| inviato il 24 Novembre 2022 ore 19:22
Come da oggetto, nel 1988 Alfa Romeo sviluppò un prototipo denominato Alfa Romeo 33 ibrida. ruoteclassiche.quattroruote.it/elettroshock-alfa-33-ibrida-10-anni-pri Vennero sviluppati tre prototipi, con diverse soluzioni di carrozzeria. Quattroruote testò una variante con la carrozzeria di una 33 sport wagon: era dotata del noto 4 cilindri boxer di 1,5 litri, a cui era stata applicato il sistema di iniezione e accensione integrata CEM (controllo elettronico motore), sviluppato internamente dall'Alfa Romeo e che prevedeva una farfalla per cilindro (una finezza tecnica non indifferente, soprattutto per l'epoca). Il tutto consentiva di erogare 95cv di potenza massima. Come sulle altre 33 (4x4 escluse), la trazione era anteriore e il cambio a 5 marce. A questo si aggiungeva un motore elettrico trifase asincrono (sviluppando da Ansaldo) da 16cv e 60Nm circa di coppia, collegato al cambio tramite una cinghia dentata. Vi era un aggravio di circa 150kg, per via delle batterie (nichel-cadmio), del propulsore elettrico e dell'elettronica annessa. Erano stati eliminati il motorino d'avviamento e l'alternatore, dato che non erano più necessari. Vi erano tre modalità di funzionamento: - tradizionale (era attivo solo il motore boxer) - totalmente elettrica: velocità massima di 60km/h. Quattroruote rilevò un'autonomia di circa 5km, in città. - boxer + elettrico, con velocità tra 5 e 60km/h Le batterie si ricaricavano in fase di decelerazione, come sulle attuali ibride. Purtroppo, tale veicolo non entrò mai in produzione: d'altro canto, all'epoca, Alfa Romeo era già stata acquisita da Fiat, che evidentemente non era molto interessata a questo tipo di veicoli. |
| inviato il 24 Novembre 2022 ore 19:48
E ora , invece , pare che FCA sia sin troppo "interessata" , con parecchie migliaia di "ibride" invendute ... da quattro chiacchiere scambiate presso un concessionario , nulla di ufficiale e , come sempre , sino a prova contraria . |
| inviato il 24 Novembre 2022 ore 20:00
Oggi il panorama è drasticamente cambiato: le case devono versare delle pesanti sanzioni, per ogni auto venduta che ecceda i 95g/km di emissioni di CO2. Pertanto, l'ibrido è anche una soluzione per limitare i danni in tal senso, senza passare a una soluzione totalmente elettrica, che comporta costi ben superiori (soprattutto se devono riprogettare ex novo il pianale dell'auto, ovvero la componente più costosa). Quello di Alfa Romeo, invece, era uno studio finalizzato al contenimento delle emissioni e dei consumi, ben prima che vi fossero delle pesanti imposizioni in tal senso. Non era stato nemmeno l'unico: qualche anno prima avevano sviluppato dei prototipi, su base alfasud, denominati esvar e svar ruoteclassiche.quattroruote.it/esvar-svar-alfasud-ecologiche-sicure/ L'idea era stata quella di prendere un veicolo esistente, alleggerirlo, e sfruttare il risparmio di peso per irrobustire il telaio, oltre a rendere più efficiente l'aerodinamica. Anche qui, avevano applicato il sistema CEM ai boxer, in modo da ridurre i consumi specifici. Così facendo avevano contenuto i consumi, migliorato la sicurezza e ridotto le emissioni. Per quanto concerne le vendite, negli anni '80 il mercato automobilistico era ben più florido di quello odierno, che è "saturo" da svariati anni. In aggiunta a questo, tra pandemie, guerre, crisi economiche e aumento dei costi, le condizioni economiche dell'italiano medio di oggi sono decisamente peggiori, rispetto all'epoca. Pertanto molti non si possono proprio permettere un'auto nuova, tantomeno a certi prezzi. |
user203495 | inviato il 24 Novembre 2022 ore 20:58
“ Pertanto molti non si possono proprio permettere un'auto nuova, tantomeno a certi prezzi. „ Peccato abbiano lasciato cadere lo sviluppo.Forse oggi costerebbero meno.Attualmente hanno prezzi un pò "altini". Risulta che sia rimasto un solido Know-how?Altrimenti la vedo dura. |
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