| inviato il 03 Novembre 2023 ore 1:31
|
| inviato il 03 Novembre 2023 ore 8:48
Ho visto la mostra di Burtynsky a Milano qualche anno fa e mi era piaciuta parecchio. Lui è molto bravo, riesce a legare la sua ricerca legata all'ambiente con un'estetica ricercata che indubbiamente fa riferimento alla pittura. Le grandi dimensioni hanno il duplice scopo, quello del richiamo a uno specifico periodo pittorico (un po' come fatto da Andreas Gursky) e quello di catapultare l'osservatore dentro l'opera. Secondo me con quel tipo di foto è una scelta che funziona anche se le grandi dimensioni stanno passando un po' di moda. |
| inviato il 03 Novembre 2023 ore 8:54
Ma moda a parte, con un certo tipo di approccio ai soggetti secondo le grandi dimensioni aggiungono parecchio. |
| inviato il 03 Novembre 2023 ore 9:27
Nel suo caso si credo sia una scelta sensata e non fatta solo per vendere e il risultato é bello sia esteticamente che concettualmente, tra l'altro dal vero le foto sono perfette in tutti i dettagli. Poi ovvio che lui ha iniziato a affacciarsi alle gallerie in un momento dove le grandi dimensioni piacevano molto e questo probabilmente ha influenzato non solo la scelta ma anche il suo inserirsi in uno specifico settore fotografico dove ha unito la fotografia da galleria artistica al reportage su inquinamento e impatto dell'uomo sulla natura |
| inviato il 03 Novembre 2023 ore 10:55
Vero. Vale anche per altri autori. Come Linke, Vitali, ma anche Koudelka nel lavoro sulla Palestina. La dimensione ti proietta dentro la scena. |
| inviato il 03 Novembre 2023 ore 14:43
Penso che come nel lavoro di Koudelka il formato panoramico contribuisca ad indirizzare la scelta verso dimensioni generose. O è il contrario…? |
| inviato il 03 Novembre 2023 ore 15:21
E dimmi Ale, osservate da vicino queste gigantografie come sono? Intendo dire il dettaglio regge una visione ravvicinata o andrebbero osservate a distanza=diagonale altrimenti si percepisce una definizione inappropriata? Questo lo chiedo per confutare coloro che sostengono che le foto si guardano solo nella loro interezza... |
| inviato il 03 Novembre 2023 ore 15:35
Andrea anche se passato un po' posso dirti che il dettaglio é molto curato Poi penso che per godere la foto serva vederla con un minimo di distanza e intera, ma comunque per quelle che ho visto restano perfette anche andando ad avvicinarsi molto anche se in questo caso non credo abbia molto senso Condivido che la foto è pensata per essere vista nel suo intero in linea generale. Poi ovviamente se stampi così grande devi sapertelo permettere |
| inviato il 03 Novembre 2023 ore 23:49
“ E dimmi Ale, osservate da vicino queste gigantografie come sono? Intendo dire il dettaglio regge una visione ravvicinata o andrebbero osservate a distanza=diagonale altrimenti si percepisce una definizione inappropriata? „ Sono passato oggi anche io, e mi ero fatto la stessa domanda. Il dettaglio in effetti è molto buono anche a fare pixel paper della stampa.. In alcune però pare una sorta di rendering, un po artificioso. Non sempre ma ne ho visto varie. Alcune però sono davvero impressionanti per i particolari, e sono piacevoli nell'insieme (ove il contenuto della composizione è sempre molto chiaro) ma è altrattanto piacevole perdersi nelle piccole cose. |
| inviato il 04 Novembre 2023 ore 14:29
È questo che intendevo, che questi autori stampano in dimensioni gigantesche ma con dettaglio apprezzabile da vicino proprio per rendere la fruizione un'esperienza immersiva, che non sarebbe possibile se la resa a 30 centimetri fosse pixellata o indefinita. Questo contraddice coloro che cocciutamente si ostinano a sostenere che le foto si guardano nella loro interezza e punto, e poiché si guardano solo nella loro interezza 5 megapixel sono più che sufficienti anche per stampare formato lenzuolo e tutto ciò che va oltre è semplicemente specchio per le allodole volto a vendere nuovi sensori ai gonzi la cui dabbenaggine è sfruttata dal marketing. Allo stesso modo contraddice tutti coloro che denigrano la fruizione a schermo con pixelpeeping a zoom 1:1 |
| inviato il 04 Novembre 2023 ore 15:30
Proprio oggi ho visto gigantografie di Andreas Gursky. I dettagli sono buoni anche da vicino. Ma è l'insieme che rende. |
| inviato il 04 Novembre 2023 ore 16:19
Anelanna ci siamo incrociati… sono uscito da pochissimo. Secondo giro, questa volta per vedere bene. Andrea, sono d'accordo che ci possa essere una “doppia lettura”: nel dettaglio oppure nella interezza dell'immagine. In questo senso ogni immagine ne contiene tante altre. Le immagini di Gursky rappresentano spesso delle “molteplicità” o delle “complessità”. In questo senso credo sia sempre più apprezzabile la visione intera dell'immagine che tende davvero a inghiottirti. All'esterno del MAST, il famoso Reach di Anish Kapoor ogni giorno è uno spettacolo diverso ….
|
| inviato il 04 Novembre 2023 ore 20:37
Scusate, forse e' normale e si puo' passare oltre, forse mi sfugge qualcosa. Nella sezione tecnica del Forum, quando si discute di aspetti puramente tecnici, puntualmente arriva qualcuno a dire : "e se invece di farsi le pippe spaccando il pixel in quattro si guardasse il senso della fotografia ? " ... ed allora ci puo' stare che qui, dove dichiaratamente si vuole parlare di Autori e di Fotografia con la F maiuscola, intervenga qualcuno a dire a dire che una stampa di 1m di lato debba essere vista da 30cm... Mi chiedo e Vi chiedo: ma perche' ? non per polemica ma per x capire...interessa la tecnologia di stampa ? o c'e' dell'altro ? |
| inviato il 04 Novembre 2023 ore 21:15
“ Mi chiedo e Vi chiedo: ma perche' ? Eeeek!!! non per polemica ma per x capire...interessa la tecnologia di stampa ? o c'e' dell'altro ? „ La foto si guarda nell'insieme, ha poco senso fare pixel peeper, però non capita tutti i giorni di trovare stampe di quelle dimensioni per cui comunque, almeno come curiosità lo trovo normale. |
| inviato il 04 Novembre 2023 ore 21:47
Simone la polemica non è sulla tecnologia impiegata da Gursky per produrre le sue immagini, quello è poco importante, come sapere che pennelli e che colori usavano Raffaello Caravaggio Van Eyck o Hokusai (qualche interesse in realtà lo rivestono). La polemica è sul modo in cui si debbano fruire le immagini ed a me sembra evidente che se qualcuno si è preso la briga di stampare una gigantografia con lo stesso dettaglio di una cartolina ci sarà pure un "senso" in questo, concorrerà anche questo dettaglio a costruire il "senso" dell'operazione altrimenti perché prendersi la briga di scattare con un banco ottico gigantesco ed elaborare poi a Computer svariati gigapixel? Che una foto la si apprezzi nella sua interezza è lapalissiano , ma se essa fosse stampata per essere vista solo nella sua interezza, cioè a tre metri di distanza, perché il Gursky sta a perdere il tempo "in dettagli"? Magari spiegamelo senza sentenze apodittiche Mirko. |
|
Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |