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Banalmente , tornando a G.C possiamo dire che riesce sempre a portarci in un mondo nascosto molto più reale della realtà : penso che Hopper lo avrebbe amato moltissimo.
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Concordo al 100%, l'aspetto che più mi colpisce delle opere di Gregory è quello di essere come presenti in un attimo "sospeso", che racconta una storia che andiamo ad immaginare/inventare di volta in volta. Lo stesso che accade con Hopper, cosa avranno mai da dirsi gli avventori dei suoi diner? Il processo logico è lo stesso e mi affascina . La stampa di grande dimensione (tralsciando il discorso dell'iperdettaglio che ha un'altra valenza) è a mio avviso necessaria anche soltanto per farci sembrare davanti ad un grande schermo dei un cinema. Io, gli scatti in notturna li esporrei in un ambiente con luce soffusa e retroilluminati, perdonatemi il consiglio gratuito e non voluto, proprio per marcare su questo aspetto.
Beh stiamo parlando del più autorevole autore di staged photography. "Beneath the roses", secondo me, uno dei suoi lavori migliori, è stato scattato in 8x10, e poi scannerizzato il negativo. Per come sono "costruite" la sue immagini, indugiare sui dettagli è obbligatorio. In molte, il soggetto (si fa per dire, perché tutto il fotogramma è il soggetto) occupa solo una minima parte della scena.
Mi pare sia in mostra a Torino, fino a fine gennaio. Per chi ama davvero la fotografia, è un evento da non perdere.
Io stavo proprio pensando di fare la follia: mattina palazzo reale vedo Bosch (ed Ernst intànt che sùn lì ) salto in metro raggiungo la stazione vado a Torino e vado a vedere Crewdson ...
Così con ancora Bosch negli occhi, mi godo Gregory
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