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Se devi spiegare una fotografia, vuol dire che non è venuta bene


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avatarsenior
inviato il 24 Marzo 2023 ore 22:25

o forse non è così?

smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2023/03/21/stephen-shore-m

avatarjunior
inviato il 24 Marzo 2023 ore 22:55

Vorrei precisare che dipende dalla finezza del filtro di lettura. Come per gli scrittori di racconti brevi. Ci sono i bravissimi e c'è David Foster Wallace.
In pratica con diversi livelli di comunicazione e significati come trame nel medesimo ordito.
Se si vuole arrivare all'essenza magari non noti alcuni particolari importanti ma ne cogli altri.
La "sensibilità" è per occhi allenati.
Quindi ai più serve la descrizione, o non vogliono sforzarsi.

avatarsenior
inviato il 24 Marzo 2023 ore 23:03

Non è vero. La didascalia è necessaria, a meno che non si fotografi il Colosseo a mezzogiorno, col sole a picco. Però anche in questo caso e forse soprattutto in questo caso una spiegazione andrebbe data.

avatarsenior
inviato il 24 Marzo 2023 ore 23:04

La fotografia è come un figlio: tu la crei, ma poi lei va con le sue gambe e con la sua dignità libera per il mondo. Tu puoi solo darle il meglio di te stesso, ma non puoi vivere la sua vita. E la sua vita è fatta di tutti i significati che ella incontrerà negli occhi di chi la vedrà e nessuno di tali significati sarà più vile o più nobile degli altri, inclusi i significati di colui che la foto l'ha creata.
Non caricate le vostre fotografie delle vostre aspettative, amatele per ciò che per voi rappresentano, senza che questo le incateni a voi come ne foste i padroni.
Se spiegate le vostre fotografie, le state piegando alle vostre aspettative e alla vostra visione, invece di lasciarle libere di essere se stesse in infinite coscienze e infiniti significati.

avatarjunior
inviato il 25 Marzo 2023 ore 8:49





Circostanziare questa ad esempio serve.

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2023 ore 8:57

"Un essere umano evapora nel fisico per condensare nello spirito di altri esseri umani lì presenti: è il Musou Tensei"

Questo mio significato non ha nulla di più nè di meno del significato che ci vede chi ha fatto la foto o di chiunque altro la veda e la interpreti.

Certamente, talvolta gli esseri umani e così pure le foto, devono lavorare e non possono fare sempre e solo quello che vogliono. Ecco che allora ogni tanto una foto viene usata per descrivere un accadimento. Ma questo non la riduce a questo unico ruolo. Il geometra è un essere umano che 8 ore su 24 per 5 giorni su 7 FA quel lavoro, non E' quel lavoro.

È la fotografia che illustra la didascalia e quando lo fa le si sta semplicemente facendo fare un lavoro.

avatarjunior
inviato il 25 Marzo 2023 ore 9:15

Questo è un limite della lingua occidentale. La definizione univoca dello stesso vocabolo in situazioni diverse.
Es. Uomo, padre, figlio o mano, pugno.
Nei linguaggi coi simboli il nucleo centrale rimane cambia solo l'appendice.
Quindi ci sarà uomo, uomo-padre, uomo - piccolo, uomo- figlio etc.
Dai noi il geometra esclude l'essere umano, tant'è che dottore rimarrà sino alla morte.

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2023 ore 10:19

aggiungo un'osservazione che mi pare possa integrare quanto scritto sopra e nell'articolo di Smargiassi.
Ho recentemente letto un intervento di Andrea Savorani Neri sul libro 'PhotoPaysage Il paesaggio inventato dalla fotografia'.
Savorani presenta un suo lavoro fotografico intitolato 'Saluggia No-see zone ' dedicato alle aree nucleari in Italia
un paesaggio, uno spazio, un'architettura, al limite degli impianti e dei macchinari industriali che sono l'unico referente visibile di quel che non si vede: la radioattività
.
Porta alcuni illustri esempi di fotografia dell'Invisibile. Uno è il libro di Joel Sternfeld On This Site raccolta in cui Sternfeld riprende luoghi e paesaggi per lo più anonimi ma che furono teatro di eventi significativi nella storia degli Stati Uniti: ad integrare la costruzione del senso di quelle immagini è un breve testo accompagnatorio (
una fotografia mostra semplicemente un terreno vuoto, un orizzonte che lascia intuire un'attività industriale e un cartellone che recita "it's the nature of our business" sull'immagine di fondo idillica e ovattata di un paesaggio naturale in cui si muovono due bambine. Soltanto il testo, in cui si spiega che Handford ha chiuso nel 1988 e che da allora è in corso un massiccio sforzo per ripulire il sito militare [dal plutonio] ci permette di attribuire un significato specifico
.
Altro esempio è il libro di Taryn Simon intitolato The Innocents ritratti di persone ingiustamente condannate sulla base di evidenze fotografiche successivamente rivelatesi infondate, dove ad ogni fotografia è affiancata una breve legenda.
Altro libro fotografico portato ad esempio è Our Lives And Our Children di quel Robert Adams che viene citato nell'articolo di Smargiassi come
uno dei sostenitori più convinti della teoria della assoluta autosufficienza del messaggio fotografico
. Si tratta di una serie di ritratti in bianco e nero scattati per lo più nei pressi di un centro commerciale con classico approccio street photography .
La serie non contiene il minimo elemento che possa permettere di individuare un tema dominante, un filo conduttore ben preciso. L'elemento discriminante è racchiuso nelle parole che costituiscono il sottotitolo dell'opera:
Photographs taken near the Rocky Flats Nuclear Weapon Plant .
Il libro è accompagnato da una breve introduzione ed un succinto testo di chiusura di Adams sul ruolo dell'industria militare basata a Denver, Colorado, in cui si evocano i vari incidenti avvenuti
.

Viene anche citato un libro fotografico a mio avviso bellissimo (per inciso molto più bello, a mio modesto avviso, delle foto dell'Andrea Savorani Neri sui siti nucleari italiani che accompagnano il suo articolo), si tratta de American Power di Mitch Epstein


avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2023 ore 10:59

Mi scuso per l'insistenza sul libro di Mitch Epstein ma mi sembra in tema per la discussione postare qui il collegamento a questa conferenza dove Epstein non ha remore nel 'dilungarsi' quasi per un'ora ad illustrare e fornire spiegazioni e specifiche per molte delle foto incluse nel suo libro American Power .
In barba a quelli che non reputano opportuno affiancare parole alle immagini Epstein fornisce tutta una serie di dettagli e narra vari aneddoti e circostanzia ogni foto, devo dire che ne ho ricavato un grande piacere.
Intendiamoci, a mio avviso il libro e le foto sono bellissime anche senza alcun testo, sono pregevoli e si fanno apprezzare anche senza le parole della conferenza. Semplicemente il testo della conferenza, in gran parte letto da Epstein, fornisce ulteriori agganci e livelli di lettura, a volte sottolineano particolari su cui magari avremmo sorvolato, tanto più utili non avendo il libro nelle nostre mani ma osservando le foto in proiezione.

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2023 ore 11:10

La fotografia va' spiegata per x motivi a prescindere, più che altro direi che se non esiste una spiegazione allora non è una buona fotografia.

avatarjunior
inviato il 25 Marzo 2023 ore 11:18

Mi dispiace ma:

"Se devi spiegare una fotografia, vuol dire che non è venuta bene"

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2023 ore 12:59

Stupidaggini... perchè anche quelle di Bresson devono essere spiegate altrimenti si banalizza lo scatto. È nella mentalità comune pensare che uno scatto riuscito non abbia bisogno di spiegazioni e questa è pura eresia. Ma in fondo ognuno è libero di pensare quello che vuole...uno scatto che non necessita di spiegazione sarà uno scatto banale, ma che comunque necessità ugualmente un briciolo di didascalia. Sfido chiunque a capire i progetti di grandi autori senza aver letto qualcosa inerente al progetto stesso o senza un cenno. Magari si apprezza ugualmente ma non al 100%.

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2023 ore 13:06

Articolo bellissimo e molto interessante (ma è Smargiassi, non è che lo scopro adesso).

Io ho già detto tante volte cosa penso di quella frase di Ansel, che è peggio della gramigna e mi piace sempre ricordare che una tal Dorothea Lange affermava l'esatto opposto.

Shore oltretutto mi piace tantissimo, noto tra l'altro che certi suoi virgolettati nell'articolo potrebbero scatenare un'altra guerra forumistica niente male.. libro da comprare, comunque.

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2023 ore 13:12

il primo libro di Shore citato da Smargiassi già lo possiedo, vedrò di procurarmi il secondo citato

user109536
avatar
inviato il 25 Marzo 2023 ore 13:16

Ma di che tipo di fotografia state parlando? Perché mi sembra evidente che ci sono fotografie facili ( es paesaggi ) e meno facili ( es astratto) da capire. Avviene lo stesso nella musica e nell'arte. Ma poi bisogna essere coscienti del fatto che opere apparentemente facili da capire contengono cose che solo l'autore o chi lo conosce bene può spiegare. Pensate solo a cosa sta dietro alle musiche orecchiabili di Mozart. Quindi testi o spiegazioni per me sono sempre interessanti

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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