| inviato il 09 Settembre 2022 ore 15:28
CULT MOVIES, dalle stelle alle stalle Vorrei proporre una “discussione con lista” dedicata ai film più cult, camp * , kitsch, trash, flop... Intendo quei film madornali che fanno esclamare “è così brutto che è sublime!”, “no! non ci posso credere che abbiano potuto fare questo!”, “ma si prende sul serio o vuol far ridere?”. Oppure quei film in cui l'esasperazione estetica ha portato a risultati opposti a quelli che desiderava il regista (che può anche essere stato un buon regista, ma purtroppo ha esagerato). Quindi vanno bene anche film che non sono proprio spazzatura, anzi, ma solo che... insomma... è troppo! Parlo anche di quei film mitici che vengono visti e rivisti millemilavolte dai fedeli appassionati che li considerano dei veri e propri oggetti di culto cinematografico sfegatato, le cui scene madri sono citate dagli adepti parola per parola strizzandosi l'occhio in modo complice. Last but not least... i veri e propri flop, i film per i quali c'era una grande attesa, visti i trascorsi del regista, ma che poi si sono rivelati enormi delusioni per il pubblico e fallimenti al botteghino (ma spesso questi vengono poi rivalutati e diventano cult movies ) Lo faccio anche perché ho un po' il gusto malsano per certi film eccessivi, stilizzati, sopra le righe, che mi piacerebbe scoprirne di nuovi che non conosco nelle vostre risposte. * per quello che riguarda il gusto “camp” ho preparato un PDF del saggio fondamentale di Susan Sontag su questo argomento: diegocuoghi.it/forum/Susan_Sontag_Note_su_Camp_x.pdf E' del 1964 quindi i riferimenti non sono tutti ben comprensibili oggi, ma ora abbiamo Google e così finalmente ho potuto trovare su YouTube diversi esempi di film Scopitone, antenati dei videoclip, spesso con ballerine sculettanti, che venivano mostrati dentro dei TV-jukebox. -------- Inizio con due film con Liz Taylor, diva camp per eccellenza: “ Boom! ” ( La scogliera dei desideri ) di Joseph Losey, con Liz Taylor e Richard Burton (1969). Una attrice “divina” molto malata e catarrosa, in ritiro in un'isola della Sardegna difesa da cani e guardie, vestita in modi inimmaginabili, riceve la visita di uno straniero misterioso piuttosto jettatore soprannominato “l'angelo della morte” per via di cosa è successo alle sue mature ospiti precedenti. Memorabile la madornale acconciatura di Liz Taylor nell'ultima cena, e soprattutto la tosse... la tosse! Categoria: camp “ Identikit ” di Giuseppe Patroni Griffi, con Liz Taylor, tratto dal romanzo di Muriel Spark (1972). Signora fascinosa ma un po' appesantita, scende in Italia da qualche grigio paese nordico, si veste di colori sgargianti e mediterranei, fa crisi isteriche nei negozi rifiutando vestiti antimacchia, discute con un insopportabile vegano-macrobiotico arrapato, arriva in una Roma con manifestazioni di piazza e polizia violenta, rischia di essere stuprata, non si sa bene di cosa o chi sia alla ricerca spasmodica, fino a quando... Scenografia di Mario Ceroli, cameo di Andy Warhol. Categoria: camp “ Addio fratello crudele ” di Giuseppe Patroni Griffi, con Charlotte Rampling, Fabio Testi, Olivier Tobias (1971) Adattamento cinematografico del sanguinolento testo elisabettiano “ Peccato che sia una sgualdrina ” di John Ford. Charlotte Rampling è innamorata del fratel prodigo Olivier Tobias che fa ritorno a casa dopo anni, ma sposa frigida del muscoloso Fabio Testi (notevoli scene erotiche, per l'epoca) che per insegnarle come si fa le mostra una monta di cavalli. Losche trame familiari, vendette, stragi con cuori strappati, il tutto all'interno di meravigliose scene create da Mario Ceroli nei palazzi di Sabbioneta. Musiche di Morricone. Categoria: cult “ La morte ha fatto l'uovo ” di Giulio Questi, con J.L. Trintignant, Gina Lollobrigida, Ewa Aulin (1968) Una specie di giallo surreale, con una fabbrica di neo-polli che vengono creati già senza ossa, testa e zampe per poter essere meglio impacchettati, un serial killer, qualche scena soft-sexy, la Lollo nazionale in reggiseno rosa carne. Categoria: kitsch con pretese d'autore “ Se sei vivo spara! ” di Franco Arcalli, con Thomas Milian, Marlu Tolo, Ray Lovelock (1967) Ho letto spesso che è considerato un “western d'autore” infatti il regista è stato il celebrato montatore di tanti ottimi film italiani degli anni '60 e '70, ma qui ho trovato solo un film demenziale, con una banda di pistoleri violenti nerovestiti neanche troppo velatamente sado-gay, scene volutamente splatter come per dire “beccatevi questo! altro che Sergio Leone!”, in una trama che più bislacca non si può immaginare. Categoria: kitsch con pretese d'autore “ Southland Tales ” di Richard Kelly (2006) Il regista dell'ottimo “ Donnie Darko ” delira con una storia di fantascienza che, a suo dire, necessitava di essere vista dopo aver letto il prequel a fumetti. Io ci ho provato senza e mi è sembrato un delirio insensato. Categoria: flop “ Pinocchio ” di Roberto Benigni, con Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Kim Rossi Stewart (2002). Dopo “ La vita è bella ” tutti attendevano un nuovo grande successo del Benigni oscar nazionale, ma arriva questa specie di superproduzione sgargiante, chiassosa, con un Pinocchio-Benigni isterico e fastidiosissimo e un cast di soli adulti anche nei ruoli infantili. Nicoletta Braschi è insostenibile nel ruolo di Madonna delle Grazie... opps! Fata Turchina subito adulta e disneyana e mai bambina cupa e misteriosa come nel libro. Categoria: flop al botteghino, ma soprattutto stroncatissimo all'estero. “ Jupiter - Il destino dell'universo ” delle sorelle Wachowski (2016) Demenziale space-opera in stile Dallas-Dynasty-Disney (nel senso di Cenerentola), con decòr da villa di boss americano arricchito in combutta coi Casamonica. Dialoghi imbarazzanti tra tavolini con cornici barocche, vasetti di fiori art-nouveau e soprammobili della nonna. Categoria: kitsch non recuperabile. “ La montagna sacra ” di Alejandro Jodorowsky (1972) Un trip lisergico surrealista con il protagonista in un percorso iniziatico tra storia del sudamerica con le stragi dei nativi interpretati da rane (animalisti astenersi dalla visione), nani, storpi, alchimisti, guru orientali, cataste di crocefissi... Categoria: cult “ Rocky Horror Picture Show ” di Jum Sherman, con Tim Curry, Susan Sarandon (1975) Nato come film a basso costo basato su un musical inglese, è diventato in poco tempo “il” cult movie per eccellenza. Pieno di citazioni per cinefili (non solo Frankenstein e King Kong ma anche Improvvisamente l'estate scorsa e La morte corre sul fiume ) e tratte dalla storia dell'arte, ma godibilissimo anche per chi non le coglie, una colonna sonora sopraffina che anticipa l'estetica punk (il ballo dei transilvanici), personaggi uno più riuscito e memorabile dell'altro. Scene indimenticabili: i tacchi di Frank-n-Furter nell'ascensore, i guanti di gomma rosa fatti schioccare, l'uscita di Meat Loaf dal frigorifero. Categoria: campy cult Questi i primi che mi vengono in mente, poi eventualmente ne inserirò altri, sempre dalle stelle alle stalle. In ogni caso... bisogna fare attenzione, a volte basta poco per passare dal cult al kitsch fino a sprofondare nel trash. |
| inviato il 09 Settembre 2022 ore 16:58
Non vorrei abbassare troppo il livello della discussione essendo la mia cultura filmografica parecchio pop, ma direi che la commedia pecoreccia italiana anni 70/80/90 abbia sfornato caterve di film trash / kitsch divenuti poi cult, tipo "L'allenatore nel Pallone" (con la “Bizona” di Oronzo Canà) oppure "Eccezzziunale... veramente" con abbattatuono, i film di "Vacanze a ...", e via discorrendo. Di RHPS non riesco a togliermi dalla testa il momento "Time Warp". Allo stesso livello, campy cult, io metterei LITTLE SHOP OF HORRORS, con Moranis. Il mio film trash / cult / kitch preferito in assoluto è però "Grosso guaio a Chinatown" di Carpenter, regista che ci ha regalato molte opere memorabili di questo genere tipo "1997: fuga da new york" oppure "The Thing". Come Kitsch/flop in ordine assolutamente casuale mi vengono in mente ora "Battlefield Earth" con Travolta nel suo periodo dianetico, il "Batman & Robin" di Schumacher, "Howard the Duck" prodotto addirittura da Lucas. Non so se vuoi aggiungere anche una categoria con i film sopravvalutati, nella quale metterei Birdman di Iñárritu, Avatar di Cameron, Forrest Gump, heimat, Salò e le 120 giornate di Sodoma ... E sicuramente ce ne sono molti altri che ora mi sfuggono. |
| inviato il 09 Settembre 2022 ore 17:01
“ Allo stesso livello, campy cult, io metterei LITTLE SHOP OF HORRORS, con Moranis. „ Giustissimo! qui la scena top è il balletto di Steve Martin dentista sadico con altarino di mamma-sua-bbella Grosso guaio a Chinatown di Carpenter fu una delusione, ma non di quelle memorabili. Molto di più lo fu Il signore del male con Donald Pleasance alle prese con il terribile frappè verde-menta. |
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