| inviato il 01 Giugno 2023 ore 1:00
Qua manco una goccia. |
| inviato il 02 Giugno 2023 ore 13:59
“ Trascorsi i primi giorni dello stupore e della paura, dell'emergenza e del dolore, ora sono già i giorni della ricostruzione post-alluvione. Ma anche della rabbia, delle recriminazioni, delle speculazioni politiche e della ricerca dei capri espiatori. Dall'evento eccezionale, di cui non si ha memoria e traccia negli annali, all'evento di ordinaria amministrazione che si poteva evitare se solo si fosse… è stato un attimo. Il dibattito pubblico ha perso completamente di vista il punto di partenza: i due eventi estremi ed eccezionali che si sono succeduti nell'arco di 15 giorni nello stesso territorio, prima l'1-3 maggio e successivamente il 16-18 maggio in forma ancora più drammatica. „ di cui non si ha memoria e traccia negli annali “ Proprio a Ravenna, capitale simbolica di quell'area d'Italia, all'incrocio tra via Cavour e via Salaria è possibile fare un tuffo nel passato andando a leggere una piccola lapide nella quale si trova la seguente iscrizione: «Addì 28 maggio 1636 sin qui l'acqua arrivò». È il ricordo della peggiore inondazione della città, avvenuta proprio la notte tra il 27 e il 28 maggio di 387 anni fa, quando l'acqua dei fiumi Ronco e Montone sommerse la città per oltre due metri, dopo sei giorni ininterrotti di pioggia. Il livello delle acque raggiunse il secondo piano delle case, e le strade si trasformarono in veri e propri fiumi, tanto da dovere costringere i soccorritori a mettere in salvo gli abitanti caricandoli su barche. Le cronache dell'epoca raccontano con il linguaggio di quel tempo: «Quando cominciò apparire il giorno si videro le povere famiglie con li loro figlioli su li tetti delle loro case; et si sentiva voce rauche e lamentevole chiamare aiuto, dal cielo e dalla terra; era cosa di straordinario terrore» „ Non è che costui si è perso qualcosa? |
user198779 | inviato il 02 Giugno 2023 ore 16:05
In che senso? |
| inviato il 02 Giugno 2023 ore 16:55
All'epoca non c'era Greta, questo vuole dire Nitigius |
user198779 | inviato il 02 Giugno 2023 ore 17:59
Non c'erano nemmeno gli argini. |
| inviato il 02 Giugno 2023 ore 18:45
Al link sotto la sintesi di un'analisi fatta sull'evento recente in ER. Lo studio è stato eseguito da un network di centri di ricerca UK e FR che si occupano di eventi meteo-climatici eccezionali. In sintesi si è trattato indubbiamente di un evento eccezionale con frequenza stimata di 1/200 anni, insomma proprio nella coda della distribuzione di probabilità. Però i risultati delle analisi NON supportano l'ipotesi che l'evento sia attribuibile al cambiamento climatico. Detto difficile, significa che la distribuzione di probabilità di questo evento è la stessa che caratterizzava il clima nell'area all'inizio del secolo scorso. E quindi? E quindi la politica, quando parla di questo evento, non dovrebbe soffiare sul fuoco del climate change tipo ultima degenerazione, ma spiegare ai cittadini, visto che si tratta di decidere come spendere i soldi pubblici, come intende fare prevenzione per proteggere i cittadini pianificando uno sviluppo più adeguato di quel territorio. Unica critica che mi sento di fare alla metodologia dello studio in questione è che per valutare se l'evento sia attribuibile al cambiamento climatico sono stati utilizzati prevalentemente dati ottenuti da modelli meteo climatici. Mi sorprende quindi che per questa parte dello studio non ci siano sufficienti dati sperimentali raccolti. Sarà interessante vedere altri studi simili e quali risultati otterranno. www.worldweatherattribution.org/limited-net-role-for-climate-change-in |
user198779 | inviato il 02 Giugno 2023 ore 18:55
Sono d'accordo eventi così rari non fanno statistica. |
| inviato il 02 Giugno 2023 ore 18:57
Beh no, fanno statistica, tant'è che occupano una posizione nella coda a estrema dx nella distribuzione delle probabilità. Chiaramente non è ovvio che le infrastrutture siano progettate per sopportare eventi così rari. Esistono le mappe del rischio idrogeologico, ma non sono sicuro che esistano anche le mappe del rischio socio-economico associato a ciascuna di quelle aree. Adesso ne abbiamo un esempio, se vogliamo imparare. |
| inviato il 02 Giugno 2023 ore 19:13
“ Non c'erano nemmeno gli argini „ Quel cataclisma indusse l'allora governo pontificio, di cui la Romagna faceva parte, ad avviare un grande piano di interventi idraulici, che previdero, tra l'altro, la riunificazione dei due fiumi che causarono l'inondazione e la costruzione di un canale di congiungimento della città al mare (ultimato verso il 1737), cui venne dato il nome dell'allora papa Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini. Come si vede, lo Stato della Chiesa era in fondo molto più illuminato e moderno di quanto gli storiografi risorgimentali hanno fatto credere nei loro testi. Va peraltro ricordato che se Ravenna si è salvata dal totale allagamento della città durante l'attuale alluvione, lo si deve proprio agli interventi idraulici disposti dall'allora legato apostolico in Romagna, il cardinale piacentino Giulio Alberoni (1664-1752). Circostanza che, a onor del vero, ha ricordato lo stesso sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, in un videomessaggio dei giorni scorsi rivolto ai suoi cittadini in cui ha descritto nei dettagli la dinamica degli allagamenti. “ Però i risultati delle analisi NON supportano l'ipotesi che l'evento sia attribuibile al cambiamento climatico. „ +1 Si perché il nostro "smemorato" poi si lancia in un pistolotto sui cambiamenti climatici di origine antropica. |
user198779 | inviato il 02 Giugno 2023 ore 20:08
Ravenna si è salvata perché i fiumi hanno esondato tutti appena arrivati in pianura e la fiumana ha perso forza, a valle delle città inondate il livello dell'acqua era più basso dell'ondata di 15 giorni prima dove solo Faenza era stata sommersa. L'acqua non ha rotto gli argini gli è proprio passata sopra. Mercoledì e stamattina sono andato in collina con la MTB per vedere di raggiungere una mia casa a 600 metri slm tra Predappio e Rocca San Cassiano mercoledì dal versante di Predappio fiume rabbi e oggi dal versante di Castrocaro terme fiume Montone e non c'è più nessuna strada che arriva su nemmeno a piedi si riesce. Il paesaggio in certi punti è irriconoscibile da quello che ho visto posso dire che giù a valle alla fine poteva essere molto peggio. Per quanto riguarda il cambiamento climatico che sia naturale o colpa nostra è evidente che ci sia. |
| inviato il 02 Giugno 2023 ore 20:58
E si, oltre 300 mm di pioggia in breve tempo equivalgono a 300 kg/m2 di peso. L'appennino è composto da terreno di sedimentazione piuttosto sciolto per cui già solamente il peso dell'acqua lo manda in crisi se poi consideriamo che lo ha imbevuto e quindi ha ridotto l'angolo di taglio (io lo chiamo angolo di frana) è naturale che sia successo il disastro. Che per altro non ha grosse soluzioni. Discorso diverso per gli allagamenti in pianura provocati dalla enorme quantità di acqua precipitata sull'appennino. Il cumulo di acqua precipitata in pianura, da solo, non avrebbe fatto danni. In pianura devono essere riviste le sezioni dei fiumi e le golene. Di norma bisogna prendere le massime portate durante l'evento calamitoso e ridimensionare le sezioni ( o l'altezza degli argini) mantenendo un ampio margine di sicurezza. In questo caso alzare solo l'altezza degli argini non basta. Questa è la regola. it.m.wikipedia.org/wiki/Angolo_di_resistenza_al_taglio |
user198779 | inviato il 02 Giugno 2023 ore 21:26
Si a Conselice è arrivata 2 o 3 giorni più tardi per l'inalzamento dei canali e dei fossi che hanno invaso i campi e i paesi. Qui si che ci sono delle colpe per non aver allertato le popolazioni dei paesi della bassa Romagna. |
| inviato il 02 Giugno 2023 ore 22:10
Toglietemi una curiosità: Ho letto e sentito che in ER, parlando di infrastrutture per la protezione dal rischio idrogeologico, NON sono stati realizzati nel corso degli anni i bacini di laminazione (inizialmente previsti) che dovrebbero mitigare le conseguenze di questo genere di fenomeni. Questa informazione è vera oppure no? |
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