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Test Fujifilm Pixel Shift: foto 160MP con X-H2


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avataradmin
inviato il 29 Settembre 2022 ore 13:27

Da oggi è disponibile la versione aggiornata del software Fujifilm Pixel Shift Combiner, che aggiunge il supporto per la X-H2: ho colto l'occasione per testare la funzione pixel shift su questa fotocamera!


Operazioni di scatto

La fotocamera deve essere montata su treppiede e il soggetto deve essere perfettamente statico. Attivate la modalità Pixel Shift e la fotocamera scatterà automaticamente 20 foto, che poi andranno unite al computer.

Sembra semplice, ma per assurdo Fujifilm non fa nessuna distinzione tra i RAW scattati in "pixel shift" e tutte le altre foto: le venti foto che compongono la sequenza del pixel shift sono mischiate a tutte le altre, utilizzando la stessa nomenclatura sequenziale, col risultato che se fate più scatti della stessa scena non riuscerete più a capire dove inizia e dove finisce la serie del pixel shift.

Per ovviare a questo problema ho scattato ogni serie facendo una prima foto (senza pixel shift) col dito davanti all'obiettivo, quindi procedendo con la sequenza di foto e infine scattando un'ultima foto singola con dito, in modo che una volta scaricate sia chiaro dove inizia e finisce la serie. Certamente basterebbe un piccolo accorgimento via software da parte di Fujifilm per non dover ricorrere a simili metodi arcaici...







Unione delle foto con Fujifilm Pixel Shift Combiner

Dopo aver scaricato il software ( fujifilm-x.com/it-it/products/software/pixel-shift-combiner/ ), avrete questa intefaccia:





Per iniziare l'operazione, cliccate su "Register Jobs" (i "jobs" sono in realtà le foto) e selezionate le 20 foto scattate tramite pixel shift. A questo punto, nel giro di qualche decina di secondi il software genererà un raw, in formato DNG, da 160 megapixel (e circa 600MB di peso!). Potrete poi aprire questo RAW con qualsiasi software come se fosse il classico raw di una singola foto.



Il risultato

Ho confrontato uno scatto singolo con l'immagine risultante dal Pixel Shift. Per cominciare, ho ingrandito lo scatto singolo da 40MP a 160MP, per confrontarlo con la foto da 160MP ottenuta tramite pixel shift. Per l'ingrandimento ho testato due tecniche: la classica interpolazione bicubica e la più sofisticata funzione "Enhance" di Camera RAW, basata su AI. Confrontiamo un ritaglio da ciascuna versione della foto:





Il vantaggio del pixel shift è evidente: c'è una quantità nettamente superiore di dettaglio fine; ad esempio se osserviamo i cartelli, quelli nella versione pixel shift sono ben più leggibili. Inoltre, nel file pixel shift scompare totalmente l'effetto "acquarello" dovuto alla conversione dei raw Fuji con Adobe Camera Raw.


Ho fatto un secondo test: stavolta ho lasciato lo scatto singolo alla risoluzione nativa, e ho ridotto quello ottenuto col pixel shift a 40 megapixel. Vediamo il confronto:





Anche in questo caso, la foto scattata in pixel shift ne esce nettamente vincitrice, con un file molto più naturale e ricco di dettaglio. Personalmente preferisco di gran lunga questa versione: col Pixel Shift, possiamo scegliere tra un discreto, ma non eccezionale, file da 160MP, oppure uno straordinario file da 40MP, enormemente superiore al file 40MP ottenuto da scatto singolo. Il file da 40MP ottenuto col pixel shift ha una pulizia e qualità che è veramente una gioia per gli occhi!


I (tanti) limiti

A prima vista il pixel shift sembrerebbe l'uovo di Colombo, una soluzione semplice e geniale per trasformare qualsiasi sensore in un "super big megapixel". Tuttavia, ci sono molti limiti che vanno a ridurre fortemente l'utilità del pixel shift.

In primis, l'intera scena fotografata deve essere perfettamente statica. Basta pochissimo - ad esempio rami mossi dal vento in un paesaggio - per creare vistosi artefatti; qui ad esempio possiamo vedere l'effetto di un'auto che passa:





Anche una semplice luce lampeggiante è sufficiente a creare artefatti, o qualsiasi altra cosa che provochi un minimo cambiamento nella scena. In pratica, il pixel shift è utilizzabile solo per still life, o in qualche caso per paesaggi e architettura, ma rendendo necessario un accurato controllo del file.

Inoltre, il tempo richiesto, sia sul campo che al computer, lo rende poco pratico, e rischia di far perdere buone occasioni sul campo dato che ogni foto richiede una certa preparazione.

Ovviamente, non è compatibile con l'uso dello stabilizzatore (perchè quest'ultimo viene utilizzato per spostare il sensore durante il pixel shift) e anche il più piccolo movimento del treppiede va a rovinare il risultato, quindi è necessaria totale assenza di vibrazioni e di vento.



Conclusione e miglioramenti

Alcuni limiti del pixel shift non possono essere aggirati, e non andrà mai a sostituire un sensore con risoluzione nativa più alta (in sostanza, non si può prendere la X-H2 sperando di avere una GFX100S a prezzo di saldo). Tuttavia, c'è ancora spazio per fare alcuni miglioramenti via software che possono ampliarne le potenzialità: in primis, penso sia fondamentale arrivare all'unione degli scatti eseguita in automatico, in-camera, in modo da eliminare lo scomodissimo procedimento manuale.

Inoltre, penso che via software la fotocamera potrebbe riconoscere e mitigare gli artefatti di pixel shift, eliminando i pixel "fuori posto" andando a recuperare il dettaglio da uno scatto singolo.

Ad oggi, il pixel shift è una funzionalità interessante e certamente benvenuta, ma non lo considero essenziale o una caratteristica tale da far scegliere una fotocamera piuttosto che un'altra; ha forti limitazioni, ma in specifici ambiti è in grado di dare risultati straordinari.

user231747
avatar
inviato il 29 Settembre 2022 ore 14:00

Il PC usato quanta RAM ha ?

avatarsupporter
inviato il 29 Settembre 2022 ore 14:05

Come sempre, funzione utile sulla carta, ma praticamente inutilizzabile nel mondo reale... ;-)

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2022 ore 14:34

Grazie della recensione Juza, come sempre chiarissima, il pixel shift tanto blasonato su altre camere di altri brand sembrava risolvere tutti i problemi di un sensore normale ma così non è, in particolare se non ricordo male era il cavallo di battaglia delle utlime amiraglie Olympus che col pixel shift potevano competere a livello di definizione con un sensore MF da 50 MP, ma così non è purtroppo!!

user231747
avatar
inviato il 29 Settembre 2022 ore 14:43

. Come sempre, funzione utile sulla carta, ma praticamente inutilizzabile nel mondo reale

Se per te è inutilizzabile non significa che lo sia per tutti, ad esempio io l'aspettavo con ansia e spero che venga inserita con agg. Fw su xt4, per la mia fotografia sarebbe la ciliegina sulla torta.

avatarsupporter
inviato il 29 Settembre 2022 ore 14:55

Mi sembra concretamente utile solo per lo still life

La macchina ha l'antiflicker attivo anche in questa modalità? perché altrimenti anche in questo caso si potrebbero avere artefatti...

avatarsupporter
inviato il 29 Settembre 2022 ore 14:57

Se per te è inutilizzabile non significa che lo sia per tutti

Mi pare ovvio che si tratta di una mia opinione basata sul mio utilizzo

user231747
avatar
inviato il 29 Settembre 2022 ore 15:02

Buttata lì come l'hai buttata non era proprio ovvio. Comunque sarà spettacolare nella fotografia da interni

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2022 ore 15:04

Come sempre, funzione utile sulla carta, ma praticamente inutilizzabile nel mondo reale...


nel mondo reale è utilizzabilissimo, basta limitarlo ai casi per cui funziona. Che non sono i paesaggi, ma riproduzioni, interni o still life.

Sembra semplice, ma per assurdo Fujifilm non fa nessuna distinzione tra i RAW scattati in "pixel shift" e tutte le altre foto: le venti foto che compongono la sequenza del pixel shift sono mischiate a tutte le altre, utilizzando la stessa nomenclatura sequenziale, col risultato che se fate più scatti della stessa scena non riuscerete più a capire dove inizia e dove finisce la serie del pixel shift.


incredibile. I file sono immediatamente riconosciuti dai programmi di fusione... speriamo in un aggiornamento FW.

Inoltre, penso che via software la fotocamera potrebbe riconoscere e mitigare gli artefatti di pixel shift, eliminando i pixel "fuori posto" andando a recuperare il dettaglio da uno scatto singolo.


volendo, basta fare un layer con l'immagine "liscia" e sostituire localmente gli artefatti.


avatarsupporter
inviato il 29 Settembre 2022 ore 15:07

Quindi ogni volta che uno da' una propria opinione dovrebbe prima avvisare, altrimenti si rischia il risentimento di qualcuno?

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2022 ore 15:08

Anche Hasselblad dispone del pixel shift

fstoppers.com/reviews/fujifilm-pixel-shift-versus-hasselblad-multi-sho

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2022 ore 15:08

Non sono mai riuscito a usarlo con successo su sony. Troppi artefatti, e troppo lavoro per mascherarli a mano.
Per me rimane una funzinonalità da brochure, con utilità pratica prossima allo zero.

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2022 ore 15:11

Quindi ogni volta che uno da' una propria opinione dovrebbe prima avvisare, altrimenti si rischia il risentimento di qualcuno?


no, diciamo che l'opinione personale dovrebbe essere scritta correttamente.
Se per esempio invece di scrivere

Come sempre, funzione utile sulla carta, ma praticamente inutilizzabile nel mondo reale... ;-)


tu avessi scritto

Per le foto che faccio io è praticamente inutile


nessuno ti avrebbe detto nulla. Sono due frasi completamente diverse, però: nella prima fai intendere che è inutilizzabile per chiunque, nella seconda che non è utilizzabile per le foto che fai tu. Facile, no? :)

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2022 ore 15:12

Non sono mai riuscito a usarlo con successo su sony. Troppi artefatti, e troppo lavoro per mascherarli a mano.
Per me rimane una funzinonalità da brochure, con utilità pratica prossima allo zero.


io su sony l'ho usato senza grossi problemi, ma non ho mai visto sostanziali differenze rispetto allo scatto liscio. Parlo di quello della A7r3, non quello della A7r4 (che aumenta il numero dei Mpixel).
Per vedere differenze devo ingrandire i file al 200% e anche in quel caso di notano solo in alcuni punti circoscritti delle immagini. I colori sono gli stessi, la gamma dinamica invece aumenta sensibilmente.

avatarsenior
inviato il 29 Settembre 2022 ore 15:18

Grazie della recensione Juza, come sempre chiarissima, il pixel shift tanto blasonato su altre camere di altri brand sembrava risolvere tutti i problemi di un sensore normale ma così non è, in particolare se non ricordo male era il cavallo di battaglia delle utlime amiraglie Olympus che col pixel shift potevano competere a livello di definizione con un sensore MF da 50 MP, ma così non è purtroppo!!


La funzione pixel shift ha lo stesso nome nei vari brand ma non opera per tutti allo stesso modo.
Non ho molte competenze tecniche per capire i funzionamenti; un dato evidente comune a molte è quella di aumentare in modo esponenziale le dimensioni del file.
Quella che uso io, di pentax funziona in modo diverso dal momento che il numero di scatti raccolti è quattro e non venti.
Ma la cosa più importante è che via software può sviluppare una correzione dei movimenti delle quattro (non venti) foto raccolte) che consentono non solo di poter essere usato a mano libera, ma anche di "tollerare" un minimo di movimenti senza particolari artefatti.
Se è vero che l'utilizzo principale permane lo still life, tuttavia con la correzione di movimento mi è capitato di provarla in situazioni di luci difficile, poichè la fusione dei quattro scatti, al di la del mero dettaglio per chi cerca il pelo nell'uovo in ingandimenti al 100%, consente di recuperare almeno uno stop in fatto di rumore e mantenendo una migliore cromia dei colori. Questo appare molto evidente, molto più dei dettagli con la lente di ingrandimento.

Come esempio della differenza tra correzione movimento on e off ecco i due esempi in alta risoluzione. A dirla tutta quella mossa il movimento dovuto al vento è stato momentaneamente un filo più intenso rispetto alla seconda a cui ho applicato la riduzione, come alle altre due con le solite condizioni, ma in tutti gli scatti la situazione era di leggero vento che faceva muovere le foglie. Scatti a mano libera tutti con pixel shift, primo senza correzione di movimento, jpeg in camera.

















Con questo non voglio dire che non si creino MAI artefatti, ma solo che le condizioni di usabilità sono più ampie di quelle che spesso mi è capitato di leggere, e che la riduzione degli artefatti rimane convincente in molte situazioni.
Probabilmente anche gli altri brand prima o poi svilupperanno le correzioni di movimenti e miglioreranno la funzione.
Del resto questa cosa è già in pentax da svariati anni (le prime versione non prevedevano correzioni di movimento), anche se leggo qua e la che non innova.
Dimenticavo di aggiungere che il raw è uno così come il jpeg, prodotto dalla fotocamera.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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