| inviato il 07 Gennaio 2023 ore 10:56
Aggiungerei che spesso ci si rifugia nella nostra comfort zone...
Voglio dire.. quando trovi una procedura/set-up che sembra funzionare, di solito ci si "addormenta" li.
Per esempio, il sottoporre le mie fotografie ad una AI a volte mi ha dimostrato che la mia comfort zone e' una trappola.
Certamente il risultato e' sufficiente. L'osservatore resta appagato dalla fotografia che ho fatto.
Ma io sono fermo.
L'AI mi ha dato nuovi spunti per cambiare.
E' etica l'AI in street? NO, scommetto che la maggior parte direbbe di no.
Invece se ci riflettete....credo la risposta non sia cosi' scontata. |
| inviato il 11 Gennaio 2023 ore 20:42
“ un collega più esperto mi disse: "ma secondo te, chi scrive un libro va avanti così senza mai cancellare nulla, oppure: rilegge, cambia, migliora, sposta, aggiunge quello che scrive e quello che ha scritto?" „
Molto bella l'osservazione di Alessandro Di Meo. |
| inviato il 20 Gennaio 2023 ore 15:21
La questione posta non mi pare cosi banale.
Se il risultato viene ottenuto dopo, sulla base del numero elevato di scatti e della possibilita' del ritaglio, viene da chiedersi cosa abbia visto l'autore al momento dello scatto e perche', proprio in quel preciso momento, abbia premuto il pulsante...
In altre parole sara' in grado di "vedere" a posteriori quello che gli e' sfuggito prima o durante la ripresa ?
Ma, ..in caso l'operazione fotografica consista in un mero esercizio di stile, qualcosa di buono su cui lavorare si trova... |
| inviato il 20 Gennaio 2023 ore 17:08
Se ascoltate il tema dell'Inno alla Gioia resterete colpiti dalla meravigliosa semplicità e spontaneità con la quale procede la musica. Però pare che Beethoven prima di arrivare alla stesura definitiva ne abbia studiate parecchie varianti... A volte (ma mi verrebbe da dire quasi sempre) la spontaneità non è un punto di partenza ma un punto di arrivo.
Anche quando sembra non sia così: Mozart invece scriveva di getto e non ha praticamente mai fatto brutte copie. Ma questo perchè, da quel che ne sappiamo, pare fosse in grado di elaborare tutto nella sua testa e scrivesse solo quando tutto gli era ben chiaro. Il che non significa che si alzasse la mattina e "trallallero trallallà" gli venisse in mente una Sinfonia e la scrivesse di getto.
Mutatis mutandis: un fotografo con mano fermissima, grande esperienza e grande cultura dell'immagine può darsi inquadri, esponga e colga in un solo scatto il momento giusto: foto perfetta.
Uno con mano non così buona, qualche dubbio riguardo alla concezione del soggetto e meno tempestivo magari fa varianti da molte angolazioni diverse, sta un po' largo e poi croppa un pochino e spara a raffica: magari una cinquantina di scatti. Poi va a casa, ci ragiona sopra, sceglie la foto che va meglio e ci fa tre ore di PP. Risultato: anche in questo caso, se è bravo, foto perfetta.
Ovviamente sono due casi limite e sono possibili (e probabili) molte vie di mezzo. |
| inviato il 20 Gennaio 2023 ore 17:59
Se Weston avesse eventualmente fatto un centinaio di pose per arrivare alla sua "Cabbage Leaf", sono piuttosto convinto che la riterrei comunque un capolavoro.
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| inviato il 20 Gennaio 2023 ore 18:37
Senz'altro, anche ne avesse fatte 500 o 1000.
Ma il concetto e' che aveva posto la sua attenzione sui cavoli, poi si e' messo a riprenderli per esprimere cio' che l'oggetto aveva suscitato in lui.
Se avesse visto la foglia come particolare di un'altra foto, da lui stesso scattata, su cui era stata impressionata che so, una veduta paesaggistica, ne avrebbe tratto lo stesso capolavoro ?
(mettiamo pure che gia' allora fosse stato tecnicamente possibile).
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| inviato il 20 Gennaio 2023 ore 18:57
Simone Rota È improbabile. Ma scusami se mi sfugge il paragone. Non vedo l'attinenza di un ritaglio(se capisco bene) nel confronto con il numero degli scatti. Sarà certamente un limite mio. |
| inviato il 20 Gennaio 2023 ore 20:07
Numero scatti e crop sono 2 cose diverse, questo e' vero.
Riferiti al post iniziale, per come l'ho inteso (magari erroneamente, non so..) avrebbero una radice comune: la fase di ripresa viene effettuata con lo scopo di avere la base piu' ampia possibile, sulla quale poi estrarre delle foto.
Mi pare l'esatto contrario di quanto viene spiegato dai grandi maestri della fotografia: il click e' solo l'atto finale di quello che e' stato "previsualizzato". (imho ovviamente, anche su questo mi potrei sbagliare)
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