre la post digitale mi sembra sia più un processo numerico. L'assenza, nell'analogico, del tasto "annulla" dovrebbe far intendere che trattasi di due mondi solo apparentemente simili.

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 14:04

Dalla pellicola>carta al digitale però è cambiato tanto,

anche la carriola con la ruota quadrata in qualche modo andava avanti, ora si chiama ancora carriola ma c'è anche a motore elettrico o scoppio.

Se non ci fosse l'esasperata post produzione, una pacca di Sw sul Pc, l'A.I. e relative e conseguenti supercaz.zole per i forum sarebbe rasentare l'estinzione totale.Cool

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 14:10

@SaroGrey
anche la carriola con la ruota quadrata in qualche modo andava avanti, ora si chiama ancora carriola ma c'è anche a motore elettrico o scoppio.


La ruota quadra funzione bene sugli scalini ;-)

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 14:17

Premesso che cambiare il cielo è una pratica che non mi piace, anche nei tempi dell'analogico nei settori commerciali si faceva. Mio padre faceva le selezioni fotografiche in tipografia (ovvero portare la foto a colori nelle quattro pellicole per la stampa), quando si stampavano le cartoline dovevano essere più accattivanti possibili, quindi oltre una serie di ritocchi, se il cielo non era interessante veniva sotituito con un altro o con un gradiente. Parlo degli anni 70/80.

Oltre tutto per me va vista in modo diverso lo sviluppo fotografico (o post) di una foto "normale" e "informativa" rispetto ad una foto "commerciale".
Lo dico perché di mestiere faccio il grafico. Non altero mai mie foto e nemmeno le foto in riviste divulgative o giornalistiche, mentre per lavoro commerciale di vendita o pubblicitaria ecc. una foto deve esprimere esattamente il concetto che il lavoro grafico deve comunicare. In quel caso trovo perfettamente lecito ogni intervento.

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 16:29

La PP, nei due tipi di fotografia, è concettualmente identica, naturalmente, a livello pratico, risulta più rapida ed agevole, con il digitale.

avatarjunior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 16:36

La postproduzione una questione di gusto e cultura. Come in cucina.

avatarjunior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 16:54

La P.P. è cambiata, non solo perché i margini di recupero errore sono diversi ma perché il fotografo è impigrito. Mentalmente e soprattutto tecnicamente.
Se lo studio Luxardo a Roma era il riferimento ritrattistico con signori sviluppatori e stampatori è perché si vedeva la maestria di collaborazione.
E si riconoscevano i fotografi, ora no.
Così come il test software dice al "meccanico" la diagnosi dei pezzi da sostituire. E infatti senza non hanno la stessa "manualità ".


avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 18:43

La P.P. è cambiata, non solo perché i margini di recupero errore sono diversi ma perché il fotografo è impigrito. Mentalmente e soprattutto tecnicamente.

Boh, è sempre la solita solfa: quelli che hanno faticosamente acquisito delle abilità che sono diventate obsolete e inutili (e mi ci metto dentro anch'io) non la vogliono capire, che hanno passato parte della loro vita ad imparare cose che non si usano più, e pretendono di dire alle generazioni successive che quelle lì erano le Vere Basi dell'Arte.
Magra consolazione, ma se fa stare meglio tenetevela pure. Io preferisco voltare pagina e guardare avanti.
Alcune di quelle cose passate è utile averle imparate, altre saperle fare o no è del tutto indifferente, facciamoce una ragione.
Oggi col digitale riesco a fare, nel tempo libero, cose che con l'analogico mi avrebbero portato via il quadruplo del tempo e forse più e forse non sarebbero venute così bene.
Viva Control + Z e andiamo avanti! Tanto le buone foto le fanno le buone idee, mica saper spaccare il capello in quattro sulle questioni tecniche quando non serve.

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 19:23

Consideriamo che il noto PS nella versione 1.0 è uscito nel 1990...quando le macchine fotografiche con sensore digitale erano in fase mooolto embrionale....e non usate a livello di fotografi professionisti,perche troppo scarse.
L'idea però di modificare via software le immagini era già nata e applicata a file acquisiti da scanner, nato molto prima.

avatarjunior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 19:32

Lo sto scrivendo da mo'. E si continua a confondere che è una conseguenza logica, quando, è nata per la manipolazione di immagini ad uso grafico.
Sono due professioni diverse.
È come dire che la macchina da scrivere è nata per gli scrittori. Ma dopo con word e il controllo ortografico la hanno perfezionata.
Solo che se uno aveva letto i libri, disponeva di un vocabolario ampio con sfumature, se invece non sai scrivere, almeno l'ortografia la azzecchi.

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 19:53

Perché solo a uso grafico?
Che io sappia...
Per modificare le immagini devono essere composte da pixel.... a livello grafico erano/sono immagini vettoriali... . che non puoi modificare allo stesso modo. (ci sono programmi dedicati tipo Illustrator)

avatarjunior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 20:13

Photoshop nasce per chi si occupava di grafica, quando la fotografia digitale era praticamente nulla. Tant'è vero che il suo punto di forza è la gestione del CMYK, che ai fotografi proprio non serve a nulla.

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2023 ore 20:17

Si ma già esistevano immagini digitali che non erano vettoriali ma formate da pixel

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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