RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

Club dei fotografi 5 bis


  1. Forum
  2. »
  3. Blog
  4. » Club dei fotografi 5 bis





avatarsenior
inviato il 28 Novembre 2023 ore 10:45

La scorsa domenica sono stato a Guastalla a vedere la mostra di Ghirri e alcune foto, che non conoscevo, mi hanno deluso: era un Ghirri agli inizi, sembravano cartoline.


Se tutto va bene, vado domani pomeriggio, prendo apposta un giorno di ferie - e domani è l'ultimo giorno di apertura. Vado nel pomeriggio, sulle 15,30.
Sarebbe la prima volta che vedo foto di Ghirri 'live', l'ho sempre visto soltanto riprodotto sui libri.

Sulla questione 'cartoline' penso sempre più che Ghirri, a dispetto della programmatica intenzione di non sovrastare la realtà col proprio segno artistico (insomma quei vari pittorialismi che si vedevano/vedono in giro), sia un artista concettuale che usa la fotografia rispettando la sua (della fotografia) attitudine a riportare il reale. Ma essendo il reale, in un certo senso, un grande libro da decifrare, il 'reale' di Ghirri è appunto una 'decifrazione' (per lo più mi pare spirituale e affettiva). Questo aspetto concettuale diventa chiarissimo quando si legge il suo pensiero sul bordo bianco intorno alle fotografie.

Poi Ghirri è stato anche un grande scrittore.



avatarsenior
inviato il 28 Novembre 2023 ore 17:25

Sulle foto cartolina ebbi Anch'io la stessa impressione quando vidi la sua mostra alla triennale.di Milano... però Ghirri non è un fotografo qualunque, è necessario dedicargli del tempo per comprendere che alla fine della storia è un fotografo immenso

avatarsenior
inviato il 28 Novembre 2023 ore 17:42




avatarsenior
inviato il 29 Novembre 2023 ore 1:15

Talvolta nell'opera di Ghirri mi accade di scorgere l'assenza d'un carattere ...

quel carattere propriamente d' invisibilità che al mondo l'uomo conferisce, schermandolo con la parola, attraverso il linguaggio; credo che in questo non vi sia alcun aspetto teleologico, è in effetti una Sua attitudine. Un sentimento straordinariamente confuso, ancorché nobile, ad un materialismo radicale.

Ghirri, riuscendo mirabilmente a non parlarne soltanto, fa del mondo una esistenza ... "dolce", mutuando Sartre.
Restituisce la fattualitá, la materia delle cose ... svela l'esistenza stessa liberandola dalle parole (... di qui puó ritenersi, per contro, paradossalmente offuscata la fotografia didascalica ).
Ghirri, al pari di Antoine Roquentin, antepone l'esistenza all'essenza.

Dirá Sartre ricordando la propria adolescenza :

« ... per aver scoperto il mondo attraverso il linguaggio, per molto tempo scambiai il linguaggio per il mondo ».*

Ben dice dunque Felice Cimatti** quando afferma che "anche il realismo più intransigente non smette di essere un realismo parlato."

Ghirri muove invero un realismo possibile e per questo pur discerne, con mirabile tattica, una cosalitá radicale nella fotografia e schermata nella scrittura.

L'osservazione acuta di Canti del Caos, circa "la decifrazione", potrebbe indicare un percorso di riflessione emica ed etica sull'opera di Ghirri, una riflessione quindi sostanzialmente storica ...

Nel condurre tale riflessione potremmo anzitutto tentare
di delineare l'attuale consistenza della documentalitá dell'opera di Ghirri in quanto microstoria ...

Il reinvio palese è a Carlo Ginzburg ***, ed auspicabilmente ad una nostra possibile
opportunitá di "decifrazione doppia" dell'opera di Ghirri, pur sempre salvaguardando una debita, cautelativa distanza da qualsiasi categoria analitica.

Una "lettura lenta" ... , filologica.


[ ... ]


un gentile augurio di buona notte a Voi tutti




_______________________________________________________

* J.P. Sartre "La Nausea" Einaudi,1990 [p.24]

** Felice Cimatti "COSE - Per una filosofia del reale"
Bollati Boringhieri 2018

*** Carlo Ginzburg "Il filo e le tracce - Vero falso finto "
Feltrinelli, 2006 [cap. 13]




avatarsenior
inviato il 29 Novembre 2023 ore 4:06

Inutili sono le contrapposizioni che implicano i gusti personali, specie su di un autore che è marcatamente divisivo, come si può a tutti gli effetti considerare Ghirri.

O lo si adora o gli si è indifferenti, difficile trovare mezze misure.

Come da retorica degna della miglior critica su piazza o di saggisti della materia, si possono fare tutti i migliori riferimenti del caso, spaziando dalla filosofia alla sociologia, vivisezionando la sua opera con accostamenti alla metafisica, allo zen, alla trascendenza, alla poesia visiva, sino alle pù diverse ramificazioni della dialettica elevata ed impegnata...

Ma alla fine sono parole buone per riempire articoli, saggi letterari, articoli e presentazioni e per appagare l'ego dei suoi promulgatori, o degli affabulatori che ci campano facendone loro attività che porta interessi e reddito.... Ma come in tutte le arti visive alla fine sono "chiacchere" che si può tranquillamente portare via il vento.

Ciò che realmente conta sono le opere, e solo quelle alla fine valgono e parlarno.
Contano gli occhi e non le orecchie.

E se per poter a fondo apprezzarne il valore, si deve sentire la necessità di esserne accompagnate o corroborate da tali fiumi di analisi verbali... Ebbene tutta questo personalmente non induce altro che ad alimentare una certa diffidenza di fondo, perplessità che aumentano, con un effetto generale che rimanda paradossalmente a qualcosa di addirittura controproducente nei confronti dell'autore stesso e soprattutto verso le fotografie che ha prodotto.

Ribadisco solo che è un autore che va necessariamente contestualizzato agli anni in cui ha operato.
Le sue immagiini risentono il peso del tempo, la valenza che potevano avere ai suoi tempi non reggono troppo bene la contemporaneità, a differenza di altri.

Inoltre lo si può criticare per un controllo qualitativo piuttosto altalenante.
Nella sua opera si spazia troppo da foto buone ad altre decisamente meno all'altezza, fino a sfociare al banale.
Magari solo con valenza meramente documentativa, e poco più, senza scomodare rimandi metafici-filosofici-esistenziali solo per cercare di elevare la banalità allo stato del'arte, impegnata, e preclusa a chi non ha le carte in regola per poterla "decifrare" ed apprezzare (magari con riferimenti culturali o intelettuali non all'altezza), perchè non è così, specie quando non si tratta del primo o ultimo passante di turno, ma di qualcuno che è ben dentro alla materia.


P.S. - Non era mia intenzione parlare ancora di Ghirri soprattutto con te Last o nel tuo presente thread, ma mi è venuto spontaneamente naturale in relazione a questa pagina dove si è continuato a parlarne, e per controbilanciare gli interventi ci voleva anche una voce più critica e non solo che si esprimessero gli estimatori.

Concludo omaggiandolo con la sua foto che preferisco:

avatarsenior
inviato il 29 Novembre 2023 ore 4:30




avatarsenior
inviato il 29 Novembre 2023 ore 8:43

Volevo approfittare del topic per chidervi cosa ne pensate di questo lavoro in mostra a Bergamo che Galimberti in tono superpolemico ha definito diseducativo e che è esposto accanto ai suoi scatti:

www.coopergorfer.com/work/utopia?fbclid=IwAR3fwd_IcJ4vLsF9RYx00LuHlu7w

Cosa tieni stretto? Dov'è il tuo luogo segreto di appartenenza? Se dovessi lasciare tutto alle spalle e ricominciare da capo, chi saresti? Le tragedie umanitarie continuano a verificarsi, creando immense sofferenze umane. Ma mentre il mondo intorno a noi si sta sgretolando, abbiamo smesso di sognarne un altro? Con protagoniste giovani donne le cui vite sono state colpite dalla migrazione forzata, questa serie parla della perdita dell'utopia e della nostra capacità di sognare di nuovo.


Qualcuno ha visto la mostra dal vero?

avatarsenior
inviato il 29 Novembre 2023 ore 9:56

Vista dal vero ma non saprei che dire, le 2 autrici affrontano un tema molto difficile e attuale.
Non sapevo ne conosco il giudizio di Galimberti, perche' questo lavoro sarebbe diseducativo ?

Quello che noto in generale e' che il fotografo (autore piu' o meno famoso, da quello affermato al fotoamatore domenicale), ha qualche problema a porsi come "puro" spettatore.
Il dubbio e' che, in modo del tutto inconsapevole, si ponga come se il lavoro lo avesse fatto lui Eeeek!!! da cui, se quello che vede trova dei riscontri nella propria visione della fotografia sara' buono, altrimenti no

avatarsenior
inviato il 29 Novembre 2023 ore 10:04

Per semplicità riporto qui, questo lavoro è stato in copertina sulla rivista Il Fotografo e ha commentato così:

l Fotografo una rivista che acquisto sempre e mi piace molto , ho avuto anche l'onore di 2 copertine !
non nascondo oggi lo stupore nel vedere questo terribile e finto ritatto in copertina , frutto della creatività over ragionare che caratterizza ormai molti Fotografi ! tutto finto tutto un giochino con la scala che forse usa il parrucchiere per pettinare il soggetto ! orrore !!!
poi come sempre all'interno i contenuti sono interessanti , ma la cover no no no ???
fotografia finta e diseducativa ...


Alla richiesta di spiegazione di un altro fotografo in mostra ha così argomentato:

... trovo che l'immagine diseducativa perché esteticamente un disastro frutto di un giochino furbo.
? Non mi piace che ad un'immagine così venga dato così risalto perché tutti quelli che si impegnano seriamente nella ricerca in quell'immagine ci vedono una mera scorciatoia all'effimero carico vuoto e senza senso.
? Dal punto di vista della composizione è terribile con delle linee di ritmo che si scontrano ad un certo punto tra di loro e rendono / creano isivamente un risotto incredibile .
? il gioco delle sagome con i buchi é vecchio di anni ed in quel progetto è particolarmente sgradevole nell'estetica finale come ho già scritto sopra.? io la penso così dopo cinquant'anni di fotografia , credo di essere in grado di esprimere un mio giudizio ,poi se non riscontra il parere di tutti va benissimo non si può piacere a tutti indistintamente un saluto cordiale Maurizio Galimberti


l'immagine a cui si riferisce è questa:




avatarsenior
inviato il 29 Novembre 2023 ore 11:10

Dico la mia:

Non sono le mie foto.
Faccio sempre un po' fatica con le foto staged, ma in molti casi le trovo affascinanti pensando al lavoro che c'è dietro.
anzi in alcuni casi ne rimango anche colpito in senso positivo.
Qui faccio fatica.
Mi sembra che ci sia troppa roba.
Sono sempre stato del partito "less is more".
E' evidente che qua il lavoro delle fotografe è quasi superfluo nello scatto e molto complicato nella "scenografia".
Pero' purtroppo non siamo nel mondo di G. Crewdson (che ci mette un mese per uno scatto) o di T. Walker.
Mi sembra onestamente un minestrone con le solite foto furbe in formato molto grande per fare piu' colpo.

Per quanto riguarda Galimberti, e il suo aggettivo usato ( "diseducativo") temo che abbia ragione.
E' chiaro che è un affermazione ad effetto, quasi alla Sgarbi, per farsi notare.
Ciononostante preferisco dichiarazioni "antipatiche" come questa, che portano il giudizio su un altro livello, su un concetto morale ( quasi etico) che la solita aria fritta.


avatarsenior
inviato il 29 Novembre 2023 ore 11:44

Quello che noto in generale e' che il fotografo (autore piu' o meno famoso, da quello affermato al fotoamatore domenicale), ha qualche problema a porsi come "puro" spettatore.
Il dubbio e' che, in modo del tutto inconsapevole, si ponga come se il lavoro lo avesse fatto lui Eeeek!!! da cui, se quello che vede trova dei riscontri nella propria visione della fotografia sara' buono, altrimenti no


E' tutto qui.
Considerato che ai tempi odierni vi sono di pletore di fotografi, di scrittori, di ingegneri, medici, cantanti, filosofi, etc, etc.. il caos impera.
MrGreen

Per quanto riguarda Galimberti, e il suo aggettivo usato ( "diseducativo") temo che abbia ragione.
E' chiaro che è un affermazione ad effetto, quasi alla Sgarbi, per farsi notare.

Sgarbi è un critico, Galiberti è un fotografo. Commentare, o peggio ancora, esprimere un giudizio pubblico negativo (estremamente negativo) al lavoro di un Collega è sempre poco elegante.
Lui faccia il suo e lasci fare agli altri quello che vogliono.
Aggiungo infine che dovrebbe riflettere e pensare se possa lui scagliare la prima pietra..

Per quanto riguarda la richiesta di Matteo posso dire poco.
Non è nelle mie corde e non attira la mia attenzione.

avatarsenior
inviato il 29 Novembre 2023 ore 12:11

Effettivamente, a voler essere "educativa" (ex ducere), dovrebbe indurre ad un Cammino, propriamente quello procurato da un orizzonte costitutivamente dinamico, mutevole [Eduardo Galeano... ] .

Qui si è di fronte piuttosto ad un pastiche, letterario,
affatto linguistico, che arresta l'osservatore, stagnandolo in chiassose immagini caricaturali ... non scorgo complessivamente, nell'intera installazione, alcun contributo autenticamente critico riguardo all'interessantissima proposizione d'intenti ...

"Diseducativo"? Non saprei ...

[ ... ]



Ringrazio Matteo Groppi.



Un gentile saluto a Voi tutti

avatarsenior
inviato il 29 Novembre 2023 ore 12:24

Sono uno di quelli che "solo la diapositiva rappresenta la realta'", eppure.. dopo la repulsione iniziale di 20 sec, non e' stato difficile superare il preconcetto e guardare anche questo lavoro (a Fotografica Bergamo ce n'erano diversi). Il tema trattato e' interessante, legato ad aspetti sociologici e antropologici. L' immagine ha un forte potere comunicativo.
Poi come spesso accade, prendere una singola foto e toglierla dal suo contesto e' un'operazione che ne fa perdere il valore. In questo caso, se non avessi visitato la mostra, vedrei solamente una immagine molto forzata

avatarsenior
inviato il 30 Novembre 2023 ore 3:45

In effetti quando si ha una certa notorietà e attenzione mediatica, ritengo che non necessariamente si debbano sempre usare toni diplomatici ma sia preferibile una certa franchezza nel divulgare un proprio specifico giudizio.

In questo caso mi sembra però che siano ecceduti sia l'autrice che il giudicante.

Il Galimba poteva dare il proprio dissenso utilizzando modi decisamente più signorili, meno accesi, categorici e sprezzanti rispetto un lavoro altrui...
Mentre così facendo si attirano sempre aloni sgradevoli di antipatia, unitamente ad altre negatività conseguenti, vero specchio caratteriale.

Ma come si suol dire signori si nasce, e lui non sembra esserlo, almeno in questo specifico caso.

Quanto a quella immagine, non è altro che un collage realizzato con mezzi contemporanei.

Personalmente la trovo troppa chiassosa, sia nei colori che negli elementi.
Si conferma il detto che il troppo stroppia, e se l'autrice ne avesse tenuto conto, alleggerendo gli elementi inseriti e magari scegliondone di più legati in maniera armonica tra di loro, con maggiore attenzione oltre alle forme ma anche agli accostamenti cromatici, avrebbe potuto realizzare qualcosa di decisamente migliore.

Comunque un qualcosa che non mi dispiace a tratti ne riesco a trovare, analizzandola a mo' di vivisezione e in qualche porzione, mentre valutandola nella sua globalità traspare una certa asprezza nel gusto dell'autrice, con una estetica ancora un po' troppo grezza e che sarà suo compito dover affinare, e non di poco.

Comunque dalle foto di Ghirri a queste proposte... Direi che siamo passati in un sol colpo come giro turistico, dall'Artico in gennaio al Sahara in agosto . MrGreen

avatarsenior
inviato il 30 Novembre 2023 ore 15:29

Volevo approfittare del topic per chidervi cosa ne pensate di questo lavoro in mostra a Bergamo che Galimberti in tono superpolemico ha definito diseducativo e che è esposto accanto ai suoi scatti


Sulla singola immagine la penserei come Galimberti (tra l'altro sembra fatto con IA), però si tratta di una installazione e in fondo ciò su cui 'Galimba' punta l'attenzione è semplicemente un particolare (e lo fa perché è stato isolato su una copertina traendo in inganno sull'opera), probabilmente entrare in quelle stanze e essere investiti da quel pieno iconografico è interessante. Così a occhio direi che preferisco entrare in una stanza coi disegni di Kentridge, però le cose bisogna anche provarle 'live' quindi il mio è un pregiudizio.

RCE Foto

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info)



Questa discussione ha raggiunto il limite di 15 pagine: non è possibile inviare nuove risposte.

La discussione NON deve essere riaperta A MENO CHE non ci sia ancora modo di discutere STRETTAMENTE sul tema originale.

Lo scopo della chiusura automatica è rendere il forum più leggibile, soprattutto ai nuovi utenti, evitando i "topic serpentone": un topic oltre le 15 pagine risulta spesso caotico e le informazioni utili vengono "diluite" dal grande numero di messaggi.In ogni caso, i topic non devono diventare un "forum nel forum": se avete un messaggio che non è strettamente legato col tema della discussione, aprite una nuova discussione!





 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me