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Recensione Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG


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Recensione Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG, testo e foto by Juza. Pubblicato il 26 Agosto 2023; 50 risposte, 15784 visite.


Nel 2007 Sigma presentò uno degli obiettivi più estremi mai realizzati: il Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG, l'unico 500 f/2.8 al mondo, un obiettivo di dimensioni titaniche e 16kg di peso. Lo provai nel 2009, pubblicando un paio di articoli in merito: a distanza di quindici anni, ho ripreso in mano le foto scattate all'epoca, ho rifatto la post produzione con le tecniche più moderne per capirne il reale potenziale e ho deciso di scrivere un nuovo articolo per approfondire la storia di questo affascinante obiettivo.

(Oltre a questo articolo, vi segnalo anche la mia prova sul campo: Sigma 200-500 F2.8 sul campo, 2023)



La foto più iconica del Sigma 200-500 f/2.8 - un giovane Juza che prova lo scatto a mano libera (Rivalta, 2009).



Un obiettivo unico

Devo dire che negli anni ho rivalutato questo obiettivo. Quella che potrebbe sembrare un'ottica assurda ha invece, a mio parere, un grande merito: è un obiettivo non creato per seguire logiche di mercato, ma dando carta bianca ai progettisti per creare una meraviglia della tecnica. E' qualcosa che ci riporta indietro ai decenni passati: negli anni 70, 80 e 90 venivano sviluppate ottiche uniche, folli, destinate ad essere vendute in pochi esemplari, ma in grado di offrire prospettive senza eguali.

Nikon, nell'ormai lontano 1990, presentò il Nikon 1200-1700mm f/5.6-8.0 P ED IF: uno zoom supertele estremo, pesante 16kg e lungo quasi 90 centimetri. La risposta di Canon arrivò pochi anni dopo col leggendario Canon EF 1200mm f/5.6 L USM, un altro peso massimo, con focale fissa ma dotato di autofocus, a differenza del Nikon. Meritano di essere citati anche i catadiottrici come il Nikon Reflex-Nikkor 2000mm f/11, la focale più lunga mai realizzata da Nikon per formato 35mm, oppure andando all'estremo opposto il Nikon 6mm f/2.8 Fisheye AI-s del 1972, un fisheye con una lente frontale di 23 centimetri, 5kg di peso e un'incredibile angolo di campo di 220 gradi: l'ottica era in grado di vedere dietro di sè.

Altre perle semi-sconosciute che potremmo citare sono il Nikkor AiS 300mm f/2, o i supertele modulari del sistema Leica APO-Telyt-R, per le ormai dimenticate reflex Leica R. Infine, merita di essere citato il catadiottrico Canon TV 5200mm f/14, colossale obiettivo dal peso di oltre un quintale, prodotto in pochissimi esemplari e di cui si trovano scarse notizie (la maggior parte delle foto in circolazione sono di un unico esemplare venduto qualche anno fa su Ebay a un prezzo attorno ai 50,000$).



Chiaramente il 200-500 non è mai stato pensato per essere usato a mano libera come tentai di fare io per qualche scatto; l'utilizzo prevede un robusto treppiede, come il Gitzo che possiamo vedere nella foto con Cristina.

Questa voglia di sperimentare soluzioni estreme col tempo si è andata affievolendo, e nell'attuale mercato super-competitivo ogni obiettivo è pensato per vendere, e l'investimento fatto durante lo sviluppo deve essere ripagato dal successo sul mercato: razionalmente, non si può certo considerare sbagliata questa logica che ci ha portato ad avere obiettivi eccellenti, nitidissimi e con pesi e dimensioni impensabili in passato. Da appassionato di tecnologia, oltre che di fotografia in sè, un po' però mi spiace veder scomparire le ottiche più bizzarre e uniche. Rimane, tra le ottiche relativamente moderne, un'eccezione: il Sigma 200-500mm f/2.8.

I supertele luminosi sono sempre stati ottiche di nicchia, e col digitale lo sono diventati ancora di più. Nascono, essenzialmente, per due scopi: avere una grande separazione tra soggetto e sfondo e permettere di scattare foto in poca luce, esigenza sentita soprattutto quando ancora si scattava con la pellicola, magari con una Velvia 50 ISO o una Provia da 100 ISO. Le fotocamere digitali hanno reso possibili sensibilità impensabili con la pellicola, e negli ultimi anni la riduzione rumore via AI ha ulteriormente aperto nuovi orizzonti, rendendo possibile scattare senza difficoltà con teleobiettivi meno luminosi e molto più leggeri e maneggevoli rispetto al passato. I brand fotografici hanno quindi relegato i 400 f/2.8, 600 f/4 e simili a una fascia super-professionale e super-costosa (ormai parliamo di cifre tra i 15000 e i 20000 euro), offrendo però al grande pubblico soluzioni come il 400 F4.5 che ho provato di recente, o gli zoomoni 200-600 f/6.3, che a una frazione del costo danno ottima nitidezza, maggiore portabilità e una luminosità che, pur essendo inferiore, può essere facilmente compensata con gli alti ISO.



Qualche scatto di backstage durante la prova sul campo che vedremo nei paragrafi seguenti.

Il Sigma 200-500 F2.8 va in direzione diametralmente opposta, puntando su una luminosità mai vista prima su focale 500mm. Penso che si possa considerare un'ottica creata con una mentalità di un'epoca differente; un obiettivo al giorno d'oggi poco razionale, ma col fascino dell'estremo, un po' come le supercar in grado di superare i 400km/h: non pensate per un utilizzo pratico, ma per meravigliare, far sognare, e creare una dimostrazione di tecnologia.



Costruzione

Il Sigma 200-500 F2.8 fu annunciato nel 2007 in occasione del PMA Show - quando le fiere fotografiche non erano ancora un relitto del passato - e all'epoca fu mostrato un prototipo nero opaco. Un anno dopo, quando arrivò sul mercato, Sigma fece due importanti modifiche: la finitura nera fu sostituita da una vernice verde (a mio parere una scelta poco felice dal punto di vista estetico) e il paraluce, inizialmente pensato come accessorio, venne reso parte integrante dell'obiettivo. E' possibile che questa scelta sia stata fatta perchè il paraluce originale, molto più lungo di quello che è poi stato incorporato, portava la lunghezza complessiva attorno al metro, ed essendo più stretto del barilotto dell'obiettivo non poteva essere montato al contrario durante il trasporto, rendendolo poco pratico.




Se lo osserviamo fianco a fianco col mio vecchio Canon EF 600 f/4 L IS USM (con paraluce montato), il 200-500 F2.8 non è poi tanto più lungo, ma è molto più massiccio e ben più largo (per la precisione, misura 237 x 726mm). Le enormi dimensioni delle lenti, e la necessità di spostarle sia per la zoomata che per la messa a fuoco, hanno imposto a Sigma di sviluppare soluzioni radicali: in primis, l'obiettivo utilizza un motore sia per la messa a fuoco che per la zoomata, rendendolo a tutti gli effetti un "Power Zoom", e ha una batteria interna per alimentare i due motori, dato che quella della fotocamera non fornirebbe abbastanza energia.



Il Sigma 200-500 f/2.8 fa sembrare minuscoli gli altri supertele (ho incluso anche un 70-200 f/2.8 nel confronto per rendere meglio l'idea del senso di scala)

Le lenti scorrono su una vera e propria rotaia interna (visibile se si osserva l'ottica dalla parte frontale), e inevitabilmente sia la zoomata che la messa a fuoco non brillano per velocità; il rumore del motore elettrico è chiaramente udibile - siamo decisamente lontani dall'AF velocissimo e totalmente silenzioso delle attuali ottiche con motore STM o Linear AF. Dato che le ghiere non sono collegate fisicamente alle lenti, è disponibile il full time manual focus, cioè la possibilità di mettere a fuoco manualmente anche quando l'ottica è in AF. Lo schema ottico è composto da 17 elementi in 13 gruppi, tra cui 3 lenti ELD e una SLD.







Un piccolo pannello LCD permette di vedere la focale, la distanza di messa a fuoco e lo stato della batteria; sul retro dell'obiettivo troviamo anche un cassetto portafiltri (da 72mm) e una vite che consente di ruotare la parte posteriore dell'obiettivo e la fotocamera per passare da orizzontale a verticale.

Vicino al piccolo LCD c'è il selettore di messa a fuoco, per scegliere tra AF e MF. Inoltre, il Sigma 200-500 ha un limitatore di messa a fuoco con tre impostazioni, che permette di velocizzare l'autofocus: potete scegliere tra l'intera gamma AF, 5 metri - infinito o 10 metri - infinito. La minima distanza di messa a fuoco varia in base alla focale e va da 2 metri a 200mm a 5 metri a 500mm, il che chiaramente risulta in capacità macro molto modeste (0.13x). Nella parte inferiore sinistra dell'obiettivo c'è lo sportello per la batteria dedicata Li-ion BP-21.

Sulla parte superiore troviamo una grande maniglia per il trasporto dell'obiettivo (non senza fatica, dato che sostanzialmente è come avere un valigione da 16kg) e due fori per la tracolla, per chi preferisse questa soluzione. Ovviamente sul fondo dell'obiettivo c'è l'attacco filettato per treppiede; nel corso della mia prova utilizzai una testa a bilancere Photoseiki TB-101 (modificata per la stazza dell'obiettivo) montata sul robustissimo Gitzo 5541 LS.




Il 200-500 viene fornito con un'enorme valigia Pelican 1780 Long Gun Firearms Travel Case, progettata per il trasporto di armi da fuoco di grandi dimensioni...è lunga 114 centimetri, pesa 23 kg (senza l'obiettivo), è resistente all'acqua, alla polvere e agli urti, e può tollerare temperature fino a 100 gradi! Certamente è la valigia più solida che abbia mai visto a corredo di un'ottica, ma è quasi impossibile da portare in giro ed è esagerata anche per il 200-500; se avessi questo obiettivo comprerei una valigia molto più piccola, o - ancora meglio - un grande zaino per portarlo in giro.

Potete trovare altri dettagli su questo obiettivo nel manuale d'uso pubblicato da Sigma: Sigma 200-500mm-f2-8-APO-EX-DG User Manual (PDF).

Il Sigma 200-500 F2.8 fu prodotto per mount reflex Canon EF, Nikon F e Sigma SA; è comunque possibile utilizzarlo anche sulle moderne mirrorless tramite adattatori. Il prezzo era enorme tanto quanto l'obiettivo: 25000 euro, e parliamo del 2008; se calcoliamo l'inflazione rispetto ad allora parliamo dell'equivalente di circa 30000 euro.



Qualità d'immagine: lo shooting con Cristina

Per la mia prova sul campo, abbinai il Sigma 200-500 F2.8 alla reflex (non eravamo ancora nell'era mirrorless!) con la risoluzione più alta disponibile all'epoca: la Canon 1Ds Mark III col suo fullframe da 21 megapixel, una risoluzione che tutto sommato non sfigura neanche al giorno d'oggi e che permette di farsi bene un'idea della qualità d'immagine dell'obiettivo.

Rispetto ad allora - le foto che vedrete risalgono al 2009 - sono cambiati i software di post produzione e ho migliorato le mie tecniche, rendendo possibile estrarre il massimo dettaglio dai RAW. Non parliamo di foto artistiche, si tratta di scatti abbastanza "semplici" pensati per mostrare la resa dell'obiettivo.

Decisi di provare l'obiettivo con una modella - la brava Cristina Ventresca, all'epoca ventenne, che ora si è trasferita in Australia e lavora come attrice e cantante - in collaborazione col mio amico Christian Repele, che aveva realizzato la testa Photoseiki, e Marco Sitzia di Sigma Italia, con cui ancora oggi porto avanti una collaborazione decennale per le prove di attrezzatura Sigma (e chi preferisce ottiche più razionali rispetto all'esagerato 200-500 F2.8 sarà felice di sapere che in questi giorni ho appena ricevuto da Sigma lo zoom 60-600mm DN, un'ottica decisamente più maneggevole e con un prezzo competitivo).

Lo shooting fu realizzato nel piccolo borgo medievale di Rivalta, scattando sempre con l'obiettivo ben saldo su treppiede e Cristina a qualche decina di metri di distanza, tra la curiosità dei passanti. L'iconica foto che vedete in apertura - Juza che scatta col 200-500 F2.8 a mano libera - ha ormai fatto il giro del web e fu scattata puramente a titolo di sfida, per vedere se riuscivo a maneggiare la colossale ottica senza treppiede. Marco mi scattò la foto col mio 300 F2.8, e ricordo ancora la sua ansia all'idea che l'obiettivo mi potesse cadere di mano, sfracellando 25000 euro di lenti (mi chiese più volte "sei proprio sicuro di volerlo fare?").

Ebbene, lo scatto riuscì senza intoppi, anche se certamente non consiglierei a nessuno di scattare a mano libera con quest'ottica, vista anche l'assenza di stabilizzazione. Passiamo ora alla foto un po' più serie, iniziando dalla qualità d'immagine a 500mm, ovviamente a tutta apertura. Come sempre, potete cliccare sulle foto per ingrandirle e visualizzarle a piena risoluzione.



Canon 1Ds Mark III, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG a 500mm, 1/400 f/2.8, ISO 100, treppiede.



Canon 1Ds Mark III, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG a 500mm, 1/250 f/2.8, ISO 100, treppiede.



Canon 1Ds Mark III, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG a 500mm, 1/200 f/2.8, ISO 100, treppiede.

La qualità d'immagine è molto buona; non siamo al livello dei supertele fissi, ma comunque la nitidezza è soddisfacente anche a tutta apertura (nell'osservare le immagini, non confondete il fuori fuoco dovuto al diaframma f/2.8 e alla ridotta profondità di campo con mancanza di nitidezza; la nitidezza va valutata sull'occhio a fuoco e sulla parte a fuoco dei capelli). Il bokeh è meno cremoso rispetto ad altri supertele, ma è in parte compensato dalla quantità di sfocatura data dal diaframma f/2.8 a 500mm.

Ovviamente questo obiettivo ha senso solo con soggetti abbastanza grandi, dove la profondità di campo a f/2.8 è sufficiente: lo avrei visto bene come ottica da safari per fotografare i grandi mammiferi della savana.

L'obiettivo disponeva anche di un teleconverter 2X dedicato, realizzato appositamente per quest'ottica e compatibile solo col 200-500, trasformandolo in un 400-1000mm f/5.6. Anche in questo caso, possiamo vedere due scatti alla focale più lunga, uno a 1000mm f/5.6 e uno a 1000mm f/8.



Canon 1Ds Mark III, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG con Sigma 2X 400-1000mm Attachment a 1000mm, 1/250 f/5.6, ISO 400, treppiede.



Canon 1Ds Mark III, Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG con Sigma 2X 400-1000mm Attachment a 1000mm, 1/160 f/8.0, ISO 400, treppiede.

La qualità a 1000mm f/5.6 è ancora sorprendentemente buona; tenendo conto che parliamo di uno zoom a tutta apertura con 2X, si difende bene, con una qualità pienamente utilizzabile, anche se a f/8 c'è un visibile miglioramento. E' presente un certo purple fringing, ma si nota solo in situazioni di forte contrasto.



Conclusione

Il Sigma 200-500mm f/2.8 EX DG è uscito di produzione un paio d'anni fa; non è noto quanti esemplari siano stati venduti a livello globale, ma penso che si parli di poche decine. Non penso che ne vedremo un successore per mirrorless: se mai Sigma realizzerà un altro 200-500mm, probabilmente sarà un f/4, per offrire un'alternativa di fascia alta ai superzoom 150-600 e 60-600 f/6.3.

Destinato a restare una rarità nel moderno panorama fotografico, il Sigma 200-500 f/2.8 è un'ottica di cui penso Sigma possa essere fiera: un progetto realizzato non per andare incontro al mercato o per avere un ritorno economico, ma piuttosto per creare qualcosa di unico, un "concept" che per una volta è passato dall'immaginazione alla realtà.

(Oltre a questo articolo, vi segnalo anche la mia prova sul campo: Sigma 200-500 F2.8 sul campo, 2023)






Risposte e commenti


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avatarsupporter
inviato il 26 Agosto 2023 ore 21:33

Ho riletto con grandissimo piacere e attenzione e questo articolo Juza, me la ricordavo bene questa tua sessione di scatti con questa lente tanto assurda quanto incredibile!

Vediamo se Sigma, rimanendo in tema di zoom a diaframma costante “umani”, vorrà ora seguire Canon e proporre un suo 100-300 f2.8 oppure arrivare prima ad un 200-500 f4.

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2023 ore 8:02

Ma questo l'hanno presentato prima che nascesse la seria ART vero? Erano i tempi della prima versione del 12-24?

avatarsupporter
inviato il 27 Agosto 2023 ore 8:15

Era molto prima Franco della serie Art!

Correva l'anno 2007, il primo Art, se non ricordo male, e' stato il 35 f1.4 nel 2013

avatarsupporter
inviato il 27 Agosto 2023 ore 9:50

Ho riletto e rivisto con grande piacere l'articolo, ah se a qualcuno interessasse, RCE Foto ne ha uno in vendita da un pò di tempo... magari ha qualcuno è risalita la scimma chissà :-P MrGreen
Onestamente e tornando serio, penso che l'uso che si possa fare di questa lente è come dice Emanuele in safari, magari ancorato nella jeep su un robusto treppiedi, penso davvero lì possa trovare il suo naturale senso e utilizzo.

avatarsupporter
inviato il 27 Agosto 2023 ore 9:54

@Juza, ho visto che nel kit in vendita da RCE c'è anche un caricabatteria; quindi questa (enorme) lente ha una batteria propria ?

avatarsupporter
inviato il 27 Agosto 2023 ore 9:55

si Riccardo ha batteria propria per il motore AF

Se vi interessa il buon Stefano Medici ha recensito e provato ad utilizzare proprio quello che vedete in vendita...


avatarsupporter
inviato il 27 Agosto 2023 ore 9:58

In effetti Ale i gruppi ottici sono immensi, per muoverli non penso basti una batteria della RP ;-)

Comunque l'esemplare di RCE e' da collezione; tutta la dotazione originaria più un moltiplicatore…

€ 14.990….

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2023 ore 9:58

Raro articolo su questa straordinaria lente, sempre interessante leggerlo.

avataradmin
inviato il 27 Agosto 2023 ore 10:02

ah se a qualcuno interessasse, RCE Foto ne ha uno in vendita da un pò di tempo


non escludo che sia lo stesso esemplare che avevo usato io :-) che io sappia ce ne sono davvero pochissimi!

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2023 ore 10:17

quindi questa (enorme) lente ha una batteria propria ?

Probabilmente i motori AF sono motori diesel, per muovere tutto quell'affare lì! MrGreen

Ricordo anch'io quella recensione. Ai tempi, se non ricordo male, Juza, altro che piccole macchine fotografiche, ti piaceva girare con Canon serie 1D, assieme a minimo 600 f/4! MrGreen

E forse era addirittura stata pubblicata nel tuo sito/forum precedente a questo...

avataradmin
inviato il 27 Agosto 2023 ore 10:20

sì, avevo già pubblicato un articolo all'epoca :-) questo però non è una "riedizione", l'ho proprio riscritto da capo, così come la post produzione delle foto è stata rifatta da zero riprendendo in mano i RAW Sorriso

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2023 ore 10:24

@Emanuele so che è OffTopic e di brutto. Che effetto ti ha fatto mettere mani su dei raw della 1Ds3 rispetto alle attuali?

avatarsenior
inviato il 27 Agosto 2023 ore 10:34

Lo provai tanti anni fa ad una fiera e mi ricordo che guardarci dentro era qualcosa di meraviglioso, una luminosità mai vista

avataradmin
inviato il 27 Agosto 2023 ore 10:38

Che effetto ti ha fatto mettere mani su dei raw della 1Ds3 rispetto alle attuali?


Direi che si difende ancora bene :-) Ovviamente non ha la gamma dinamica e gli alti ISO delle fotocamere moderne, ma per essere una fotocamera del 2007 era davvero eccezionale. D'altra parte parliamo del top del top dell'epoca, la più ammiraglia di tutte le ammiraglie :-D

avatarsupporter
inviato il 27 Agosto 2023 ore 11:10

Fantastico MrGreen





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