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Recensione Fujifilm X-H2(40MP)


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Recensione Fujifilm X-H2(40MP), testo e foto by Juza. Pubblicato il 16 Settembre 2022; 108 risposte, 14083 visite.


La Fujifilm X-H2 è la prima APS-C con un sensore da 40 megapixel, oltre a diversi altri record per questo formato: è anche la prima APS-C al mondo con video 8K @ 30 FPS Apple ProRes (registrato internamente), la prima Fuji APS-C con modalità pixel shift e la prima mirrorless con tempo di scatto fino a 1/180000!

Ho avuto modo di provarla in anteprima, nel corso di un viaggio in Francia. Dopo aver scattato nel mese precedente con la X-H2S, la X-H2 mi è apparsa immediatamente familiare - in effetti, le due fotocamere sono identiche, a parte il sensore e alcune funzionalità. Entrambe hanno un corpo abbastanza grande per una APS-C, con un'impugnatura ampia ed ergonomica; schermo totalmente articolato (che apprezzo moltissimo), mirino ad alta risoluzione e batteria Fujifilm NP-W235 che fornisce una buona autonomia. E' robusta e tropicalizzata; si colloca, assieme alla gemella, al vertice della gamma Fuji XF, anche se il prezzo è più accessibile rispetto alla X-H2S (2300 euro di listino, 500 euro in meno rispetto alla S).




L'enorme risoluzione del sensore, e il design non-stacked, va a rallentare un po' la raffica, che è comunque un ottimo 13 FPS x RAW o JPEG illimitati (con CFexpress). Non saranno i 40 FPS della X-H2S, ma sono comunque superiori alle ammiraglie reflex di pochi anni fa! Per il resto, le due X-H2 sono uguali; dedicherò quindi questo articolo ad approfondire l'aspetto fondamentale della X-H2: la resa del nuovo sensore 40MP.



Un nuovo sensore e risoluzione da record

Una "big megapixel" APS-C non si era mai vista fino ad ora: la maggior parte delle APS-C ha risoluzione attorno ai 24 megapixel, e solo alcune Canon arrivano a 32MP. Il sensore 40.2 MP (7728 x 5152 pixel, o 39.8MP utilizzabili) non è mai stato usato su nessun'altra fotocamera; ha una densità di pixel paragonabile a un fullframe da oltre 90 megapixel! Se volete andare ancora oltre, la X-H2 è anche la prima Fuji APS-C con pixel shift: con soggetti perfettamente statici (e fotocamera su treppiede) è possibile attivare questa modalità e scattare 20 foto, che permetteranno di generare un'immagine da ben 160 megapixel di risoluzione.



Fujifilm X-H2, Fujifilm XF 70-300mm f/4-5.6 R LM OIS WR a 75mm, 1/15 f/8.0, ISO 125, treppiede.

In ambito video, i 40MP di risoluzione permettono di arrivare al video 8K; Fuji offre tra gli accessori anche una ventola addizionale che permette di evitare i problemi di surriscaldamento.

Tra le altre caratteristiche nuove di questo sensore, è disponibile sensibilità base 125 ISO (in RAW); fino ad ora le Fuji partivano da 160 ISO, una scelta non troppo felice a mio parere. 125 ISO sono un piccolo miglioramento, anche se avrei preferito poter scendere a sensibilità ben più basse anche in RAW, sia per avere tempi di scatto lenti (quando necessario) che per la massima pulizia dell'immagine.

Infine, la sensibilità massima arriva 12800 ISO, o 51200 in modalità estesa, anche se starei lontano da tali sensibilità.

A differenza della "gemella" X-H2S, il sensore non è stacked.



Test: risoluzione e diaffrazione

Un sensore con pixel molto piccoli mostra la diffrazione ben prima rispetto a sensori meno densi. Qual è il diaframma ottimale per ottenere il massimo dai 40 megapixel della X-H2? L'ho testata utilizzando l'obiettivo più nitido che ho a disposizione - il Fujifilm XF 27mm f/2.8 R WR - prendendo la porzione centrale dell'immagine, la più nitida, dato che non è tanto un test sull'obiettivo ma su come la risoluzione del sensore è legata alla diffrazione. Vediamo una serie di ritagli a forte ingrandimento con diaframmi tra f/2.8 e f/16.


Devo dire che sono rimasto positivamente sorpreso. La massima nitidezza si raggiunge a f/4 e f/5.6 (in teoria f/2.8 ha ancora meno diffrazione, ma qui si perde un pelo di resa da parte dell'obiettivo, anche se la differenza è minima). Il diaframma f/8 mostra solo un leggerissimo calo rispetto a f/5.6: temevo molto peggio, e mi fa davvero piacere vedere che anche questo diaframma è pienamento utilizzabile su un'APS-C da 40 megapixel (tra l'altro, su questo formato f/8 dà la stessa profondità di campo di f/11 su fullframe, a parità di inquadratura).

A f/11 invece si nota già una marcata perdita di nitidezza dovuta alla diffrazione, e f/16 o diaframmi più chiusi sono inutilizzabili per i miei standard (li userei solo in casi estremi, sapendo però che la foto perderà molta nitidezza). Per dare un'idea migliore, ho creato questa animazione che mostra il confronto diretto tra un ritaglio a f/5.6 e uno a f/16.



Infine, ho confrontato fianco a fianco la X-H2 con la X-H2S per vedere la differenza di dettaglio tra 40MP e 26MP:


Anche se la differenza non è "epocale" come passare, poniamo, da 24 a 61 megapixel, la maggiore risoluzione della X-H2 si nota ed è certamente benvenuta. Se osserviamo con attenzione le parole in alto nel sacchetto blu, nella foto della X-H2 si riesce a distinguere e leggere qualche parola, mentre nella foto della X-H2S la minore risoluzione le rende del tutto illeggibili.



Test: Pixel Shift

La X-H2 è anche la prima Fuji APS-C con modalità pixel shift: utilizzando il meccanismo di stabilizzazione del sensore, la fotocamera sposta il sensore di una frazione di pixel tra uno scatto e l'altro, ottenendo 20 foto che verranno poi fuse con un apposito software per generare una singola immagine da ben 160 megapixel! Qual è la qualità dei risultati?

La fotocamera deve essere montata su treppiede e il soggetto deve essere perfettamente statico. Attivate la modalità Pixel Shift e la fotocamera scatterà automaticamente 20 foto, che poi andranno unite al computer.

Sembra semplice, ma per assurdo Fujifilm non fa nessuna distinzione tra i RAW scattati in "pixel shift" e tutte le altre foto: le venti foto che compongono la sequenza del pixel shift sono mischiate a tutte le altre, utilizzando la stessa nomenclatura sequenziale, col risultato che se fate più scatti della stessa scena non riuscerete più a capire dove inizia e dove finisce la serie del pixel shift.

Per ovviare a questo problema ho scattato ogni serie facendo una prima foto (senza pixel shift) col dito davanti all'obiettivo, quindi procedendo con la sequenza di foto e infine scattando un'ultima foto singola con dito, in modo che una volta scaricate sia chiaro dove inizia e finisce la serie. Certamente basterebbe un piccolo accorgimento via software da parte di Fujifilm per non dover ricorrere a simili metodi arcaici...




Dopo aver scaricato il software ( https://fujifilm-x.com/it-it/products/software/pixel-shift-combiner/ ), avrete un'intefaccia dove selezionare le foto: per iniziare l'operazione, cliccate su "Register Jobs" (i "jobs" sono in realtà le foto) e selezionate le 20 foto scattate tramite pixel shift. A questo punto, nel giro di qualche decina di secondi il software genererà un raw, in formato DNG, da 160 megapixel (e circa 600MB di peso!). Potrete poi aprire questo RAW con qualsiasi software come se fosse il classico raw di una singola foto.

Ho confrontato uno scatto singolo con l'immagine risultante dal Pixel Shift. Per cominciare, ho ingrandito lo scatto singolo da 40MP a 160MP, per confrontarlo con la foto da 160MP ottenuta tramite pixel shift. Per l'ingrandimento ho testato due tecniche: la classica interpolazione bicubica e la più sofisticata funzione "Enhance" di Camera RAW, basata su AI. Confrontiamo un ritaglio da ciascuna versione della foto:




Il vantaggio del pixel shift è evidente: c'è una quantità nettamente superiore di dettaglio fine; ad esempio se osserviamo i cartelli, quelli nella versione pixel shift sono ben più leggibili. Inoltre, nel file pixel shift scompare totalmente l'effetto "acquarello" dovuto alla conversione dei raw Fuji con Adobe Camera Raw.

Ho fatto un secondo test: scavolta ho lasciato lo scatto singolo alla risoluzione nativa, e ho ridotto quello ottenuto col pixel shift a 40 megapixel. Vediamo il confronto:




Anche in questo caso, la foto scattata in pixel shift ne esce nettamente vincitrice, con un file molto più naturale e ricco di dettaglio. Personalmente preferisco di gran lunga questa versione: col Pixel Shift, possiamo scegliere tra un discreto, ma non eccezionale, file da 160MP, oppure uno straordinario file da 40MP, enormemente superiore al file 40MP ottenuto da scatto singolo. Il file da 40MP ottenuto col pixel shift ha una pulizia e qualità che è veramente una gioia per gli occhi!

A prima vista il pixel shift sembrerebbe l'uovo di Colombo, una soluzione semplice e geniale per trasformare qualsiasi sensore in un "super big megapixel". Tuttavia, ci sono molti limiti che vanno a ridurre fortemente l'utilità del pixel shift.

In primis, l'intera scena fotografata deve essere perfettamente statica. Basta pochissimo - ad esempio rami mossi dal vento in un paesaggio - per creare vistosi artefatti; qui ad esempio possiamo vedere l'effetto di un'auto che passa:




Anche una semplice luce lampeggiante è sufficiente a creare artefatti, o qualsiasi altra cosa che provochi un minimo cambiamento nella scena. In pratica, il pixel shift è utilizzabile solo per still life, o in qualche caso per paesaggi e architettura, ma rendendo necessario un accurato controllo del file.

Inoltre, il tempo richiesto, sia sul campo che al computer, lo rende poco pratico, e rischia di far perdere buone occasioni sul campo dato che ogni foto richiede una certa preparazione.

Ovviamente, non è compatibile con l'uso dello stabilizzatore (perchè quest'ultimo viene utilizzato per spostare il sensore durante il pixel shift) e anche il più piccolo movimento del treppiede va a rovinare il risultato, quindi è necessaria totale assenza di vibrazioni e di vento.

Alcuni limiti del pixel shift non possono essere aggirati, e non andrà mai a sostituire un sensore con risoluzione nativa più alta (in sostanza, non si può prendere la X-H2 sperando di avere una GFX100S a prezzo di saldo). Tuttavia, c'è ancora spazio per fare alcuni miglioramenti via software che possono ampliarne le potenzialità: in primis, penso sia fondamentale arrivare all'unione degli scatti eseguita in automatico, in-camera, in modo da eliminare lo scomodissimo procedimento manuale.

Inoltre, penso che via software la fotocamera potrebbe riconoscere e mitigare gli artefatti di pixel shift, eliminando i pixel "fuori posto" andando a recuperare il dettaglio da uno scatto singolo.

Ad oggi, il pixel shift è una funzionalità interessante e certamente benvenuta, ma non lo considero essenziale o una caratteristica tale da far scegliere una fotocamera piuttosto che un'altra; ha forti limitazioni, ma in specifici ambiti è in grado di dare risultati straordinari.



Alte sensibilità

Una domanda inevitabile è quale sia la resa di questo sensore alle alte sensibilità: in genere le big megapixel non brillano agli alti ISO; 40MP sarebbero tanti su FF, e su APS-C sono tantissimi. Per avere un'idea di come influiscano sulla qualità d'immagine, ho confrontato la resa alle alte sensibilità con la gemella X-H2S, oltre che con la Sony A7C (che non centra nulla con le altre due, l'ho inserita solo per avere un riferimento e confronto con una fotocamera che conosco a fondo).








Inevitabilmente, la maggiore risoluzione porta anche a un maggiore rumore, però fino ai 3200 ISO la differenza tra X-H2 e X-H2S non è enorme; dai 6400 ISO in su il sensore da 26MP ha un visibile vantaggio, che però all'occorrenza può essere recuperato dalla X-H2 ridimensionando le foto da 40MP a 26MP.

Il sensore fullframe, con una densità di pixel enormemente più bassa, è in ovvio vantaggio a tutte le sensibilità, ma tenendo conto che la X-H2 ha la densità equivalente a un FF da 93 megapixel e che la stiamo confrontando con una FF da 24MP, direi che se la cava piuttosto bene.



Gamma dinamica

Ho ripetuto il confronto tra le due Fuji (con la Sony di bonus) anche per la gamma dinamica, prendendo una foto fortemente sottoesposta e schiarendola di 5 stop. Vediamo i risultati, come sempre osservano crop a forte ingrandimento.




In termini di gamma dinamica, X-H2 e X-H2S sono molto simili, forse con un leggero vantaggio per la X-H2. Come per gli alti ISO, direi che hanno circa 1.5 stop di svantaggio sul FF da 24MP: mentre con quest'ultimo si può arrivare a schiarire l'immagine di 5 stop e avere ancora un file utilizzabile, con la X-H2 (e X-H2S) non mi spingerei oltre i 4 stop di recupero, un risultato molto buono e in linea con le altre APS-C.



Sul campo

Ovviamente il sensore da 40 megapixel è molto esigente con gli obiettivi, e per sfruttarne il potenziale bisogna scegliere con cura le ottiche che si andranno ad abbinare a questa fotocamera. Vi consiglio di stare lontani dai superzoom (es. 18-135), dagli obiettivi kit entry level e dalle ottiche più datate, mentre la maggior parte dei fissi e delle ottiche top di gamma Fuji renderanno bene anche su questo sensore.

Io l'ho provata con Fuji 8-16mm f/2.8, 27mm f/2.8 WR e 70-300, più - a titolo di curiosità - uno zoomino kit Fujifilm XC 16-50mm f/3.5-5.6 OIS. Quest'ultimo, a focali intermedie e con diaframmi chiusi, raggiunge una resa discreta sui sensori attorno ai 24MP; sulla X-H2 come prevedibile è invece insoddisfacente, e non permette di sfruttare il potenziale del sensore.



Fujifilm X-H2, Fujifilm XF 8-16mm f/2.8 R LM WR a 16mm, 1/30 f/8.0, ISO 125, treppiede.

All'estremo opposto si colloca il Fujifilm XF 27mm f/2.8 R WR: questo obiettivo, pur essendo leggerissimo e poco costoso, è un fisso di eccellente qualità e ogni volta che l'ho usato ho avuto il piacere di vedere una nitidezza impeccabile da angolo ad angolo anche sui 40MP.

Sono rimasto positivamente colpito anche dal Fujifilm XF 70-300mm f/4-5.6 R LM OIS WR: pur essendo uno zoom, ha una nitidezza sorprendentemente buona e risolve appieno l'esigente sensore della X-H2. L'ho usato in più occasioni per dettagli del paesaggio, ma si presta bene anche alla fotografia di animali, dato che le focali equivalgono a un 105-450mm e i 40 megapixel danno ampio margine di crop.



Fujifilm X-H2, Fujifilm XF 8-16mm f/2.8 R LM WR a 16mm, 1/40 f/8.0, ISO 125, treppiede.

Il Fujifilm XF 8-16mm f/2.8 R LM WR, pur essendo un'ottica professionale, sul sensore della X-H2 mostra i suoi limiti: al centro è sempre molto nitido, ma negli angoli non riesce a risolvere appieno il sensore, neppure chiudendo il diaframma. E' comunque utilizzabile (ed è l'obiettivo che ho usato più spesso durante il viaggio in Francia con la Fuji), ma non è così perfetto da angolo ad angolo come gli altri due citati qui sopra.

Durante il viaggio ho scattato spesso con la tecnica degli scatti multipli per simulare il risultato di una lunga esposizione: utilizzando l'intervallometro ho scattato una trentina di foto della stessa scena (tutte identiche) per poi fonderle al computer; il risultato è una foto con straordinaria pulizia e gamma dinamica, grande lavorabilità e gli effetti di mosso su acqua e nuvole paragonabili a un tempo di scatto molto lungo.





Conclusione

Da paesaggista, la Fujifilm X-H2 è la fotocamera che comprerei nel sistema Fuji (perlomeno finchè non usciranno altri modelli con lo stesso sensore e dimensioni più compatte... magari la futura X-T5?). Pur non avendo la resa agli alti ISO di fotocamere con risoluzione più bassa, è comunque utilizzabile fino a 3200 ISO, e i 40 megapixel offrono una straordinaria risoluzione che permette di avere foto ricchissime di dettaglio o, all'occorrenza, di fare forti crop.



Fujifilm X-H2, Fujifilm XF 27mm f/2.8 R WR, 1/25 f/7.1, ISO 125, treppiede.

L'aspetto dove penso che Fujifilm potrebbe migliorare di più è il software - sia rendendo i menu più user friendly, sia adottando tecniche di "fotografia computazionale" già presenti su altre fotocamere, come il focus stacking in-camera, l'unione di varie foto per emulare filtri ND o tempi lunghissimi, pixel shift in-camera e altre tecniche che aumenterebbero enormemente le potenzialità della fotocamera. L'hardware c'è già - basta solo lavorare un po' sul software per offrire nuove opportunità e strumenti ai fotografi.

La Fujifilm X-H2 è stata una piacevole sorpresa: un'ottima "big megapixel" che va a completare la gamma Fuji.

Potete vedere tutte le foto che ho scattato con la X-H2 nella galleria Francia 2022!



Fujifilm X-H2, Fujifilm XF 8-16mm f/2.8 R LM WR a 14mm, 3.2 sec f/8.0, ISO 125, treppiede.



Risposte e commenti


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avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 9:21

Grazie Emanuele, leggere le tue recensioni è sempre un piacere: vai dritto all'essenziale e ci si fa un quadro di riferimento davvero affidabile!

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 9:38

Grazie, bravo, Emanuele, hai detto tutto quello che c' era da dire (diretto e senza tanti fronzoli) per farsi una idea chiara del prodotto.
Grazie e buona giornata a tutti!

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 9:45

Bella recensione. La fotocamera è molto interessante.

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 9:47

Grazie delle info, molto interessante! MrGreen

avatarjunior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 9:50

Bella recensione Juza, grazie.
Relativamente però alla questione fotocamere con sensore con tanti mpx, non so voi ma io, avendo sia Sony A7III che Sony A7RIV, tendo ad utilizzare più spesso la prima perchè i file da 60 mb della seconda sono troppo pesanti.
Non è un problema di editing, è proprio un problema a tutto tondo. Trasferimento più lento, editing meno reattivo, stoccaggio poi non ne parliamo, così come il trasferimento sul cloud.
Tutto è più P E S A N T E, e di tanto.

avatarjunior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 9:53

come resa ad alti iso siamo come la X-H1 se non peggio, non vedo miglioramenti Confuso

avatarjunior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 9:54

Secondo me questa è una fotocamera eccezionale, soprattutto per il rapporto qualità prezzo. Se voglio una FF con pari risoluzione devo aggiungere almeno 1000€ in più, senza contare il costo delle ottiche.
Mi dispiace ma il FF sta diventando così costoso che queste APSC sono davvero una boccata d'aria fresca, senza contare il risparmio in termini di peso e ingombri.
Quindi complimenti a Fuji che per 2300€ consente di portarsi a casa una fotocamera davvero TOP sotto tutti i punti di vista.

Grazie Juza per l'ottima recensione, molto dettagliata e chiara!

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 10:08

Ciao,tra le ottiche piu' "datate" citate sopra metteresti anche tipo il 16-55 o 50-140 ?

avatarjunior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 10:22

Come sempre, foto bellissime e recensione di alto livello.

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 10:35

Direi ottima per un paesaggista. Appena avrò occasione di averne in mano una, la testerò in notturno Cool

avatarjunior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 10:38

veramente un report molto interessante.Fuji sta facendo un ottimo lavoro.Grazie per la condivisione.

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 11:08

Vorrei poterla testare per qualche giorno, perché dai file che ho visto ho un po' l'amaro in bocca, ma potrei ovviamente ricredermi. Per il resto un prodotto davvero interessante che in ambito apsc mancava!

avatarjunior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 11:12

Come sempre sei e rimani un ottimo punto di riferimento con le tue oneste e precise recensioni /valutazioni.
Grazie
Max

avatarsenior
inviato il 16 Settembre 2022 ore 11:30

Bella recensione, dal mio punto di vista i 40 mp servono solo per fare delle stampe con più dettagli e meno complicazioni in fase di editing, poca interpolazine e migliore lettura generale, per il resto , che dire!! è un ottima fotocamera , che sicuramente comprerei se ne avessi la necessità.

avatarsupporter
inviato il 16 Settembre 2022 ore 12:13

Ottima descrizione ... Grande
Speriamo oggi mi diano la conferma che sia arrivata in negozio






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