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Esiste l'infinito ?


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user198779
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inviato il 27 Maggio 2023 ore 22:24




avatarsupporter
inviato il 28 Maggio 2023 ore 2:57

affermare che non ha senso chiedersi cosa ci fosse prima dell'universo, perche non c'era un prima essendo nato con l'universo lo spazio tempo, la vedo come una scappatoia furbesca della scienza che non puo e sapra mai rispondere

c'é un "prima" altrimanti ci sarebbe stato il nulla e non il vuoto, c'é un tessuto che noi non possiamo concepire dove le fluttuazioni quantistiche potevano e possono ancora agire, e da quelle una ha generato l'universo che conosviamo, e questo tessuto senza tempo e gravita continua a generare universi

user198779
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inviato il 28 Maggio 2023 ore 5:22

www.media.inaf.it/2023/05/24/galassia-passiva-jwst/

user198779
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inviato il 28 Maggio 2023 ore 5:25

www.treccani.it/enciclopedia/infinito_%28Dizionario-di-filosofia%29/

user198779
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inviato il 28 Maggio 2023 ore 5:29

L'infinito non solo fisico o filosofico che poi sono la stessa cosa è cercare se c'è qualcosa oltre il confine della nostra mente senza troppe speculazioni, , se no si potrebbe dire qualunque cosa .

user198779
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inviato il 28 Maggio 2023 ore 5:32

www.adelphi.it/libro/9788845921537


www.lafeltrinelli.it/universo-elegante-superstringhe-dimensioni-nascos

2 testi che non fanno che complicare le cose MrGreen

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 8:46

Ho capito il senso, però dire anche un prima è tecnicamente sbagliato perché con il big bang è iniziato anche il "nostro" tempo...

Partiamo dal discorso di Tonelli linkato da Lomography: se a causare il Big Bang è stata una particella (Bosone o altra ancora sconosciuta), allora la manifestazione dello stato quantico di quella particella è precedente, seppure di un'infinitesima frazione di secondo, alla sua azione che poi ha causato il Big Bang, ma soprattutto: cosa ha reso possibile questa manifestazione, dato che al di sotto di una temperatura che persino per noi è inimmaginabile (e il "vuoto" è praticamente allo zero assoluto) quella manifestazione è impossibile?
Il discorso di Tonelli è molto interessante e sicuramente corretto, ma, come in tutti i discorsi di chi si occupa di queste cose, si guarda bene dall'affrontare questo spinoso aspetto del problema.
In altre parole, il Big Bang è pur sempre il frutto di qualcosa che è sorto una frazione di secondo prima e di cui non sapremo mai come si sia potuto manifestare; che vi siano particelle che compaiono e scompaiono rapidamente da fluttuazioni del vuoto si sapeva da tempo, ma nessuna di queste particelle era un Bosone; per vederne manifestarsi uno ci sono voluti anni di tentativi, e comunque partendo da altre particelle, che quindi si muovevano pur sempre nello spazio-tempo, non si è partiti esclusivamente dal vuoto.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 9:16

L'infinito non solo fisico o filosofico che poi sono la stessa cosa è cercare se c'è qualcosa oltre il confine della nostra mente senza troppe speculazioni

io sono convinto che l'errore fondamentale sia invece proprio quello di prendere la nostra mente come pietra di paragone, e l'esempio più evidente lo abbiamo quando sentiamo dire che "i nostri sensi ci ingannano".
Questa affermazione è assolutamente errata perché si basa ancora sulle convinzioni di filosofi di migliaia di anni fa, che non conoscevano nulla sul funzionamento del sistema percettivo e del cervello e credevano che la mente fosse qualcosa di superiore al corpo, per cui l'errore doveva essere sicuramente dovuto a quest'ultimo.
Ma i nostri sensi sono unicamente un sistema di registrazione di stimoli esterni che poi devono essere decodificati e interpretati, e questo lo fa la mente. Ora, noi che siamo appassionati di fotografia dovremmo capire meglio di altri che l'intero processo è simile a quello fotografico; ciò che i nostri sensi rilevano è simile ad un RAW, mentre la nostra mente è l'operatore di camera chiara (o camera oscura, per chi ancora ha il tatto e l'olfatto registrati su pellicola MrGreen) che elabora il RAW sulla base dei propri ricordi, dei propri condizionamenti sociali e culturali, dei propri desideri, scopi e chi più ne ha, più ne metta.
Per questo già mi fido della scienza solo quando esprime Teorie più volte verificate, mentre invece tendo sempre più a diffidare della filosofia; se avessero continuato a viaggiare insieme tratterei anche la filosofia al medesimo modo, ma negli ultimi secoli queste due discipline hanno preso strade talmente diverse che la filosofia continua ad elaborare unicamente "se stessa" come farebbe un narcisista (tranne, guarda caso, per qualche filosofo della scienza)

avatarsupporter
inviato il 28 Maggio 2023 ore 10:04

si non ha senso parlare di prima, infatti l'ho messo tra virgolette, mi manca una parole per raffigurare il concetto di prima quantistico, ma cerco di spiegarmi

in questo tessuto senza tempo e gravità dove avvengono le fluttuazioni quantistiche che genera gli universi, vero non ha senso parlare di "prima" perché racchiude tutti e due gli stati del tempo passato futuro sono presenti contemporaneamente e si annullano, come il vuoto che ha energia zero perché racchiude tutta l'energia positiva o negativa

in questo tessuto in cui gli universi vengono generati, sono già presenti il passato e futuro in infiniti momenti, come frame di un film un universo che nasce in questo tessuto e già rappresentata tutta la sua esistenza passata e futura contemporaneamente, ma noi che siamo all'interno viviamo invece lo scorrere del tempo, inconsapevoli che il futuro è già scritto

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 10:40

Io invece non sono così convinto che il "vuoto", proprio perché è assenza di spazio-tempo, racchiuda passato e futuro dei vari Universi, ma solo le "possibilità" che questi si manifestino o meno.
Ho l'impressione che, una volta che un Universo si manifesta, la sua storia rimanga comunque qualcosa di estraneo al "vuoto" da cui è uscito e che, quando la sua vita si dovesse concludere e si ripristinasse l'indeterminatezza del suo stato quantico, tutta l'informazione relativa andrà persa senza venire riassorbita nel "vuoto"; questo perché l'informazione stessa richiede, per esistere, uno spazio-tempo che nel vuoto non c'è.

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 11:28

La scienza non dice che prima del big bang non c'era nulla. Dice che le leggi della fisica che conosciamo possono arrivare a spiegare l'universo che conosciamo a ritroso fino a quel punto/momento che chiamiamo singolarità e non è possibile andare oltre.
La scienza non fa filosofia (anzi l'ha uccisa)

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 11:36

Consideriamo che alla fine della fiera agli umani rimane accessibile soltanto la ricerca di una logica assetata di un equilibrio semiotico nel quale incastonare concetti e fisica teorica, che soddisfino un esigenza di congruità anzitutto personale.
Buchi, spazio tempo ecc... ne abbiamo astrazioni ipotetiche più o meno dimostrabili in un 'cortile matematico ma probabilmente non si riuscirà mai a rilevarne una dimensione 'tangibile'.

Comunque l'infinito 'esiste' soprattutto perché non potremo mai dimostrarne il contrario, mentre tutto ciò che sappiamo sono dinamiche evolutive espansive che avvalorano la 'tendenza all'infinito', pur non dimostrandolo. Senza trascurare l'infinitamente piccolo' e la solfa 'tagli, tagli te ne rimarrà sempre un pezzo da dimezzare'... Insomma di robe all'infinito ne abbiamo, mentre ai confini dell'universo (e dell'infinitamente piccolo) ci va di certo la fantascienza e fin troppo spesso...


avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 12:03

Comunque c'è un interessante paradosso nella domanda iniziale del 3d.
Per poter indagare e conoscere qualcosa abbiamo bisogno di conoscerne i limiti (fisici, temporali, comportamentali ecc.), ovvero deve essere "misurabile"; l'infinito è, per definizione, qualcosa che non può avere limiti, ragion per cui si tratta di un concetto ostico per le scienze applicate, che sono impossibilitate a misurarlo e dunque a studiarlo. E' essenzialmente per questo motivo che il concetto rimane fondamentalmente confinato alle discipline cosiddette "pure", quelle cioè che possono muoversi in contesti "astratti" e non vincolati allo spazio-tempo.
Il paradosso è che, al di là di ciò che "esiste" nel nostro spazio-tempo, cioè che possa essere misurato, registrato e verificato, ogni altra cosa che il pensiero umano possa immaginare rimane in uno stato simile a quello del vuoto, ovvero in una sorta di impossibilità di manifestazione di un qualunque stato quantico che ne dimostri l'esistenza.
Attenzione, però, con questa premessa si rischia di finire per prendere per buona ogni idea umana, anche la più ingenua o stravagante, laddove qualche “maestro di retorica” riesca a “provare” che basta il fatto di non poter dimostrare il contrario per renderla possibile.
Esistono particelle ancora più strane del Bosone?
Esiste Dio?
Esistono fate, unicorni e minotauri?
Esiste l'infinito?
...

Sono tutte veramente plausibili queste domande? Meditate gente, meditate... MrGreen

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 12:36

Daniele mi piace come ragioni
Odysseus una cosa esiste perché non si può dimostrare il contrario?
No, hai rovesciato il concetto

avatarsenior
inviato il 28 Maggio 2023 ore 12:48

Credo che l'approccio migliore sia quello possibilista + archivio...

Ovvero, tutto ciò che mi arriva in conoscenza o nozione e non posso confermarlo, per mia incapacità o carenza dati, lo metto in 'archivio'!

Così libero la mente da rimugini inutili... e la tengo libera per le inc..... quotidiane.MrGreen

Di certo non dirò mai a un bambino che il minotauro esiste o l'uomo nero...

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