| inviato il 25 Aprile 2013 ore 10:14
Adoro questo tipo Intervista |
| inviato il 17 Luglio 2013 ore 1:34
In un mondo dove è importante la tecnica e dove non si percepisce l'importanza del contenuto e tanto meno della forma, non devi rammaricarti se il post è rimasto spoglio. (come dicevo....la maggior parte è convinta che sarebbero in grado di fare le foto del grande autore citato. Il linguaggio viene sempre dopo..purtroppo) |
| inviato il 17 Luglio 2013 ore 15:45
Ma quella maggior parte magari ha anche ragione. Il piccolo problema di fondo è che Eggleston è un artista seminale, uno che ha letteralmente inventato un uso del colore ed un linguaggio fotografico su cui poi si sono buttati in milioni. Magari tecnicamente più bravi di lui e/o con attrezzature migliori, quindi con un risultato effettivamente e oggettivamente migliore. Però lui è Eggleston, gli altri solo copie sbiadite... me compreso, s'intende. |
| inviato il 17 Luglio 2013 ore 19:12
e ovviamente compreso anche me... |
| inviato il 30 Agosto 2013 ore 15:02
Ha sicuramente il merito di aver aperto la strada e influenzato tantissimi dopo di lui e dire che inizialmente non fu apprezzato |
| inviato il 30 Agosto 2013 ore 17:16
Il fatto è che ormai siamo allenati a questo tipo di inquadrature e soggetti. oggi sono inquadrature già viste, nei film, pubblicità, con i colori forti. Ma l' idea è sua. Per esempio penso che Levi's si sia ispirata totalmente a lui. |
| inviato il 03 Settembre 2013 ore 12:35
E pensare che proprio oggi, cogli automatismi attuali, sarebbe più "facile" concentrarsi su composizione e messaggio... ma tant'è la gente si preoccupa più del mezzo tecnico che della tecnica (anche la composizione è tecnica). Ricordo che un fotografo con la F maiuscola, ed oggi, pare, dimenticato, nonchè documentarista, dichiarava di esser sceso sott'acqua a scattar foto senza la minima base tecnica (fotografica si intende); il fotografo e documentarista da me citato è Folco Quilici. La fotografia è ormai fenomeno di massa e quindi è inevitabile tutto ciò. Per ritornare ad Eggleston a me sembra che le sue foto siano un successo perchè hanno introdotto una novità, un senso di banale normalità che ha spazzato via il formalismo regnante fino a tutti gli anni sessanta. Poi è americano e non bisogna ignorare che il mondo del commercio d'arte si nutre di fotografia americana e soltanto di recente di fotografia del resto del mondo e in particolare dell'estremo oriente; probabilmente perchè un popolo senza radici artistiche antiche ha bisogno di crearsele dal nulla. Però concordo: è facile dire che lo si fa in due minuti un portfolio simile... il punto è che lui lo ha fatto in diversi anni e più di 30 anni fa... |
| inviato il 03 Settembre 2013 ore 12:42
@ Matteo Fiorelli Concordo con quello che hai scritto: proprio di recente ho regalato ad un amico un 20x30 con lui ripreso mosso ma il contesto e il messaggio è stato colto ed apprezzato; queste cose danno soddisfazione e motivazione. Il fatto che sia stato ripreso con una D300 ed un Nikkor 80-200 piuttosto che con una D4 più Apo Lanthar ha importanza? La nitidezza del soggetto ripreso avrebbe garantito il senso che volevo trasmettere? No. Un Amico mi ha fatto un regalo bellissimo e davvero gradito: un annuario della Nikon di 30 anni fa; fa impressione vedere come se ne fo**essero del mezzo tecnico (pellicola compresa) pur di ottenere qualcosa di comunicativo. |
| inviato il 03 Settembre 2013 ore 12:45
@matteo parlo solo di quelle di eggleston. che sono state sdoganate nei media. Doisneau o herwitt sono molto difficili anche solo imitarli |
| inviato il 04 Settembre 2013 ore 16:48
“ @matteo parlo solo di quelle di eggleston. che sono state sdoganate nei media. Doisneau o herwitt sono molto difficili anche solo imitarli „ dipende i punti di vista di ognuno di noi. Per esempio per me è molto più difficile emulare un Eggleston che di fatto nella norma, se la prendeva con cose inanimate, banali. Un cane di Eliot avrà (non dico che sia più facile) già un'espressione di suo che di sicuro aiuta ed imbecca abbastanza il pensiero della gente. Stessa cosa per Doisneau... é facile dare vita ad un cane che salta , molto più difficile far prender vita un triciclo in un ambiente che all'apparenza non dice nulla, e che di fatto è da solo. Ancora più facile mettere una bella donna nuda vicino una finestra, un alba o tramonto mozzafiato...quelli salvo un po' di tecnica, dato di fatto parlano già da soli. La fotografia diventa veramente un mezzo di trasmissione del pensiero. Crearlo, purtroppo è più difficile. Ecco secondo me una delle più grandi capacità di Eggleston. (ps, sia chiaro che non riduco le foto di erwitt o doisneau ad un cane che salta eh? sono solamente due stili e modi di pensare totalmente diversi) |
| inviato il 05 Settembre 2013 ore 9:54
Allora... si posson dire molte cose. Doisneau cercava l'attimo girando camminando e soprattutto osservando. Parlando di foto artistica invece credo che si parta da un'idea un voler comunicare un messaggio e quindi si crea la foto intorno a quest'ultima. Eggleston ha preso una sua strada usando il colore quando non era utilizzato nella foto d'arte, ma è riuscito ad aprire la strada anche per chi è venuto dopo di lui. |
| inviato il 05 Settembre 2013 ore 16:31
“ Eggleston ha preso una sua strada usando il colore quando non era utilizzato nella foto d'arte, ma è riuscito ad aprire la strada anche per chi è venuto dopo di lui. „ certo, il suo grande merito è proprio questo (fermo restando che certi punti di vista, devo dire il vero, benché senta sempre (ignorantemente) "lo saprei fare anch'io", sono unici. |
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