| inviato il 15 Settembre 2022 ore 8:18
Due amici appassionatissimi di Fellini, che hanno visto tutti i suoi film al cinema e non dentro un elettrodomestico (e molti di questi più volte), arrivano speranzosi a Rimini per visitare il Museo Fellini all'interno del Castel Sismondo e dell' ex Cinema Fulgor. Delusione. Fellini è spettacolo, circo, sogno, luna park, e pure uno sfarzoso gusto "cattolico" della messa in scena, ma qui abbiamo trovato cupezza, tristezza, rigore severo e calvinista nell'allestimento. Ci aspettavamo tanti manifesti, locandine, costumi, scenografie, tante foto dai set dei film (due nomi tra i tanti: Franco Pinna, Tazio Secchiaroli) e sì, qualcosina c'è ma poco e distribuito in modo casuale. All'inizio del percorso l'impressione è buona, ad esempio la sala con alcuni costumi di Il Casanova e della sfilata di moda ecclesiastica dì Roma . Ma poi tutto diventa rarefatto, diluito, insomma... vuoto. Che è il contrario di Fellini che era "pieno", di vita, colori, luci... sì, anche di malinconia (e a volte anche cattiveria, vedi Il bidone ), ma mai questa cupezza penitenziale. Lo so, le sale cinematografiche sono buie ma poi sullo schermo avvengono meraviglie, qui invece gli schermi sono pochi. Ce ne sono tre nella sala dedicata al Mare, che mostrano foto della spiaggia di Rimini alternate (ma che lentezza di montaggio) a scene tratte da Amarcord , Il Casanova , E la nave va , film nei quali cui il mare era finto, ricavato da teloni ondeggianti mossi dall'aria. Ma le immagini sono spesso sgranate, pixelatissime. Poi nelle sale successive i film bisogna proprio cercarli. Alcuni schermi TV che mostrano scene da altri film sono chiusi dentro a tre armadi che bisogna aprire (ma se non ce lo dicevano non lo avremmo sospettato). Oppure sono proiettati su tende formate da corde e quindi si vedono malissimo. Sulle corde sono proiettati anche molti testi, illeggibili. La sala più triste è al Fulgor, e contiene i disegni erotici. L'ambiente è buio e ci dicono che per vedere i disegni bisogna usare le luci dei propri cellulari. Imbarazzante, non il soggetto dei disegni ma questa trovatina notturna e malsana che contraddice l'erotismo gioioso di Fellini. Siamo usciti come due penitenti intristiti e delusi, pensando che sarebbe bastato prendere come esempio l'emozionante Museo del Cinema nella Mole Antonelliana a Torino, invece l'impressione è che le due sedi di Rimini siano state progettate da persone che non conoscono Fellini, o che se hanno visto qualche film non l'hanno amato. --- Cercando articoli online ne ho trovati molti che parlano della mostra permanente su Fellini allestita a Cinecittà da Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo (entrambi tre volte premio Oscar per le scenografie). roma.repubblica.it/cronaca/2020/01/31/foto/felliniana_a_cinecitta_dant Forse è questa la mostra che avrei dovuto vedere, perché il vero paese di Fellini non è Rimini ma Cinecittà. |
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