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Interpretare un paesaggio, qual'è il limite?


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avatarsupporter
inviato il 10 Gennaio 2023 ore 19:40

MrGreenMrGreen

user109536
avatar
inviato il 10 Gennaio 2023 ore 20:26

No limits

avatarsenior
inviato il 10 Gennaio 2023 ore 22:33

Ognuno interpreta l'atto fotografico a modo suo.

Io personalmente dico sempre che in fotografia il soggetto sta dietro l'obiettivo, non davanti, e che quello che sta davanti all'obiettivo è solo il mezzo con cui viene raccontato ciò che sta dietro l'obiettivo.

E questa è la ragione principale della omologazione e della mediocrità di molte delle fotografie odierne, la causa di quel senso di vuoto che molte trasmettono.

avatarsenior
inviato il 11 Gennaio 2023 ore 0:13

Per la prima volta nella mia vita condivido molti dei punti di vista assolutamente antitetici espressi in questo thread.
Mi sento un apolide

avatarsenior
inviato il 11 Gennaio 2023 ore 8:25

Quale è il limite ? Io assegno alla post produzione il 50% dell'importanza in una fotografia .

Pertanto a mio modo di vedere il limite di post produzione non esiste .

avatarsenior
inviato il 11 Gennaio 2023 ore 8:55

Pertanto a mio modo di vedere il limite di post produzione non esiste

Il punto non è se esista un limite di postproduzione, ma se esista un limite di interpretazione. Riallacciandomi a quello che scrive Nessunego, che condivido pienamente,
in fotografia il soggetto sta dietro l'obiettivo, non davanti, e che quello che sta davanti all'obiettivo è solo il mezzo con cui viene raccontato ciò che sta dietro l'obiettivo

i due concetti non sono esattamente identici perché, paradossalmente, tra un intero giorno di PP per un lavoro ben pensato e ben eseguito e mezzora di PP per un lavoro senza un vero significato se non la ricerca di un like, sono convinto che quello meno criticato sarebbe comunque il primo.
Quindi si torna al punto di partenza: esiste un limite all'aspetto interpretativo (da un punto di vista concettuale, non operativo) oltre il quale l'immagine non possa più essere considerata un paesaggio? (Ma questo vale ovviamente anche per qualunque altro genere fotografico).
La cosa è difficile da codificare perché si ricade sempre nell'insondabile equilibrio tra oggettività e soggettività che è l'aspetto più caratterizzante non solo della fotografia, ma di qualunque forma espressiva.

avatarsenior
inviato il 11 Gennaio 2023 ore 9:04

Ottimo esempio Daniele.

Se io dovessi rispondere alla tua ipotesi direi che non vedo differenza tra un giorno passato alla PP ed un giorno speso a cercare di studiare luce e momento del paesaggio .

La PP è molto molto complessa quindi chi riesce a diventare bravo sfrutta quelle capacità . Chi invece è bravo nello studiare il paesaggio si esprime con quelle altre capacità .

Chi è come me scatta e scatta finchè ne esce una buona su un milionre MrGreen

avatarsenior
inviato il 11 Gennaio 2023 ore 9:14

Io personalmente dico sempre che in fotografia il soggetto sta dietro l'obiettivo, non davanti, e che quello che sta davanti all'obiettivo è solo il mezzo con cui viene raccontato ciò che sta dietro l'obiettivo.

E questa è la ragione principale della omologazione e della mediocrità di molte delle fotografie odierne, la causa di quel senso di vuoto che molte trasmettono.


Condivido.
E qui ritorna il tema della capacità/incapacità ad esprimere qualcosa di sé (da dietro l'obiettivo) frutto di un fondamentale analfabetismo di massa riguardo alle immagini in tutte le loro forme.

Incapacità che non si risolve con la post produzione…..


avatarsenior
inviato il 11 Gennaio 2023 ore 9:42

non necessariamente si fotografa per trasmettere qualcosa di se'.

Anzi, probabilmente buona parte delle fotografie ne guadagnerebbero se fossero scattate in modo imparziale e non fossero viziate dal punto di vista del fotografo.

avatarsenior
inviato il 11 Gennaio 2023 ore 10:07

Anzi, probabilmente buona parte delle fotografie ne guadagnerebbero se fossero scattate in modo imparziale e non fossero viziate dal punto di vista del fotografo.

In particolar modo gli orizzonti storti "perchè danno dinamicità alla scena"... Eeeek!!!

avatarsenior
inviato il 11 Gennaio 2023 ore 10:40

non necessariamente si fotografa per trasmettere qualcosa di se'


Salt, entra in gioco l'intenzione del fotografo.

Certamente io posso fotografare qualsiasi cosa con l'intento sincero di "fare un passo indietro" rispetto al "mettere me stesso" nella fotografia.

Ma di fatto io non sono una macchina e quindi è inevitabile che un aspetto soggettivo dell'operatore (il fotografo) rientri nella registrazione meccanica (la fotocamera) dell'immagine. Ad esempio la scelta del punto di vista, dell'inquadratura, del momento dello scatto sono tutti aspetti legati alla soggettività del fotografo. Tranne rarissimi casi particolari che non cambiano il senso del discorso.

Dove si situi questo equilibrio fra "esprimere sé stessi" e "fare parlare il soggetto" è una scelta del fotografo. Ma entrambi gli elementi saranno sempre presenti.


avatarsenior
inviato il 11 Gennaio 2023 ore 10:44

Mirrors and windows

avatarsenior
inviato il 11 Gennaio 2023 ore 10:52

Ma fino a che punto?
Se sono nel Grand canyon e sembra che sono sull'Everest per me è cestino senza pietà.
Il paesaggio va SEMPRE rispettato dal mio punto di vista.
Le cartoline sono un'altra cosa e non sono oggetto della discussione.







Se in un posto famoso realizzi la fotografia che, di quel posto, conoscono tutti allora hai realizzato una bella cartolina.
Una cartolina che risulterà particolarmente apprezzata proprio perché la conoscono tutti.
E fioccheranno i likes ;-)
Se, invece, in quello stesso posto famoso realizzi una splendida immagine che, però, esca fuori dal recinto del "già visto" e che, per inciso (e per assurdo) potrebbe anche essere stata ripresa in un posto qualsiasi e non necessariamente altrettanto famoso, ecco allora che ben pochi la noteranno... se non i veri appassionati di FOTOGRAFIA.
E come diretta conseguenza fioccheranno pure ben pochi likes Triste

A questo punto tu, e in questo caso solo TU puoi risponderti, quale delle due tipologie di fotografia vorresti aver realizzato?

user109536
avatar
inviato il 11 Gennaio 2023 ore 11:02

La seconda senza dubbio e ci provo con scarso successo ma ci provo

avatarsenior
inviato il 11 Gennaio 2023 ore 12:03

Ragazzi, non ho letto tutto, ma da quel che ho capito si tratta più che una questione di qualità, di una questione tassonomica.
Ora, a differenza di piante e animali, le foto non hanno un dna, non si accoppiano riproducendosi, per cui non c'è un criterio tassonomico scientifico oggettivo. Il criterio tassonomico su cosa sia o meno paesaggio lo decidiamo noi, attraverso un accordo (cosa dura su un forum, ma su, possiamo farcela). La tassonomia impone di mettere ad un certo punto un limite, un paletto, e quando ci si trova vicino a questo limite inevitabilmente ci troveremo di fronte a qualche paradosso.
Ora, la tassonomia non rende una foto migliore o peggiore, non ne sminuisce il valore artistico minimamente, non ne intacca il messaggio, e parimenti non la rende migliore; serve solo a noi per poterne parlare, potremmo tranquillamente farne a meno.
Però ad un certo punto sulla tassonomia dobbiamo trovare un accordo, quale che sia; è inutile discutere e litigare all'infinito, se la riteniamo utile ai fini della discussione, della descrizione, della interpretazione, definiamola tenendo perfettamente in mente i suoi limiti.
E siccome il paesaggio è una cosa tutelata, possiamo benissimo scegliere una definizione burocratica presa a prestito da una delle molte definizioni legali che nel quadro normativo esiste, ma non perché migliore come definizione, solo perché prima o poi una scelta tassonomica (forse) bisogna farla. Io spero bene che chiunque, dall'infimo principiante all'artista affermato scelga di fare una foto perché ispirato a farla, non per la conseguenza tassonomica che lo scatto comporterà.
Nello specifico del sito linkato nel primo post, a me disturba molto più il testo delle foto che mi piacciono, ma forse sono più io ad avere un carattere di m.... su certe cose.



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