| inviato il 11 Gennaio 2023 ore 18:00
Ci si prova @Last, ci si prova… |
user204233 | inviato il 11 Gennaio 2023 ore 18:20
“ comunichi qualcosa a chi guarda. „ Non è detto, sia perchè non è certo che il "messaggio" venga recepito dal "pubblico", sia perchè non è detto che il target di riferimento sia stato ben individuato e, in seconda istanza, centrato. Al contrario, evidentemente, non c'era alcuna volontà di comunicare alcunchè. |
| inviato il 11 Gennaio 2023 ore 20:47
Allora, Lastprince... e' esattamente quello che avevo in mente... in quel paesaggio non succede nulla, ma la foto e' interessante. Mettici una famigliola che fa picnic ed il paesaggio si trasforma in:" famiglia al mare" Max, anche per me la fotografia era esco e scatto a cio che mi piace. A furia di fare fotografie "di servizio", scatti artigianali, oramai per me e' diventato vitale scattare per l'osservatore. Il punto chiave (quasi mai raggiunto come vorrei) e': non e' importante cio' che fotografo, non e' importante cosa ne penso io, e' importante cosa pensera' chi guardera' la foto. Perche' in fondo in fondo, la foto si scatta per il terzo, che non e' presente, e che dovra' capire guardandola cosa volevi raccontare. Il motivo per cui hai scattato... |
| inviato il 11 Gennaio 2023 ore 22:23
@salt capisco ed è vero che un lato narcisistico è innegabile. Tuttavia io scatto davvero tantissimo. Almeno una cinquantina di foto al giorno, che è qualcosa di pazzesco come occupazione memoria. Eppure ... di moltissimi scatti che faccio sono pochissimi quelli che poi pubblico, e di quelli che non pubblico la maggior parte non la cancellerei mai perché dicono qualcosa a *me*. Mia moglie dice che quando capitano due o tre giorni che non posso fotografare mi viene il blues... Scattare foto mi rilassa tantissimo. Inoltre io quasi mai rivedo le foto che ho scattato appena tornato a casa. Quasi sempre le lascio nell'HD anche per MESI, in alcuni casi Anni. Perché quando finalmente apro la cartella è come se facessi un salto temporale e me le riguardo ad una ad una ricordando persino cosa pensavo mentre le scattavo. Per me è una sorta di "viaggio nella mia memoria". Scatto quasi solo per me, e poi ovviamente quelle che penso più significative anche per uno spettatore, le posto. È una forma di feticismo che ho anche coi libri, con i dischi, con alcune riviste. Una specie di tsundoku per tutto ciò che mi piace ... |
| inviato il 11 Gennaio 2023 ore 22:50
Fontana avrebbe salvato quella, qualcun altro forse questa...
 ad ognuno il suo paesaggio?! |
| inviato il 12 Gennaio 2023 ore 15:48
“ Interpretare un paesaggio, qual'è il limite? „ Il limite è solo nella nostra creatività/fantasia.... Perchè ci dovrebbe essere un limite ...?? L'arte non può e non deve essere imbrigliata o soggetta a regole... e la fotografia è Arte, Creazione e tanto altro......... Tutte frase fatte le mie, ma secondo me ci stanno bene.... |
user109536 | inviato il 12 Gennaio 2023 ore 16:23
Concordo con Orablu e che ognuno si esprima come meglio crede, succede in tutte le forme d'Arte. |
| inviato il 12 Gennaio 2023 ore 16:30
“ @Madrano Concordo con Orablu e che ognuno si esprima come meglio crede, succede in tutte le forme d'Arte . „ E le "cartoline" dove le mettiamo? |
| inviato il 12 Gennaio 2023 ore 17:03
“ E le "cartoline" dove le mettiamo? Cool „ Nelle buche delle lettere...!!?!! (si caxxeggia un po...) |
| inviato il 12 Gennaio 2023 ore 17:16
@orablu Secondo me come dicevo, questa discussione non riguarda tanto quello che fai prima o durante la foto, che effettivamente riguarda la soggettività di ciascuno che non va certo imbrigliata, quanto poi a tergo una tassonomia che può al limite servire per discutere delle opere. Ad esempio i neotopografi sono paesaggisti ? Entrambe sono definizioni, che alla fine sono del tutto discutibili. Quello che dico io è che alla fine per poter serenamente parlare di questi argomenti sulla tassonomia un minimo accordo va trovato. Personalmente: da quando per studio e per lavoro io utilizzo le forme del paesaggio dal punto di vista tecnico scientifico, ho perso ogni forma di romanticismo nell'osservare i paesaggi. Un mio limite individuale. |
user109536 | inviato il 12 Gennaio 2023 ore 17:42
Ma si scrivono ancora le cartoline ? |
| inviato il 12 Gennaio 2023 ore 18:20
Si. Poco, molto meno di vent'anni addietro ma si... si scrivono ancora. Anzi dirò di più: negli ultimi due o tre anni stanno tornando di moda. |
| inviato il 12 Gennaio 2023 ore 20:02
Ma sul serio si può fotografare qualche cosa essendo "imparziali" ? Io lo ritengo impossibile. Chi scatta decide come minimo l'inquadratura, poi alcuni scelgono anche la focale, i tempi, gli iso e il punto di messa a fuoco. Ma supponendo pure che ci si limiti solamente alla composizione, di imparziale non c'è niente. |
| inviato il 12 Gennaio 2023 ore 21:00
e perche non dovrebbe essere possibile? Mettiamola cosi'.. quando tiri con la carabina di precisione non e' difficile fare un centro. Difficile e' fare sessanta centri uno dopo l'altro. Ma se vuoi fare gare a livello nazionale e' li' che devi arrivare. Ad un certo punto, dopo trenta o quaranta centri consecutivi, ti prende la paura di vincere. E sbagli. Devi riuscire ad essere imparziale. Considerare ogni tiro come fosse il primo.... |
| inviato il 12 Gennaio 2023 ore 22:59
www.einaudi.it/catalogo-libri/arte-e-musica/fotografia/la-fotografia-c nel suo libro La fotografia come arte contemporanea Charlotte Cotton dedica un capitol ad un certo tipo di fotografie che lei definisce dell'impassibilità : “ Negli anni 90 c'è stato il boom delle foto dell'impassibilità, perché queste foto grandi, oggettive, fresche, nitide, andavano a sostituire il Neo-Impressionismo (soggettivo fare arte) degli anni 80, diventando arte. Nell'ultimo decennio sono state fatte più foto per i muri delle gallerie e lo stile predominante è quello dell'estetica dell'impassibilità: un genere di foto fredda, distaccata e perfettamente a fuoco, che la maggior parte delle volte rappresenta luoghi comuni, industriali o quotidianità. Questa estetica porta l'arte al di fuori del sentimentale e del soggettivo. Queste immagini possono attrarci con soggetti toccanti, ma la nostra percezione sulle sensazioni del fotografo non ci porta facilmente alla comprensione della foto stessa. Si pone quindi l'accento sulla foto come MODO PER VEDERE AL DI LÀ DELLA VISIONE INDIVIDUALE. Queste foto erano vicinissime all'essere l'arte perfetta, autoreferenziale, per gli edifici imponenti, spesso riconvertiti da magazzini o industrie, dove l'arte veniva esposta. Inoltre per la loro buona realizzazione dal punto di vista tecnico e nitido, si prestavano molto bene all'esposizione nelle gallerie. „ |
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