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Colori naturali e colori psichedelici in fotografia naturalistica


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avatarsupporter
inviato il 24 Settembre 2022 ore 22:54

La fisica quantistica è molto interessante, ma non è propriamente scienza. Se giustamente si dubita della scienza, quanto più converrebbe essere prudenti in conclusioni quantistiche?
Un esempio è la relatività: in fisica non ci sono evidenze teoriche ne' sperimentali che si possa andare più veloci della luce, mentre per la fisica quantistica è possibile. Siccome questo significherebbe andare indietro nel tempo, ci crederò quando lo vedrò. L'osservazione sperimentale galileiana rimane il metodo più sicuro per conoscere la realtà. Oggi.

Ma siamo OT.

avatarsupporter
inviato il 24 Settembre 2022 ore 22:59

Non so se ce ne si rende conto ma siamo passati dalla musica psichedelica alla epistemologia e alla critica alla teoria della relatività, per argomentare in merito a post produzione del colore e annessi. Da me oggi pioveva ma mi sa che eravamo a casa e non a fotografare in molti oggi MrGreen

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2022 ore 23:01

Io ero sulla Grigna settentrionale, che pioveva che Dio la mandava e ha pure nevischiato in cima...

avatarsupporter
inviato il 24 Settembre 2022 ore 23:04

Io ho il 200-600 in assistenza. Triste

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2022 ore 23:32

Mah, quando sistemo i colori di una foto non cerco di ricostruire il colore che vedevano i miei occhi al momento dello scatto. Credo sia impossibile. Cerco invece di ricostruire sul monitor qualcosa della sensazione complessiva (se volete chiamatela "emozione", ma preferirei non usare questo termine) che ho provato guardando quella scena, e che mi ha indotto a scattare. Se poi devo usare colori piuttosto caldi o freddi, tenui o saturi, chiari o scuri per riuscirci è viene di conseguenza. Se poi l'effetto sia naturale o no non mi interessa. Forse in questo genere di ragionamenti sarebbe anche meglio evitare la parola "naturale". Certamente quando facciamo PP stiamo usando un elementi di un linguaggio visivo che con la natura c'entra ben poco.

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2022 ore 23:39

Ma quando si fotografa un paesaggio è abbastanza ovvio che entri in gioco anche il nostro stato d'animo.
Magari l'autore della prima foto ha fatto una fatica tremenda a salire, poi ha visto sorgere l'alba in un posto magari mai raggiunto prima e ci può stare che l'emozione abbia fatto si che il tutto gli sembrasse leggermente più "emozionante" del dovuto.

Ad esempio, una cosa che ho notato è che se guardo le foto delle 5 terre (o di altri paesini liguri) i colori delle case sono di solito più accesi dagli autori foresti rispetto agli autori liguri. Probabilmente vedere un paesaggio insolito porta a calcare leggermente più la mano poiché trascinati dalla forte emozione di averlo visto per la prima volta.

avatarsenior
inviato il 24 Settembre 2022 ore 23:46

Quello spesso dipende dal tentativo di trasmettere le proprie emozioni esagerando un po'.
Come il pescatore che aumenta le dimensioni della preda.
Questo nel paesaggio.
Nelle foto agli animali cercare di rispettare le caratteristiche del soggetto è molto più importante

avatarsenior
inviato il 25 Settembre 2022 ore 0:14

Questo dipende dall'inclinazione a spettacolarizzare l'immagine ormai invalsa nell'uso social, allo scopo di farla notare ed acchiappare di più.
Si parla di Wilderness di foto naturalistica ma all'atto pratico si finisce con il dare un bell'aiutino a cotanta bellezza perché, per quanto bella fosse, non lo era forse abbastanza per beccarsi la giusta dose di Like e per una nomination all'Oscar; la Coca-Cola non è abbastanza saporita e ci aggiungiamo una bustina di zucchero. Ed a furia di bere bevande zuccherate ci siamo assuefatti e non sentiamo più il dolce, il cattivo gusto americano prevale, la sofisticazione è ormai luogo comune, si dimentica di quanto buono fosse sangiovese con il pane e salame e giù tutti a mangiare King's Burger e Cola ghiacciata, addizionata di bustina di. zucchero.

avatarsenior
inviato il 25 Settembre 2022 ore 8:06

Ok, ma anche quando fotografo un airone lo fotografo perché vederlo mi ha emozionato. Altrimenti perché fare la fatica di scattare? E allora mi viene voglia di "raccontare" l'airone più che di "descriverlo", che tanto foto di aironi ce ne sono già tantissime da vedere, e mica sto fotografando per farci un testo di zoologia.
Poi sta a me "raccontare" in modo adeguato, elegante e senza fare lo sborone. A meno che non sia proprio fare lo sborone che mi piace...

avatarsenior
inviato il 25 Settembre 2022 ore 8:23

È uno spunto di riflessione interessante caro Claudio.
Personalmente preferisco un approccio naturale, reale e senza alterazioni, in fondo è per questo che continuo ad adoperolare la pellicola, e solo la diapositiva... perché so che riavrò quello che ho visto... e se quello che ho visto non mi è piaciuto beh... allora non è un problema semplicemente perché non l'ho fotografato! ;-)

avatarsupporter
inviato il 25 Settembre 2022 ore 8:40

@Andrea Tatiana
Hai sintetizzato perfettamente il senso di questa discussione. Leggendo i vari interventi troverai anche tutte le giustificazioni possibili a questo comportamento. ;-)

Caro Paolo, hai fatto perfettamente centro.Sorriso

avatarsenior
inviato il 25 Settembre 2022 ore 8:47

Se il 3d si fosse riferito alla fotografia in generale credo che la discussione non avrebbe mai avuto fine e non avrebbe portato ad 1 scelta univoca.
Ma, limitatamente alla fotografia naturalistica, concordo in toto con Paolo.
L'esasperazione dei colori e la loro supersaturazione, soprattutto nelle foto di volatili, la vedo semplicemente solo come una scelta di acchiappare like.
Ma che con la fotografia ci azzecca poco o nulla e personalmente inserirei qs foto in una apposita categoria in stile grafica e montaggi (giusto x esplicitare e fare comprendere meglio la mia idea).
Preferisco, e di gran lunga, le foto del maestro Cortesi, nonché quelle di altri come lui, che usano un approccio veramente naturalistico e descrittivo per le foto ai volatili ed alla fauna.
Il resto x me è solo roba da social e come tale può
piacere solo a 2 categorie di utenti:
1) chi non capisce 1 mazza di fotografia
2) chi ha gusti perlomeno discutibili.
E credo che sia difficile in questi casi parlare di verità e/o realtà soggettive oppure oggettive... c'è veramente poco di cui discutere.
Per il resto un applauso ad Andrea Tatiana e sappi che io appartengo al partito di chi preferisce una bella rosetta calda con la mortadella di asina al panino delle grande panineria americanaMrGreen

avatarsupporter
inviato il 25 Settembre 2022 ore 8:55

Finalmente qualche intervento oggettivo. Siamo tutti circondati e immersi da questo clima acchiappalike, ci vuole così tanto ad ammetterlo? E poi il bisogno di screditare tutti quelli che non sono in linea con questo ambiente che inquina tutte le discussioni sul forum, trascinandole in scontri da stadio. Un ambiente che trasforma in citrulli anche le persone più colte, con relative offese e accuse (Eeeek!!!) dirette a chi non è d'accordo con l'ultima moda del momento.
Grazie Zanzi del tuo intervento che indica con chiarezza il senso di questa discussione.

La grande insistenza a difendere l'indifendibile è purtroppo un segno distintivo del tempo che viviamo, con una guerra mondiale alle porte e i politici italiani che promettono in campagna elettorale il paradiso sulla terra. La foto Inferno e paradiso che apre questa discussione ha acchiappato 2000 like, è un fatto. È la realtà. Perché la realtà che ci riguarda è una, e raccoglie tutte le esperienze che facciamo e non altro. Perché se esiste altro, in questa vita, non ci tocca, e perciò non ci riguarda.

Fa piacere sentire qualche voce di chi pratica una fotografia che rispecchia fedelmente la realtà.

avatarsenior
inviato il 25 Settembre 2022 ore 9:15

Visto che Zanzibar ha parlato di cose semplici, la metafora della rosetta fragrante con la mortadella è di una immediatezza disarmante, diciamoci le cose per quello che sono in maniera diretta, esplicita e senza tanti giri di parole: quando Claudio (e tutti quelli come lui) va in giro a fotografare volatili (o quelli che siano i soggetti ripresi) si porta dietro, oltre alla sua pregevole attrezzatura, anche dieci o venti o trent'anni di esperienza... quindi le sue fotografie sono il frutto del connubio fra passione, competenza e attrezzatura.

Molti altri, purtroppo per loro, hanno solo l'attrezzatura e, quel che è peggio, nessuna voglia di impegnarsi in una lunga ricerca personale il tutto, per giunta, condito con una gran fretta di ottenere il risultato voluto... e le conseguenze, è ovvio, non possono che essere quelle esasperazioni di cui si sta parlando.

avatarsupporter
inviato il 25 Settembre 2022 ore 9:20

Maestro, farei qualche altra modifica, per ora siamo solo alla quinta.

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