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Bravura, successo, fama sono (s)collegati?


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avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 9:11

Come da titolo bravura, successo, fama sono (s)collegati?
Non mi riferisco solo agli ambienti preposti ma anche al mondo social che oggi tanto sembra aver valenza?

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 9:32

Da quel che vedo ultimamente, vince molto spesso la bravura a vendere sé stessi (con successo e fama conseguenti), piuttosto che la bravura nella specifica disciplina.
E da quando sono in giro i social, questa tendenza è aumentata a dismisura.

user126772
avatar
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 9:46

hai dimenticato il c*lo, inteso come fortuna, naturalmente.

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 9:58

Nella maggior parte dei campi bisogna essere "bravi a vendersi" più che "bravi a fare le cose".
Poi, quando si va "sul tecnico" si distinguono quelli "bravi" dai somari.

Esempio: la settimana passata un consulente ha rilasciato direttamente in produzione il suo lavoro, senza farlo passare dall'ambiente di test, senza averlo provato seriamente, senza dire nulla a nessuno ... lavoro che ovviamente non funzionava ed ha causato non pochi problemi e poi si è presentato "ho bisogno che facciate questo e quello" ... ecco, lui si è venduto bene, ma definirlo somaro è già fargli un complimento.

Io, quando gli ho parlato, gli ho fatto presente che è fortunato, perché lui è a Genova e io a Ferrara, altrimenti sarei andato a cercarlo con la mazza da baseball e gli avrei spiegato i principi secondo i quali si rilasciano le novità.

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 10:48

Finche' si riescono a distinguere bravura, successo, fama come cose distinte, nessun problema. Si potra' discutere nei casi piu' specifici, se e come questi aspetti siano collegati.

Il problema e' che oggi, tra i manager delle industrie ad esempio, considerati "bravi" sono quelli che stanno perennemente sui social (linkedin, twitter,..), magari a giocare a golf..

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 11:24

Basta pensare a quanti, bravissimi, hanno visto riconosciuto il valore di quel che facevano solo dopo decenni, magari post mortem, per capire che essere bravi a fare qualcosa (quasiasi cosa) di per sé non garantisce il successo.

Dopo di che distingurerei tre casi tra chi invece il successo ce l'ha avuto:
1) chi è bravo a fare qualcosa che in quel momento ha grandi possibilità di affermazione e di mercato, e riceve molti riconoscimenti anche senza essersi mai preoccupato di promuovere il suo lavoro e non ha neppure scelto il suo campo di specializzazione in base alle prospettive future, ma solo seguendo i suoi interessi culturali (=kulo)
2) chi oltre a essere bravo, magari in un campo nel quale c'è pure parecchia concorrenza e lavorando in modo solido e intelligente ma non particolarmente geniale e/o innovativo però ha saputo vendersi bene (= parakulaggine benigna, non c'è niente di male a sapersi proporre nel modo giusto)
3) chi, pur non avendo nessun talento particolare nel suo lavoro, anzi, pur essendo scarsino scarsino, è però un genio dell'autopromozione (= parakulaggine maligna, perchè è gente che toglie ossigeno a quelli bravi che davvero meriterebbero)

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 14:12

Conta solo quanto sai sgomitare.
La bravura è un optional



avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 14:28

Il genio incompreso è una figura ricorrente e fasulla, usata quasi sempre per giustificare il fallimento. Esiste, ma uno su centomila, a voler essere generosi. Se sei incompreso, fatti capire .
Se sei bravo, devi frequentare l' ambiente giusto, che è quello dove si pratica l' attività in cui sei bravo, senza la spocchia di chi si crede ' sto caxxo, spocchia che ti impedirà sia di migliorare che di confrontarti con gli altri. Sei sei bravo e disposto ad impegnarti emergerai.
Se io fossi un pianista coi controfiocchi e suonassi solo in casa o con i pochi soci del club di mutuo incensamento, una volta vecchio non potrei maledire la malasorte che mi ha impedito di arrivare al successo.
Dovrei partecipare a concorsi, ad eventi cominciando da quelli meno noti e pronto ad accettare stroncature anche cattive.
Molti anni fa un amico mi chiese quale fosse la via migliore per diventare un fotografo professionista. Gli risposi " andare a lavare i pavimenti nello studio di un professionista".
Non fui capito.

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 14:53

quando li avrò raggiunti ti saprò rispondere ;-)

avatarsupporter
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 15:35

successo e fama sicuramente no, la bravura consiste anche nel sapersi vendere

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 16:16

QUANDO IL CUL CON LA RAGION CONTRASTA, VINCE IL CUL, LA RAGION NON BASTA.

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 16:29

Kwlit: lasciamo da parte i geni, che sono una categoria a parte e, come giustamente dici, sono davvero pochi.
Parliamo invece di persone di talento che non hanno avuto grandi riconoscimenti, o perlomeno non tutti quelli che avrebbero meritato. A volte lo hanno fatto perché hanno preferito concentrarsi sul loro lavoro e hanno trascurato l'autopromozione perché si tratta di un'attività che porta via tempo ed energie, e chi ha una vera passione per la propria attività trova deprimente dover distogliere tempo ed energie da qualcosa di appassionante per dedicarla a qualcosa (promuoversi) che trova noioso e deprimente. Hanno raggiunto comunque un assestamento professionale, non muoiono di fame, vivono del loro lavoro e a loro va bene così. Può darsi che a loro ogni tanto roda il fatto di guadagnare meno e avere meno riconoscimenti di altri meno bravi, ma in fondo hanno capito che ll vita va così e se la fanno andar bene.
Ecco, non confondiamo queste persone con altri che nella loro attività sono delle pippe, non se ne accorgono neppure e passano il tempo a piangersi addosso per la loro amara sorte che li relega, per l'appunto, nel regno delle pippe sfigate e frustrate.
Sono due cose diverse.
Poi ci sono le pippe nella professione ma maghi dell'autopromozione che passano tutto il tempo a far danni all'umanità e che, coi tempi che corrono, non ci toglieremo mai dalle palle. E pazienza, cerchiamo di contenerli, quando si può.

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 17:18

Miopiartistica
Torniamo al pianoforte: il nostro non dovrebbe arrabbattarsi, leccare o quant'altro.
Gli basterà fare quello che gli piace: suonare ai concorsi musicali. Se fosse davvero bravo, non avrebbe bisogno d' altro. È il mediocre che si deve arrabbattare. Idem con la fotografia: ci si fa conoscere con piccole mostre, si partecipa al giornale locale e via così. Se uno fosse bravo , andrebbe avanti. Il problema sorge quando sei bravo cone tanti altri. Allora si, ci vogliono conoscenze nel settore, raccomandazioni, occasioni ecc .
All' epoca non credo che per entrare a far parte della Magnum occorressero raccomandazioni: erano i soci ad esaminare i servizi proposti e decidere. Se il campo di attività è infarcito di politica e finanziamenti pubblici, cito a caso la RAI ed i giornali, allora si. Ma anche qui essere bravi aiuterebbe: alla RAI assumono un giornalista di destra, uno di sinistra e uno bravo.
Per affermarsi nella professione, qualunque essa sia, occorre essere bravi nello specifico, ma anche nel relazionarsi con le persone, cioè trovare i clienti e soprattutto farsi pagare, però dopo. Prima occorre la bravura.
Quando ci presentiamo per intraprendere una attività che ci appassiona, chiedere quanto sarà la retribuzione significa partire col piede sbagliato. La retribuzione è importante, ma verrà dopo. Quando quelli che ti pagano si renderanno conto della tua bravura, non ti vorranno certo perdere, sempre che lavorino coi soldi loro e non coi soldi pubblici.
Poi, per carità, ci può essere sempre la sfortuna, ma non è così diffusa molti falliti vogliono far credere, in primis a loro stessi .
Ormai sono vecchio e ad età avanzata capita spesso di ripensare al passato e soprattutto alle cose che non sono andate come uno avrebbe voluto. Cioè ai fallimenti. E, a bocce ferme, ho concluso che quando è andata male, la mia parte non è stata trascurabile.

user204233
avatar
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 18:06

Il titolo di questo topic mi ha fatto tornare in mente "Unposted", mi sono quindi visto il trailer su YouTube, ho fatto uno sforzo (c'è Fedez) e me lo sono visto per la prima volta.

avatarsenior
inviato il 12 Febbraio 2023 ore 18:35

Quel che volevo dire è che per molti conta di più la soddisfazione di fare qualcosa di buono che non i riconoscimenti che arrivano. Ovvio che da quel che si fa ci si deve guadagnare da vivere, però stressarsi per diventare una star potrebbe essere un pessimo affare: vita di merda, problemi di salute (mal di stomaco, depressione eccetera). Quindi alla fine la gratificazione non viene (per come la vedo io) dai risultati più o meno eclatanti che uno può ottenere, quelli può darsi che arrivino oppure no, forse arriveranno cose più modeste, dipende da tante cose. La gratificazione (sempre per come la vedo io) viene soprattutto dal fatto di poter fare tranquillamente le cose che ci piace fare senza che nessuno ci scassi li cabasisi (© Montalbano). Ovviamente altri la penseranno molto diversamente...

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